Opera nazionale di assistenza all’infanzia delle regioni di confine, Trento, 1919 ottobre 18 - 1977 luglio 4 ( 1919 ottobre 18 - 1977 luglio 4 )

Opera nazionale di assistenza all'infanzia delle regioni di confine, Trento, 1919 ottobre 18 - 1977 luglio 4

Opera nazionale di assistenza all'infanzia delle regioni di confine (ONAIRC)

Opera nazionale di assistenza all'Italia redenta (ONAIR)

ONAIR

ONAIRC

ente

1919 ottobre 18 - 1977 luglio 4

L'Opera nazionale di assistenza all'Italia Redenta sorse nel 1919, per iniziativa di S.A.R. la Duchessa d'Aosta, con lo scopo di assistere moralmente e materialmente le popolazioni - specialmente quelle allogene - della Venezia Tridentina, della Venezia Giulia e di Zara, con provvedimenti a favore della prima infanzia e della gioventù, mediante la creazione e l'esercizio di asili infantili, ricreatori, doposcuola, dispensari, consultori, laboratori femminili, scuole di cucito ed altre istituzioni (biblioteche circolanti, cori, ecc.).
Con decreto prefettizio del 26 luglio 1919, il sodalizio ricevette il riconoscimento ufficiale della propria personalità giuridica, limitatamente alla capacità di compiere negozi giuridici per il raggiungimento del suo fine ed eventualmente di stare in giudizio per le azioni che ne conseguissero.
Lo Statuto, approvato in data 18 ottobre 1919, venne a disciplinare l'attività dell'ente, definendone finalità e ordinamento.
Per la raccolta dei fondi l'Opera, presieduta da S.A.R. la Duchessa d'Aosta, funzionava per mezzo di Segretariati istituiti nelle principali città d'Italia e nelle colonie e dipendenti dal Segretariato generale di Roma, presso il quale operava per la direzione, la gestione e la legale rappresentanza dell'ente una Giunta esecutiva centrale composta di nove membri nominati direttamente dalla presidentessa (più eventuali membri aggiunti, in numero però non superiore a due).
Per il raggiungimento degli scopi prefissati, l'Opera si avvaleva inoltre di due Comitati regionali, uno a Trieste per la Venezia Giulia e uno a Trento per la Venezia Tridentina, ciascuno composto di almeno cinque membri e con alle sue dipendenze Volontarie e Consigliere d'assistenza; presso ogni Comitato regionale, presieduto dall'Ispettrice regionale delle volontarie d'assistenza, funzionavano un Segretario regionale e un Magazzino nel quale sarebbero dovuti affluire i materiali raccolti dai Segretariati delle varie città del Regno, per essere poi distribuiti alle istituzioni più bisognose.
Nei mesi a cavallo tra il 1924 e il 1925 si verificarono importanti mutamenti nell'ordinamento dell'Opera. Con regio decreto 23 ottobre 1924, numero 1803 (1), emanato su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri in base all'art. 2 del Codice civile e dietro parere favorevole del Consiglio di Stato, la stessa venne eretta in ente morale, con sede a Roma (2). In attesa dell'approvazione del nuovo Statuto, della cui redazione avrebbe dovuto occuparsi un'apposita commissione, la rappresentanza e amministrazione dell'ente veniva affidata ad una Giunta esecutiva centrale presieduta da S. A. R. la Duchessa d'Aosta e composta di nove membri effettivi più due aggiunti.
Funzioni effettive di direzione e vigilanza venivano deferite a due Ispettrici generali; a loro sarebbe spettato il compito, d'ora in avanti, di impartire disposizioni agli uffici regionali per l'esecuzione degli ordini e delle deliberazioni della presidenza (o del consigliere delegato dalla presidenza stessa) e della Giunta, di prendere accordi con le autorità locali, di dare direttive e formulare proposte per lo svolgimento dell'azione dell'Opera e per il suo incremento, di ispezionare gli uffici e le istituzioni da essa dipendenti.
Gli uffici regionali di Trento e Trieste, organi esecutivi dell'Opera nelle rispettive circoscrizioni, diventavano col nuovo ordinamento autonomi, indipendenti cioè dai cessati Comitati regionali di Trento e Trieste, trasformatisi in Segretariati. A ciascuno dei detti uffici veniva preposta una direttrice regionale, col compito di dirigere e amministrare le varie istituzioni comprese nella propria circoscrizione, avendo alle sue dipendenze tutto il personale e rispondendo agli organi centrali del buon andamento del servizio. A Zara si sarebbe conservato il Comitato, sorto nel 1920 e presieduto dal R. Prefetto, con funzioni analoghe a quelle degli uffici regionali.
