Curazia della Visitazione di Maria Santissima, Gardolo (Trento), 1722 maggio 15 - 1897 marzo 12 ( 1722 maggio 15 - 1897 marzo 12 )

Curazia della Visitazione di Maria Santissima, Gardolo (Trento), 1722 maggio 15 - 1897 marzo 12

Curazia della Visitazione di Maria Santissima

Curazia di Gardolo dal Piano

ente

1722 maggio 15 - 1897 marzo 12

Il 15 maggio 1722 il Capitolo della Cattedrale di Trento, riunitosi come al solito nella sacrestia della Cattedrale, sancì l'erezione della curazia di Gardolo e un primo distacco dalla parrocchia di San Pietro e Paolo di Trento. Nel documento di erezione (1), dopo un riassunto dei passaggi principali della cappellania dal 1467 fino al 1695, anno in cui viene concesso un sacerdote stabile nella villa di Gardolo, vengono esposte le ragioni della comunità per la richiesta del fonte battesimale e di un curato. I fedeli di Gardolo infatti erano obbligati a "portare li di loro infanti alla venerabile parrochiale di San Pietro soddetta per ricevere l'acqua battesimale con non poco disastro, anzi pericolo de' bambini, attesa la distanza pur troppo evidente e strada malagevole per le pioggie e nell'inverno fastidiosa per le nevi". Punto per punto vengono elencati e quindi approvati i capitoli che definivano i diritti e i doveri reciproci del curato e della comunità di Gardolo e i rapporti con il Capitolo e la parrocchia di San Pietro. Per il mantenimento del curato la comunità si impegnava a pagare 80 ragnesi l'anno in due rate e altrettanti sarebbero stati versati dalla chiesa e dai suoi sindaci per la soddisfazione delle messe legatarie fondate nella stessa. Al curato spettava inoltre la questua del "brascato" al tempo della vendemmia e il ricavato dalle prestazioni fornite per i servizi di cura d'anime. Il sacerdote percepiva infatti sette carantani per ogni battesimo impartito nella chiesa di Gardolo, che corrispondeva esattamente a quanto ricavava in precedenza il parroco di San Pietro, 30 carantani e una candela di cera bianca per ogni funerale con messa e sei carantani per i funerali senza messa, cinque troni al giorno per le processioni straordinarie e fuori dal territorio di Gardolo, 18 troni nel periodo di Quaresima per il mantenimento del padre predicatore, due troni e un fazzoletto per la messa cantata con discorso ai matrimoni e infine le elemosine dovute per le messe di devozione e gli uffici funebri. Il curato era obbligato a celebrare la messa di domenica e nei giorni festivi, tenere la scuola ai ragazzi nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo, amministrare il battesimo e gli altri sacramenti, spiegare il Vangelo durante la messa cantata, insegnare la dottrina cristiana festiva, "promovere l'utile di questa venerabile chiesa curata e finalmente col suo buon esempio e religiosità di vivere talmente di portarsi, che quel popolo a di lui immitazione venga sempre più stimolato alla divozione, pietà, frequenza dei Santissimi Sacramenti e buoni costumi". Il curato pro tempore aveva "sempre l'obbligo di risiedere ed abitare di continuo nella predetta villa di Gardolo e se per qualche suo affare gli occorresse andar altrove ed assentarsi più di un giorno, sii egli obbligato provedere in sua vece d'un altro sacerdote ivi permanente che supplire possa a bisogni pastorali". I vicini della villa di Gardolo avevano il diritto di "elleggere e nominare di tempo in tempo il reverendo signor curato illius loci, capace però, idoneo ed esemplare, approvato prima dal reverendissimo Ordinario per la cura d'anime ed esercizio della medema, con obbligo poi ad essi di presentarlo per la confirmazione a questo illustrissimo e reverendissimo Capitolo".
Con l'erezione della curazia di Gardolo rimasero intatte le ragioni del Capitolo e della parrocchia di San Pietro per quanto riguardava la riscossione delle decime di grano e "brascato" nel territorio di Gardolo e per l'obbligo della popolazione di Gardolo di visitare la Cattedrale il giorno della festa di San Vigilio e la chiesa parrocchiale il giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo; il curato di Gardolo era tenuto a somministrare il pranzo al parroco di San Pietro quando si portava a Gardolo a cantare messa il giorno della consacrazione della chiesa.
Il giorno stesso dell'erezione della curazia fu nominato a curato il sacerdote don Giovanni Lodovico Prenner, "abile e capace, anzi dotato di buone qualità ed esemplare" e che già da molti anni (2) amministrava la cura delle anime di Gardolo "con zello particolare".
Grazie alle elemosine lasciate in legato da diversi benefattori, a partire dal 1735 fu possibile il mantenimento di un primissario. Tale sacerdote, come riferiva più tardi il curato don Filippo Salvotti, si era reso necessario anche in quanto "si spargeva su tutti i punti di questo vasto territorio una nuova e sempre più crescente popolazione ad abitare le case che si fabbricavano qua e là vicino ai disboscati e dissodati terreni" (3).
Dal 1833, su proposta della rappresentanza comunale di Gardolo, il curato pro tempore venne obbligato a mantenere in canonica e a stipendiare un sacerdote cooperatore in base ad un decreto vescovile che sanciva l'unione temporanea del beneficio primissariale Tosetti (4) al beneficio curaziale di Gardolo.
Nel corso dell'Ottocento la congrua curaziale venne incrementata grazie alle rendite derivanti da alcuni legati: il curato incassava infatti l'affitto di una casa e la metà dell'affitto del fondo "alla Pozza" lasciati a titolo di legato da Giovanni Battista Zendron e un compenso per la distribuzione delle elemosine del legato Tosetti (5).
Con decreto del 20 giugno 1894 il Ministero del Culto e Istruzione riconobbe l'indipendenza della curazia di Gardolo, indipendenza canonica che peraltro era già stata concessa nel documento di erezione del 1722, dal momento in cui gli obblighi verso la parrocchia di San Pietro dovevano essere interpretati come "atti di omaggio" e non come "atti di ricognizione di sudditanza canonica" (6).
In seguito alla rinuncia da parte dei capifamiglia di Gardolo del diritto di nomina del proprio curato in favore del vescovo di Trento, con decreto del 13 marzo 1897 la curazia di Gardolo venne elavata a parrocchia.

