Benefici e legati

1743 - 1973

6

subfondo

registri 3, buste 5, fascicoli 95, carte 1296

 Espandi il testo

Il legato è una disposizione testamentaria di carattere patrimoniale che attribuisce a titolo particolare i beni all'asse ereditario. Era consuetudine molto comune la cessione di un bene all'erede con l'obbligo di far celebrare, con le relative rendite, un numero di messe in memoria del defunto o di provvedere con quel denaro ad altre volontà del testatore (beneficenza, manutenzione degli altari, acquisto di arredi, provvista d'olio della lampada del SS. Sacramento ... ).
Un tipo particolare di legato e rappresentato dalla fondazione pia, in cui il lascito è fatto direttamente ad una persona morale ecclesiastica con l'obbligo di celebrare determinate funzioni sacre.
Durante la dominazione austriaca alcune disposizioni (1) attribuirono al curatore d'anime il compito di verificare l'esistenza di un regolare documento di fondazione e di controllare che il patrimonio fosse mantenuto intatto.
Le fondazioni pie furono riconosciute anche dal Concordato fra Stato italiano e Chiesa del 1929, purché fossero rispondenti alle esigenze religiose e purché non ne derivasse alcun onere finanziario per lo stato.
Nell' archivio parrocchiale di Godenzo - Poia è conservata documentazione relativa a numerose disposizioni legatarie a favore principalmente della chiesa di S.Giovanni. Vengono qui elencate le principali disposizioni legatarie:
- LEGATO BORTOLO FERRARI DETTO BONDON.
Il 19 gennaio 1743 Bartolomeo (2) Ferrari fu Alberto stese il suo testamento in cui manifestò la volontà di lasciare tutti i beni ed effetti paterni presenti nella villa di Poia al fratello Antonio Ferrari in qualità di usufruttuario vita natural durante e che in tale usufrutto gli succedano tutti i sui discendenti in linea maschile.
Nel caso, però, Antonio Ferrari venisse a mancare senza figli maschi e si estinguesse la linea maschile della sua discendenza, secondo la volontà del suddetto Bartolomeo Ferrari, tutti i beni prima menzionati dovevano andare alla chiesa di S. Giovanni di Poia e al suo reverendo parroco o curato con l'obbligo al medesimo e ai suoi successori di far celebrare ogni anno in perpetuo tante messe quante corrispondono alle entrate in ragione di fiorini 1 imperiali.
- LEGATO BARTOLOMEO FERRARI.
Il 10 agosto 1768 Bartolomeo fu Bartolomeo Ferrari legò ai tre nipoti Bartolomeo, Domenico (3) e Giuliano, figli di suo fratello Giovanni Ferrari, la propria casa con l'obbligo per i suddetti legatarii di far celebrare ogni anno e in perpetuo sei messe nei giorni di festa, nella veneranda chiesa curata di S. Giovanni.
- DONAZIONE DI LUIGIA FERRARI ALL'ALTARE DI NOSTRA SIGNORA DI S.GIORGIO.
Con atto dell'1 settembre 1897 venne fondato un legato in favore dell'altare di Nostra Signora del Sacro Cuore nella chiesa di S. Giorgio in Poia consistente in un prato in località "ai Servi" senza gravarlo d'alcun onere.
Il legato fu stabilito da Luigia Ferrari con testamento olografo del 12 ottobre 1894.
- LEGATO CARLO RIGOTTI.
Carlo fu Antonio Rigotti, con testamento scritto il 31 maggio 1824, "Nel rimanente delle sua facoltà ordina e vuole, che sia tutta impiegata in vantaggio dell'anima sua e dei suoi defunti, e che spirato l'usufrutto al più presto, che sia possibile sia il tutto impiegato in tanto bene, e carità."
L'Imperial Regio Giudizio distrettuale di Stenico, quale istanza ereditaria, aggiudicò l'eredità lasciata dal defunto alla fondazione pia dei comuni di Poia e Godenzo. Fu disposto poi che le rendite e la massa ereditaria fossero impiegate dai comuni di Poia e Godenzo per sostenere le spese delle scuole di quei paesi, in cambio detti comuni si impegnarono a far celebrare ogni anno una santa messa in suffragio dell'anima del testatore e ogni sabato la scolaresca in tempo scolastico si impegnò a pregare per il defunto.
