La chiesa di Bieno, dedicata a S. Biagio vescovo e martire, è di origini antiche, ma le prime notizie risalgono alla prima metà del XVI secolo. Nel 1533, in occasione della visita vescovile del 26 agosto, il vescovo di Feltre monsignor Tommaso Campeggio, con consacrò l'altare maggiore dedicato al santo patrono. La consacrazione si era resa necessaria poiché l'altare era stato rimosso per l'ampliamento della chiesa(1). La chiesa era dotata di un altare esterno, che nel 1576 si ordinò di demolire. Il 30 marzo di quell'anno alla chiesa di Bieno fu concesso il battistero(2). La prima descrizione dell'edificio viene resa in occasione della visita del 1585: "Ai 10 settembre si visitò la chiesa di S. Biagio a Bieno: eravi il SS. Sacramento tenuto in un depositorio posto sull'altar maggiore. La chiesa avea una sola porta; avea il soffitto, le pareti parte bianche parte dipinte; il pavimento a cemento; tre finestre, una nel presbitero, le altre una nella cappella della Madonna e l'altra in quella di S. Giorgio. Il presbitero, diviso dalla chiesa con un gradino, era col volto. L'altar maggiore (...) avea diverse scolture in figure. Eravi un capitello con due campane, invece di campanile. La sagrestia era a settentrione"(3). Nel 1612 si ordinava il rifacimento del pavimento della chiesa e l'ingrandimento della sacrestia. Un'altra descrizione della chiesa ci viene offerta in seguito alla visita pastorale compiuta in Bieno il 22 maggio 1642: "Il SS. Sacramento stava sull'altare maggiore in un tabernacolo di legno dorato. L'altare maggiore era di legno, tutto dorato: in mezzo stava l'ancòna con le immagini della B. V. del Rosario, i Misteri dello stesso, S. Domenico, S. Caterina e fuori dell'ancòna quelle di S. Biagio e S. Giorgio. (...). Erano ivi ancora: l'altare dei Ss. Pietro e Antonio ab., non consacrato, di legno dipinto e dorato con le immagini della B. V. e dei due Santi; l'altare di S. Giorgio, non consacrato, di legno ma non dipinto, né dorato: l'ancòna rappresentava la Vergine e S. Giorgio. Il battistero non avea la conca divisa; due erano le porte della chiesa; il pavimento era in pietra e parte in legno; il pulpito anche di legno. Il campanile avea due campane"(4). La chiesa fu ristrutturata e ampliata nel 1840 e consacrata il 18 agosto; malgrado questo intervento essa risultava comunque "sprovvista dei mobili occorrenti per l'ordinario servizio divino"(5); il Comune, in quanto patrono, aveva sostenuto le spese di restauro. Nel 1909 venne restaurato e decorato il presbiterio e fu fabbricata la nuova sacrestia; nel 1934 il Comune fece ricostruire in ferro i castelletti del campanile e l'anno seguente apportò qualche piccola riparazione all'orologio, fissò la croce al campanile e inserì delle protezioni per la pioggia. La richiesta di una nuova chiesa, più ampia, più centrale rispetto al paese e più decorosa, cominciò a farsi insistente nei primi anni del Novecento, ma i mezzi erano insufficienti per la nuova fabbrica e le guerre che seguirono non resero mai possibile la realizzazione di un nuovo edificio. Il parroco don Enrico Angeli rispondeva così al questionario per la visita pastorale del 1946: "La chiesa è molto antica, anche troppo. Essa si trova in condizioni deplorevoli. Dato che vi era l'idea di farne una nuova non si pensò mai a restaurarla almeno nel necessario, per cui c'è bisogno di molto lavoro per renderla meno indecente"(6). La chiesa rimase come ancora oggi la vediamo, abbastanza capiente per una popolazione che è andata a diminuire nel corso degli anni.
Il Santo titolare viene celebrato il 3 febbraio.
In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa parrocchiale di Bieno è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Biagio in Bieno.
Oratori, Cappelle e Oratori
Cappella di Casetta.
Nel 1908 il curato don Eustachio Tranquillini pensò alla costruzione di una piccola chiesa nella frazione di Casetta, che distava circa un paio di chilometri da Bieno. L'anno seguente fece un regolare compromesso di compravendita di un terreno in quella frazione. La costruzione, iniziata nel 1910, fu interrotta dalla guerra, che fu anche causa dell'asportazione di materiale e di distruzione parziale di quanto era stato costruito. Nel dopoguerra il parroco don Luigi Pizzini riprese il progetto e nella primavera del 1925 formò un comitato per promuoverne l'esecuzione; grazie a collette, offerta di manodopera e concessione del legname necessario da parte del Comune, il rustico in muratura venne completato. Si dovette però arrivare al 1954 per vedere ultimata la fabbrica e la chiesetta, benedetta il 16 agosto, ottenne l'autorizzazione dalla Curia per celebrare la messa. Intenzione iniziale era di dedicare la cappella alla Vergine di Pompei, ma poi la popolazione preferì la dedicazione in onore di S. Rocco.
Capitelli.
Nel 1910 esistevano due capitelli, "uno verso Strigno (...) e uno verso Tesino"(7); nel 1946 i capitelli erano tre "custoditi da famiglie che portano l'elemosine per celebrare messe"(8).
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