Piscel, Antonio, Rovereto, 1871 marzo 4 - Serrada di Folgaria, 1947 settembre 20 ( 1871 marzo 4 - 1947 settembre 9 )

Piscel, Antonio, Rovereto, 1871 marzo 4 - Serrada di Folgaria, 1947 settembre 20

Piscel, Antonio

Miles

Pischel, Antonio

Pischl, Antonio

persona

1871 marzo 4 - 1947 settembre 9

Antonio Piscel nasce a Rovereto il 4 marzo 1871 da Antonio, imprenditore della seta e consigliere comunale (ma anche deputato della Dieta provinciale, pur non esercitante per la scelta dell'astensionismo), oltre che accademico degli agiati e appassionato raccoglitore di fossili e collaboratore del Museo civico: di lui Antonio jr. curerà, nel 1893, una silloge di "Pensieri ed appunti", stampata a Roma. La famiglia è di origine bavarese (di Garmisch, ove il nonno, anch'esso Antonio, era orologiaio: poi soldato nelle armate napoleoniche, approdò a Rovereto. Dopo il Ginnasio, frequentato a Rovereto, Antonio jr. studia giurisprudenza nelle Università di Bologna, Monaco, Graz, Roma, Vienna, e di nuovo Graz, ove si laurea nel dicembre 1895.
Nel 1896 compie a Milano un tirocinio e diviene avvocato. Lì conosce Enrica Sant'Ambrogio, che sposa nel 1897. Da essa avrà i figli Giuliano, Lilia e Diego.
Intanto, nel 1892-1893, è promotore con Giovanni Lorenzoni della Società degli studenti trentini, di cui diviene, nel 1894, presidente, e sul cui "Annuario" pubblica alcuni dei suoi primi lavori ("La legge di nazionalità nell'evoluzione storica" e "Patriottismo e divisione di classi"). Un altro scritto, "Serrada e i suoi monti", compare nel 1892 sull' "Annuario" della S.A.T., società di cui è segretario nel 1895-1896.
Nel 1895 è tra i fondatori del Partito socialista trentino, di cui sarà, con Cesare Battisti, la principale guida fino allo scoppio della guerra nel 1914. Segretario della sezione trentina, co-fondatore dei primi fogli socialisti "Rivista Popolare Trentina" e "L'Avvenire" (1895-1896), è dall'ottobre 1896 al 1897 direttore dell'organo a stampa "L'Avvenire del Lavoratore", e collabora con numerosi articoli ad esso e al quotidiano, sorto nel 1900 e diretto da Battisti, "Il Popolo" (spesso con lo pseudonimo "Miles"). Molti sono anche i comizi, le conferenze, diversi gli opuscoli di propaganda ("Lavoratori unitevi!" nel 1896, "La Comune di Parigi" nel 1898, "La questione della donna" nel 1899). Collabora anche alla rivista di studi scientifici "Tridentum", diretta da Battisti, con i lavori "Il presente e l'avvenire dell'industria nel Trentino e a Rovereto in particolare" (1898) e "Contributo al problema della beneficenza pubblica nel Trentino" (1900).
Nel 1898 entra nel Consiglio comunale di Rovereto, ove siederà sino al commissariamento fascista. Più volte candidato alle elezioni politiche e a quelle dietali, non riesce eletto (nel 1911 per pochi voti).
In rapporti amichevoli con molti socialisti austriaci, primi il leader Victor Adler e Wilhelm Ellenbogen, ed italiani, quali Leonida Bissolati e Claudio Treves, è attivo organizzatore di incontri fra i socialisti italo-austriaci. Partecipa come delegato a vari congressi del Partito socialdemocratico austriaco e (come ospite) del Partito socialista italiano, ed è delegato per il congresso dell'Internazionale a Vienna del 1914 (che non si terrà a causa della guerra).
In questo periodo dirige il periodico professionale "Il Tabaccaio", e ancora "L'Avvenire del Lavoratore". Presiede la Commissione esecutiva del partito.
Nel 1912 pubblica l'opuscolo "I bisogni dei lavoratori emigranti trentini di fronte alle assicurazioni di malattie e d'infortunio sul lavoro" e, in "Tridentum", il saggio "La questione dei Monti di Pietà nel Trentino".
Il 31 dicembre 1914, a guerra in atto, varca il confine e si trasferisce in Italia, a Verona, sposando la causa intervenstista. Qui, dove la moglie muore di tifo il 1° aprile 1915, collabora con il Centro informazioni collegato al Comando del V Corpo d'Armata, guidato da Giuseppe Fiorio: esso si occupa delle notizie delle linee di Val d'Adige, Vallarsa, Astico - Assa, Valsugana, Cismone e Avisio. Dal 26 aprile l'ufficio è militarizzato, e dall'agosto 1915 è assorbito dall'Ufficio Informazioni del Comando della I Armata, sotto la direzione di Tullio Marchetti. Piscel si occupa della raccolta di informazioni e della loro sistemazione organica in notiziari, quindi, con Cesare Battisti e Livio Fiorio, della compilazione di monografie militari. Per la serie "Problemi italiani" pubblica l'opuscolo "Il conflitto austro-serbo e gli interessi italiani" (1915).
Nel settembre 1917 partecipa all'abortita Conferenza internazionale socialista di Stoccolma, organizzata da un comitato scandinavo-olandese, preparando un memoriale di rivendicazioni nazionali (pubblicato nel 1918 in lingua francese come "La voix des irredents italiens à l'Internationale Socialiste") e trattendendosi come osservatore per conto del ministro Bissolati fino all'estate del 1918. Quindi, nel 1919-1920, è addetto all'ufficio stampa dell'Ambasciata italiana a Vienna, durante le trattative in preparazione del trattato di Versailles.
Nell'ultimo periodo bellico è vicino alla Democrazia sociale irredenta. Dal 1917 al 1919 collabora al giornale dei fuorusciti trentini "La Libertà", stampato a Milano, poi quotidiano trentino di ispirazione liberale.
Dopo la guerra, dopo un breve momento in cui è parte della riorganizzazione socialista, se ne distanzia rimanendo osservatore esterno, fondando un giornale locale, il roveretano "Il Domani di Vallagarina" (1920-1922), seguito da "Il Trentino meridionale" (1923), e continuando l'attività di consigliere comunale, oltre a quella di avvocato (in studio con Angelo Bettini). Soprattutto dopo la scissione del 1921 si riaccosta al Partito socialista, e ne diviene parte, anche se poco attiva, dopo l'ulteriore scissione fra massimalisti e unitari a fine 1922, optando per questi ultimi.
Tra i promotori del Museo della Guerra di Rovereto, ne è primo presidente, dal settembre 1920 al giugno 1922, e ne compila la prima guida ("Il Museo della guerra nel Castello di Rovereto", 1926): sarà poi consigliere di Direzione sino alla morte (salva la parentesi 1932-1935). Nel 1923 pubblica negli "Atti" dell'Accademia roveretana degli Agiati (di cui diviene socio) il lavoro "Il nodo delle comunicazioni nel Trentino meridionale", e, come opuscolo, il testo di carattere storico "I primi abitanti delle nostre vallate". Nel 1926 dà alle stampe un testo su "Le comunanze agrarie di Spinale e Manez". Collabora poi saltuariamente agli "Atti" dell'Accademia roveretana degli Agiati con alcune recensioni, al "Bollettino" del Museo della Guerra, alla rivista della Legione Trentina "Trentino" (con l'articolo "La redenzione economica e sociale del Trentino nell'ideale unico di Cesare Battisti", 1935).
A inizio anni '30 si riaccosta a certo nazionalismo, fino alla propaganda esplicata per l'azione fascista in Africa, e nel 1934 si riaccosta definitivamente alla chiesa cattolica, con l'abiura pubblica del luglio 1938, divenendo anche nel 1942 terziario francescano.
Muore a Serrada di Folgaria il 20 settembre 1947.