- LEGATO ANTONIO FESTI.
Questo legato fu istituito nel 1843 in seguito a disposizione testamentaria di Antonio Festi di Vigo Lomaso con l'obbligo di celebrare in perpetuo un certo numero di messe ogni domenica, ridotte a 52 annuali (4). Il patrimonio di tale fondazione fu amministrato dal comune di Comano fino al 2 marzo 1923, data in cui detto comune, in rappresentanza delle frazioni di Godenzo e di Poia, cedette in assoluta e libera proprietà tale patrimonio alla curazia di Godenzo - Poia, per liberarsi dell'onere missario. Rappresentante della allora curazia di Godenzo - Poia fu don Giovanni Battista Mosna.
- FONDAZIONE ANTONIO FERRARI.
Antonio Ferrari detto Toniolo con testamento del 1674, fondò due messe perpetue nella chiesa di S.Giovanni in Godenzo.
Gli eredi di Pietro Pasi Palmi di Poia sarebbero i depositari di tale onere missario radicato su un fondo in località alle "Pozzoline".
Tale fondo fu venduto dai suddetti a Giacomo Grossi da Poia nel 1820, addossando al compratore l'obbligo missario connesso.
In seguito Margherita Grossi, fu Giacomo Grossi, depositò un capitale di 40 fiorini d'Impero, assegnandolo alla chiesa di S.Giovanni di Godenzo perché si assumesse l'obbligo della perpetua celebrazione delle due messe annue di cui sopra.
- LEGATO ANTONIO E DON GIUSEPPE RIGOTTI.
I fratelli Antonio, Luigi e don Giuseppe Rigotti fu Giovanni Rigotti erano obbligati a far celebrare due messe annue perpetue radicate sopra un fondo in località al "Rassino", della cui istituzione non si hanno ulteriori notizie, come attesta il documento in cui i suddetti fratelli rinnovarono la dichiarazione che il capitale, da essi esborsato e mutuato con documento del 14 aprile 1834 a Sigismondo Reversi per conto della chiesa di Godenzo, appartenesse alla chiesa di S. Giovanni in Godenzo, affinché adempisse all'obbligo missario annuale suddetto.
- LEGATO PASI.
I fratelli Giambattista e Antonio Pasi da Poia, come eredi paterni, avevano l'obbligo di far celebrare un'annua messa perpetua di ignota fondazione, assicurata su un fondo in località al "Lavin", posseduto da Antonio Pasi, il quale assunse l'obbligo della celebrazione di questa messa in forza delle divisioni fatte col fratello Giambattista.
Antonio Pasi, con protocollo del 13 maggio 1834, si obbligò a sborsare 20 fiorini d'impero a favore della chiesa di S. Giovanni, affinché questa lo liberasse dall'obbligo della celebrazione della messa annua perpetua, assicurata sul fondo al "Lavin".
Col documento del 3 ottobre 1836 Antonio Pasi rinnovò la dichiarazione che il capitale da lui posto a giudiziale deposito e mutuato a Paolo Boninsegna da Stenico apparteneva alla chiesa di S. Giovanni e che i rappresentanti della medesima, accettando questo assegno, si obbligavano a far celebrare ogni anno in perpetuo una messa bassa, secondo l'ignota intenzione dello sconosciuto istitutore della messa di fondazione che gravava sulla famiglia fu Pietro Pasi.
- LEGATO BARTOLOMEO E ORLANDO LUTTI.
Con decreto vescovile del 30 ottobre 1678 Bartolomeo e Orlando de Lutti istituirono la fondazione di una messa perpetua da celebrarsi il venerdì di ogni settimana nella chiesa di S. Giovanni di Godenzo (5).
Di questa fondazione si troverebbe memoria nel registro delle messe legatarie compilato dal parroco di Lomaso Giovanni Pantaleone Betta nel 1671, che però non è stato trovato nel presente archivio (6).