Col nuovo ordinamento i Segretariati regionali, istituiti all'epoca della fondazione dell'O.N.A.I.R. nelle principali città del Regno e nelle colonie allo scopo di promuovere e raccogliere offerte in denaro per sussidiare o mantenere le istituzioni dell'Opera, venivano sciolti e ricostituiti su basi provinciali. In seguito vennero sostituiti dai Comitati provinciali. Ciascun Comitato si componeva di un Presidente, nominato da S.A.R. la Duchessa d'Aosta, due vice - presidenti, di una Giunta esecutiva di cinque membri (sette nei Comitati aventi sede in città con più di 500.000 abitanti), di un segretario e di un cassiere. Presso i Comitati potevano operare gruppi giovanili per la propaganda e la raccolta di fondi e oggetti, ed un Patronato. Per agevolare la raccolta dei fondi affidata ai Comitati, furono istituite - regolandone le iscrizioni mediante il rilascio di tessere - quattro categorie di "aderenti" all'Opera: Enti collettivi (versamento di lire mille, una volta tanto), Benemeriti (versamento di lire cinquecento, una volta tanto), Vitalizi (versamento di lire centocinquanta, una volta tanto), Annuali (versamento di venti lire all'anno, con impegno per tre anni, oppure di lire sessanta per triennio).
Col 1 gennaio 1928, per espressa disposizione del Governo in seguito alla ripartizione della regione Trentino - Alto Adige in due province, l'Opera costituì un proprio ufficio a Bolzano, assegnando ad esso le unità comprese nell'ambito di quella provincia e lasciando all'ufficio di Trento le unità comprese nella provincia di Trento, più le gestioni delegate delle scuole diurne rurali e delle scuole serali e festive, sia del Trentino, che dell'Alto Adige (3).
Cessata, nel 1942, l'attività dei Comitati provinciali, l'Opera continuava ad assolvere i suoi compiti in massima parte grazie ai contributi dello Stato. Per questo, con provvedimento adottato nel 1942 in base alla legge 19 gennaio 1939, n. 129, essa venne compresa fra gli Enti di interesse nazionale alimentati con fondi dello Stato, il cui bilancio preventivo e consuntivo doveva essere sottoposto all'approvazione del Parlamento. Nello stesso anno, in adempimento ad altre norme legislative - non essendo previsto tale ufficio nello Statuto dell'Opera - vennero nominati due revisori dei conti (o delegati di riscontro).
Nel 1943 S.A.R. la Duchessa d'Aosta lasciava la Presidenza dell'Ente per ragioni di salute.
Gli avvenimenti che seguirono l'armistizio dell'8 settembre 1943 comportarono gravi conseguenze oltreché nell'attività dell'Opera anche nella sua fisionomia istituzionale: venne sciolta la Giunta centrale, affidata l'amministrazione ad un Commissario straordinario e trasferito l'ufficio centrale da Roma a Padova.
Nell'immediato dopoguerra si assistette alla riorganizzazione dell'attività dell'Opera; Presidente e Direttore generale operavano in questa fase di riassetto dell'ente nella sede e per il tramite degli organi amministrativi e contabili dell'Ufficio - Direzione regionale di Trento (in via Calepina).
In seguito al distacco definitivo dal territorio nazionale, il vecchio Ufficio di Zara e quello più recente di Spalato cessavano di essere inclusi nella circoscrizione dell'O.N.A.I.R..
Anche l'Ufficio regionale di Trieste, rimasto fuori dal territorio nazionale, cessava dal 1 novembre 1946 di far parte dell'O.N.A.I.R. trasformandosi in un ente a sé, l'Opera asili infantili (O.A.I.), in base ad un provvedimento del Governo militare alleato. Per quanto riguarda le scuole materne esistenti in provincia di Udine, l'O.N.A.I.R. ne continuava la gestione mediante la creazione di un apposito nuovo Ufficio provinciale con sede a Udine. Il 15 settembre 1947, con la costituzione del Territorio libero, l'Ufficio O.A.I. di Trieste si vide privato della gestione di tutte le scuole materne che si trovavano in quelle parti della provincia di Trieste e di Gorizia non comprese nei limiti del Territorio; queste tornavano all'O.N.A.I.R., che ne riassumeva l'antica gestione mediante l'istituzione di un apposito Ufficio a Gorizia (1 settembre 1947), poi assorbito dalla Direzione regionale di Udine (istituita nell'ottobre del 1949) (4).
