Montaigne, addio. Una sfida alla politica gridata del nostro tempo

L'autore Nicola Zoller, in dialogo con Mario Cossali, presenterà la sua pubblicazione

Incontri e convegni , Presentazione libro

"Ho dedicato a Michel de Montaigne (1533-1592), libero pensatore francese, una raccolta di articoli pubblicati tra il 2013 e il 2018 dalla rivista “Mondoperaio”, fondata dal leader storico del socialismo italiano Pietro Nenni e diretta da Luigi Covatta. Porta come titolo “Montaigne, addio” (ed. Quaderni di “Lettera”, Trento, 2019).

Nella pubblicazione appare non casualmente un riferimento esplicito a quel personaggio con uno degli articoli intitolato appunto “Rileggere Montaigne” (“Mondoperaio”, n.8/2017); l’addio si riferisce alla nostalgia per le modalità e i contenuti della sua ricerca, sempre problematica e ricca di sapiente incredulità: in tempi di lavaggi dei cervelli e di fake news sarebbe un bell’antidoto. Così gli altri articoli cercano di seguire quelle orme commentando avvenimenti, personaggi, storie del passato e del nostro tempo, passando da Rousseau a Lenin, dal santo proibito Antonio Rosmini al testimone di Auschwitz Elie Wiesel, dal filosofo lacaniano Recalcati ai politologi Sartori, Salvati e Zagrebelsky e agli storici Romano e Spiri, da personaggi socialisti come Matteotti, Battisti e Craxi a studiosi riformisti come Latouche, Cohen e Bruno Pellegrino; misurandosi con grandiosi avvenimenti dell’ultimo secolo come la prima guerra mondiale, la rivoluzione bolscevica fino alla liberatoria Primavera di Praga, al complesso Sessantotto e ai riemergenti populismi; parlando chiaro infine anche sull’italico giustizialismo passato sotto il nome di “Mani pulite” e sul futuro di una sinistra davvero riformista.

Con quale metodo? Quello di Montaigne, appunto: cercando di leggere molto, traendo – come lui – «profitto dai ragionamenti e dalle idee» dei più grandi di noi; come è giusto che sia e come è diventato esplicito nella vita intellettuale da quando il filosofo medievale Bernardo di Chartres coniò l’espressione che ci rappresenta come ''nani sulle spalle dei giganti''. Non tanto per copiare i grandi pensatori del passato remoto e prossimo ma per prenderli a modello e – ponendoci sulle loro spalle – provare a guardare più avanti e giungere a migliorare conoscenze e prospettive umane; con l’umiltà tuttavia di accettare che solo grazie agli altri giungiamo ad una consapevolezza e forse ad una saggezza che non avremmo mai raggiunto da soli. Per poi riuscire ad ammettere – ecco il grande insegnamento di Montaigne – che le nostre conoscenze, i nostri punti di vista, sono sempre parziali e che «non c’è niente di peggio al mondo di coloro che credono di sapere»: di qui il consiglio di coltivare l’arte del dubbio e l’elogio che Montaigne fa di Socrate - il quale «sa di non sapere» - invitandoci infine a non prenderci troppo sul serio.

Moderno scettico, convinto cioè che non ci siano verità assolute, e quindi pronto a ravvedersi quando necessario, Montaigne ci induce benevolmente ad essere aperti alla rettifica delle nostre convinzioni. Così anche la nostalgia accennata all’inizio – con quell’addio quasi rassegnato a Montaigne – può trasformarsi in una speranza, in un arrivederci: contando di trovare anche nel nostro tempo – come proponeva Norberto Bobbio nel suo saggio “Politica e cultura” – il modo di riflettere dubitando, di giudicare con misura, senza abbandonarsi a soluzioni affrettate e alle verità di una parte sola, dunque con spirito critico, con volontà di dialogo, consapevoli della complessità delle cose. Allora arrivederci, signor de Montaigne, nostro maestro, nostro fratello."

Nicola Zoller

Costi

Ingresso libero


organizzazione: Biblioteca civica "G. Tartarotti" di Rovereto