Anagrafe

1644 aprile 15 - 1841 luglio 22

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subfondo

I libri parrocchiali furono introdotti nel diritto canonico ad opera del Concilio di Trento e, in via generale, la loro compilazione, per fini tanto religiosi quanto civili abbracciò un periodo che nella diocesi di Trento, andò più o meno dai tempi del Concilio fino all'1 gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano.
Quelli propriamente detti sono: il libro del battesimo, della cresima, del matrimonio, dei morti e dello stato delle anime. Per maggior precisione, però, va notato che il Concilio diede disposizioni per l'introduzione solo di due di essi: i registri di battesimo e quelli di matrimonio, attraverso il "Decretum de Reformazione Matrimonii". (1)
Vero è, però, che già dal principio del XV sec. in qualche diocesi, in ambito italiano, si trovano disposizioni in merito alla tenuta dei libri dei battezzati. Invece i registri dei morti, già in uso in epoca preconciliare, quelli dei cresimati e gli stati delle anime, vennero introdotti come regola generale dal "Rituale Romano" di papa Paolo V nel 1614, che prescriveva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri.(2)
Una ricerca esemplare, a tal proposito, fu condotta da Hubert Jedin in un saggio che fu in seguito riassunto e opportunamente tradotto per un pubblico di studiosi italiani.(3)
Jedin condusse un'indagine, ancor oggi solidissima secondo l'opinione degli studiosi (4), sulla genesi del decreto tridentino, che prescriveva la tenuta dei registri parrocchiali, e dei precedenti del decreto a ritroso fino al XIV sec., all'interno della legislazione canonica, dei concili provinciali, dei sinodi diocesani, della prassi ovvero della consuetudine nelle varie regioni d'Italia per quanto riguarda la tenuta dei libri dei battesimi e dei matrimoni, facendo notare la precocità del nostro paese, rispetto al resto d'Europa, nella formazione di questa documentazione. Jedin giunse ad alcune importanti conclusioni: il protestantesimo non inventò né sostenne l'introduzione delle matricole ecclesiastiche, infatti il libro dei battesimi di Gemona era di ben 138 anni precedente alle tesi di Lutero (6); oltre ai motivi dipendenti dal diritto matrimoniale, esistevano altri motivi di tipo borghese - burocratico per l'introduzione dei libri battesimali (7). Jedin notò infatti come fosse importante il coinvolgimento dei laici nella produzione delle prime matricole ecclesiastiche.
In tutti i casi il Concilio di Trento fu fondamentale, secondo Jedin, per l'estensione delle matricole ecclesiastiche nei paesi cattolici e pose le basi per lo sviluppo della moderna scienza demografica.
Nelle parrocchie della diocesi tridentina, almeno per quanto riguarda i libri dei battezzati, dei matrimoni e dei morti, questa normativa trovò applicazione in tempi relativamente brevi; numerosi e puntuali furono nel corso degli anni gli interventi dei vescovi, sia negli atti di giurisdizione sia nelle visite pastorali, per la loro esatta compilazione e conservazione.
I registri dei cresimati e gli stati delle anime furono invece usati con sistematicità solo a partire dal XIX sec., generalmente a seguito delle richieste dei vescovi e talvolta delle sollecitazioni delle autorità civili.
L'interesse delle autorità civili nei confronti dei libri canonici si manifestò con la lettera circolare dell'1 maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici anche a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbrario 1784 prescrisse modelli e lingua uniformi da usarsi nella loro combinazione. L'esattezza nella tenuta e la necessità di una buona conservazione dei registri dei nati, dei matrimoni e dei morti fu anzi avvertita come una necessità imprescindibile dall'amministrazione asburgica.
Dopo la parentesi del dominio bavarese e del Regno Italico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai comuni, senza però che, per questo, venisse meno la regolare tenuta dei libri parrocchiali da parte dei parroci, la legge imperiale del 20 aprile 1815 (8) e il decreto dell'Imperial Regia Commissione aulica centrale d'organizzazione, emanato il 21 agosto dello stesso anno, riconsegnarono ai curatori d'anime il compito della tenuta delle matricole.
La funzione ufficiale di sato civile venne ampiamente riconosciuta ai curatori d'anime nelle norme del Codice civile universale austriaco introdotto in regione l'1 ottobre 1815. Oltre alla corretta e puntuale tenuta dei libri d'anagrafe, al parroco spettava il rilascio dei certificati di moralità, di povertà, dell'esistenza di pensionati e di tutte quelle attestazioni derivanti dai registri parrocchiali.
Varie e numerose furono successivamente le disposizioni emanate dagli organi ecclesiastici, spesso su sollecitazione dell'autorità governativa, per regolare singoli aspetti delle registrazioni.
Durante la dominazione austriaca la registrazione dei nati avveniva all'atto del battesimo. Il valore del padrino quale testimone era ribadito sia dalle autorità ecclesiastiche sia da quelle civili; queste ultime pure impartirono a più riprese speciali "istruzioni" per la registrazione dei nati illegittimi.
Una cura particolare era richiesta al curatore d'anime nella formulazione degli atti inerenti la celebrazione del matrimonio e nella registrazione dello stesso. (9)
La documentazione prodotta dalle autorità ecclesiastiche e civili e dai futuri sposi varia per genere e qualità a seconda delle epoche e dei governi. Tra gli atti si possono trovare, per esempio, fedi di battesimo e di cresima, certificati di istruzione religiosa, attestati di eseguite pubblicazioni, permessi politici (10) e civili, consensi paterni per i minorenni, fedi di morte del coniuge per un/a vedovo/a, eventuali dispense rilasciate dalle competenti autorità per impedimenti ecclesiastici, divieti civili, per pubblicazioni da farsi in chiesa. L'annuncio pubblico da farsi in tre giorni di domenica o di festa all'adunanza ordinaria nella chiesa parrocchiale del distretto era condizione necessaria per la validità del matrimonio (11)
Per tutto il periodo della dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa ebbe validità civile. Con l'annessione al Regno d'Italia matrimonio religioso e matrimonio civile cominciarono ad essere celebrati separatamente; poi, con il concordato del 1929 e la successiva legge del 27 maggio 1929 n. 847, anche lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme del diritto canonico. Al parroco pertanto spettò l'incarico di notificare al comune l'avvenuta celebrazione del matrimonio per la sua trascrizione nei registri anagrafici.
La registrazione dei morti riportava i dati anagrafici del defunto e la causa del decesso rilevata dal certificato rilasciato dal visitatore dei morti.
Lo stato delle anime doveva contenere i dati relativi allo stato di tutte le famiglie residenti nella cura d'anime; le registrazioni riportano la composizione dei nuclei familiari e sono aggiornate periodicamente.
Il registro degli sponsali documentava la reciproca promessa di matrimonio espressa dai futuri sposi, dopo l'"examen" matrimoniale e previo controllo dell'inesistenza di impedimenti ecclesiastici e civili alla presenza del parroco e degli opportuni testimoni. L'esame doveva aver luogo al primo presentarsi degli sposi, prima dunque che avvenisse la prima pubblicazione. Per minorenni o incapaci era d'obbligo il consenso del padre o, in mancanza di questo, del tutore o del giudice (12). Sul registro andavano annotati con pari diligenza e per tempo gli eventuali scioglimenti della promessa.
Sul registro delle pubblicazioni matrimoniali il parroco riportava gli avvisi riguardanti i matrimoni e su quello delle pubblicazioni in chiesa segnalava gli avvisi riguardanti le funzioni, le confessioni, la dottrina cristiana e altre comunicazioni.