Nel 1948, in seguito a decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri (D.P.C.M. 18.6.1948), veniva ricostituito il Consiglio centrale dell'Opera con il compito principale di elaborare il testo del nuovo Statuto.
In esso (approvato con D.P.R. 16.01.1951, n. 1830) (5) si ridefinivano i fini principali dell'Ente: "l'istituzione e la gestione delle scuole materne e di istituti intesi al perfezionamento tecnico e didattico delle insegnanti e delle assistenti di dette scuole"; "l'istituzione e gestione di scuole sperimentali destinate all'addestramento di istitutrici dell'infanzia e dell'adolescenza" (art. 2). A ciò si aggiungeva la possibilità di assumere "l'organizzazione e la gestione di scuole e corsi di cultura popolare e professionale per la gioventù di ambo i sessi con particolare riguardo alla preparazione della donna al governo della casa ed ai lavori femminili", nonché quella di "corsi per il perfezionamento didattico degli insegnanti elementari con particolare riguardo destinati a condurre i corsi di cultura popolare e professionale femminile ed in genere ad occuparsi dell'educazione dei ceti rurali e popolari" (art. 3).
Ai mezzi necessari per il raggiungimento dei propri fini l'O.N.A.I.R. avrebbe dovuto provvedere, secondo l'art. 4 del nuovo statuto, mediante: "le rendite del proprio patrimonio; il gettito delle tasse d'iscrizione e di eventuali altre contribuzioni scolastiche"; "i contributi delle provincie e dei comuni interessati e le eventuali sovvenzioni concesse dallo Stato"; "tutte le liberalità sia per atti tra vivi sia per atti di ultima volontà disposti a suo favore ed ogni altro provento di qualsiasi natura che non siano destinati ad aumentarne il patrimonio"; "la raccolta dei fondi per mezzo di pubbliche sottoscrizioni e di private iniziative degli organi appositi".
Il nuovo Statuto stabiliva, poi, gli organi dell'Opera e le loro competenze: al Consiglio centrale, composto di undici (6) membri nominati ogni quattro anni dal Presidente del Consiglio dei ministri (tra questi, con la funzione di delegati al riscontro, un rappresentante della Corte dei Conti e uno del Ministero del Tesoro), spettava la deliberazione dei regolamenti per l'organizzazione interna e per lo stato giuridico ed economico del personale, la convalida delle nomine e dei licenziamenti disposti dal Presidente nell'esercizio delle sue funzioni esecutive, la creazione, soppressione e riforma delle istituzioni scolastiche ed assistenziali dipendenti, la determinazione dell'imposizione e della misura delle tasse scolastiche, l'esercizio dei poteri disciplinari ed in generale la deliberazione su tutti gli affari che interessavano l'Opera nella sua struttura e nella sua attività (art. 11); al Presidente del Consiglio spettava di rappresentare l'Opera e di curare l'esecuzione delle deliberazioni del Consiglio stesso, provvedere alla applicazione delle norme del Regolamento sullo stato giuridico ed economico del personale e di adottare, in caso di urgenza, tutti i provvedimenti necessari al buon funzionamento delle istituzioni dipendenti (art. 12); per l'attuazione dei fini dell'Onair era istituita una Direzione generale (alla diretta dipendenza del Presidente), dalla quale dipendevano gerarchicamente gli uffici periferici, a cui erano affidati i compiti inerenti alle varie gestioni (art. 13).
Nel Regolamento dell'ordinamento interno dell'Opera, emanato nel 1959, si delineava l'organizzazione dell'ente, specificando la fisionomia e le attribuzioni degli Uffici. La Direzione generale, con sede provvisoria a Trento (7), svolgeva le sue funzioni di segreteria della Presidenza e di direzione amministrativa per il tramite di un ufficio di segreteria e di una ragioneria; nell'opera di coordinamento dell'attività didattica delle dipendenti direzioni regionali e provinciali si avvaleva della collaborazione del Centro studi di pedagogia e didattica dell'educazione infantile e dell'istruzione femminile, istituito con il compito di "curare lo studio dei problemi pedagogici e didattici dell'educazione infantile", "studiare i problemi che riguardano l'istruzione professionale della donna e la sua preparazione alla famiglia", attendere a "l'ordinamento e le cure della biblioteca centrale esistente presso la direzione generale, lo spoglio delle riviste, dei periodici tecnici ed in generale delle pubblicazioni idonee a