Chiesa parrocchiale

1334 - 1968

4

subfondo

La chiesa di Pellizzano è intitolata alla Natività di Maria. Edificata probabilmente nel corso del XIII secolo, la chiesa è oggi il risultato di notevoli interventi di modifica apportati nei secoli, soprattutto nel '400 e '500.
La parte più antica di tutto l'edificio è costituita da una piccola porzione della testata della navata sinistra nel presbiterio. La chiesa sembra non dovesse possedere inizialmente capelle laterali.
Fu nella seconda metà del Quattrocento che ebbe luogo il primo grande intervento di modifica che si concretizzò in un ampliamento; le maestranze che si occuparono dei lavori furono presumibilmente lombarde.
Vennero compiuti anche alcuni affreschi, datati 5 giugno 1470: essi sono stati attribuiti, da Rasmo e da Passamani, ai pittori Giovanni e Battista Baschenis, provenienti da Averaria nel Bergamasco e attivi in Trentino tra il 1470 e il 1500. Ampliata e affrescata, in data 16 ottobre 1474 la chiesa venne consacrata da fra Albertino, vescovo suffraganeo.
Dopo la consacrazione, la chiesa non conobbe altri grandi interventi fino agli anni Venti del '500, periodo nel quale venne costruito il protiro (1524); l'edificio venne allungato di un'ulteriore campata verso ovest e dotato di volte a crociera e colonne così da dividere l'interno in tre navate. La chiesa venne inoltre dotata di una nuova facciata con portale, di alte monofore in stile gotico e di contrafforti sulle pareti esterne. Va segnalata altresì la costruzione della loggia interna, conosciuta come la loggia dei Disciplini, retta da mensoloni con due ali aggettanti sorrette a sua volta da una coppia di pilastri con capitelli ionici e da archi a tutto sesto e a sesto acuto. Non si sa con certezza a chi furono commissionati i lavori ad eccezione della firma che si legge in una targa lungo la navata destra: "Rocco de Redis da Laino" accompagnata dalla data, 1545, che testimonia la fine dei lavori di copertura della chiesa. Nuovi interventi architettonici cinquecenteschi riguardarono l'apertura, nella parete a sud, di tre grandi monofore a sesto acuto dotate di vetri dipinti, questi ultimi molto recenti, in quanto risalenti al 1940. Nel 1571 Cipriano Vallorsa pittore da Grosio, in Valtellina, venne chiamato ad affrescare la testata della navata sinistra. Il dipinto raffigura la Vergine col Bambino in trono con i santi Vigilio e Antonio Abate; ai piedi è rappresentata una schiera di Disciplini inginocchiati, mentre le figure che campeggiano sulla destra, tradizionalmente identificate con i membri della famiglia Canacci, sono state aggiunte posteriormente, forse dello stesso Vallorsa.
Nel 1590, su impulso esercitato dalla confraternita del Santissimo Rosario, venne costruita la cappella laterale detta oggi impropriamente cappella Canacci. La realizzarono Domenico de Redis e suo figlio Lorenzo, lapicidi e muratori da Cles, cercando, uniformandosi alla chiesa, di utilizzare colonne e lesene di sostegno, simili a quelle delle navate.
Nel corso del XVII secolo la chiesa venne dotata dei suoi altari. Nel 1606 il curato Giovanni Canacci donò un'ancona lignea con predella, nella quale egli si fece ritrarre in abiti sacerdotali e in atteggiamento orante, collocata oggi sulla parete laterale sinistra. L'altare è intitolato a San Giovanni Battista.
Alcuni anni più tardi fu l'altare laterale destro ad essere dotato di ancona lignea. Intitolato a Sant'Antonio, la pala raffigura i santi protettori contro la peste: i santi Sebastiano, Rocco, Antonio Abate e Antonio da Padova.
Nei primi decenni del Seicento dunque un'intensa fase di lavori venne intrapresa ed essa non riguardò solo gli altari, ma anche i due confessionali lignei posti lungo le pareti laterali del presbiterio. La loro realizzazione venne raccomandata a seguito della visita pastorale del 1579, e infatti dagli atti visitali del 1617 essi risultano già compiuti. L'altare maggiore invece fu realizzato probabilmente fra il 1618 e il 1627 da Simone Lenner, grazie anche ai lasciti di Matteo Canacci e dei figli di Giacomo Ruffini. Dietro la pala che raffigura la Natività della Vergine, si trova una nicchia che accoglie un gruppo ligneo con la Madonna con Bambino e angeli, attribuito agli intagliatori della famiglia Bezzi e realizzato prima del 1672. Lo stesso Lenner realizzò nel 1626 anche la balaustra per la cappella laterale, spettante alla confraternita del Rosario. La cappella venne abbellita con un ciclo decorativo a stucco bianco, che si può datare intorno al 1640, opera di maestranze lombarde. Essa venne dotata naturalmente anche di un altare la cui ancona lignea, completamente dorata, ospita nella nicchia la statua della Madonna del Rosario, oggi sostituita con quella dell'Immacolata. L'ancona sembra opera dell'intagliatore, allievo di Lenner, Giovanni Battista Ramus da Mu, in Val Camonica, che la realizzò intorno al 1650.
Nel 1717 Giovanni Andrea Canacci donò alla chiesa quattro quadri, raffiguranti San Gerolamo, San Gregorio Magno, Sant'Agostino e Sant'Ambrogio che gli erano stati a sua volta regalati dallo zio, l'arciprete Giuseppe Canacci. In seguito Altre donazioni vennero effettuate alla chiesa e riguardarono soprattutto le lampade per gli altari, reliquiari, arredi sacri, come vasi, calici, candelieri, ostensori, paramenti, ecc... Nel 1775 Antonio Bontempelli detto Giumèl dispose un lascito per l'erezione di un altare o di una cappella dedicata al Crocifisso. L'altare in legno dipinto fu realizzato nella cappella laterale da un ignoto intagliatore tra il 1790 e il 1792. Nel 1781 l'Ordinariato diede licenza, su richiesta del curato di Pellizzano, all'erezione delle 14 stazioni della Via Crucis, che vennero realizzate dal pittore Carlo Henrici da Bolzano su commissione di Giovanni Giacomo Cristanello, sacerdote di Caldaro, che le donò alla chiesa di Pellizzano.
Dopo il rovinoso incendio del 1828, che distrusse parte del campanile e della chiesa, vennero intrapresi tutta una serie di restauri e nel 1868 il campanile venne dotato dell'attuale copertura a cipolla in scandole. Anche gran parte dell'argenteria venne fatta sistemare e ridorare. Nel 1873 vennero iniziati i lavori per la realizzazione di un nuovo pavimento della chiesa che venne eseguito dalla ditta Maccani. In quell'occasione vennero rimosse le cinque tombe poste sul vecchio pavimento della chiesa, la zona presbiteriale venne rialzata e dotata di gradini, venne realizzata una balaustra in pietra intorno all'altare maggiore.
Nel 1896 lo scultore Ferdinando Demetz realizzò una statua lignea dell'Immacolata, collocata oggi nella nicchia dell'altare laterale al posto della statua della Madonna del Rosario. L'anno seguente una serie di restauri ad opera di Alfonso Siber interessarono gli affreschi del protiro esterno.
Nel 1934 venne rifatto il tetto, tra il 1937 e il 1939 l'intagliatore Tomaselli realizzò i nuovi banchi; tra il 1939 e il 1942 vennero effettuati interventi di restauro su tutte le pale e i dipinti ad olio della chiesa, eseguiti dalla pittrice Ady Werner; nel 1942 venne acquistato l'organo e furono collocate nuove vetrate, tre delle quali dipinte, realizzate dal vetraio Giuseppe Parisi e dal pittore Vittorio Melchiori. Negli anni Cinquanta del Novecento vennero realizzati gli ultimi interventi: nel 1951 venne rifatto il tetto, e nel 1952 cambiata la pavimentazione del sagrato e sostituiti i vecchi portoni in legno. Nel 1954 vennero rifuse le campane dalla ditta Colbacchini.
Nel 1970 venne avviata una nuova campagna di lavori di restauro: nel 1971 venne restaurato da Bruno Pezkoller l'affresco della Madonna dei Disciplini. Nel 1973 con la rimozione del pulpito venne alla luce parte di quegli affreschi realizzati nel 1470 da Giovanni e Battista Baschenis e fatti coprire nel 1617 su disposizione del vescovo suffraganeo Pietro Belli. Nel 1973 furono restaurate tutte le opere lignee e nel 1974 gli affreschi del protiro. Nel 1992 infine venne restaurata la balaustra lignea seicentesca (1).

