1. Assistenza all'infanzia:
Quando, nel 1919, venne fondata l'Opera, il suo scopo primario era quello di offrire sostegno morale e materiale alle popolazioni dei territori annessi all'Italia dopo la guerra, con particolare attenzione alla prima infanzia.
Essa provvide alla distribuzione gratuita di indumenti, viveri e materiali sanitari; alla organizzazione di colonie alpine e marine per bambini; alla creazione di istituti per l'infanzia abbandonata (è del '21 l'istituzione a Trento, nel palazzo Consolati, del "Reparto assistenza all'infanzia" con annessa Scuola per puericultrici) e di Case materne per raccogliere i bambini abbandonati (quella fondata a Trieste nel 1920 rappresenta l'unica fondazione del genere per tutta la Venezia Giulia); alla distribuzione gratuita della refezione nelle scuole materne ed elementari; alla concessione di sussidi e contributi per il ricovero di bambini orfani e abbandonati, per orfanotrofi, ospedali (l'Opera finanziò in parte la costruzione dell'ospedalino "Maria di Savoia" a Trento), per l'ospedalizzazione delle partorienti (grazie al contributo dell'O.N.A.I.R. si rese possibile a Borgo Valsugana la fondazione di un ospedalino per partorienti disagiate e povere); alla creazione di dispensari per lattanti, di consultori prenatali, di consultori pediatrici e scolastici, di refettori materni (agli inizi degli anni Trenta, 20 erano gli istituti di assistenza igienico - sanitaria in funzione in provincia di Trento, 12 quelli operanti in provincia di Bolzano, 11 nella Venezia Giulia, 1 a Zara).
2. Scuole materne:
Nel settore delle scuole materne, l'Opera iniziò la propria attività nel 1920 con la concessione di contributi (fissi o straordinari) ad asili della Venezia Giulia e della Venezia Tridentina. Quasi contemporaneamente, su incarico del Ministero dell'istruzione, intraprese la gestione diretta di scuole, soprattutto nelle zone mistilingui delle due regioni.
Dal 1923 estese il proprio campo di attività nei territori dell'Istria, del Quarnaro e di Zara.
Sul finire del 1930, le scuole materne (16) gestite dall'Ente nella Venezia Tridentina erano 82 (quasi tutte in provincia di Bolzano), 154 quelle nelle altre province.
Le scuole materne dell'O.N.A.I.R. si svilupparono progressivamente fino a raggiungere, nel 1942, il numero di 108 nella Venezia Tridentina (17 in provincia di Trento, le restanti nella provincia di Bolzano) e di 201 nelle altre terre dove l'Opera svolgeva la sua attività (con l'aggiunta del territorio di Spalato) (17).
Durante la seconda Guerra mondiale l'Ente si adoperò per tenere aperto il maggior numero possibile di scuole materne. Delle sue 300 e più scuole materne, nel 1945 funzionavano ancora 62 scuole, con 86 sezioni (18 in provincia di Bolzano, 34 in provincia di Trento, 10 in provincia di Udine).
Successivamente, furono aperte numerose scuole su precisa richiesta delle amministrazioni interessate e delle popolazioni.
Nel campo dell'educazione infantile l'Opera non si limitò al finanziamento e all'istituzione di scuole materne, ma si occupò anche della preparazione del personale didattico (direttori, vigilatrici, maestre); quando l'Ente iniziò la sua attività, gli asili rispondevano soltanto o prevalentemente a scopi caritativi di custodia e la maggior parte delle insegnanti era priva di una preparazione specifica. Già nel 1920 l'O.N.A.I.R. istituiva i primi corsi di preparazione per le maestre, cui facevano seguito nell'estate del '23 e del '24 i corsi di perfezionamento per le insegnanti di asilo infantile tenuti dalle sorelle Rosa e Carolina Agazzi e i corsi di preparazione per insegnanti di scuola materna diretti da Rosa Agazzi (18) nel '27 e '28. In questi stessi anni Rosa Agazzi collaborava inoltre con i Comitati regionali per le ispezioni delle scuole, la preparazione delle riunioni delle maestre e degli incontri con il personale. In seguito furono creati un Centro studi di pedagogia e didattica dell'educazione infantile (e della istruzione femminile), scuole magistrali a differenziazione agazziana, scuole materne "speciali" (esemplari), vennero instaurati rapporti di collaborazione con le Università, col Centro didattico nazionale per la scuola materna, favoriti gli scambi di informazioni ed esperienze con altre scuole italiane e straniere.
