Chiesa di Santa Maria e San Bartolomeo, Madonna di Campiglio (Pinzolo), post 1180 - 1987 gennaio 24 ( post 1180 - 1987 )

Chiesa di Santa Maria e San Bartolomeo, Madonna di Campiglio (Pinzolo), post 1180 - 1987 gennaio 24

Chiesa di Santa Maria e San Bartolomeo

ente

post 1180 - 1987

Le prime notizie storiche su Madonna di Campiglio risalgono al 1188 e sono contenute in una lettera a Corrado II da Beseno, vescovo di Trento. In quell'epoca, e più precisamente attorno al 1180, un certo Raimondo costruì nella zona un piccolo ospizio "a vantaggio della propria anima, in onore della Beata Vergine Maria, Madre di Dio, in aiuto dei poveri e a difesa dei passanti, presso il Monte Campiglio, in un luogo solitario ed inabitato, ove spesso chi transitava, veniva depredato e ucciso".
Ben presto a Raimondo si aggiunsero altri fedeli che misero in comune i loro beni per cui, grazie anche alle generose oblazioni dei benefattori, il monastero-ospizio fu ampliato e dotato di una cappella dedicata a Maria Santissima da cui poi la casa e la località presero il nome. L'istituzione svolse per secoli la sua funzione in favore dei pellegrini che qui venivano ospitati e rifocillati; era retta da un priore e venne soppressa nel 1515.
Dal 1706 la chiesa venne incorporata alla prebenda del Capitolo della Cattedrale di Trento che ne divenne patrono e affidata al parroco di Spiazzo. Il parroco assicurava la presenza di un cappellano per la celebrazione della messa festiva e della cura d'anime durante i mesi estivi.
Le entrate della chiesa erano rappresentate dalle elemosine raccolte in chiesa, da offerte e doni dei fedeli; le uscite erano utilizzate per l'acquisto di candele, per la manutenzione degli arredi sacri e dell'edificio (1).
Il 2 agosto 1858 il Capitolo della Cattedrale di Trento diede in locazione a Giacomo Righi di Strembo la tenuta di Campiglio con la chiesa annessa alla condizione che "il conduttore dovrà somministrare le occorrenti ostie, vino, cera e far lavare e ben conservare la biancheria di detta chiesa e sottostare a tutte le spese aderenti all'ufficio divino avente luogo in detta chiesa, di conservarla decorosamente pulita e di mantenere il lume nella medesima per tutto quel tratto di tempo in cui sarà nella stessa celebrata la santa messa" (2).
Dieci anni dopo, nel 1868, il Capitolo vendette la tenuta di Campiglio "compresa la chiesa ed annessi" a Giovanni Battista Righi che si impegnò a "tenere costantemente un'osteria nel fabbricato di Campiglio, di conservare in uno stato decente l'annessa chiesa dal titolo di Santa Maria di Campiglio come si trova attualmente ed infine di mantenere a sue spese ogni anno in perpetuo un sacerdote per la celebrazione della messa festiva e domenicale e l'assistenza in cura d'anime per il corpo di sei mesi all'anno come in passato ed anche qualche mese di più se mai a ciò il reverendissimo Capitolo fosse obbligato" (3).
Il 25 ottobre 1886 la famiglia Righi vendette a sua volta la tenuta al signor Francesco Giuseppe Oesterreicher che si impegnò al mantenimento della chiesa e del sacerdote (4).
Nel 1895 il vecchio edificio fu demolito perché fatiscente e sostituito con l'attuale chiesetta alpina costruita su iniziativa dell'Oesterreicher e con il contributo dei comuni della valle e inaugurata il 16 agosto del 1895. Ad essa venne aggiunto il cotitolare San Bartolomeo.
Il 12 giugno 1928 a seguito di un lungo iter la chiesa di Campiglio venne scorporata dalla parrocchia di Spiazzo e aggregata a quella di Pinzolo.

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa parrocchiale di Santa Maria e San Bartolomeo di Madonna di Campiglio è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di Madonna di Campiglio.

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Madonna di Campiglio (Pinzolo, TN)

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ente della chiesa cattolica

Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

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Chiesa

(1) Cfr. Chiesa di Santa Maria e San Bartolomeo in Madonna di Campiglio, Registri di amministrazione, reg. 1.
(2) Ibidem, p. 236.
(3) Ibidem, p. 232.
(4) Ibidem, Carteggio e atti, fasc. 1.

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La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

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Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Codice di diritto canonico (1983)

Denominazione Estremi cronologici
Chiesa di Santa Maria e San Bartolomeo in Madonna di Campiglio