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Nasce nel 1871 a Rovereto, ove compie gli studi ginnasiali.
Frequenta le Università di Bologna, Monaco, Graz, Roma, Vienna, laureandosi a Graz nel 1895. Nel 1896 è per un periodo a Milano per compiere tirocinio legale.
Si stabilisce quindi definitivamente a Rovereto, salve le parentesi estive nella casa di Serrada (Folgaria).
Durante la prima guerra mondiale si stabilisce a Verona, per tornare nel dopoguerra, sino alla morte, a Rovereto.

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Avvocato.
Già promotore di società studentesche e attivo entro l'associazionismo politico liberale, è tra i principali organizzatori del Partito Socialista nel Trentino. Non solo ne è segretario, ma dirige organi di stampa pubblicandovi articoli, partecipa a congressi, tiene conferenze, pubblica opuscoli. Esplica anche l'attività di consigliere comunale a Rovereto.
Durante la guerra è attivo nel Centro informazioni di Verona, ove si occupa soprattutto della raccolta di notizie da fuorusciti e della loro organizzazione in notiziari, e della compilazione di monografie militari. Dal 1917 è impegnato in missioni politico-diplomatiche per conto di Ministeri del governo italiano e quindi dell'Ambasciata italiana a Vienna.
Dopo il ritorno a Rovereto, l'attività politica si riduce assai, mentre, sino al 1923, Piscel continua a dirigere giornali. Prosegue poi nella sua attività di avvocato.

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Politica

Diplomazia

Diritto

Giornalista

Politico

Diplomatico

Avvocato

Padre: Antonio (1819-1880);
madre: Giulia Redolf (1840-1920);
fratelli: Luigina (poi sposata Armani), Giulietta, Giuseppe (1878-1905, ingegnere), Amalia;
moglie: Enrica Sant'Ambrogio (morta nell'aprile 1915);
figli: Giuliano (padre di Enrica Pischel poi sposata con Enzo Collotti), Lilia, Diego.

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La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

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Denominazione Estremi cronologici
Comune di Folgaria
Denominazione Estremi cronologici
Antonio Piscel