Chiesa di Santa Maria Assunta, Iavrè (Villa Rendena), sec. XV - 1987 gennaio 24 ( sec. XV - 1987 gennaio 24 )

Chiesa di Santa Maria Assunta, Iavrè (Villa Rendena), sec. XV - 1987 gennaio 24

Chiesa di Santa Maria Assunta

ente

sec. XV - 1987 gennaio 24

Non ci sono documenti che dimostrino la data di costruzione del primo edificio di culto cattolico a Iavré, tuttavia alcuni studiosi ritengono che la chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, sia molto antica. Il parroco don Mario Giovanella riteneva risalisse addirittura "ai primi secoli del millennio dell'era volgare, né si è lontani dal vero, se si asserisce che la sua costruzione poco si discosta da quella delle antichissime chiese di San Vigilio di Pinzolo e di Sant'Antonio abate di Pelugo" (1). Questa affermazione però non si può documentare. Sicuramente essa esisteva nel sec. XV, infatti all'entrata della chiesa attuale vi è uno scalino che porta la data 1559: quel gradino era l'architrave della vecchia chiesa. Altra prova della sua antichità è il campanile di struttura romanica, probabilmente risalente al primo nucleo della chiesa.
Venne decorata nel 1543 con grandi affreschi sulle pareti dell'abside dai fratelli Baschenis di Averaria attivi nel Cinquecento in Val Rendena e autori della famosa Danza Macraba di Pinzolo. Sicuramente venne ampliata nel 1579 con l'ampliamento della navata; restaurata nel 1777 e ornata con fregi e medaglioni barocchi, nuovamente ampliata nel 1871 e decorata nel 1913, nel 1926 e nel 1947. L'edificio attuale ha forme settecentesche, pur conservando qualche elemento cinquecentesco.
La chiesa fu consacrata una prima volta nel 1561 da Biagio Aliprandini suffraganeo del vescovo di Trento Carlo Madruzzo e una seconda volta nel 1586 dopo i restauri. Esiste memoria di una ulteriore consacrazione nel 1708 (2).
Solo la chiesa e due case vennero risparmiate dal violento incendio che bruciò il paese di Iavré la notte del 23 aprile 1910, ma tutti i documenti antichi riferentisi alla storia della chiesa andarono distrutti.
Il patrono era il Comune che concorreva alle spese per il restauro e la manutenzione straordinaria. Infatti, fin dai tempi più antichi, esisteva uno stretto legame tra la chiesa e la comunità: erano gli uomini di Iavré che si impegnavano per la manutenzione esterna e per quella degli arredi sacri. Il legame tra la comunità e la chiesa si esplicava anche nell'amministrazione dei suoi beni: essa era infatti affidata a dei sindaci, chiamati anche fabbricieri a seconda del periodo storico, eletti dalla comunità e approvati dal sacerdote. Gli incaricati presentavano le rese di conto del loro operato annuale, per riceverne l'approvazione, al curato e a due consiglieri comunali (3). La comunità inoltre eleggeva e manteneva il sacrestano.
All'inizio dell'Ottocento la chiesa aveva come dotazione 33 appezzamenti di terreno, oltre agli arredi, ai paramenti sacri e ai mobili (4). Le spese fisse erano costituite dal pagamento delle messe legatarie, del salario agli amministratori, delle tasse sul patrimonio, alla provvista degli olii santi e alle spese varie di amministrazione.
Nel 1929, in seguito a Concordato, venne redatto un inventario dei beni della chiesa: essa possedeva capitali e appezzamenti di terreno (5).
In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta con l'annessa chiesa filiale di San Valentino è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di Santa Maria Assunta con sede a Iavré.

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Iavré (Villa Rendena, TN)

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ente della chiesa cattolica

Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

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Chiesa

(1) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santa Maria Assunta in Iavré, Carteggio e atti, fasc. 7.
(2) Ibidem.
(3) Cfr. Chiesa di Santa Maria Assunta in Iavré, Registri delle rese di conto.
(4) Ibidem, Carteggio e atti, fasc. 2.
(5) Ibidem.

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La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

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ADT, Atti Visitali
ADT, Parrocchie e curazie
ADT, Libro B

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Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Codice di diritto canonico (1983)

Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici nonché delle fondazioni ecclesiastiche nella diocesi di Trento, 1865

Denominazione Estremi cronologici
Comune di Porte di Rendena
Denominazione Estremi cronologici
Chiesa di Santa Maria Assunta in Iavrè
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Cappella votiva di Lourdes