ELENCO DEI CURATI

1704-1731 Giovanni Ludovico Prenner
1731-1744 Valentino Gianni
1744-1779 Giacomo Hilber
1779-1787 Filippo Antonio Alessandrini
1787-1791 Francesco Sardagna
1791-1798 Leonardo Zanella
1798-1804 Domenico Antonio Filippi
1805-1821 Giovanni Battista Gelmini
1821-1851 Giuseppe Dalrì
1851-1878 Filippo Salvotti
1878-1905 Francesco Torresani (primo parroco)

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ente della chiesa cattolica

Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. Nei territori soggetti alla giurisdizione austriaca venivano riconosciute come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'Ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Nel Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchia e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

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Chiesa

Diocesi di Trento
Decanato di Trento

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(1) Cfr. Ufficio parrocchiale della Visitazione di Maria Santissima in Gardolo, Carteggio e atti repertoriati, fasc. 1 (Teca A), n. 3.
(2) Don Prenner risulta a Gardolo dal 1704. Cfr. Ufficio parrocchiale della Visitazione di Maria Santissima in Gardolo, Registri dei matrimoni e Registri dei morti.
(3) Il curato Salvotti si riferiva alle località Roncafort, Spini e Ghiaie. Cfr. Ufficio parrocchiale della Visitazione di Maria Santissima in Gardolo, Registri dei legati, reg. 1, p. 65.
(4) Il beneficio o cappellania Tosetti fu fondato il 2 giugno 1826 dal nobile Giuseppe Tosetti che cedette alla chiesa di Gardolo il suo maso in località Roncafort e un prato in località "alle Prese" per il mantenimento di un sacerdote per la celebrazione di tre messe in settimana all'altare del Santissimo Rosario, per assistere il curato nella cura d'anime e nella scuola e per la celebrazione della messa prima. Cfr. Ufficio parrocchiale della Visitazione di Maria Santissima in Gardolo, Carteggio e atti repertoriati, fasc. 3 (Teca B), nn. 8-13 e ibidem, Registri dei legati, reg. 1, pp. 84-88.
(5) Cfr. Ufficio parrocchiale della Visitazione di Maria Santissima in Gardolo, Registri dei legati, reg. 1, p. 126.
(6) Ibidem, fasc. 4 (Teca C), n. 2.

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La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

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ADT, Atti visitali
ADT, Parrocchie e curazie
ADT, Libro B

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Denominazione Estremi cronologici
Comune di Trento
Denominazione Estremi cronologici
Ufficio parrocchiale della Visitazione di Maria Santissima in Gardolo
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia della Visitazione di Maria Santissima
Cappellania esposta della Visitazione di Maria Santissima