Curazia di San Vigilio, Monclassico, 1628 agosto 17 - 1919 aprile 3 ( 1628 agosto 17 - 1919 aprile 3 )

Curazia di San Vigilio, Monclassico, 1628 agosto 17 - 1919 aprile 3

Curazia di San Vigilio

ente

1628 agosto 17 - 1919 aprile 3

L'abitato di Monclassico si trova sulla sponda sinistra del Noce in posizione aperta verso mezzogiorno.
Il 20 luglio del 1622 l'intero villaggio venne devastato, nell'arco di poche ore, da un furioso incendio che non salvò nemmeno un'abitazione lambendo in parte anche la frazione di Presson. In quell'occasione anche la chiesa, della cui esistenza si ha notizia già negli atti visitali del 1537(1), "s'abbruciò"(2).
Da sempre soggetta alla pieve di Malé, venne ufficialmente eretta a curazia indipendente il 17 agosto 1628 anche se in loco era presente già da alcuni anni un sacerdote stabile che copriva le funzioni tipiche del curato. La presenza del sacerdote era dovuta ad un beneficio fondato da certo Giovanni Signorini da Monclassico, a carico prima degli eredi del testatore e dall'11 agosto 1609 della comunità di Monclassico e Presson alla quale era stata ceduta tutta l'eredità(3). In occasione della visita vescovile del 1695, l'allora curato don Bartolomeo Mocati nel rispondere alle domande del visitatore, riferiva che "la fondatione et erectione della cura" risaliva al 1610.(4)
Negli atti visitali del luglio 1742(5) viene precisato che lo "ius presentandi" del sacerdote spettava alla famiglia "Mochati" di Monclassico, probabilmente discendente dal fondatore del beneficio Signorini. Si precisa che questa famiglia aveva fondato un beneficio "per comodo dei vicini" con l'obbligo per il sacerdote di confessare e, su licenza del parroco, di amministrare gli altri sacramenti, la dottrina cristiana, "fare qualche discorso all'altare", tenere la scuola e benedire. La celebrazione dei matrimoni era concessa al sacerdote solo nel caso in cui "ambi li sposi siano sotto la cura propria". Nel 1632 i vicini di Presson cominciarono a lamentarsi per la troppa lontananza dalla parrocchiale di Malé e chiesero, come avevano già ottenuto "quelli di Monclassico", di poter tenere "li santissimi sacramenti", cosa che ottennero il 14 gennaio del 1633(6).
Durante la prima metà del secolo XVIII vi fu anche una lite tra il curato di Monclassico e il parroco di Malé in merito ai diritti di sepoltura, di assistenza ai matrimoni e della celebrazione degli uffici funebri che si concluse con una sentenza del 25 agosto 1725 con la quale il vicario generale di Trento vietò l'avvalersi di tali diritti( da parte del curato di Monclassico(7).
Il 12 maggio del 1748 l'arciprete di Malé, Francesco Temani, stipulò una transazione con le comunità di Monclassico e Presson in merito alle relazioni di dipendenza della curaziale di Monclassico dalla chiesa madre di Malè(8). In base a questa transazione venne nuovamente concesso al curato il diritto di sepoltura dei defunti "tanto con la stola nera, quanto con la stola bianca" ed in più le comunità vennero esentate dal pagamento dell' "annuo livello di troni trentacinque al plaudato reverendissimo signor arciprete Temani".
Dagli atti visitali del 1751(9) si evince che alla curazia di Monclassico era ancora annesso il beneficio Signorini "a cui da qualche tempo non si adempisce"ed il curato era nominato dalla famiglia discendente dal testatore. Nell'anno 1791 il Comune, stanco di dover rispettare la clausola relativa alla nomina del curato, decise di rinunciare definitivamente al legato. La rinuncia venne ufficializzata con decreto dell'Ufficio spirituale di Trento del 22 maggio 1791 che sancì la definitiva separazione della cura d'anime dal legato. Da allora in poi i sacerdoti beneficiati non ebbero più l'obbligo della cura d'anime.
Il Comune negli anni provvise sempre alla fornitura della legna per il suo curato dando in usufrutto anche la canonica con un piccolo orto(10). Nella sessione della rappresentanza comunale di Monclassico del 7 marzo 1919 venne deliberato richiedere di "elevare la curazia indipendente di Monclassico-Presson a parrocchia"(11) e in questa occasione, in ottemperanza ai canoni 1451 e 1452 del condice di diritto canonico e al relativo decreto dell'Ordinariato del 19 febbraio 1919, si rinunciò formalmente al diritto di nomina del proprio parroco mantenendo "però inalterati gli oneri di patronato". Con decreto vescovile del 4 aprile 1919 (n. 1309 Ben.) la curazia di Monclassico venne ufficialmente elevata a parrocchia ed incorporata come lo è tutt'ora al decanato di Malè.
Con D. M. del 30/12/1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24/01/1987 la parrocchia di Monclassico è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n.385).

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ente della chiesa cattolica

Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. Nel linguaggio canonico quindi il curato era un sacerdote che, dentro i confini di una parrocchia, aveva una chiesa propria e un territorio determinato dove esercitava la cura d'anime con poteri quasi parrocchiali. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. La Luogotenenza del Tirolo e Voralberg riconobbe come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'Ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Nel territorio del Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra.
Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchie e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

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Chiesa

(1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 1 (1537), p. 86.
(2) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale", "Registri dei nati e battezzati, matrimoni e morti", reg. 2.
(3) Cfr. "Archivio del beneficio Signorini-Meneghini di Monclassico", Introduzione generale.
(4) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 22 (1695), p. 202.
(5) Ibidem, n. 42 (1742), p. 308.
(6) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Miscellanea", V, n. 85 (1633).
(7) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Monclassico", "Carteggio e atti", b. 1, fasc. 1, cc. 11-12.
(8) Ibidem, cc. 13-14
(9) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 62 (1751), c. 109.
(10) Ibidem, n. 102 (1924), c. 11
(11) Ibidem, "Parrocchie e curazie", 61.B

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La scheda è stata redatta nell'ambito della revisone effettuata nel 2010, utilizzando i dati presenti nella scheda Parrocchia di San Vigilio in Monclassico (compilata dalla cooperativa Koinè in base al tracciato descrittivo del programma Sesamo2000), e apportando le modifiche necessarie a garantire un livello minimo di coerenza rispetto alle regole di descrizione contenute nel manuale "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento, 2006.

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Denominazione Estremi cronologici
Comune di Dimaro Folgarida
Denominazione Estremi cronologici
Ufficio parrocchiale di San Vigilio in Monclassico
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia di San Vigilio