La valle del Vanoi, situata nel Trentino orientale, è una valle stretta e lunga formata dal bacino del torrente omonimo che si snoda fra il Gruppo di Cima d'Asta e quello del Lagorai. E' separata dalla valle del Primiero dal sottogruppo di Folga(1). Tipicamente alpina, con un'economia basata principalmente sull'attività silvo-pastorale, da qualche anno si è aperta anche al turismo di montagna. La storia della valle è strettamente legata a quella del Primiero fin dalle origini, visto che la tradizione ritiene che i primi abitanti del Vanoi provenissero da oriente attraverso il passo della Gobbera(2).
Le sorti ecclesiastiche di tutta la zona del Vanoi si intrecciarono con quelle di Feltre alla quale fu legata, assieme al Primiero, già dai tempi dei Longobardi. Rimase nell'orbita di quella città per quasi otto secoli fino al 1786, anno in cui l'imperatore Giuseppe II, non volendo che paesi imperiali fossero soggetti nello spirituale a diocesi non appartenenti all'impero, ottenuto il permesso dal papa Pio VI, ordinò lo smembramento della diocesi di Feltre e il conseguente passaggio del Primiero e del Vanoi alla diocesi di Trento. Il principe vescovo di Trento Pietro Vigilio Thun annunciò nella pasqua del 1786 l'avvenuta presa di possesso.
Attualmente il Vanoi, che precedentemente costituiva un sottodecanato, appartiene al decanato del Primiero.
Il paese di Prade sorge sulle pendici alluvionali del monte Coltondo, sulla sponda destra della Valle del Lòzen. In questo villaggio si trova la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna del Caravaggio.
Il 14 maggio 1758 il vescovo di Feltre Andrea Minucci, in visita pastorale nella valle del Vanoi, accordò di edificare a Prade, in località chiamata Prapais, una chiesetta dedicata alla Madonna di Caravaggio, alla condizione che l'elemosina raccolta in quella chiesetta fosse impiegata metà in essa e metà nella chiesa curata di Canale. Precedentemente esisteva a Prade una cappella votiva. Il primo curato di Prade fu don Bortolo Sartori che rimase in servizio dal 1778 al 1793. Nel 1780 scoppiarono delle divergenze e contrasti tra il popolo di Prade e la curazia di Canale. Così in rappresentanza della comunità di Prade Pietro Zortea, Pietro Battiston e Giovanni Solai, "deputati delle Prade" scrissero al vescovo di Feltre per ottenere una maggiore indipendenza dalla chiesa matrice di Canale. Il vescovo incaricò l'arciprete di Strigno Lodovico Torresani di esaminare la situazione e di proporre delle norme per un accordo; ciò fu fatto e la chiesa di Prade ottenne una maggiore indipendenza: si accordarono, tra l'altro, l'Acqua battesimale e gli Olii santi.(3) Negli atti visitali del 1782 si legge che presso la chiesa della Madonna del Caravaggio esisteva il cimitero. Il 4 ottobre 1784 Prade venne dichiarata espositura di Canale e il 9 giugno 1792 il vescovo di Trento accordò il permesso di esporre il SS. Sacramento e di predicare dal pulpito(4). Le controversie e i dissensi tra Prade e Canale non si placarono nel corso degli anni e si arrivò al punto che per dirimerle dovette intervenire il governo di Vienna in accordo con il vescovo di Trento. Il 14 ottobre 1794 venne stabilito che il cappellano di Prade potesse battezzare, celebrare matrimoni, seppellire i morti nel cimitero, tenere i registri di anagrafe, i proventi di stola, cioé le offerte dovute per le funzioni, però dovevano essere consegnati al curato di Canale. La domenica e le altre feste di precetto il cappellano doveva celebrare la messa e le altre funzioni in un'ora che non impedisse l'eventuale affluenza alle funzioni presso la chiesa curaziale di Canale. Questo decreto assopì per qualche anno le contese ma non le estinse(5). La comunità di Prade manteneva il proprio sacerdote che godeva dell'usufrutto della canonica e dell'orto annesso.
La chiesa di Prade fu eretta a curazia il 4 aprile 1813 ed elevata a parrocchia l'11 agosto 1943.
Con decreto ministeriale del 30/12/1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24/01/1987 la parrocchia di Prade viene dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 437).
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