3. Scuole elementari rurali e sussidiate (Gestione delegata) (19):
Con R.D.L. 19.2.1926, n. 1667, il Governo affidava all'O.N.A.I.R. la gestione delegata delle Scuole diurne rurali - scuole elementari miste a più classi rette da un solo insegnante - della Venezia Tridentina (province di Trento e Bolzano).
Le norme di legislazione scolastica all'epoca vigenti prevedevano per l'istruzione elementare tre gradi (preparatorio, inferiore, superiore), mentre l'obbligo di frequenza era fissato dai 6 ai 14 anni di età. Il T.U. 5.2.1928, n. 577, suddivideva le scuole elementari in "classificate" (statali) e "non classificate" (non statali). Al mantenimento delle prime dovevano concorrere i Provveditori agli Studi; le seconde - istituite dai Provveditorati agli Studi - potevano essere gestite per delega dello Stato da Enti di cultura dotati di personalità giuridica oltreché di specifiche competenze e capacità nel campo didattico (è da notare che gli Enti operanti in tale periodo con delega quinquennale nelle regioni italiane assommavano a dieci). Le scuole non classificate cessavano di essere gestite per delega ed erano convertite in classificate quando il numero di alunni frequentanti risultava da almeno un biennio superiore a 60 unità; si chiudevano quando da un biennio il numero dei frequentanti era inferiore a 15. Esse, in seguito al R.D.L. 19.2.1931, assunsero la denominazione di Scuole uniche rurali.
C'erano poi le cosiddette scuole "sussidiate" (anch'esse uniche, pluriclasse, con un tetto massimo di 15 alunni e durata ridotta a 4/6 mesi del periodo di lezioni), che potevano essere aperte da privati e da Enti con l'autorizzazione del Provveditore agli Studi dove non esistesse alcun'altra scuola ed erano mantenute parzialmente con il sussidio dello Stato. Queste furono in numero esiguo rispetto alle rurali (ebbero una certa ripresa dopo la Seconda guerra mondiale soltanto nella provincia di Trento, fino alla cessata gestione da parte dell'O.N.A.I.R., avvenuta nel settembre del '69): data la situazione geografica e socio-culturale del Triveneto, la scuola che meglio corrispondeva alle esigenze della sua popolazione agricolo-montana, sparsa in piccoli ed isolati centri, era certamente la scuola unica rurale.
Con l'anno scolastico 1934/35, provvedimento ministeriale 15.6.1934, l'O.N.A.I.R. iniziava la gestione delegata delle scuole rurali uniche della Venezia Giulia (province di Trieste, Gorizia, Fiume e Pola).
L'anno seguente, in virtù del R.D.L. 26.9.1935, n. 1866, si arrivava finalmente anche per le scuole rurali alla sistemazione giuridica del personale insegnante ed al successivo passaggio nei ruoli del personale magistrale dello Stato.
Per effetto del R.D.L. 14.10.1938, n. 1771, col 1. 1. 1939 tutte le scuole rurali passavano alle dirette dipendenze dello Stato. Per un quinquennio, però, rimanevano ancora a gestione delegata le scuole rurali dell'O.N.A.I.R., quelle dell'Agro Romano e quelle degli Enti di bonifica.
Nelle zone annesse all'Italia durante la Seconda guerra mondiale (Dalmazia e Carnaro), le scuole rurali dell'O.N.A.I.R. vennero istituite con l'anno scolastico 1941/42.
Dal punto di vista organizzativo, le province nelle quali l'O.N.A.I.R. espletava la gestione delegata delle scuole rurali erano divise in Direzioni di zona ed Ispettorati tecnici, tutti facenti capo (a partire dal '34) alla Direzione generale delle scuole rurali e corsi serali di Trento.
Le scuole uniche rurali dell'Opera furono 373 nella Venezia Tridentina, 193 nella Venezia Giulia, 132 nei territori della Dalmazia, per un totale di 698 scuole; cessarono per disposizione di legge col 30.9.1943 (D.L. 31.5.1943, n. 570). Le scuole sussidiate furono in totale 96 (77 in provincia di Trento, 13 in provincia di Bolzano, 2 in provincia di Gorizia e 4 in provincia di Pola).
4. Scuole e corsi di cultura popolare, di addestramento e di istruzione professionale per adulti (Gestione delegata):
Col R.D.L: 20.8.1926, n. 1667, veniva delegata all'O.N.A.I.R. - assieme a quella delle scuole rurali - anche la gestione dei corsi popolari (serali e festivi) per adulti nelle province della Venezia Tridentina. Successivi provvedimenti ministeriali estendevano tale delega alle province della Venezia Giulia (a partire dall'anno scolastico 1934/35), della Dalmazia (dal 1941/42) e del Friuli - Venezia - Giulia (dal 1946).
