Il fondo archivistico del comune di Coredo, al momento del riordino, si presentava raccolto in scatole e buste con una sommaria indicazione del contenuto.
Gli atti e la contabilità fino al 1923 erano raccolti insieme per argomenti, in maniera confusa, presumibilmente in seguito ad un intervento di riordino sommario dell'inizio del secolo XX, come si deduce dal materiale usato per il condizionamento. Sono stati ricondotti per quanto possibile, data anche la loro incompletezza, all'ordine originario secondo la periodizzazione storico-istituzionale e la struttura seriale e di unità emersa.
Con le operazioni di riordino la documentazione è stata ripartita in sottofondi, sulla base delle cesure storico-istituzionali, costituiti dagli atti prodotti dalla comunità di antico regime (1461 - 1810), dal comune di ordinamento italico (1810 - 1817), dal comune di ordinamento austriaco (1818 - 1923), dal comune di ordinamento italiano (dal 1923 in poi); sono stati evidenziati inoltre i nuclei documentari dell'Azienda elettrica, della Commissione comunale per l'alimentazione e del Corpo dei Vigili del fuoco sopra ricordati.
L'illustrazione delle caratteristiche di ogni sottofondo è stata esposta nella relativa scheda.
Quasi completo per il periodo postunitario, l'archivio ha subito perdite rilevanti per quanto riguarda le epoche antecedenti.
Le operazioni di riordino sono state effettuate tenendo come costante riferimento metodologico il principio basilare del metodo storico, secondo il quale il riordinatore deve rispettare e dove necessario ripristinare l'organizzazione assegnata all'archivio dall'ente generatore.
Si possono indicare le seguenti fasi principali:
a) schedatura delle unità archivistiche: per ciascuna unità sono stati rilevati l'intitolazione, gli estremi cronologici, il contenuto, la tipologia (fascicolo, busta, registro).
b) Ordinamento delle unità archivistiche: il carteggio è stato riordinato per numero di protocollo, in ordine cronologico,secondo i vari titolari di classificazione, secondo quanto richiesto dalla documentazione; per rubriche e articoli i documenti giustificativi dei conti consuntivi, ecc.
c) Strutturazione del complesso archivistico: sono state ripartite le unità archivistiche secondo una struttura multilivellare, in fondi,sottofondi, serie, sottoserie. Le serie sono state ordinate secondo criteri enunciati da E. Casanova, facenti riferimento a categorie direttive, esecutive e consuntive: statuti e deliberazioni degli organi, atti amministrativi e documenti contabili. All'interno di ciascuna serie poi le unità sono per lo più ordinate cronologicamente.
d) Condizionamento del materiale documentario: la documentazione è stata collocata in scatole chiuse per una migliore conservazione e anche per una maggiore protezione in caso di spostamenti dell'archivio;
e) Numerazione delle unità archivistiche. L'archivio comunale preunitario, non più suscettibile di accrescimenti, è impostato su serie chiuse di atti dotati di una numerazione progressiva. Allo stesso modo sono stati organizzati gli archivi aggregati relativi ad enti estinti. L'archivio comunale postunitario, invece è stato impostato su serie aperte, aventi ciascuna una numerazione indipendente, in modo da consentire il loro progressivo accrescimento con i documenti che usciranno dall'archivio di deposito, trascorsi quant'anni dalla loro produzione.
La redazione dell'inventario: criteri
Per la redazione dell'inventario sono state seguite le norme dettate della Circolare del Ministero dell'Interno, Direzione Generale degli Archivi di Stato n. 39/1966 e le indicazioni del Servizio per i beni librari e archivistici della Provincia, in particolare, le "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal medesimo nel 2003.
Si è fatto uso del programma Sesamo, messo a disposizione dalla Sovrintendenza beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.
Per ogni unità di descrizione compaiono in inventario:
- un numero progressivo con valore virtuale scritto a sinistra del titolo;
- il titolo originale o attribuito, scritto in grassetto. Si sono riportati fra virgolette i titoli originali, riportando all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le maiuscole e le minuscole. Nel caso in cui il titolo originale non fosse completo o non rispecchiasse del tutto la natura del documento, si è data una descrizione più dettagliata nel contenuto;
- gli estremi cronologici con eventuali ricostruzioni poste fra parentesi quadre;
- eventuali descrizioni del contenuto, dove si riportano le notizie più significative . Per quanto riguarda il carteggio postunitario, vengono segnalati i fascicoli dotati di titolo originario e quelli ritenuti significativi sul piano della storia e dei diritti del comune interessato (ad es. stemma comunale, controversie per oggetti rilevanti, definizioni di confini e diritti, acquisto e vendita di immobili, assunzione di mutui, lavori pubblici rilevanti, istituzioni di ospedali, fondazioni e legati, avvenimenti rilevanti e calamità avvenuti nel comune). Ciò può essere discutibile archivisticamente, ma è stato fatto nel tentativo di dare qualche indicazione utile alla ricerca;
- la descrizione estrinseca: si è indicata la consistenza e il tipo di legatura per tutti i registri del periodo preunitario, mentre per il periodo postunitario viene data la consistenza solo per i registri degli organi deliberativi;
- il numero che indica l'unità di conservazione del pezzo. La segnatura è costituita da quattro elementi: il numero del fondo archivistico, il numero di classificazione (corrispondente al numero della serie a cui il pezzo appartiene), il numero di corda e il numero dell'unità di condizionamento (nel caso che un'unità di condizionamento contenga più di una unità archivistica) preceduta dall'indicazione b. (busta). In base a questa segnatura la documentazione è disposta fisicamente in archivio e pertanto compare anche sull'unità di condizionamento (buste o registri);
- il numero di riferimento per gli indici: nella descrizione delle singole unità compare in alto a destra fra parentesi.
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