I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno), con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile.
In base al decreto del 2 luglio 1825 (Raccolta delle leggi provinciali, volume 63, p. 114) nel periodo austriaco il curatore d'anime era tenuto ad inserire nel registro dei nati il nome della levatrice che assisteva al parto.
Fino al primo gennaio 1924, data dell'istituzione dello stato civile italiano presso i Comuni, il parroco mantenne la funzione di ufficiale di stato civile; da quella data le registrazioni nelle parrocchie continuano ma solo con valore ecclesiastico.
La serie è formata da otto registri che riportano le registrazioni dei nati e battezzati di Cloz a partire dal 1599; sul primo registro si trovano però tre registrazioni risalenti al 20 e 22 dicembre 1565 e 11 gennaio 1566.
Fino al 1825 compreso le registrazioni sono effettuate secondo il nome del battezzato (regg. 1-4), in lingua latina e in forma discorsiva (regg. 1, 2, 4): vengono riportate la data del battesimo, i nomi del battezzato, dei genitori, dei padrini e del sacerdote che amministrava il sacramento. Questi primi quattro registri non sono corredati da indici.
Gli altri registri (regg. 3, 5 e segg.) riportano le annotazioni in lingua italiana e su tabella prestampata secondo le disposizioni governative: vengono riportate le generalità del battezzato, il luogo e la data di nascita (anno, mese, giorno, ora), il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante, dei padrini e la condizione sociale di questi ultimi; dal 14 luglio 1829 si registra anche il nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto. Sono corredati da indici alfabetici i registri dal n. 5 in poi.
Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici si specifica che viene sempre segnalata come prima data quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo.
A tutti i registri è stata rinnovata di recente la legatura (legatura in tela marrone con intitolazione impressa in color oro), ma purtroppo sulle coperte dei registri più antichi si segnala l'impressione di estremi cronologici errati: reg. 1 (1599-1638 invece di 1565-1674); reg. 2 (1614-1804 invece di 1674-1804); reg. 4 (1811-1825 invece di 1811-1815).
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