L’altra guerra

A Castel Ivano un percorso dedicato ad artisti e scrittori in Tirolo nella Grande Guerra

Parlando della presenza di Robert Musil (Klagenfurt, 1880 – Ginevra, 1942) nella nostra regione, il collegamento va subito alla sua permanenza in Valle dei Mocheni tra il maggio e l’agosto 1915. Con il grado di sottotenente e poi di tenente, infatti, nel settembre 1914 il letterato viene assegnato al fronte meridionale, dapprima nella zona dello Stelvio e poi a Levico. Il giorno prima dell’entrata in guerra dell’Italia, il 23 maggio 1915, viene trasferito al sottosettore di Palù dei Mocheni. Grigia, la novella ambientata a Palù del Fersina pubblicata nel 1921, testimonia quanto Musil sia stato colpito dalla valle dei Mocheni, dai suoi paesaggi ma anche  dagli abitanti – con le loro attività quotidiane, le case, la lingua da loro parlata, la storia mineraria che ha segnato luoghi e leggende.

Nella mostra di Castel Ivano (che poi si trasferirà a Bolzano, al Museo civico) ritroviamo Musil in un’altra veste, quella che dall’ottobre 1916  lo vede direttore della Soldaten-Zeitung, rivista di guerra pubblicata a Bolzano dal 1915 al 1917. Nel percorso espositivo, le vicende della Soldaten-Zeitung si intrecciano con l’opera del disegnatore fassano Francesco Ferdinando Rizzi, che della stessa rivista fu illustratore e con le mostre dei Kriegsmaler, il corpo austro-ungarico dei pittori di guerra, alle dipendenze del Quartiere della stampa di guerra, che aveva reclutato ben 283 artisti.

Tra loro anche Oskar Kokoschka, Anton Kolig, Oskar Laske e Karl Ludwig Prinz, ma anche Albin Egger-Lienz, il padre del modernismo tirolese, Julius von Kaan-Albest, Thomas Riß, e ancora personalità di fama come Arthur Nikodem, Egon Schiele e Hans Josef Weber-Tyrol.

Fino al 30 settembre a Castel Ivano in Valsugana, si potrà visitare L’altra guerra – Artisti e scrittori in Tirolo nella prima Guerra Mondiale (orario di apertura dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 con chiusura al lunedì), l’esposizione organizzata dalla Biblioteca Archivio del Csseo in collaborazione con altri enti del territorio, curata da Fernando Orlandi, Massimo Libardi, Carl Kraus.

Tra i collaboratori della rivista non mancavano i letterati. Tra gli altri Franz Blei, Franz Theodor Csokor, Paris Gütersloh, Hugo von Hofmannsthal, Egon Erwin Kisch, Robert Musil, Leo Perutz, Rainer Maria Rilke, Franz Werfel e Stefan Zweig.

Il Quartiere della stampa di guerra allestì anche delle grandi mostre, che si tennero, la maggior parte in Austria-Ungheria, alcune nell’alleata Germania (Berlino, Dresda, Düsseldorf, Lipsia, Monaco di Baviera, Stoccarda), ma anche altre in paesi non belligeranti: a Basilea, Berna e Zurigo, in Svizzera; e poi a Amsterdam e Kristiania, in Norvegia. Lo scopo non era legato alla promozione dell’arte contemporanea ma piuttosto a un’azione volta, come osserva  Liselotte Popelka, “a rafforzare l’accettazione da parte della popolazione dei sacrifici e delle privazioni che da essa si esigevano e delle necessità di quella grande guerra, che toccavano l’intero stato”.

Anche a Bolzano nei primi mesi del 1917 si tengono due mostre, al centro della rivisitazione di Castel Ivano: prima quella organizzata dal Quartier della stampa di guerra e subito dopo quella degli artisti dei Kaiserjäger, visitata anche dall’Imperatore Carlo I e dalla consorte Zita il 22 aprile.

C’erano gli artisti del corpo dei Kriegsmaler, ma c’erano tanti altri pittori che, allo scoppio della guerra vennero arruolati. Erano dei combattenti. Che continuavano a dipingere, incoraggiati anche dai loro superiori. Sono stati spesso indicati come Regimentsmaler (pittori di reggimento).

Francesco Ferdinando Rizzi era uno di questi ultimi. Illustrò la Tiroler Soldaten-Zeitung, partecipò a mostre d’arte di guerra, ma con suo grande dispiacere non riuscì mai a farsi riconoscere come Kriegsmaler ufficiale, a ricevere l’agognata nomina dal Comando supremo d’armata.

I Kriegsmaler portavano come riconoscimento una fascia giallo-nera attorno al braccio con la scritta Kunst (arte) e avevano speciali documenti di riconoscimento. Soprattutto potevano muoversi liberamente in tutti i loro spostamenti.

Nella mostra sono esposte opere di: John Quincy Adams, Ferdinand Andri, Hugo von Bouvard, Josef Durst, Albin Egger-Lienz, Karl Fahringer, Paul Grabwinkler, Julius von Kaan-Albest, Luigi Kasimir, Hans Kramer, Attilio Lasta, Maximilian Lenz, Karl Ludwig Prinz, Luigi Ratini, Thomas Riss, Francesco Ferdinando Rizzi, Karl Sterrer, Albert Stolz, Ignaz Stolz, Rudolf Stolz, Ludwig Karl Strauch, Karl Truppe, Hans Josef Weber-Tyrol, Hans Beat Wieland, Augusto Zampiero.


27/07/2017