Mario Mengoni nasce a S. Bernardo di Rabbi il 4 agosto 1891.
Compie gli studi superiori (ragioneria) nel collegio di Mehrerau (Vorarlberg). Diviene quindi albergatore, proprietario a Riva del Garda dell'Albergo S. Marco. La sua professione, consentendogli di avvicinare ed entrare in confidenza con ufficiali e sottuficiali dell'esercito austriaco, gli permette di raccogliere, ancora prima dello scoppio della guerra, informazioni di carattere militare che egli passa all'ufficio informativo dei Carabinieri di Verona diretto dal cap. Aldo Rossi (con cui l'aveva messo in comunicazione la sorella Pia); ha contatti saltuari anche con il cap. Santucci dei Carabinieri di Schio ed il cap. Casu dei Carabinieri di Vicenza. Il 14 aprile 1913 è decorato come Cavaliere Ufficiale dell'Ordine dell'Aquila Rossa di Prussia, ma respinge l'onorificenza.
Dopo lo scoppio della guerra favorisce la diserzione di alcuni amici, tra cui Carlo Eppler e Antioco Palmas; ritenuto responsabile, contro di lui viene spiccato mandato di cattura. Egli stesso il 26 novembre 1914 attraversa, a nuoto nell'Adige, il confine di Stato, venendo successivamente ricoverato a Verona per choc nervoso. Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, il 25 maggio 1915 Mengoni si arruola volontario a Milano nel 12° Reggimento Bersaglieri, e nel luglio-agosto 1915 prende parte alle operazioni sul fronte Sleme - Monte Nero. In congedo provvisorio per debole costituzione fisica, inizia la collaborazione con l'Ufficio informazioni del Comando della I Armata, in particolare con il centro estero guidato dal cap. Tullio Marchetti, con cui collabora sino alla fine del conflitto. Intanto, il 2 giugno 1916, è condannato a morte dall'i.r. Tribunale territoriale di Innsbruck per alto tradimento e attentato contro la sicurezza dello Stato.
Raggiunto il grado di tenente di complemento, ottiene 2 croci al merito di guerra (una conferita dall'esercito francese, una, il 19 ott. 1918, dal comandante della I Armata), la croce dei Ss. Maurizio e Lazzaro, e, l'11 aprile 1918, il titolo e la croce di Cavaliere della Corona d'Italia.
Dopo la guerra ritorna all'attività di albergatore a Riva del Garda. Nel 1922-1923 è anche consigliere del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto. Pare sia fin da subito militante del movimento fascista.
Durante gli anni del fascismo è direttore di stabilimenti termali a Salsomaggiore (Parma), e diviene funzionario, a Roma, dell'Ente nazionale per l'incremento delle industrie e del turismo (ENIT), con il compito di organizzare gli uffici turistici all'estero, per poi passare ad ispettore dell'Ente nazionale industrie turistiche e alberghiere (ENITEA). Nell'ottobre 1927 diventa, con il nome di copertura "D'Atri", informatore della Polizia Politica nel gruppo di Filippo Tagliavacche (che si occupa in particolare del controllo degli altoatesini di lingua tedesca), assieme al fratello Tullio, criptonimo "51.52.53", anch'egli albergatore a Salsomaggiore. Mengoni opera come subconfidente a Parigi sino al dicembre 1929, dopodiché è fiduciario diretto.
Il 2 luglio 1946 il nome del Mengoni (e del fratello) compare nell' "Elenco nominativo dei confidenti dell'O.V.R.A." pubblicato (ai sensi del R. D. Lgs. 25 mag. 1946, n. 424, art. 1) nel Supplemento ordinario alla "Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana" n. 145. Il ricorso presentato a tal proposito dal Mengoni viene respinto.
Per un periodo dirige un complesso termale in Umbria, quindi si ritira a Rovereto.
Vi muore il 1° giugno 1958.
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