Il sottofondo raccoglie, oltre alla documentazione relativa ai lavori e restauri effettuati alla chiesa, il materiale riguardante la gestione e l'amministrazione del patrimonio della chiesa curaziale in quanto ente.
La chiesa come personalità giuridica (can. 113 del Codice di diritto canonico) possiede potestà di governo e di giurisdizione (can. 129, 1), e in quanto tale, ha la capacità di acquistare, possedere, vendere, alienare beni. Il parroco è di fatto il legittimo amministratore del patrimonio della chiesa, consisitente in capitali, realità, fondi mobili, paramenti e arredi sacri. La gestione dei beni mobili e immobili della chiesa veniva però affidata in passato a particolari funzionari, detti dapprima sindaci o massari, poi fabbricieri.

 Espandi il testo

(1) Le notizie sono state ricavate dai seguenti testi ai quali si rimanda per approfondimenti: S. Weber, Le chiese della Val di Sole nella storia e nell'arte, vol. I, Trento 1936, rist. anast. Mori 1992, pp. 60 - 65; A. Costa, la chiesa di Dio che vive in Trento, Trento 1986, pp. 629 - 630; L. Mezzi, Chiesa parrocchiale della Natività di Maria, Trento 1998; R. Colbacchini, La chiesa della Natività di Maria a Pellizzano, Trento 1999.

 Espandi il testo

Denominazione Comune Condizione giuridica Servizio archivio
Parrocchia della Natività di Maria in Pellizzano PELLIZZANO Ecclesiastico No
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia della Natività di Maria, Pellizzano, 1919 marzo 13 - 1919 marzo 13 -
Curazia della Natività di Maria, Pellizzano, 1597 settembre 18 - 1919 marzo 12 1597 settembre 18 - 1919 marzo 12