Chiesa di San Biagio, Bieno, [sec.XVI prima metà] - 1987 gennaio 24 ( [sec.XVI prima metà]- 1987 gennaio 24 )

Chiesa di San Biagio, Bieno, [sec.XVI prima metà] - 1987 gennaio 24

Chiesa di San Biagio

ente

[sec.XVI prima metà]- 1987 gennaio 24

La chiesa di Bieno, dedicata a S. Biagio vescovo e martire, è di origini antiche, ma le prime notizie risalgono alla prima metà del XVI secolo. Nel 1533, in occasione della visita vescovile del 26 agosto, il vescovo di Feltre monsignor Tommaso Campeggio, con consacrò l'altare maggiore dedicato al santo patrono. La consacrazione si era resa necessaria poiché l'altare era stato rimosso per l'ampliamento della chiesa(1). La chiesa era dotata di un altare esterno, che nel 1576 si ordinò di demolire. Il 30 marzo di quell'anno alla chiesa di Bieno fu concesso il battistero(2). La prima descrizione dell'edificio viene resa in occasione della visita del 1585: "Ai 10 settembre si visitò la chiesa di S. Biagio a Bieno: eravi il SS. Sacramento tenuto in un depositorio posto sull'altar maggiore. La chiesa avea una sola porta; avea il soffitto, le pareti parte bianche parte dipinte; il pavimento a cemento; tre finestre, una nel presbitero, le altre una nella cappella della Madonna e l'altra in quella di S. Giorgio. Il presbitero, diviso dalla chiesa con un gradino, era col volto. L'altar maggiore (...) avea diverse scolture in figure. Eravi un capitello con due campane, invece di campanile. La sagrestia era a settentrione"(3). Nel 1612 si ordinava il rifacimento del pavimento della chiesa e l'ingrandimento della sacrestia. Un'altra descrizione della chiesa ci viene offerta in seguito alla visita pastorale compiuta in Bieno il 22 maggio 1642: "Il SS. Sacramento stava sull'altare maggiore in un tabernacolo di legno dorato. L'altare maggiore era di legno, tutto dorato: in mezzo stava l'ancòna con le immagini della B. V. del Rosario, i Misteri dello stesso, S. Domenico, S. Caterina e fuori dell'ancòna quelle di S. Biagio e S. Giorgio. (...). Erano ivi ancora: l'altare dei Ss. Pietro e Antonio ab., non consacrato, di legno dipinto e dorato con le immagini della B. V. e dei due Santi; l'altare di S. Giorgio, non consacrato, di legno ma non dipinto, né dorato: l'ancòna rappresentava la Vergine e S. Giorgio. Il battistero non avea la conca divisa; due erano le porte della chiesa; il pavimento era in pietra e parte in legno; il pulpito anche di legno. Il campanile avea due campane"(4). La chiesa fu ristrutturata e ampliata nel 1840 e consacrata il 18 agosto; malgrado questo intervento essa risultava comunque "sprovvista dei mobili occorrenti per l'ordinario servizio divino"(5); il Comune, in quanto patrono, aveva sostenuto le spese di restauro. Nel 1909 venne restaurato e decorato il presbiterio e fu fabbricata la nuova sacrestia; nel 1934 il Comune fece ricostruire in ferro i castelletti del campanile e l'anno seguente apportò qualche piccola riparazione all'orologio, fissò la croce al campanile e inserì delle protezioni per la pioggia. La richiesta di una nuova chiesa, più ampia, più centrale rispetto al paese e più decorosa, cominciò a farsi insistente nei primi anni del Novecento, ma i mezzi erano insufficienti per la nuova fabbrica e le guerre che seguirono non resero mai possibile la realizzazione di un nuovo edificio. Il parroco don Enrico Angeli rispondeva così al questionario per la visita pastorale del 1946: "La chiesa è molto antica, anche troppo. Essa si trova in condizioni deplorevoli. Dato che vi era l'idea di farne una nuova non si pensò mai a restaurarla almeno nel necessario, per cui c'è bisogno di molto lavoro per renderla meno indecente"(6). La chiesa rimase come ancora oggi la vediamo, abbastanza capiente per una popolazione che è andata a diminuire nel corso degli anni.
Il Santo titolare viene celebrato il 3 febbraio.
In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa parrocchiale di Bieno è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Biagio in Bieno.

Oratori, Cappelle e Oratori

Cappella di Casetta.
Nel 1908 il curato don Eustachio Tranquillini pensò alla costruzione di una piccola chiesa nella frazione di Casetta, che distava circa un paio di chilometri da Bieno. L'anno seguente fece un regolare compromesso di compravendita di un terreno in quella frazione. La costruzione, iniziata nel 1910, fu interrotta dalla guerra, che fu anche causa dell'asportazione di materiale e di distruzione parziale di quanto era stato costruito. Nel dopoguerra il parroco don Luigi Pizzini riprese il progetto e nella primavera del 1925 formò un comitato per promuoverne l'esecuzione; grazie a collette, offerta di manodopera e concessione del legname necessario da parte del Comune, il rustico in muratura venne completato. Si dovette però arrivare al 1954 per vedere ultimata la fabbrica e la chiesetta, benedetta il 16 agosto, ottenne l'autorizzazione dalla Curia per celebrare la messa. Intenzione iniziale era di dedicare la cappella alla Vergine di Pompei, ma poi la popolazione preferì la dedicazione in onore di S. Rocco.

Capitelli.
Nel 1910 esistevano due capitelli, "uno verso Strigno (...) e uno verso Tesino"(7); nel 1946 i capitelli erano tre "custoditi da famiglie che portano l'elemosine per celebrare messe"(8).

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ente della chiesa cattolica

Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati.
Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbriceri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbriceri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni.
Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbriceri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbriceri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbriceri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(9). I fabbriceri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbriceri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto.
Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'unico controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie.
L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione, decereto 13 febbraio 1987, n.33, in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

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Chiesa

(1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Regesti degli atti visitali feltrensi", p. 4.
(2) Ibidem, p. 26.
(3) Ibidem, p. 80.
(4) Ibidem, p. 98.
(5) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 89 (1840), p. 132.
(6) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Bieno", "Carteggio e atti", f. 3.
(7) Ibidem.
(8) Ibidem.
(9) Cfr. Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche della diocesi di Trento, 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.

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La scheda è stata redatta dalla Cooperativa KOINE' nel 2003, in base al tracciato descrittivo del programma "Sesamo 2000". La revisione effettuata nel 2010 ha comportato le modifiche necessarie a garantire un livello minimo di coerenza rispetto alle regole di descrizione contenute nel manuale "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento 2006.

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Denominazione Estremi cronologici
Comune di Bieno
Denominazione Estremi cronologici
Chiesa di San Biagio in Bieno
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia di San Biagio