Situato a Nord di Trento, il vecchio nucleo urbano era chiamato Gardolo al Piano, per distinguerlo dai soprastanti Gardolo di Mezzo, dove c'era un castello, e Gardolo di Sopra. Anticamente la comunità cristiana di Gardolo dipendeva dalla parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Trento. I fedeli dovevano portarsi fino alla chiesa di San Pietro, distante circa cinque chilometri, per assistere alla messa e ricevere i sacramenti. Il percorso da seguire era disagevole in quanto in caso di forti piogge o con lo scioglimento della neve la strada era spesso invasa dalle acque del fiume Adige. Nel 1467 i vicini della comunità di Gardolo chiesero al Capitolo della Cattedrale di Trento, dal quale dipendeva la parrocchia di San Pietro, che nella loro chiesa si potessero celebrare le funzioni liturgiche. L'autorizzazione alla consacrazione fu concessa il 31 maggio 1467 (1) e a partire da tale data la parrocchia di San Pietro si impegnò ad inviare a Gardolo un sacerdote per la celebrazione della messa, concedendo anche la possibilità di celebrare i funerali e compiere le sepolture nel cimitero di Gardolo. Il sacerdote, che continuava ad abitare in città, avrebbe percepito dalla comunità di Gardolo una somma per i suoi servizi religiosi. Tutte le offerte raccolte in chiesa sarebbero state corrisposte alla chiesa di San Pietro, che rimaneva la parrocchia di riferimento per l'amministrazione dei sacramenti come il Battesimo, la Confessione, l'Eucarestia e la Sacra Unzione.
Con l'andare del tempo gli abitanti di Gardolo non gradivano che il sacerdote dovesse arrivare da Trento. Dopo anni di continue e insistenti richieste, il 20 giugno 1695 (2) il Capitolo concesse agli uomini e vicini di Gardolo la facoltà di eleggere e mantenere a proprie spese un sacerdote, approvato dal vescovo di Trento e confermato dal Capitolo stesso, che risiedesse stabilmente nella villa di Gardolo e che non solo celebrasse la messa nei giorni festivi e di precetto, ma potesse anche insegnare la dottrina cristiana, amministrare i sacramenti, visitare i malati e assisterli in punto di morte. Rimaneva ancora escluso il sacramento del Battesimo e la facoltà di celebrare i matrimoni, che erano ancora prerogativa della parrocchia di San Pietro, ma tale concessione fu il primo passo verso l'indipendenza della cura d'anime. Il 15 marzo 1722 infatti la comunità inviava un suo rappresentante al Capitolo per "chiedere, stipulare, concertare e formare effettivamente l'errezione, secondo le clausole consuete, della cura in detto luogo di Gardolo dal Piano" (3), e quindi "supplicare per la concessione del fonte battesimale".
La curazia di Gardolo venne eretta formalmente con decreto del Capitolo datato 15 maggio 1722 (4).
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