Mon oncle

Mio zio ama i giardini contemporanei

Sessant'anni fa usciva nelle sale cinematografiche italiane Mon oncle - Mio zio: una delle satire più riuscite sulla vita moderna. Il regista Jacques Tati mette a confronto l'ipermoderno della famiglia Arper con la realtà popolare del quartiere degli Hulot. Gli Arpel vivono in una villa tecnologicamente avanzata, dotata di tutti i confort elettromagnetici. Nonostante questo, il loro figlio Gerard di nove anni preferisce ai genitori lo zio materno, M. Hulot: scapolo spensierato che abita invece in quartiere popolare della città. Un punto saliente del film è la festa in giardino nella villa degli Arper in un disperato tentativo di distrarre lo zio con una signora amica e recuperare così l'attenzione del figlio.

Terzo lungometraggio di Jacques Tati, e primo a colori, è fondato sulla compoosizione di due mondi in cui l’autore riesce a conciliare il comico con il burlesque. Attraverso una serie di invenzioni buffe, che sfiorano il surreale ma che possono avere le radici in una plausibile quotidianità, il film incanta: per il regista, soltanto un poeta e un bambino, grazie alla loro spontaneità, possono salvare la nostra società dalla disumanizzazione.

Anticipatore degli ecoloogisti, Jacques Tati parlava con garbo di situazioni che non erano molto comuni alla fine degli anni '50 del XX secolo, e riuscì a vincere l'Oscar come migliore film straniero.

Se avete voglia di curiosare nei giardini privati, vi suggeriamo Giardini segreti a Venezia.

Redazione Biblio

17/07/2018