La confraternita del Santissimo Sacramento fu eretta nella chiesa curaziale di Bedollo con decreto vescovile del primo giugno 1745 (1). Aggregata all'Arciconfraternita di Roma, essa godeva di tutti i privilegi concessi dal Pontefice a questa congregazione, che come scopo si proponeva di promuovere la fede, l'amore e l'adorazione verso il Santissimo Sacramento. Secondo i capitoli approvati in occasione della sua erezione, vi potevano far parte persone di entrambi i sessi "purché di buona voce e fama e di costumi degni d'un buon cattolico". Il curato di Bedollo pro tempore veniva riconosciuto come primario direttore della confraternita, che eleggeva per il suo governo "un ministro con due assistenti, due direttori delle processioni ... e degli scossori".
Le quote di iscrizione variavano a seconda dell'età dell'iscritto, che era comunque tenuto all'ulteriore pagamento di tre carantani l'anno che venivano impiegati per le ordinarie necessità della confraternita. All'atto dell'iscrizione era richiesto di procurare, a proprie spese, per gli uomini "la veste rossa con capuccio e corda di simil colore per cingolo" e per le donne il "fazzuolo detto da braccio da impontarsi sul capo", indumenti che dovevano essere indossati in occasione di processioni, di funerali, di adunanze o festività particolari.
La principale e più solenne processione col SS. Sacramento si teneva il giorno del Corpus Domini, ma data la partecipazione di Bedollo alla processione della parrocchiale, la festività venne rinviata nella curazia alla domenica successiva. In questo tempo si eleggevano anche il nuovo ministro e i due assistenti che, prestato giuramento davanti al curato, eleggevano a loro volta i due direttori delle processioni e gli scossori. I capitoli del 1745 prevedevano inoltre il compito per i confratelli di provvedere del necessario l'altare maggiore nell'occasione dell'esposizione e per le processioni. Nel 1854 i confratelli espressero la volontà di impiegare parte delle loro collette per provvedere di arredi sacri la chiesa di Bedollo e l'Ordinariato, riconoscendo lo stato di bisogno in cui si trovava la chiesa, approvò la proposta determinando l'impiego della terza parte delle collette per l'acquisto di arredi e dei restanti due terzi per la celebrazione di messe per i confratelli. La durata dell'impegno fu stabilita, come da richiesta, di sei anni, ma nel 1861 l'Ordinariato prorogò il rescritto per altri tre anni. Nel 1923 vennero rinnovati i capitoli della confraternita che riprendevano in linea generale quelli del Settecento. Direttore della confraternita era sempre riconosciuto il parroco di Bedollo, a capo di un consiglio formato inoltre da un priore, un assistente che fungeva da cassiere e da quattro consiglieri. Tutti venivano nominati dall'adunanza generale dei confratelli e confermati dal parroco. Il consiglio così nominato sceglieva poi i riscossori delle tasse annuali, due consiglieri supplenti, due direttori delle processioni, e i vari portatori (per baldacchino, stendardo, gonfalone, lampade, torce). Le cariche avevano durata triennale con possibilità di riconferma. Il direttore aveva il compito di sovrintendere all'amministrazione della confraternita, di rappresentarla di fronte a terzi, di custodirne i registri e presiedere le adunanze. L'ufficio del priore era quello di assistere il direttore, riferire sull'andamento della confraternita, custodire i libretti bancari e sorvegliare la cassa. L'assistente, che fungeva da cassiere, oltre ad aiutare il priore nelle sue mansioni, raccoglieva le tasse dai riscossori ed esponeva l'annua resa di conto. I riscossori delle varie frazioni raccoglievano le tasse di iscrizione da ogni famiglia segnando sul loro registro i pagamenti. I capitoli della confraternita contemplavano inoltre il versamento di una quota annua a titolo di indennizzo alla chiesa e al sacrestano e all'organista per le loro prestazioni, restando comunque sempre impegnata nel disporre parte degli avanzi di cassa per l'acquisto di arredi sacri.
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