Tali corsi venivano istituiti dall'O.N.A.I.R. nei piccoli centri rurali in collaborazione con le autorità scolastiche locali, tenendo conto delle diverse esigenze culturali e pratiche delle popolazioni. Essi si distinguevano nei seguenti tipi: a) corsi d'alfabeto (con lo scopo di fornire gli elementi della cultura a chi non aveva potuto frequentare la scuola elementare), b) corsi complementari (fornivano un insegnamento corrispondente a quello del grado superiore elementare - licenza V classe - ), c) corsi di cultura generale (miravano ad ampliare e ad approfondire la cultura acquisita nel corso superiore elementare o nei corsi complementari), d) corsi di lingua per emigranti, e) corsi di specializzazione professionale (destinati a svolgere, continuando il programma di cultura generale precedente, particolari cognizioni attinenti ad una determinata professione), f) e g) corsi di economia domestica e specializzazione femminile (per la preparazione della massaia e delle future madri di famiglia).
Ogni corso di tipo postelementare doveva attuare un determinato programma base; la durata complessiva del corso era di 120 ore per i corsi di cultura generale ed economia domestica, 100 ore per quelli di specializzazione. Di massima, gli allievi non potevano superare i 30, né essere inferiori ai 15; essi dovevano inoltre dare garanzia di regolare frequenza. Ciascuno di questi corsi, la cui conduzione veniva affidata ad insegnanti (elementari e specializzati) abilitati mediante specifici corsi magistrali e dotati dall'Opera dei necessari mezzi didattici, veniva ispezionato dal Direttore di zona e da quello dei Corsi O.N.A.I.R.; agli esami teorico - pratici finali presiedeva la commissione il Direttore didattico competente per Circolo statale.
Inoltre, eccezionalmente e per soddisfare particolari condizioni locali, potevano venir istituiti nei centri più grandi scuole speciali con carattere di maggiore stabilità: scuole di tessitura, di cucito, di agraria, ecc..
L'opera gestì fino al 1971 un totale di 7490 Corsi di cultura popolare, in 1888 sedi diverse, 3838 Corsi di economia domestica e professionali vari, in 857 sedi diverse.
5. Centri di assistenza scolastica:
In periodo di emergenza bellica (anni scolastici 1943/44 e 1944/45), al fine di provvedere all'assistenza scolastica dei numerosi studenti sfollati nelle varie località della provincia di Trento, l'Opera gestì pure - su delega del Provveditorato agli studi di Trento e con l'aiuto dei Comuni interessati - dei "Centri di assistenza culturale" per alunni di Scuole e di Corsi di avviamento professionale e dei "Centri di assistenza scolastica" per studenti di scuola media e media superiore (complessivamente: 24 centri, con 53 classi, per 577 alunni nell'anno scolastico '43/'44; 41 centri, con 84 classi, per 963 alunni nell'anno scolastico '44/'45). Ai centri per allievi di Corsi di avviamento fu dato un indirizzo eminentemente pratico e adatto all'ambiente, in quelli per allievi di Scuola di avviamento, tutti di tipo commerciale, venne svolto con qualche opportuno adattamento il normale programma; a quelli del terzo tipo vennero iscritti studenti di scuola media che non avevano la possibilità e i mezzi per provvedere privatamente alla frequenza scolastica.
La direzione di ciascun centro venne affidata dall'O.N.A.I.R. a personale docente di provata serietà e competenza, mentre la vigilanza fu affidata a personale ispettivo. Gli insegnanti di ruolo (comandati) venivano regolarmente retribuiti dal Provveditorato agli studi, quelli non di ruolo (incaricati) venivano retribuiti dall'O.N.A.I.R. con compenso pari a quello degli insegnanti dei Corsi serali.
6. Corsi magistrali di canto e musica secondo il metodo Ward:
A partire dal 1930 e fino all'anno scolastico 1940/41, l'Ufficio di Trento dell'Opera si occupò - col pieno appoggio del locale Provveditore agli studi - dell'introduzione e diffusione nelle scuole elementari della Venezia Tridentina del metodo di insegnamento del canto e della musica elaborato dalla musicista statunitense Justine Ward e basato sui principi della semplificazione all'estremo dell'apparato dottrinale della musica e dell'abbandono dell'imitazione nell'apprendimento del canto. Per il raggiungimento di tale scopo, vennero istituiti dall'Opera appositi corsi magistrali per l'apprendimento del metodo e dei corsi magistrali per il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento dello stesso.
