Vicinia di Lavis, Lavis, 1526 marzo 1 - [1810] ( 1526 marzo 1 - [1810] )

Vicinia di Lavis, Lavis, 1526 marzo 1 - [1810]

Vicinanza di Lavis

Vicinia Avisii

Vicinia di Lavis

ente

1526 marzo 1 - [1810]

La vicinia era costituita dai rappresentanti dei residenti di un territorio; era un'organizzazione socio-politico-amministrativa. L'organo decisionale dell'organizzazione era l'assemblea che si riuniva alcune volte all'anno, solitamente convocata dal suono della campana. Venivano discussi argomenti di vario genere relativi alla vita comunitaria (uso dei campi e degli alpeggi, sfruttamento di eventuali miniere, manutenzione di strade, ponti e fiumi, taglio dei boschi e suddivisione del legname). Spesso spettava alla vicinia anche la manutenzione dell'edificio di culto e il contributo al curato locale, così come il pagamento del sacrestano; in molti casi anche la canonica era fornita dalla vicinia.
A regolamentare la vita civile, economica ed amministrativa di ogni singola comunità era uno "statuto" o "carta di regola" il cui contenuto variava a seconda delle caratteristiche di ogni territorio, in rapporto anche alla posizione geografica e alle risorse. La vicinia di Lavis faceva parte della comunità di Lavis, Pressano e consorti; la loro carta di regola risale al primo marzo 1526 (1). I suoi capitoli furono confermati nel 1746 dall'imperatrice Maria Teresa e da Giuseppe II nel 1783.
A capo dell'intera comunità di Lavis vi era un regolano, eletto annualmente dall'assemblea dei vicini; la nomina avveniva a rotazione secondo un ordine basato sull'elenco dei proprietari di immobili. Inizialmente le riunioni della regola si tenevano a Pressano, situata in posizione centrale rispetto ai paesi della comunità, mentre con il tempo si spostarono nella casa comunale a Lavis. Erano considerati "vicini" tutti coloro che risiedevano nel territorio della comunità e che possedevano un determinato patrimonio. A coadiuvare il regolano erano preposti tre sindaci e sei deputati dei "culumelli" che componevano il Consiglio. Ogni sindaco aveva verso il proprio columello le stesse prerogative che il regolano aveva verso la comunità e quindi si occupava dell'amministrazione. Vi era poi un esattore che riscuoteva le steore, due incaricati della costruzione, sorveglianza e manutenzione degli argini dei fiumi Adige e Avisio detti "Paumaister" e altri uomini che controllavano e sorvegliavano le attività comuni ("becaro", "stimadori", "saltari della campagna", "pastore", sorveglianti per gli incendi, ecc.).

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preunitario

Risulta difficile stabilire con precisione i momenti e i modi della formazione delle Regole dei villaggi trentini in quanto la documentazione è scarsa (2). Le comunità rurali trentine, così come le conosciamo degli Statuti (o "Carte di regola") e dai documenti, sarebbero sorte nei primi secoli dell'alto medioevo, quando - decaduto il potere dell'impero romano - le popolazioni delle vallate, abbandonate a se stesse per la mancanza di una salda autorità centrale, sentirono l'esigenza di organizzarsi autonomamente per la difesa, il mantenimento e l'utilizzo delle loro terre. Intorno al IX secolo il processo di formazione dell'ente comunitario doveva essere ormai in una fase avanzata tanto che l'organizzazione feudale introdotta dall'impero carolingio non riuscì a soffocare e a smantellare i diritti acquisiti dalle comunità sui beni collettivi, boschi e pascoli, che anzi rimasero sempre di loro proprietà, costituendone la base economica fondamentale. Dalla situazione di belligeranza del principato vescovile con i conti tirolesi dei secoli XIII-XVII le comunità trentine trassero talvolta dei cospicui vantaggi, in termini di concessioni di privilegi e di esenzioni fiscali. Dopo i governi provvisori dell'epoca napoleonica il governo bavarese inferse un duro colpo alla secolare autonomia delle comunità rurali proibendo la convocazione delle regole generali, abolendo le regolanie maggiore e minore. Con la secolarizzazione del principato, sancita dal trattato di Parigi del 26 dicembre 1802, l'equilibrio fra subordinazione all'autorità centrale e autonomia amministrativa si infranse sotto il tentativo di centralizzare la frammentata amministrazione dell'ex principato. Con decreto vicereale del 24 luglio 1810 venne sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e la loro ulteriore suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni; infine con decreto vicereale del 23 agosto dello stesso anno furono estesi al Dipartimento le leggi e i decreti riguardanti l'amministrazione del Regno.

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Amministrazione

(1) Cfr. CASETTI A., Storia di Lavis, Giurisdizione di Königsberg-Montereale, Trento, 1981.
(2) Le presenti note sono tratte dalla scheda-soggetto redatta a cura del Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, alla quale si rimanda per ulteriori approfondimenti e per la bibliografia.

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La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

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Denominazione Estremi cronologici
Comune di Lavis
Denominazione Estremi cronologici
Documentazione dell'archivio della vicinia di Lavis
Comune di Lavis
Comunità di Lavis
Denominazione Estremi cronologici
Comune di Lavis