Funne

Di Katia Bernardi, Italia 2016, 74'

Cinema

Daone, Trentino. Un gruppo di 'funne' (che significa 'donne'), un po' in là con l'età ma dallo spirito indomabile, ha come luogo di ritrovo il Circolo Rododendro. Un giorno, per festeggiare il ventennale dell'associazione, a una di loro viene un'idea: perché non andare tutte insieme al mare visto e considerato che molte non ci sono mai state? E' necessario però mettere insieme la somma necessaria. Si inizia con la preparazione di torte da vendere, si passa a un calendario fotografico ma il ricavato è ancora insufficiente. Fino a quando un ragazzo non propone di avvalersi di due mezzi alle funne del tutto ignoti: Facebook e il crowdfunding.
Se cercate Daone su Wikipedia troverete la seguente informazione: "È stato un comune di 588 abitanti della provincia di Trento in Val di Daone. È oggi una località del nuovo comune di Valdaone, istituito il 1° gennaio 2015". È da una comunità così piccola che hanno preso origine prima un libro e poi un documentario di cui è autrice sensibile e attenta a cogliere le più piccole sfumature Katia Bernardi. La formula narrativa utilizzata è quella della fiaba divisa in capitoli in cui si racconta che tanto tempo fa delle anguille risalirono i corsi d'acqua per collocarsi tra le montagne ma che il richiamo del mare non si era mai del tutto annullato in loro. Le 'anguille' sono le 'funne', le anziane signore che, grazie a una di loro, scoprono di potersi concedere un sogno e di poterlo anche realizzare fino a trovarsi al centro della più vasta attenzione e a finire sullo schermo.
Katia Bernardi ha realizzato un film che ci parla di donne viste da una donna (in questo contesto narrativo va detto che stona un po' la voce, professionale ma maschile, di un narratore). Gli uomini non mancano (il fotografo, il ragazzo che propone loro l'idea vincente) ma quello che conta solo le dinamiche del gruppo, le storie personali, la voglia di mettersi in gioco. Non è un ritratto solo idilliaco quello che viene delineato. Ci sono anche i contrasti, i ripensamenti, la voglia di lasciar perdere ma nei volti, spesso ripresi con piani molto ravvicinati, ogni singola ruga di una pelle che non ha mai conosciuto i cosmetici ha qualcosa da raccontare. C'è chi è stata (come si diceva un tempo) 'a servizio' in precocissima età; chi ha perso il coniuge molto presto; chi si dice scherzosamente pronta a lasciarlo ora se incontrasse un uomo ricco.
Il mare, l'isola croata che venera la Madonna della Neve, sono là che le attendono ma in fondo, come canta Max Pezzali (anche se loro gli preferiscono Gianni Morandi): "L'importante è il viaggio e non dove andrò". Katia Bernardi ci racconta proprio il 'viaggio', il percorso che le porta alla meta. Ci mostra anche come la collaborazione tra chi è memoria del passato ma non ha rinunciato al futuro (le funne) e chi il futuro se lo sta costruendo (il ragazzo che le aiuta nel trovare la soluzione) sia ancora vincente in questa società che tende ad annullarlo

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