La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi variano, per genere e quantità, a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni.
Dal 1808 ai parroci e ai pastori d'anime era vietato benedire i matrimoni a coloro che non avessero prodotto prima il permesso politico attestante la moralità e "l'amore al lavoro" dei futuri sposi secondo l'articolo 4. degli Ordini generali 12 luglio 1808 (fol. d'av. col. 563). Tale disposizione fu ribadita dal governo austriaco con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820: l'attestazione doveva essere rilasciata dal Comune e doveva dimostrare se lo sposo era in grado, mediante l'esercizio di un'industria o una paga giornaliera, di mantenere una famiglia.
In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio è raccolta nel bifoglio dell' "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can. 1020 del Codice di diritto canonico, e comprendente anche la notificazione dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco al comune con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.
La serie comprende 13 buste contenenti le pratiche dei matrimoni celebrati a Fiera di Primiero e nelle chiese soggette a partire dal 1784.
Gli atti dei singoli matrimoni erano per la maggior parte piegati e raccolti in mazzi annuali legati da fascette. Su ogni mazzo è riportata una segnatura corrispondente alla registrazione degli atti sul repertorio(1) alla "Rubrica V. Registri, Fascicolo II. Ordinazioni ecclesiastico politiche in oggetti matrimoniali ed atti, ecc.". Come segnala una nota nello stesso repertorio(2) i fascicoli della Rubrica V. "vennero collocati diversamente, cioè gli atti matrimoniali in ventisei numeri dal N. 1 al 26 vennero uniti ai fascicoli posteriori in apposito scaffale", così di conseguenza i numeri registrati sul repertorio non collimano con quelli segnati sui mazzi (es. Atti matrimoniali del 1811: n. 12 sul repertorio - n. 6 sugli atti). Esatto riscontro della numerazione si ha invece sui registri dei matrimoni.
Sul repertorio gli atti numerati arrivano fino all'anno 1834, ma la numerazione è stata continuata sia sui mazzi sia sui registri dei matrimoni fino al 1871, proseguendo con la numerazione dei fascicoli annuali fino al n. XXXIX. All'interno dei fascicoli annuali la documentazione è ordinata secondo i numeri attribuiti ai matrimoni oppure, dove non è presente tale numerazione, in ordine cronologico.
Per gli anni 1784 - 1810 la documentazione è costituita per lo più dai consensi matrimoniali per i minorenni concessi dall'Ufficio vicariale di Primiero prima e dal Giudizio patrimoniale di Primiero poi e, solo in minima parte, da consensi paterni e da dispense vescovili.
Negli anni 1811 - 1814, e in parte nel 1815, si trovano quasi esclusivamente i certificati degli ufficiali di stato civile davanti ai quali è stato contratto il matrimonio civile, spediti al parroco affinché i contraenti potessero passare al matrimonio ecclesiastico.
In fondo alla maggior parte dei fascicoli annuali si trova anche la documentazione prodotta per i matrimoni celebrati fuori parrocchia e per i matrimoni non registrati. Si tratta di richieste di pubblicazioni matrimoniali, richieste di attestazioni di stato libero, richieste di dispense matrimoniali e altro carteggio relativo ai matrimoni.
Sul verso delle carte vi sono spesso annotazioni coeve del parroco o quelle lasciate in occasione di tentativi di ordinamento di questi atti, come per esempio l'anno del matrimonio, il cognome degli sposi e il numero assegnato alle pratiche.
Alcune annate si presentano lacunose o addirittura mancanti, causa spesso imputabile all'incuria.
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