La sezione provinciale di Bolzano dell'Associazione Nazionale Reduci della Prigionia fonda le sue radici nel 1947 a seguito della fusione della locale federazione combattenti con quella dei reduci. Inizialmente l'Associazione era definita: "Associazione nazionale combattenti e reduci, federazione provinciale di Bolzano" per cambiare nominazione solo dopo due anni dopo per volontà del presidente Alberto Tognoni in : "Associazione nazionale dei reduci delle prigionia, dell'internamento e della guerra di liberazione".
Analizzando la documentazione si comprende che l'Associazione venne riconosciuta come ente morale con decreto presidenziale del 30 maggio 1949 e sempre con altro decreto, datato 28 maggio 1949 a seguito del III Congresso Nazionale, venne ottenuto il riconoscimento giuridico e l'equiparazione degli ex internati in Germania e di alcune categorie di reduci cooperatori ai combattenti della guerra di liberazione.
L'attività principale dell'Associazione era di tutelare gli interessi morali e materiali dei soci e delle rispettive famiglie seguendo le relative pratiche pensionistiche o di reintegro lavorativo dei reduci, rilevando le effettive necessità anche dal punto di vista prettamente materiale. L'operosità dell'Associazione si dimostrò anche nella trasmissione dell'indelebile ricordo dei sacrifici subiti dai reduci nel campi di prigionia tra le nuove generazioni attraverso la rivalutazione del patrimonio morale dei reduci stessi e la promozione di eventi culturali rievocativi degli eventi storici che portarono alla rinascita del Paese (commemorazioni, erezioni di monumenti e cippi, pubblicazione di opere, mostre ecc…).
Da non dimenticare il lavoro svolto per la ricerca e la raccolta delle salme dei caduti in prigionia o nella guerra di liberazione, per la sepolture in cimiteri e la traslazione delle salme in patria.
Per quanto riguarda la storia della sezione provinciale di Bolzano possiamo affermare con certezza, grazie ad una relazione dattiloscritta firmata dal presidente Veronese in occasione del cinquantesimo anno di fondazione ed intitolato: "Dopo 50 anni di intensa attività il bilancio della Reduci al 31.12.1999 è da antologia" , che la sezione provinciale venne ufficializzata nel febbraio 1949 quando l'allora presidente nazionale, dott. Nicolodi, riconobbe la formazione di una prima giunta di reggenza costituita dal presidente Fernando dott. Tranquilli, dal vicepresidente Arturo Borgognoni, dal segretario Mauro Busetto e dai consiglieri Vincenzo Santangelo e Diodato Veronese, quest'ultimo divenuto presidente nel 1950 e confermato in carica fino al 2001, anno della sua morte.
Come si evince dalle pagine successive della relazione l'attività della sezione provinciale rispecchiavano ovviamente i dettami statutari nazionali nella fattispecie l'assistenza morale e materiale dei reduci e delle famiglie, la promozione di eventi culturali e ricreativi (mostre, pubblicazioni di opere, organizzazione di feste come:il "Natale del reduce", ecc…), la partecipazione ad eventi commemorativi e congressuali, l'impegno per favorire l'occupazione dei reduci e degli orfani di guerra, il sostegno ai soci per l'assolvimento di pratiche pensionistiche e la ricerca e il recupero delle salme dei caduti.
La sezione provinciale di Bolzano terminò la sua attività, quindi venne sciolta, nell'anno 2006.
Storia archivistica
La documentazione tutt'ora conservata nel fondo, seppur in buone condizioni, non rappresenta l'intero fondo. Infatti la documentazione rilevante come i registri di protocollo e il carteggio per anno sono andati completamente perduti probabilmente in seguito ad occasionali operazioni di scarto oppure a causa di numerosi trasferimenti di sede.
Modalità di acquisizione e di versamento
In fondo è stato versato nell'anno 2006 da Anna Veronese, figlia del presidente dell'associazione.
Criteri di ordinamento
Il fondo si presentava tutto sommato ordinato anche se, come riferito sopra, lacunoso in alcune tipologie di documenti (per es: protocolli). Si è quindi proceduto alla creazione della seguente struttura costituita da sette serie:
1. Statuto
2. Fascicoli tematici
3. Fascicoli personali
4. Gite, commemorazioni e raduni
5 Registri e schedari dei tesserati
6. Fotografie
7. Rassegna stampa
8.Miscellanea
I dati relativi alle singole unità archivistiche rilevati nell'inventariazione sono stati:
titolo (esistente o attribuito), data (estremi cronologici dei documenti), segnatura definitiva, definizione (fascicolo, registro, album).
La titolazione dell'unità è stata apposta seguendo due modalità. Nel caso di titoli esistenti, ovvero già presenti quindi assegnati in fase di creazione dell'archivio, posti tra virgolette a modo di citazione; in caso contrario il titolo è stato attribuito sulla base del contenuto del fascicolo e privo quindi di virgolette.
In mancanza di una segnatura originaria si è provveduto all'assegnazione di una segnatura attribuita attraverso una stringa numerica costituita da numero di serie, da numero progressivo proprio dell'unità (o del fascicolo) e dal numero progressivo della busta. Ad ogni serie la numerazione delle unità riparte da uno.
La documentazione raccolta è stata disposta in ordine cronologico di sedimentazione.
Condizioni che regolano l'accesso:
L'accesso alla documentazione è consentita previo appuntamento con l'archivista. Tutta la documentazione è liberamente consultabile ad eccezione di quella contenente dati ‘sensibili' di persone private (idonei a far rivelare l'origine razziale e d etnica, le convinzioni religiose, filosofiche, politiche o l'adesione ad associazioni, partiti e sindacati) limitatamente agli ultimi 40 anni e salvo che la persona ne abbia fatto dichiarazione o implicita ammissione. I documenti che rivelano lo stato di salute, le abitudini sessuali o rapporti riservati di tipo familiare divengono consultabili dopo 70 anni (artt.122-127 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n.42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio", ai sensi dell'art.10 della legge 6 luglio 2002, n.137).
Nota dell'archivista/nome o convenzioni
La descrizione archivistica, nonché la redazione dell'inventario è stata svolta da Flavia Caldera seguendo le norme internazionali di descrizione archivistica ISAR (G) International Standard for Archivial Description (General) e le norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari, a cura della Servizio per i beni librari ed archivistici della provincia autonoma di Trento, redatto nell'anno 2001. La descrizione archivistica è organizzata in modo gerarchico, dal generale al particolare, limitando per ogni livello descrittivo le informazioni ad esso pertinenti
Le descrizioni sono state inserite su supporto informatico mediante il programma fornito dalla Provincia autonoma di Trento, SESAMO 2000.
Le informazioni relative alle modalità di versamento del fondo sono state fornite dal responsabile dell'archivio del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, dott. Nicola Fontana.
Data/e della descrizione
La redazione dell'inventario è stata ultimata nel mese di settembre 2008.
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