7. Istruzione professionale femminile:
L'iniziativa più rilevante intrapresa dall'Opera nel settore dell'istruzione professionale femminile è rappresentata dalla creazione, nel 1960, del Centro per la preparazione professionale della donna o Istituto professionale femminile, dipendente dalla Direzione scuole ed istituti speciali. Esso trae origine dalla Scuola professionale per istitutrici sorta a Trento (20) con l'anno scolastico 1945/46 per volontà della locale Direzione Regionale O.N.A.I.R..
Prima ancora, a partire dal 1934, l'Opera gestiva su delega dell'amministrazione provinciale la Scuola professionale per vigilatrici d'infanzia (21) (dal '42, in conformità della legge 19.7.1940, n. 1098, Scuola professionale per puericultrici) collegata all'Istituto provinciale di assistenza all'infanzia di Trento, creato dall'O.N.A.I.R. nel 1921 (22) con l'intento di accogliere alla nascita e ad allevare fino al secondo o terzo anno di età i figli di madri nubili e di ignoti.
La scuola per istitutrici, unica in Italia, inizialmente si articolò sulle sezioni di Trento e Rovereto, poi, a partire dall'anno scolastico 1950/51, l'attività fu concentrata sulla scuola di Trento (via Don Rizzi). Col consolidamento dell'istituzione si diede ad essa una figura più precisa, trasformandola in Scuola - Convitto, dove le allieve potevano acquisire una solida preparazione professionale grazie ai tirocinii con i bambini in genere e con i bambini di scuola materna e di scuola elementare in particolare (23).
Dapprima l'istituto si articolò sulla scuola triennale per istitutrici (24) (in seguito Corso per le attività educative e assistenziali), poi anche in scuola per le attività domestico - sociali e scuola per l'abbigliamento, l'arredamento e l'arte applicata.
Nel maggio del 1964 la Scuola fu trasferita nella nuova sede di via del Torrione, progettata su precise indicazioni della Direzione Scuole e istituti speciali e dotata finalmente di opportuni ambienti di tirocinio per le allieve quali la scuola materna a più sezioni, il doposcuola per bambini di scuola elementare e di scuola media, lo "speciale" per ospitare giorno e notte bambini e allieve, il guardaroba, i laboratori di cucito, di economia domestica, ecc..
Con l'anno scolastico 1968/69 la Scuola venne trasformata in Istituto professionale femminile.
Intanto, anche sul versante della didattica erano stati fatti notevoli progressi, affinando e rendendo più moderni i programmi, migliorando, selezionando e arricchendo il corpo docente. L'adeguamento della struttura e dei programmi della scuola a quelli delle scuole statali rese possibile, alla fine dell'anno scolastico 1969/70, il raggiungimento dell'obiettivo del riconoscimento legale - previa superamento di esami di qualifica effettuati da commissioni nominate dal Provveditore agli Studi - dei titoli di studio rilasciati dall'Istituto: quello di "istitutrice", con in più l'innesto della nuova qualifica di "assistente all'infanzia" (corso per le attività educative assistenziali), e quello di "sarta" (corso per l'abbigliamento, l'arredamento e l'arte applicata). Inutile dire che ciò comportava, per le allieve diplomate presso la Scuola per istitutrici, la prospettiva di nuove possibilità di impiego, anche nella scuola materna statale.
In seguito venne abbandonato qualsiasi legame con la qualifica per istitutrici e la scuola si trasformò in scuola per assistenti per l'infanzia.
Con legge 30 aprile 1976, n. 338 (Disciplina delle professioni sanitarie ausiliarie infermieristiche e di igiene sociale, nonché dell'arte ausiliaria di puericultrice), si stabiliva che: "Il possesso del diploma di Stato di assistente all'infanzia costituisce titolo di preferenza per l'assegnazione a posti di servizio presso asili - nido ed ogni altra istituzione di assistenza all'infanzia sana, nonché a posti di servizio di assistenza alle attività ludiche negli ospedali infantili, nelle cliniche o reparti pediatrici, ospedalieri, con l'esclusione di ogni prestazione di carattere infermieristico".
Nel 1977 veniva approvata la L.P. 21 marzo 1977, n. 13, sull'ordinamento delle scuole d'infanzia in provincia di Trento, a seguito della quale con l'anno scolastico 1977/78 le attività sono state trasferite alla Provincia autonoma di Trento.
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