Frattanto le intricate vicende belliche determinarono un nuovo cambiamento di carattere politico-istituzionale per il Trentino, che venne annesso con il decreto di Le Havre del 28 maggio 1810 al Regno d'Italia napoleonico. Il territorio trentino corrispondente a quello che si definiva Tirolo meridionale assunse il nome di Dipartimento dell'Alto Adige e venne sottoposto ad una riorgannizzazione di carattere giudiziario-amministrativo. Il territorio venne suddiviso in cinque distretti: Trento, Rovereto, Riva, Cles e Bolzano. Da quest'ultimo dipendeva il "Cantone di Fiemme", comprensivo di Fassa e Valfloriana. Il decreto vicereale 23 agosto 1810 n. 194 estese al Dipartimento dell'Alto Adige il sistema d'amministrazione dei comuni del regno d'Italia. Le antiche regole vennero aggregate in comuni maggiori, retti da un sindaco, assistito da due "anziani" (la giunta) e dal consiglio, eletto dalla popolazione. Gli "anziani" venivano scelti fra i consiglieri eletti dalle ville (frazioni) ove risiedevano. Per il municipio di Cavalese, cui erano state aggregate le frazioni di Carano, Daiano e Varena, il primo sindaco eletto fu Domenico Rizzoli, i due anziani furono Giobatta Defrancesco di Varena e Giuseppe de Tomasi di Carano.(1)
Per quanto riguardava la Comunità Generale si riformò, con dispaccio del Prefetto dipartimentale di Trento del 23 agosto 1811 n. 14.169, la rappresentanza e l'amministrazione dell'istituzione, costituendo una Commissione Provvisoria, composta da un presidente e due aggiunti. Liquidate in tal modo le competenze politico-amministrative-giudiziarie della Comunità, la cui ultima assemblea plenaria si tenne il 5 agosto 1811, rimaneva in sospeso la divisione del suo patrimonio tra i municipi interessati.(2) Alla soluzione di questa intricata e complessa vicenda il governo italico non si giunse mai, in quanto a causa della sconfitta delle truppe napoleoniche a Lipsia (ottobre 1813) l'esercito austriaco rioccupò il territorio trentino. Il 1° marzo 1814 il Commissario in Capo del Tirolo emanò una serie di disposizioni per l'organizzazione politico-amministrativa del territorio, che confermarono per intanto, la distrettuazione e l'organizzazione dei comuni esistente sotto il cessato governo italico. Nell'anno 1815 con risoluzione sovrana del 7 aprile l'Austria incorporava il Dipartimento dell'Alto Adige, provvedimento che diventò esecutivo con il 1° maggio. In virtù di questo decreto furono ripristinati i capitanati circolari di Trento, Bolzano, Brunico, Imst, Schwach e Bregenz, direttamente dipendenti dal governo di Innsbruck e la cui estensione doveva coincidere con quella esistente fino all'anno 1805.(3) Ad essi competeva la direzione degli affari amministrativi ed avevano la funzione di raccordo tra i comuni e il governo di Innsbruck.
Nel circolo di Trento, cui anche Carano apparteneva, le istituzioni comunitarie italiche cessarono il 31 dicembre 1817 in seguito alle disposizioni emanate dal Capitanato Circolare di Trento con circolare n. 11135/3818 del 4 novembre 1817 "Istruzioni per l'organizzazione e futura amministrazione dei comuni del Circolo di Trento" e con il 1° gennaio 1818 entrarono in vigore quelle austriache. Fu così che Carano, come molti altri ex-comuni aggregati nel periodo napoleonico, fu ricostituito comune autonomo dopo otto anni di aggregazione a Cavalese.
Dal momento che la cellula di base dell'amministrazione austriaca era il comune,(4) per definirne funzioni e competenze il 26 ottobre 1819 fu emanato il "Regolamento delle Comuni e de' loro Capi" per il Tirolo e il Vorarlberg. In base a tale regolamento, il comune veniva considerato un ente territoriale autonomo, dotato di attribuzioni naturali e delegate e soggetto al controllo dell'autorità politica e distrrettuale o provinciale. L'articolo 5 stabiliva che nei comuni di campagna, categoria cui apparteneva anche Carano come la quasi totalità dei paesi trentini, i censiti dovessero eleggere un capocomune, due deputati, un cassiere comunale, un esattore steorale e alcune guardie con compiti di polizia; la nomina di questi rappresentanti doveva essere successivamente confermata dal Giudizio distrettuale competente.
Una definizione più accurata degli organi e delle competenze del comune si ottenne con la legge provvisoria comunale del 17 marzo 1849. Essa prevedeva, tra l'altro, l'istituzione della Rappresentanza e della Deputazione, che avevano rispettivamente funzioni deliberanti ed esecutive.(5)
La successiva legge comunale del 1866, con aggiunte le norme relative al patrimonio e ai redditi del 1882 e del 1892, non determinò nessun cambiamento sostanziale nell'assetto delle strutture amministrative periferiche.
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