migliorare l'azione tecnico - didattica dell'Opera e a diffonderne la conoscenza" (art. 14). Presso la Direzione generale operava anche una Direzione delle scuole e degli istituti speciali, cui competeva di trattare i problemi e le questioni concernenti la istituzione, la organizzazione e la gestione delle scuole e degli istituti cosiddetti "speciali" (scuole materne con particolari caratteristiche, finalità e condizioni di ambiente, scuole e corsi di lavoro femminile e di economia domestica, scuole professionali e artigianali della donna, corsi di preparazione e perfezionamento dei maestri di scuola materna ed elementare, corsi di cultura popolare, scuole sussidiate), di "studiare la compilazione dei programmi", di esercitare la "vigilanza didattica dell'insegnamento" e seguire "la disciplina degli insegnanti"(art. 15) (8).
Alle Direzioni regionali e alle sezioni staccate provinciali delle stesse, spettava di amministrare le scuole materne comprese nella loro circoscrizione, nominare le maestre supplenti, trasferire le maestre di ogni ordine e grado, inviare alla direzione generale le domande delle maestre intese ad ottenere la nomina in ruolo nel grado straordinario, corredandole di tutti i documenti e relazioni prescritte dal Regolamento del personale, esprimere il proprio parere sulla promozione delle maestre dal grado straordinario al grado ordinario, proporre l'apertura di provvedimenti disciplinari, eventualmente istruirli, infliggere le punizioni di propria competenza, presentare proposte di collocamento a riposo e licenziamento del personale, sovrintendere alla vigilanza didattica sulle scuole dipendenti, vigilare sull'amministrazione dei fondi forniti alle scuole materne e compilare i rendiconti mensili da presentare alla ragioneria, amministrare i fondi forniti dalla Direzione generale e compilare i relativi rendiconti mensili, provvedere agli acquisti dei materiali necessari all'attività degli istituti dipendenti non forniti direttamente dalla direzione generale, curare la compilazione degli inventari, vigilare sulla riscossione delle tasse scolastiche, compilare e trasmettere ogni mese alla direzione generale le note nominative per il pagamento degli stipendi e delle retribuzioni del personale della loro circoscrizione (art. 17).
Nella seduta del 19 febbraio 1960 il Consiglio centrale deliberò il cambiamento della denominazione dell'Ente, ritenendo la sigla O.N.A.I.R. ormai non più rispondente alle mutate condizioni storiche e politiche: "la denominazione dell'Opera nazionale di assistenza all'Italia redenta (O.N.A.I.R.) è modificata in quella di Opera nazionale di assistenza all'infanzia delle regioni di confine (O.N.A.I.R.C.)" (art. 1 del D.P.R. del 4 settembre 1960, n. 1625) (9).
Quanto alla natura giuridica dell'Opera, nel maggio del 1962 il Consiglio di Stato si era espresso con parere favorevole in merito alla sua "pubblicità"; la "Legge di riordinamento dell'O.N.A.I.R.C." del 19 luglio 1971 (L. n. 565) (10) dichiarava l'ente di diritto pubblico e ne stabiliva le norme statutarie. Successivamente, nel settembre del 1973, entrava in vigore il nuovo Regolamento sullo stato giuridico ed economico del personale, contenente la pianta organica del personale dipendente distinta per ruoli e per carriere. Lo stesso Regolamento disponeva poi l'assunzione nei ruoli dell'Opera del personale già in servizio mediante appositi concorsi.
La storia dell'ente si conclude a seguito del D.P.R. 4 luglio 1977, n. 599 (11), di soppressione dell'O.N.A.I.R.C. - conseguenza della legge 20 marzo 1975, n. 70 (12), recante disposizioni sul riordinamento degli Enti pubblici. In Trentino Alto Adige, in forza delle leggi provinciali n. 36 del 17 agosto 1976 (13) (Bolzano) e n. 13 del 21 marzo 1977 (14) (Trento), il personale in servizio presso le locali sedi periferiche era stato trasferito - assieme ai beni mobili ed immobili di proprietà dell'Opera presenti sul territorio - alle rispettive Province autonome.
La legge 8 agosto 1977, n. 546 (15) , "Ricostruzione delle zone della regione Friuli Venezia Giulia e della regione Veneto colpite dal terremoto nel 1976", ha disciplinato il trasferimento allo Stato (Ministero della pubblica istruzione) delle scuole e del personale O.N.A.I.R.C. operanti in regioni diverse dal Trentino Alto Adige.

