Gilberto Moreletti - STRATI D'ANIMA strappi & affioramenti

Presentazione a cura di Alessandro Fontanari Nerofonte.

Mostra

Non sono tante le occasioni pubbliche per vedere le opere di Gilberto Moreletti: la sua ultima mostra a Pergine è di otto anni fa. Ora il Comune di Pergine propone finalmente una importante esposizione del pittore di Viarago a riconoscimento della sua cinquantennale attività artistica.
Attraverso un'ostinata e rigorosa ossessione per l'arte, che ha assunto i caratteri di un'ascesi esistenziale con crisi e illuminazioni, ha creato un impressionante numero di dipinti, di grandi e piccole dimensioni. Le sue opere potrebbero dilatarsi e occupare intere pareti come vasti brandelli di colore strappati da un muro. E delle pareti di vecchie malte intaccate dal tempo e dall'umidità possiedono analoghe scabrosità, graffiature, crepe, segni, corrosioni, macchie, aloni, raschiature, croste di colore e strati scoloriti. Affiorano così mondi che stanno perdendo il colore: eppure in questo “scolore” rimane sempre traccia del luminoso, un improvviso prezioso brillare, segni di uno splendore indistruttibile. Minuscole schegge dei suoi mondi in espansione sono a volte estratte e condensate nei pochi centimetri di un riquadro presentando la stessa profonda intensità delle tele più grandi.
La sua pittura ha fatto esperienza delle dirompenti ricerche dei protagonisti dell'arte informale e dell'espressionismo astratto del Novecento. Moreletti sperimenta e utilizza le più varie modalità dell'informale servendosi dei colori acrilici come materiali pittorici di base, raddensati in spessi strati che poi stacca e scava, oppure distesi e diluiti in costellazioni nebbiose. Spesso inserisce nel dipinto cartoni, pezzi di tela e di legno, carte arricciate e piegate, sabbie e altro che trova a portata di mano: un collage polimaterico che spezza la piatta bidimensionalità della tela o della tavola.
Le sue opere nascono da uno scambio permanente tra il campo di battaglia che è l'interiorità inquieta dell'artista e il tentativo di esteriorizzarla: espressione del conflitto lacerante tra desideri vitali dell'individuo e sistema sociale dominante. Per Moreletti il risultato - l'opera, il dipinto, il quadro - è una tappa provvisoria, un momento della sua ricerca. Dipinge sopra i quadri di venti o trenta anni prima, gratta, strappa, modifica; un palinsesto, un viaggio e un compito senza fine. Le stratificazioni dell'Io diventano sovrapposizioni, rifacimenti, lavorio ininterrotto su uno stesso quadro. Per ottenere l'opera bisogna lottare con l'ombra, cioè con il lato oscuro dell'Io, raschiare sottrarre, cancellare: un cammino attraverso l'ombra e il nulla.
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Accesso con green pass; la capienza massima della sala è di 20 persone contemporaneamente.