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(1) Sessio XXIV, cap. II.
(2) Cfr. cap. "Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur".
(3) In: "Zeitschrift der Savigny - Stiftung fur Rechtsgeschichte. Kanonistische Abteilung", 32, 1943, pp. 419 - 494; "Le origini dei registri parrocchiali e il Concilio di Trento" in "Il Concilio di Trento", II 1943 (n.4 edito nel 1944), pp. 323 - 336.
(4) "Il Concilio di Trento e i libri parrocchiali. La registrazione come strumento per un nuovo statuto dell'individuo e della famiglia nello Stato confessionale della prima età moderna" in "La conta delle anime". Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze. Annali dell'Istituto storico italo - germanico. Quaderno 27. Società editrice Il Mulino Bologna, 1989.
(5) Per dimostrare questo, Jedin analizza in modo molto rigoroso la tipologia di registri parrocchiali pretridentini fuori d'Italia, in Inghilterra, nei Paesi Bassi, nei paesi di lingua tedesca, nella penisola iberica, ma soprattutto in Francia e la confronta con quella dei registri parrocchiali pretridentini in Italia. Si veda H. Jedin nel saggio cit. in nota (4).
(6) Questo libro dei battesimi proviene dall'archivio parrocchiale di S. Maria Maggiore di Gemona, nell'antico patriarcato di Aquileia; esso è famoso per essere il più antico a noi trasmesso, perché registra i battesimi dal 1370 al 1404 e riporta anche il nome di padrini cosa importantissima per la validità legale delle registrazioni.
(7) Non ultima la necessità di stabilire se i nati fossero figli legittimi o naturali, se fossero stati concepiti all'interno del matrimonio o no.
(8) Per i matrimoni.
(9) "Cod. civ. austr.", cap. 80.
(10) Richiesto dalla legislazione civile solo nelle province del Tirolo e del Vorarlberg, il documento attestava che gli sposi avevano notificato al comune la loro intenzione di contrarre matrmonio.
(11) Oltre alla prescrizione ecclesiastica, lo stabiliva il "Cod. civ. austr.", cap.71
(12) "Cod. civ. austr.", cap. 49.

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Denominazione Comune Condizione giuridica Servizio archivio
Parrocchia della Madonna del Carmine in Corné BRENTONICO Ecclesiastico No
Denominazione Estremi cronologici
Rettoria di San Matteo, Corné (Brentonico), 1623 luglio 29 - 1910 maggio 16 1623 luglio 29 - 1910 maggio 16
Parrocchia della Madonna del Carmine, Corné (Brentonico), 1910 maggio 17 - 1910 maggio 17 -
Beneficio parrocchiale della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, Corné (Brentonico), 1623 luglio 12 - 1987 gennaio 24 1623 luglio 12 - 1987 gennaio 24
Chiesa parrocchiale della Beata Vergine del Carmine, Corné (Brentonico), [1456 ottobre 12] - [1987 gennaio 24] [1456 ottobre 12] - [1987 gennaio 24]
Beneficio Cazzanelli, Corné (Brentonico), 1674 maggio 30 - 1987 gennaio 24 1674 maggio 30 - 1987 gennaio 24