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ente di assistenza e beneficenza

1. Assistenza all'infanzia:
Quando, nel 1919, venne fondata l'Opera, il suo scopo primario era quello di offrire sostegno morale e materiale alle popolazioni dei territori annessi all'Italia dopo la guerra, con particolare attenzione alla prima infanzia.
Essa provvide alla distribuzione gratuita di indumenti, viveri e materiali sanitari; alla organizzazione di colonie alpine e marine per bambini; alla creazione di istituti per l'infanzia abbandonata (è del '21 l'istituzione a Trento, nel palazzo Consolati, del "Reparto assistenza all'infanzia" con annessa Scuola per puericultrici) e di Case materne per raccogliere i bambini abbandonati (quella fondata a Trieste nel 1920 rappresenta l'unica fondazione del genere per tutta la Venezia Giulia); alla distribuzione gratuita della refezione nelle scuole materne ed elementari; alla concessione di sussidi e contributi per il ricovero di bambini orfani e abbandonati, per orfanotrofi, ospedali (l'Opera finanziò in parte la costruzione dell'ospedalino "Maria di Savoia" a Trento), per l'ospedalizzazione delle partorienti (grazie al contributo dell'O.N.A.I.R. si rese possibile a Borgo Valsugana la fondazione di un ospedalino per partorienti disagiate e povere); alla creazione di dispensari per lattanti, di consultori prenatali, di consultori pediatrici e scolastici, di refettori materni (agli inizi degli anni Trenta, 20 erano gli istituti di assistenza igienico - sanitaria in funzione in provincia di Trento, 12 quelli operanti in provincia di Bolzano, 11 nella Venezia Giulia, 1 a Zara).