La fondazione fu assicurata sopra le rendite a "Vant", nella pertinenza di Poia, che erano appartenute alla famiglia de Lutti e che in seguito vennero in parte vendute ad altri. Ad essa si doveva supplire per metà da parte del conte abate Francesco Saverio de Lutti e per l'altra metà dai figli di Eleonora vedova Pagnoni, erede di Carlo de Lutti. Dal momento che i figli della vedova Pagnoni non si prestavano all'assicutazione delle messe a loro carico col documento del 16 maggio 1836, il conte Ludovico Eccheli rappresentante del di lui zio conte abate Francesco de Lutti riconobbe l'obbligo di celebrare in unione ai discendenti di Eleonora vedova Pagnoni una messa il venerdì di ogni settimana nella chiesa di S. Giovanni in suffragio delle anime dei fondatori Bartolomeo e Orlando de Lutti.
Perché egli supplisse puntualmente alla celebrazione delle messe veniva stabilito che il conte abate Francesco de Lutti facesse celebrare le messe di fondazione tutti i venerdì dall'1 luglio fino al 31 dicembre di ogni anno, lasciando così la celebrazione delle messe dell'altro semestre a carico degli eredi di Eleonora Pagnoni.
Inoltre per garantire l'adempimento dell'onere missario perpetuo della fondazione, la parte de Lutti rappresentata dal procuratore conte Eccheli, sottopose ad ipoteca un fondo arativo in località agli "Olmi", o "Lavino", nella pertinenza di Poia.
Non essendo stata conservata l'ipoteca in origine costituita con documento del 16 maggio 1836 (7), con documento del 26 luglio 1838 (8) Giambattista Formaini, detto Bonet, riconobbe l'obbligo di far celebrare una messa, in unione col conte abate Francesco Saverio de Lutti, ogni venerdì di ogni settimana nella chiesa di S. Giovanni.
Mentre al conte erano affidate 26 messe dall'1 luglio al 31 dicembre, a Giobatta Formaini spettavano 26 messe dall' 1 gennaio al all'1 luglio di ogni anno.
- LEGATI A CARICO DELLE COMUNI DI GODENZO E POIA.
Il Comune di Godenzo da tempo immemorabile faceva celebrare undici annue messe perpetue istituite da vari fondatori e altre 14, che avevano la stessa origine, ne faceva celebrare la Comune di Poia, poiché queste due comuni godevano cumulativamente di varie realità, conosciute sotto il nome di fondi legatari, sulle quali era radicato l'aggravio delle messe suddette.
Nel già menzionato registro compilato dal parroco di Lomaso don Giovanni Pantaleone Betta nel 1671 (9) apparirebbe invece che queste comuni avessero l'obbligo di far celebrare 22 messe annue e che la comune di Godenzo avesse l'obbligo i farne celebrare altre sei, fra le queli una da celebrarsi il giorno di San Giambattista, fondata da Giambattista Pasi.
Un'altra messa fondata da Innocenzio Ferrari deveva inoltre essere celebrata dalla Comune di Godenzo.
Con documento del 19 gennaio 1838 (10) i suddetti oneri missari vennero ridotti per la mancanza di un corrispondente reddito con cui sostenere le spese per il loro adempimento.
- LEGATO DON GIUSEPPE RIGOTTI.
Giovanni Rigotti nella sua qualità di procuratore del canonico don Giuseppe Rigotti di Arco istituì la fondazione di una messa bassa annua e perpetua nella chiesa curata di S.Giovanni di Poia e Godenzo consegnando alla detta chiesa il capitale di 30 fiorini d'Impero.
Il fondatore stipulò che nella chiesa legataria sull'altare di S. Vincenzo venisse celebrata annualmente e in perpetuo una santa messa bassa nel giorno di S. Giuseppe sposo di Maria.
- LEGATO ALBERTI INNOCENZA.
