riSGUARDI

C'era una casa a Mosca

Alexandra Litvina e Anna Desnitskaya

Innanzitutto sarebbe bello conoscere il russo.

Per tanti motivi: leggere Anna Karenina di Lev Tolstoj nella lingua originale, così come Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij; parlare con le tante persone che da quell’area geografica si sono spostate nel nostro territorio; viaggiare autonomamente e liberamente (Covid permettendo) … Insomma, per cultura personale.

E poi anche per comprendere davvero i risguardi che caratterizzano l’apertura e la chiusura di C’era una casa a Mosca di Alexandra Litvina con le illustrazioni di Anna Desnitskaya per Donzelli editore (2020).

Nostro impegno sarà quello di trovare qualcuno che ci aiuti in questo compito interpretativo; per ora partiamo dall’osservazione visiva.

L’albo illustrato è di grande formato e i risguardi coprono quasi totalmente il piatto interno della coperta e retrocoperta. E anche i fogli di guardia liberi sono ricolmi di immagini, segni, grafie. Le sei facciate sono ricchissime e tutte differenti tra loro: pieni di elementi, di diversi tipologie linguistiche, di vari font, di espressioni artistiche multiformi.

Già questo spinge a pensare che il libro, probabilmente, sarà ricco di accadimenti, storie, persone, famiglie, avventure.

Le fotografie la fanno da padrone: sono di epoche diverse - di color seppia, bianco e nero, a colori – e conducono istantaneamente nel campo delle storie famigliari, nella cosiddetta microstoria. Raffigurano ritratti, più o meno in posa o ufficiali, ma anche momenti di vita allegra a indicare che è della quotidianità delle persone che ci si sta accingendo a leggere, con i suoi alti e bassi.

Accanto alle fotografie si trovano articoli di giornali, a confondere le idee e a intrecciare la storia di tutti, quella più quotidiana, con la Storia dalla S maiuscola, quella che accade oltre la nostra volontà.

Ci sono passaporti e cartoline per ricordare i tanti viaggi o spostamenti più o meno forzati, più o meno voluti, desiderati.

Un altro elemento ricorrente sono le lettere, con i rispettivi timbri che narrano di partenze e arrivi. In via straordinaria biglietti di entrata a balletti o a musei. Un mondo. Lontano temporalmente e fisicamente che si propone agli occhi del lettore con tutte le sue specificità: scrittura cirillica, vestiti tradizionali, immagini votive di importanti Capi di Stato, giovani adulti, bambini ben vestiti e adulti in posa quali protagonisti della Storia.

Insomma, in sei facciate di risguardi, c’è tutta la vita possibile, di un XX secolo saturo di eventi.

Nel risguardo che apre l’albo, la data porta al centro delle due facciate, in rosso ormai sbiadito e a grandi caratteri cubitali, colpisce subito e sembra indicare quasi uno spartiacque: come se dovessimo aspettarci il racconto di avvenimenti precedenti al 1944 e successivi. Ma le date sono ovunque: 1944, appunto, 1948, e se si scorre al risguardo finale si legge 1905, 1940 e perfino 2000. Per non parlare dei giorni e dei mesi, stampati o scritti a mano sulle lettere, sui passaporti, sulle cartoline. Una cronologia storica che si dipana sotto i nostri occhi e che pian piano si insinua nella nostra mente immergendo il lettore in una linea del tempo, personale e universale.

Le sei facciate di queste prime e ultime pagine dell’albo parlano del tempo, quello solare che scorre numericamente lineare, e quello umano più caotico e roboante e rotante su se stesso. È la Storia che si intreccia, fino a confondersi con la nostra piccola quotidianità e tutto invece che essere rettilineo si intreccia, si aggroviglia, si mischia come le carte, i documenti, le fotografie, le notizie apposte sui risguardi che forse non sono altro che un tavolo o un pavimento sul quale si trovano semplicemente sparpagliate. Dopotutto la narrazione inizia con una citazione di Nikolaj Glazkov: “Da sotto il tavolino guardo al mondo, secolo XX, che secolo fecondo. Più un secolo allo storico risulta avvincente più per il contemporaneo è deprimente”.

A voi la lettura di tutto dell’albo, sperando che i risguardi non abbiano ingannato!

redazione
parte di: riSGUARDI

29/01/2021