2. Scuole materne:
Nel settore delle scuole materne, l'Opera iniziò la propria attività nel 1920 con la concessione di contributi (fissi o straordinari) ad asili della Venezia Giulia e della Venezia Tridentina. Quasi contemporaneamente, su incarico del Ministero dell'istruzione, intraprese la gestione diretta di scuole, soprattutto nelle zone mistilingui delle due regioni.
Dal 1923 estese il proprio campo di attività nei territori dell'Istria, del Quarnaro e di Zara.
Sul finire del 1930, le scuole materne (16) gestite dall'Ente nella Venezia Tridentina erano 82 (quasi tutte in provincia di Bolzano), 154 quelle nelle altre province.
Le scuole materne dell'O.N.A.I.R. si svilupparono progressivamente fino a raggiungere, nel 1942, il numero di 108 nella Venezia Tridentina (17 in provincia di Trento, le restanti nella provincia di Bolzano) e di 201 nelle altre terre dove l'Opera svolgeva la sua attività (con l'aggiunta del territorio di Spalato) (17).
Durante la seconda Guerra mondiale l'Ente si adoperò per tenere aperto il maggior numero possibile di scuole materne. Delle sue 300 e più scuole materne, nel 1945 funzionavano ancora 62 scuole, con 86 sezioni (18 in provincia di Bolzano, 34 in provincia di Trento, 10 in provincia di Udine).
Successivamente, furono aperte numerose scuole su precisa richiesta delle amministrazioni interessate e delle popolazioni.
Nel campo dell'educazione infantile l'Opera non si limitò al finanziamento e all'istituzione di scuole materne, ma si occupò anche della preparazione del personale didattico (direttori, vigilatrici, maestre); quando l'Ente iniziò la sua attività, gli asili rispondevano soltanto o prevalentemente a scopi caritativi di custodia e la maggior parte delle insegnanti era priva di una preparazione specifica. Già nel 1920 l'O.N.A.I.R. istituiva i primi corsi di preparazione per le maestre, cui facevano seguito nell'estate del '23 e del '24 i corsi di perfezionamento per le insegnanti di asilo infantile tenuti dalle sorelle Rosa e Carolina Agazzi e i corsi di preparazione per insegnanti di scuola materna diretti da Rosa Agazzi (18) nel '27 e '28. In questi stessi anni Rosa Agazzi collaborava inoltre con i Comitati regionali per le ispezioni delle scuole, la preparazione delle riunioni delle maestre e degli incontri con il personale. In seguito furono creati un Centro studi di pedagogia e didattica dell'educazione infantile (e della istruzione femminile), scuole magistrali a differenziazione agazziana, scuole materne "speciali" (esemplari), vennero instaurati rapporti di collaborazione con le Università, col Centro didattico nazionale per la scuola materna, favoriti gli scambi di informazioni ed esperienze con altre scuole italiane e straniere.

