Nei secoli precedenti l'erezione della Rettoria, a Cornè non esisteva alcuna confraternita. Chi lo desiderasse, poteva iscriversi alle pie associazioni di Brentonico, dove, fin dal XVI sec., ne furono fondate parecchie.
Negli atti visitali del 1656 (1) si dice che il vescovo visitatore Sebastiano Pisani ordinò di fondare a Corné la Confraternita del Santissimo Sacramento, ma quest'ordine fu eseguito soltanto dieci anni più tardi. Questa notizia è stata raccolta da Padre Dossi (2) in una lettera del 1718 (3), nella quale gli abitanti di Corné chiedevano al vescovo il permesso di costruire un loro oratorio e di vestire la tipica cappa rossa, dal momento che nell'anno 1666 era stata canonicamente eretta la Confraternita del Santissimo Sacramento di Corné.
Alla confraternita erano iscritti membri di ambedue i sessi; essa si reggeva con proprio statuto. Negli atti visitali del 1684 (4) si dice che la confraternita prosperava essenzialmente di elemosine. Un benefattore, Antonio Francesconi (5), con disposizione testamentaria, aveva legato alla confraternita fondi per un valore di venti ducati, con l'obbligo di celebrare una messa a settimana. I confratelli considerarono però la rendita insufficiente e non l'accettarono.
Secondo quanto ci riferisce Padre Dossi (6), il buon andamento della confraternita sembrò compromesso dalle precarie condizioni economiche; nel 1717 i confratelli stabilirono di riformare la pia associazione.
La formale ricostruzione avvenne solo l'anno seguente (1718) e fu confermata il 30 maggio 1719 da Mons. Francesco Santalia, vicario generale e vescovo coadiutore di Verona (7).
Le consorelle restarono a sé formando la compagnia delle donne, che ebbe uno sviluppo parallelo a quella degli uomini, secondo quanto ci riferisce Padre Dossi (8). Ma nel 1851 (9), per motivi ignoti, i confratelli, d'intesa con le consorelle, pensarono di fondere insieme le due compagnie, facendo rimanere però separata l'amministrazione.
In quest'occasione fu rinnovato lo statuto che fu approvato e confermato dalla Curia. Visto che le consorelle erano iscritte anche alla Confraternita del Santo Rosario, ci spiega Padre Dossi (10), si cominciò a solennizzare la festa della Madonna del Rosario. Ciò irritò l'arciprete di Brentonico, che nel 1855 fu capace di fare in modo che la Curia vescovile di Trento, fosse indotta a ritirare la già impartita approvazione per la riunione della confraternita (11). Nel 1876, su preghiera del rettore, la Curia vescovile di Trento riconobbe e approvò nuovamente la ricostituzione della confraternita quale era stata formata nel 1851 (12).
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