Alberti Innocenza di Poia con testamento olografo del 28 giugno 1871 legava 30 sante messe da celabrarsi entro due anni e lasciava in eredità alla chiesa di S.Giovanni di Godenzo l'importo necessario per la celebrazione di una messa annua in perpetuo con la disposizione che questo importo fosse pagato dal suo erede un anno dopo la sua morte alla suddetta chiesa.
- LEGATO GIOVANNI NICOLO' ALBERTINI.
Giovanni Nicolò Albertini di Calavino con testamento del 20 ottobre 1885 dispose che dopo l'usufrutto della moglie, i fondi in esso elencati, cioè l'orto e il campo a Roma, il campo e la casa a Sarca, il prato al "Buco di Forame", il campo sopra Molina, venissero locati e il ricavato distribuito ai poveri e specialmente ammalati, chiamando a questa istituzione i suoi parenti poveri sia in linea maschile sia femminile.
L'amministratore di questa sua istituzione doveva essere eletto dalla Comune, che, insieme con l'arciprete, doveva distribuire e amministrare questi beni, previo un onorario di cinque fiorini per ciascuno del ricavato con l'obbligo di far celebrare un "offozio" ogni anno nel giorno della sua morte, al quale siano invitati i poveri che vi avrebbero partecipato.
- LEGATO GIOVANNI RIGOTTI.
Giovanni Rigotti fu Francesco, detto Chechin, di Godenzo, con testamento del 30 gennaio 1888, scritto di proprio pugno, nominò erede universale della sua facoltà la chiesa di S. Giovanni di Godenzo con l'obbligo che fossero soddisfatti i legati lasciati dalla defunta sorella Margherita Rigotti.
- FONDAZIONE PASI DOMENICO.
Pasi Domenico fu Pietro di Godenzo, deceduto il 31 dicembre 1898, dispose fiduciariamente del capitale di 50 fiorini per la fondazione di una messa perpetua da celebrarsi ogni anno dalla fabbriceria di S.Giovanni, a sua intenzione.
Con documento del 2 marzo 1900 (11) la fabbriceria della chiesa di S.Giovanni in Godenzo obbligò la medesima chiesa a far celebrare "perpetuis futuris temporibus" una santa messa secondo l'intenzione del defunto benemerito Domenico Pasi in un giorno a scelta del curato di Godenzo.
- FONDAZIONE FLORIOLLI GIOVANNI.
Floriolli Giovanni fu Antonio di Godenzo, morto l'11marzo 1899 dispose fiduciariamente del capitale di fiorini 70 per la fondazione di una santa messa bassa perpetua da celebrarsi ogni anno all'altare dell'Immacolata in S. Giovanni di Godenzo secondo la sua intenzione nel giorno della sua morte o nel prossimo non impedito.
Con documento del 22 gennaio 1901 la fabbriceria in rappresentanza della chiesa di S. Giovanni in Godenzo, assumendosi la proprietà del capitale di fondazione, non più costituito da 70 fiorini, ma da 58, 85 fiorini per spese inerenti all'erezione del sudetto documento, si obbligò a far celebrare "perpetuis futuris temporibus" una santa messa bassa all'altare dell'Immacolata secondo l'intenzione del defunto Giovanni Floriolli nel giorno 11 marzo di ogni anno o prossimo non impedito.
Il sopravanzo della rendita annuale doveva restare alla chiesa come indennizzo per la somministrazione di arredi sacri, vino, ostie, cera, e per l'amministrazione e garanzia del capitalee per la pubbliche gravezze, che sul detto capitale le incombeva pagare.
- FONDAZIONE DON LUIGI BELLOTTI.
Don Luigi Bellotti da Comighello, morto verso la metà di agosto 1904, dispose fiduciariamente del capitale di 200 corone per la fondazione di una santa messa bassa con ufficio, da celebrarsi in perpetuo nella chiesa curaziale di S. Giovanni di Godenzo e Poia, esprimendo tale sua volontà con le seguenti parole: "Lego alla Venerabile chiesa curaziale di Godenzo e Poia corone 200 per una sol volta, coll'obbligazione di celebrare a suffragio dell'anima mia una santa messa con ufficio in ogni anno e in perpetuo".