3. Scuole elementari rurali e sussidiate (Gestione delegata) (19):
Con R.D.L. 19.2.1926, n. 1667, il Governo affidava all'O.N.A.I.R. la gestione delegata delle Scuole diurne rurali - scuole elementari miste a più classi rette da un solo insegnante - della Venezia Tridentina (province di Trento e Bolzano).
Le norme di legislazione scolastica all'epoca vigenti prevedevano per l'istruzione elementare tre gradi (preparatorio, inferiore, superiore), mentre l'obbligo di frequenza era fissato dai 6 ai 14 anni di età. Il T.U. 5.2.1928, n. 577, suddivideva le scuole elementari in "classificate" (statali) e "non classificate" (non statali). Al mantenimento delle prime dovevano concorrere i Provveditori agli Studi; le seconde - istituite dai Provveditorati agli Studi - potevano essere gestite per delega dello Stato da Enti di cultura dotati di personalità giuridica oltreché di specifiche competenze e capacità nel campo didattico (è da notare che gli Enti operanti in tale periodo con delega quinquennale nelle regioni italiane assommavano a dieci). Le scuole non classificate cessavano di essere gestite per delega ed erano convertite in classificate quando il numero di alunni frequentanti risultava da almeno un biennio superiore a 60 unità; si chiudevano quando da un biennio il numero dei frequentanti era inferiore a 15. Esse, in seguito al R.D.L. 19.2.1931, assunsero la denominazione di Scuole uniche rurali.
C'erano poi le cosiddette scuole "sussidiate" (anch'esse uniche, pluriclasse, con un tetto massimo di 15 alunni e durata ridotta a 4/6 mesi del periodo di lezioni), che potevano essere aperte da privati e da Enti con l'autorizzazione del Provveditore agli Studi dove non esistesse alcun'altra scuola ed erano mantenute parzialmente con il sussidio dello Stato. Queste furono in numero esiguo rispetto alle rurali (ebbero una certa ripresa dopo la Seconda guerra mondiale soltanto nella provincia di Trento, fino alla cessata gestione da parte dell'O.N.A.I.R., avvenuta nel settembre del '69): data la situazione geografica e socio-culturale del Triveneto, la scuola che meglio corrispondeva alle esigenze della sua popolazione agricolo-montana, sparsa in piccoli ed isolati centri, era certamente la scuola unica rurale.
Con l'anno scolastico 1934/35, provvedimento ministeriale 15.6.1934, l'O.N.A.I.R. iniziava la gestione delegata delle scuole rurali uniche della Venezia Giulia (province di Trieste, Gorizia, Fiume e Pola).
L'anno seguente, in virtù del R.D.L. 26.9.1935, n. 1866, si arrivava finalmente anche per le scuole rurali alla sistemazione giuridica del personale insegnante ed al successivo passaggio nei ruoli del personale magistrale dello Stato.
Per effetto del R.D.L. 14.10.1938, n. 1771, col 1. 1. 1939 tutte le scuole rurali passavano alle dirette dipendenze dello Stato. Per un quinquennio, però, rimanevano ancora a gestione delegata le scuole rurali dell'O.N.A.I.R., quelle dell'Agro Romano e quelle degli Enti di bonifica.
Nelle zone annesse all'Italia durante la Seconda guerra mondiale (Dalmazia e Carnaro), le scuole rurali dell'O.N.A.I.R. vennero istituite con l'anno scolastico 1941/42.
Dal punto di vista organizzativo, le province nelle quali l'O.N.A.I.R. espletava la gestione delegata delle scuole rurali erano divise in Direzioni di zona ed Ispettorati tecnici, tutti facenti capo (a partire dal '34) alla Direzione generale delle scuole rurali e corsi serali di Trento.
Le scuole uniche rurali dell'Opera furono 373 nella Venezia Tridentina, 193 nella Venezia Giulia, 132 nei territori della Dalmazia, per un totale di 698 scuole; cessarono per disposizione di legge col 30.9.1943 (D.L. 31.5.1943, n. 570). Le scuole sussidiate furono in totale 96 (77 in provincia di Trento, 13 in provincia di Bolzano, 2 in provincia di Gorizia e 4 in provincia di Pola).

4. Scuole e corsi di cultura popolare, di addestramento e di istruzione professionale per adulti (Gestione delegata):
Col R.D.L: 20.8.1926, n. 1667, veniva delegata all'O.N.A.I.R. - assieme a quella delle scuole rurali - anche la gestione dei corsi popolari (serali e festivi) per adulti nelle province della Venezia Tridentina. Successivi provvedimenti ministeriali estendevano tale delega alle province della Venezia Giulia (a partire dall'anno scolastico 1934/35), della Dalmazia (dal 1941/42) e del Friuli - Venezia - Giulia (dal 1946).
Tali corsi venivano istituiti dall'O.N.A.I.R. nei piccoli centri rurali in collaborazione con le autorità scolastiche locali, tenendo conto delle diverse esigenze culturali e pratiche delle popolazioni. Essi si distinguevano nei seguenti tipi: a) corsi d'alfabeto (con lo scopo di fornire gli elementi della cultura a chi non aveva potuto frequentare la scuola elementare), b) corsi complementari (fornivano un insegnamento corrispondente a quello del grado superiore elementare - licenza V classe - ), c) corsi di cultura generale (miravano ad ampliare e ad approfondire la cultura acquisita nel corso superiore elementare o nei corsi complementari), d) corsi di lingua per emigranti, e) corsi di specializzazione professionale (destinati a svolgere, continuando il programma di cultura generale precedente, particolari cognizioni attinenti ad una determinata professione), f) e g) corsi di economia domestica e specializzazione femminile (per la preparazione della massaia e delle future madri di famiglia).
Ogni corso di tipo postelementare doveva attuare un determinato programma base; la durata complessiva del corso era di 120 ore per i corsi di cultura generale ed economia domestica, 100 ore per quelli di specializzazione. Di massima, gli allievi non potevano superare i 30, né essere inferiori ai 15; essi dovevano inoltre dare garanzia di regolare frequenza. Ciascuno di questi corsi, la cui conduzione veniva affidata ad insegnanti (elementari e specializzati) abilitati mediante specifici corsi magistrali e dotati dall'Opera dei necessari mezzi didattici, veniva ispezionato dal Direttore di zona e da quello dei Corsi O.N.A.I.R.; agli esami teorico - pratici finali presiedeva la commissione il Direttore didattico competente per Circolo statale.
Inoltre, eccezionalmente e per soddisfare particolari condizioni locali, potevano venir istituiti nei centri più grandi scuole speciali con carattere di maggiore stabilità: scuole di tessitura, di cucito, di agraria, ecc..
L'opera gestì fino al 1971 un totale di 7490 Corsi di cultura popolare, in 1888 sedi diverse, 3838 Corsi di economia domestica e professionali vari, in 857 sedi diverse.

