All'interno dell'archivio ordinato da Volkmar sono comprese, per la porzione dal XIV al XVI secolo, testimonianze su tutti i rami del casato, cosa che non desta eccessivo stupore se si tiene conto dei non pochi passaggi di carte avvenuti fra discendenti delle diverse linee; solo per i documenti successivi alla seconda metà del secolo XVI si riscontra una prevalenza, via via sempre più netta nel corso del tempo, del ramo di Castel Valer di Sopra.
D'altro lato l'attuale criterio di ordinamento, piattamente cronologico, non facilita il tentativo di offrire uno sguardo d'insieme sul contenuto del fondo, e invita piuttosto a un'estrapolazione di nuclei tematici e tipologici, che, pur in modo asistematico ed esemplificativo, sia almeno in grado di suggerire le vaste potenzialità di ricerca insite in questo complesso archivistico.
L'area geografica di riferimento si estende dai territori di Tassullo, Flavon, Terres, Sporminore, all'intera Val di Non, alla piana Rotaliana (Mezzocorona, Mezzolombardo, Zambana), all'altopiano della Paganella (Spormaggiore, Molveno, Cavedago), alla città di Trento, alle zone di Termeno e Cortaccia, alla Val Venosta (Lagundo, Merano, Ciardes, Castel Montechiaro), alla città di Bolzano nonché ad altre aree degli attuali Alto Adige, Tirolo austriaco e Baviera.
Il documento più antico è del 1231 (in copia del 1317: riguarda un'investitura del vescovo di Trento Gerardo Oscasali) , mentre il primo originale risale al 1285 (compravendita di un terreno a Molveno); entrambi gli atti non riguardano direttamente gli Spaur.
Passando ai contenuti, si ricordano in prima battuta le attestazioni di diritti feudali, datate a partire dal XIV secolo, e in particolare le investiture ricevute dagli Spaur in relazione a feudi sia tirolesi (Castel Sporo Rovina a Sporminore e giurisdizione di Spor, Castel Flavon e omonima giurisdizione, Castel Valer, torre di Mezzocorona, decime a Termeno; Castel Montechiaro a Prato allo Stelvio, decime a Merano, beni e affitti a Ciardes, diritti a Termeno) sia di pertinenza del vescovo di Trento (giurisdizione di Fai e Zambana, castello e masi di Mezzolombardo, diritti a Nave San Rocco, Zambana, Fai; decime a Trodena, Carano, Mezzana, Roncio e Menas; beni a Cortaccia e un quarto della decima di Romallo).
Sono conservati, sia pure in quantità limitata, atti relativi alle funzioni giurisdizionali e amministrative del giudizio di Spor, a partire dal 1785 unificato nel giudizio di Spor, Flavon e Belfort (protocolli notarili e fascicoli di atti processuali dalla metà del sec. XVII al 1800).
Le comunità locali (Tassullo, Segno e Torra, Spormaggiore, Sporminore, Cavedago, Fai e Zambana, Mezzolombardo) appaiono non di rado come controparti, a vario titolo, degli Spaur, più sporadicamente invece come produttori di documentazione propria (atti della regole delle Quattro Ville, copia della carta di regola della comunità di Fai e Zambana).
Numerosissimi risultano gli atti notarili (sia su pergamena che su carta) e gli atti privati relativi alla gestione dell'ingente patrimonio degli Spaur, attestanti compravendite, locazioni perpetue e temporali, costituzioni di censo, permute, ricevute, stime, transazioni; frequenti sono inoltre le registrazioni amministrative e contabili, contenute in urbari e inventari di beni mobili e immobili, rendiconti, note spese, elenchi di debiti e crediti.
Ricorrenti sono poi gli atti che, pur implicando evidenti risvolti patrimoniali, sono comunque correlati a vicende biografiche dei singoli individui, quali patti nuziali, doti e controdoti, testamenti, accordi di ambito matrimoniale o ereditario, e per il periodo più recente (dal XVIII secolo in avanti), certificati anagrafici, tavole genealogiche e prove di nobiltà.