Con documento del 25 aprile 1905 la fabbriceria in rappresentanza della venerabile chiesa di S.Giovanni in Godenzo, assumendosi la proprietà del capitale di fondazione, il quale nel caso concreto non poteva essere costutuito di 200 corone, ma di sole 171,70 corone per spese inerenti all'erezione del suddetto documento, si obbligò a far celebrare ogni anno e in perpetuo una santa messa bassa con ufficio secondo l'intenzione del defunto don Luigi Bellotti. Il sopravanzo della rendita annuale doveva restare alla chiesa come indennizzo per la somministrazione di arredi sacri, vino, ostie, cera e per l'amministrazione e garanzia del capitale e per le pubbliche gravezze, che sul detto capitale le incombeva pagare.
- FONDAZIONE RIGOTTI ROSA.
Rigotti Rosa, moglie di Beniamino Rigotti, da Godenzo, morta il 9 ottobre 1912 dispose fiduciariamente del capitale di 100 corone per la fondazione di una santa messa bassa da celebrarsi in perpetuo per sé e i suoi defunti nella chiesa curaziale di Godenzo e Poia esprimendo tale sua volontà vocalmente alla propria figlia Barbera.
Con documento del 15 febbraio 1914 la fabbriceria in rappresentanza della chiesa di S. Giovanni in Godenzo, assicurandosi la proprietà del capitale di fondazione, si obbligò a far celebrare ogni anno e in perpetuo una santa messa bassa secondo l'intenzione della benefattrice in un giorno a scelta del curato di Godenzo.
Le spese del suddetto documento erano a carico della parte fondatrice, mentre la chiesa di S. Giovanni sarebbe entrata nell'obbligo di far celebrare la suddetta messa solo quando le relative spese fossero coperte dagli interessi del capitale.
Il sopravanzo della rendita annuale doveva rimanere alla chiesa come indennizzo per la somministrazione e garanzia del capitale e per le pubbliche gravezze, che sul detto capitale le incombeva di pagare. Fu inoltre stabilito che né il legato né l'annua sua rendita potesse mai completarsi nella congrua del curato di Godenzo.
- FONDAZIONE AMALIA ARMANELLI.
Amalia Armanelli fu Antonio di Godenzo, morta verso gli ultimi di gennaio 1912 dispose fiduciariamente del capitale di corone 200 per la fondazione di due sante messe basse da celebrarsi in perpetuo per sé e i suoi defunti in questa chiesa curaziale di S. Giovanni in Godenzo - Poia, esprimendo tale sua volontà al suo procuratore.
Con documento del 16 febbraio 1914 la fabbriceria in rappresentanza della venerabile chiesa di S. Giovanni in Godenzo, assicurandosi la proprietà del capitale di fondazione, si obbligò a far celebrare ogni anno e in perpetuo due sante messe basse secondo l'intenzione della benemerita defunta Amalia Armanelli.
Le spese per il suddetto documento erano a carico della fondatrice, diversamente la chiesa di S.Giovanni sarebbe entrata in obbligo di far celebrare le suddette due messe solo quando le relative spese fossero sate coperte dagli interessi del capitale.
Il sopravanzo della rendita annuale doveva restare alla chiesa come indennizzo per la somministrazione e garanzia del capitale e per le pubbliche gravezze, che sul detto capitale le incombevano di pagare. Fu inoltre stabilito che né il legato né l'annua sua rendita potesse mai completarsi nella congrua del curato di Godenzo.
- LEGATO FRANCESCO SAVERIO ABATE DE LUTTI.
Questo è il legato più consistente tra tutti quelli fondati a favore della chiesa di S.Giovanni e in generale di tutti quelli esistenti nella parrocchia di Godenzo Poia. Esso doveva avere un'amministrazione piuttosto organizzata a giudicare dalla cosistente mole di resoconti patrimoniali ed economici trovati nel presente archivio, che vanno infatti dal 1867 al 1966 (12). Purtroppo, nel presente archivio, non è stato trovato né il testamento o copia di esso, né alcun documento di fondazione del legato.
