Non esiste un documento che attesti la fondazione del beneficio parrocchiale di Spormaggiore; trattandosi di una parrocchia molto antica si dice che esso esiste 'ab immemorabili'. Il primo sacerdote investito della cura di Spormaggiore di cui si abbia testimonianza è un certo Nicolò, presente nel 1288 e che nel 1295 pagò la decima papale (1). Il beneficio era di libera collazione vescovile: era il vescovo che nominava i parroci in seguito a un concorso; il vescovo era anche patrono.
Anticamente il parroco veniva mantenuto dalla comunità: egli aveva a disposizione la "quarta" del grano raccolto a Spormaggiore, Sporminore e Cavedago, una parte della decima del "brascato", il ricavato in natura e in denaro dall'affitto di diversi prati e fondi, dai livelli e dagli "incerti" a lui dovuti per la celebrazione di funerali (in genere elemosine) e di matrimoni (un fazzoletto o una somma in denaro) (2). Gli oneri del beneficiato erano la somministrazione di alcuni pranzi ai cantori e ai sacerdoti che intervenivano alle funzioni in determinati giorni del calendario ecclesiastico (Epifania, Venerdì e Sabato santi, Corpus Domini), il pagamento del salario ai contadini che provvedevano alla raccolta delle decime e delle tasse (steora canonica e pontificia).
Nel 1852 il Comune e il neo eletto parroco Domenico Formaini pervennero ad un accordo relativo al mantenimento del sacerdote, accordo dichiarato per volontà delle parti revocabile in qualsiasi momento (3). Il Comune si impegnava a pagare annualmente 400 fiorini più altri 200 per il mantenimento del cooperatore che però doveva alloggiare in canonica. Quest'ultima e l'orto annesso erano a disposizione del parroco. Il parroco aggiungeva a questa congrua i "proventi di stola", cioè i pagamenti per i funerali e per i matrimoni. In cambio il parroco cedeva al Comune, che se ne assumeva l'amministrazione, i diritti sulle decime e sui livelli, che da alcuni anni erano stati dichiarati dal governo riconvertibili, gli stabili e gli interessi dei capitali di pertinenza del beneficio parrocchiale. Egli inoltre si doveva procurare il vino e le ostie per le messe e, ogni quattro anni, gli oli santi, pagare il predicatore, offrire il pranzo al coro e all'organista.
Nella fassione presentata nel 1878 dal parroco Giovanni Battista Inama si legge che il beneficio aveva in carico 39 messe di fondazione, e che aveva i seguenti obblighi: "1. Esercizio immediato di cura d'anime nel paese di Spormaggiore di anime circa 1600 disperse in sette frazioni: la villa, Damiano di sopra, Damiano di sotto, Maurina, Fabbrica, Leghe e Sedriago di cui tre distano mezzora e Maurina è di anime 70, coll'assistenza fino al 1872 di due cooperatori, poscia di uno solo, meno i due ultimi anni; 2. Celebrare la messa pro populo giusta i canoni che sono circa 84 e quelle del beneficio parrocchiale; 3. Far eseguire gli obblighi della primissaria Spaur, del beneficio Altspaur, sorvegliare sul beneficio Cristan e aver cura di varie opere pie, degli infermi, della compagnia del Santissimo, delle anime e di vari legati privati; 4. Fare i titolari delle due curazie di Sporminore e Cavedago, le dispense e stati liberi delle medesime; 5. Delegare il curato di Cavedago pei matrimoni e morti e presiedere il consiglio della Compagnia ivi eretta, e delegare il curato di Sporminore per i morti capi di famiglia; 6. Sorvegliare le fondazioni Onestinghel e concorrere al conferimento dei relativi stipendi di recente istituzione; 7. Far le spese al predicatore dell'Avvento e della Quaresima e far venire ogni quattro anni gli olii santi per le quattro parrocchie Spor, Denno, Flavon e Tassullo" (4). La dotazione del beneficio consisteva nella canonica con annessi cortile e stabbio e con tutti i mobili, l'orto attiguo, 18 appezzamenti di terreno, due capitali, i diritti di stola ed "emolumenti" di fondazione (celebrazione delle messe per la chiesa e la sorveglianza sul beneficio Altspaur). Le uscite invece erano rappresentate dalle spese di "economia domestica" (pagamento della persona di servizio, lavori di miglioramento nei fondi), dal mantenimento del cooperatore, dal pagamento di tasse e da altre spese (cancelleria, pranzi, mantenimento predicatore, biglietti pasquali ecc.). Il patrimonio era ancora gestito dal Comune, secondo l'accordo del 1852.
Con la legge del 19 settembre 1898 n. 176 e ai sensi del'ordinanza ministeriale del 16 novembre 1898 n. 205, il governo ritocca la fassione del parroco concedendo il supplemento di congrua; in seguito al concordato tra Stato italiano e Chiesa gli emolumenti di congrua vennero versati al parroco dalla prefettura di Trento.
Il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero, cosa che nella diocesi di Trento si è attuata.
In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parrocchiale della Natività di Maria in Spormaggiore ha perso la personalità giuridica civile.
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