Si tratta di un piccolo nucleo documentario, databile tra il 1766 e il secondo quarto del sec. XX, costituito da 19 registri e 4 volumi.
I documenti provengono dalla famiglia dei nobili Betta, insediati dalla seconda metà del secolo XVI a Castel Malgolo; un esponente della famiglia, Edoardo de Betta (1822-1896), si trasferì intorno alla metà del secolo XIX a Verona, che divenne luogo di residenza anche dei suoi figli e discendenti, mentre il castello in Val di Non fu venduto nel 1870.
Fino all'inizio del secolo nella residenza di famiglia a Verona era conservato un archivio, composto da un'ottantina di pergamene dal secolo XIV e da varie teche di carteggio (1).
La porzione di documenti relativi all'attività scientifica e, in parte, amministrativa di Edoardo de Betta (12 buste), fu donata a più riprese, fra il 1914 e il 1925, alla Biblioteca Civica di Verona, ove è tuttora conservata (2). Altre 10 buste di carte ascrivibili allo stesso Edoardo si trovano presso l'Archivio di Stato di Verona (3).
Allo stato delle conoscenze, inoltre, documenti della famiglia Betta di Castel Malgolo sono presenti all'interno dell'archivio del Comune di Fondo: si tratta di 3 pergamene degli anni 1569-1633 (4) e di 5 fascicoli cartacei del periodo 1570-1932, relativi perlopiù al ruolo di regolani maggiori della Pieve di Sanzeno e della Regola di Rumo esercitato dai Betta, ivi compresi vari esemplari di carte di regola di comunità della suddetta Pieve.
La raccolta donata dal signor Kluge rappresenta dunque un ulteriore spezzone dell'originario patrimonio archivistico dei nobili Betta; l'esemplare più antico è un rendiconto di attività di tutela relativo alla famiglia Inama, redatto nel 1766 (n. 1), il più recente un elenco di documenti riguardanti la famiglia Orti Manara, imparentata con i Betta, risalente agli anni '30 del Novecento (n. 19).
Il nucleo principale è costituito da 17 registri manoscritti, compilati da Ottone de Betta negli anni 1903-1923 (con annotazioni successive fino al 1942), riguardanti: la storia della famiglia Betta, con trascrizione di documenti dei secoli XIV-XIX; le pratiche per il riconoscimento di nobiltà nel Regno d'Italia; la biografia di Edoardo de Betta; le controverse vicende di Maurizio de Betta, commissario della polizia austriaca nella Milano del 1848; la partecipazione di Bernardino, Bonifacio ed Edoardo, figli di Ottone, alla I Guerra mondiale; la biografia di Teresa de Betta moglie di Giovanni Battista Orti Manara.
Sono conservati inoltre 4 volumi contenenti saggi di Vigilio Inama sulla storia delle valli di Non e Sole, con annotazioni, appunti e allegati vari, sia dell'autore che di Ottone de Betta; Maria Inama, sorella dello studioso, aveva infatti sposato Edoardo de Betta, tanto che i discendenti ottennero il diritto di fregiarsi del doppio cognome Betta-Inama.
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