Non mancano naturalmente fonti significative su alcuni esponenti del casato, che per le cariche rivestite e le attività svolte valicano l'ambito d'interesse strettamente familiare o genealogico: limitandosi all'epoca più antica si citano in questa sede Volcmaro di Burgstall e Pietro Spaur. Del primo, attore di rilievo nelle vicende politiche e belliche della prima metà del XIV secolo, sono conservati nel fondo Spaur Valer documenti a partire dal 1331 (acquisto di due terreni nella zona di Merano, seguito da altri atti patrimoniali del 1336 e del 1338); del 1335 è l'investitura dei castelli di Sporminore e Visione, mentre al 1341 risalgono l'approvazione del rendiconto dell'ufficio di burgravio di Tirolo munito del sigillo di Giovanni di Lussemburgo e la concessione da parte dell'imperatore Ludovico il Bavaro della metà dei dazi un tempo detenuti dai conti di Gorizia.
Quanto a Pietro Spaur, personaggio di spicco nell'epoca a cavallo fra il XIV e il XV secolo, egli è citato in documenti dell'archivio a partire dal 1371 (accordo matrimoniale con i Thun). Come ampiamente noto, egli svolse un ruolo importante nella rivolta scoppiata a Trento nel 1407, prestandosi quali garante con la somma di 25.000 ducati per la libertà di Rodolfo Belenzani: si segnalano alcune lettere scritte al medesimo Pietro e a suo figlio Giorgio, imprigionati dopo la fuga dello stesso Belenzani, da parte di quest'ultimo e di esponenti delle nobili famiglie d'Arco e Castelbarco. Ben attestata è l'attività di tutore svolta da Pietro in favore degli orfani di Chunrad Botsch, mentre il contrastato rapporto con il duca Federico "Tascavuota", conte del Tirolo, emerge in vari documenti, fra i quali la nomina a capitano all'Adige, ottenuta da Pietro nel 1411.
Ma, a prescindere dalle attestazioni specifiche sulle vicende dei singoli personaggi, più o meno rilevanti in ambito pubblico, nell'archivio si notano a partire dal sec. XVIII-XIX un ampliamento quantitativo e una diversificazione della documentazione in senso stretto personale. Se da un lato proseguono, differenziandosi dalle epoche precedenti solo per consistenza e tipologia formale, le testimonianze relative alle carriere nell'amministrazione asburgica, sia civile (di Paride Spaur e di suo figlio Giulio) sia militare (del più volte citato Volkmar), dall'altro emergono anche categorie nuove di fonti, come quelle relative all'istruzione, esemplificate dai quaderni scolastici ottocenteschi degli stessi Paride e Giulio.
Un ulteriore elemento degno di menzione è la ricchezza della raccolta epistolare: le oltre 7.000 lettere, infatti, risalenti al periodo compreso fra i secoli XVII e XX, offrono un prezioso spaccato di vita familiare, sociale, culturale. In primo piano risaltano alcune figure femminili, tra le quali spicca Elisa Ceschi Spaur, che firma più di 400 missive.
Come di norma avviene negli archivi gentilizi, sono infine disseminate nell'archivio fonti relative ad altre famiglie, collegate agli Spaur per ragioni di parentela e/o di successione patrimoniale. Per l'epoca più antica (sec. XIV) sembra opportuno segnalare i da Spormaggiore, con un nucleo di 7 documenti (1316-1344), e, con attestazioni più sporadiche, i nobili Walter ed Enrico di Castel Corona, Nicola e Gaspare Reifer, Odorico da Coredo, Gralanto da Mezzo, Heinzlinus da Scena, Guarimberto Thun. Per i secoli successivi si intensifica, ovviamente a prescindere dalle citazioni in compresenza con gli Spaur, la frequenza di documenti relativi a stirpi diverse, tra cui si ricordano i Langenmantel da Termeno (sec. XVI), i Latscher/Lazzer da Termeno (sec. XIV), gli Streun da Vipiteno (sec. XIV-XVI), gli Anich da Cortaccia (sec. XV-XVI), i Morenberg di Castel Giovo (sec. XVI-XVII), i baroni a Prato di Segonzano (sec. XVII-XIX).
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