Negli anni '50 del ventesimo secolo don Mario Baldessari, visto il cattivo stato dell'amministrazione del legato, fece una ricerca su di esso ai fini di sistemare gli oneri missari del legato medesimo (13). Da Questa ricerca risultarono alcuni dati importanti: il legato era costituito di un patrimonio di oltre 2000 fiorini, si trattava di un legato missario, chiamato anche fondo per il Primissario, fondato con testamento del 30 giugno 1841.
Da un vecchio prospetto d'evidenza (14) appare che l'onere missario di tale legato era di 2/3 dell'avanzo cassa del conto annuale e che l'elemosina variava secondo le concessioni vescovili. Mancando il primissario, tale obbligo ricadeva sul curato. Secondo il testamento, pare ci fosse anche l'obbligo del premio a quattro scolari meritevoli.
Stando ad una lettera di accompagnamento (15) dei prospetti delle messe legatarie scritta dal curato di Godenzo - Poia, don Modesto Maccani, per il suo successore don Alberto Belluta, risalente al 13 maggio 1883, l'onere missario iniziale era di 81 messe, poi ridotte a 14.
Dati più precisi sono emersi dalla consultazione della documentazione relativa al legato presente nell'Archivio Diocesano Tridentino(16) . Il testamento, a quanto pare, risalirebbe al 17 giugno 1841. In esso appare la consistenza del lascito, pari a circa 2000 fiorini; il testatore dispose, tra le altre cose, che la metà di due delle rendite di tale patrimonio, complessivamente lasciato in eredità alla chiesa di S.Giovanni con un consistente legato missario cui si è già fatto riferimento, e i cui titoli dovevano essere consegnati al suo erede, dovesse essere devoluto a due ragazzi e due ragazze che si fossero distinti nello studio della dottrina cristiana. Tale parte dell'eredità di questo legato costituì un fondo che andò ad arricchire il già esistente fondo della Congregazione della Dottrina Cristiana(17).

 Espandi il testo

(1) Decreto governativo 3 gennaio 1840, n. 30671; Decreto aulico 13 dicembre 1841, n. 3128; Circolare governativa 22 settembre 1843, n. 22667.
(2) Si è deciso di uniformare la grafia di questo nome a Bartolomeo,pur presentando esso diverse varianti nel carteggio.
(3) Si è deciso di uniformare la grafia di questo nome a Domenico, pur presentando esso diverse varianti nel carteggio.
(4) Poi ridotte a 9. Cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 11, b1, lettera del 13 maggio 1883.
(5) Nel documento di assicurazione per la metà delle messe settimanali istituite nella chiesa di S. Giovanni in Godenzo da Bartolomeo e Orlando de Lutti a carico del conte abate Francesco de Lutti e per l'altra metà a carico di Giobatta Formaini di Poia; cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 6, b1.
(6) Vedi nota (5).
(7) Cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 6, b1.
(8) Cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 6, b1.
(9) Cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 10, b1.
(10) Cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 10, b1.
(11) Cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 20, b1.
(12) Cfr.archivio della parrocchia di Godenzo - Poia: 6.4, 1 - 22, b1; 6.4, 1 - 21, b2; 6.4, 1 - 14, b3.
(13) Cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 16, b1.
(14) Cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 11, b1.
(15) Cfr. archivio della parrocchia di Godenzo - Poia, 6.2, 11, b1.
(16) Curazie 32 n. 3 B; Curazie 41 n. 2 a.
(17) Si veda a tal proposito l'introduzione all'archivio aggregato della Congregazione della Dottrina Cristiana e 1, 1 del medesimo archivio.

 Espandi il testo

Denominazione Comune Condizione giuridica Servizio archivio
Parrocchia di San Giovanni in Godenzo-Poia COMANO TERME Ecclesiastico No
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia di San Giovanni, Godenzo-Poia (Comano Terme), 1959 ottobre 22 - 1959 ottobre 22 -
Curazia di San Giovanni, Godenzo-Poia (Comano Terme), 1797 - 1959 ottobre 21 1797 - 1959 ottobre 21