5. Centri di assistenza scolastica:
In periodo di emergenza bellica (anni scolastici 1943/44 e 1944/45), al fine di provvedere all'assistenza scolastica dei numerosi studenti sfollati nelle varie località della provincia di Trento, l'Opera gestì pure - su delega del Provveditorato agli studi di Trento e con l'aiuto dei Comuni interessati - dei "Centri di assistenza culturale" per alunni di Scuole e di Corsi di avviamento professionale e dei "Centri di assistenza scolastica" per studenti di scuola media e media superiore (complessivamente: 24 centri, con 53 classi, per 577 alunni nell'anno scolastico '43/'44; 41 centri, con 84 classi, per 963 alunni nell'anno scolastico '44/'45). Ai centri per allievi di Corsi di avviamento fu dato un indirizzo eminentemente pratico e adatto all'ambiente, in quelli per allievi di Scuola di avviamento, tutti di tipo commerciale, venne svolto con qualche opportuno adattamento il normale programma; a quelli del terzo tipo vennero iscritti studenti di scuola media che non avevano la possibilità e i mezzi per provvedere privatamente alla frequenza scolastica.
La direzione di ciascun centro venne affidata dall'O.N.A.I.R. a personale docente di provata serietà e competenza, mentre la vigilanza fu affidata a personale ispettivo. Gli insegnanti di ruolo (comandati) venivano regolarmente retribuiti dal Provveditorato agli studi, quelli non di ruolo (incaricati) venivano retribuiti dall'O.N.A.I.R. con compenso pari a quello degli insegnanti dei Corsi serali.

6. Corsi magistrali di canto e musica secondo il metodo Ward:
A partire dal 1930 e fino all'anno scolastico 1940/41, l'Ufficio di Trento dell'Opera si occupò - col pieno appoggio del locale Provveditore agli studi - dell'introduzione e diffusione nelle scuole elementari della Venezia Tridentina del metodo di insegnamento del canto e della musica elaborato dalla musicista statunitense Justine Ward e basato sui principi della semplificazione all'estremo dell'apparato dottrinale della musica e dell'abbandono dell'imitazione nell'apprendimento del canto. Per il raggiungimento di tale scopo, vennero istituiti dall'Opera appositi corsi magistrali per l'apprendimento del metodo e dei corsi magistrali per il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento dello stesso.

7. Istruzione professionale femminile:
L'iniziativa più rilevante intrapresa dall'Opera nel settore dell'istruzione professionale femminile è rappresentata dalla creazione, nel 1960, del Centro per la preparazione professionale della donna o Istituto professionale femminile, dipendente dalla Direzione scuole ed istituti speciali. Esso trae origine dalla Scuola professionale per istitutrici sorta a Trento (20) con l'anno scolastico 1945/46 per volontà della locale Direzione Regionale O.N.A.I.R..
Prima ancora, a partire dal 1934, l'Opera gestiva su delega dell'amministrazione provinciale la Scuola professionale per vigilatrici d'infanzia (21) (dal '42, in conformità della legge 19.7.1940, n. 1098, Scuola professionale per puericultrici) collegata all'Istituto provinciale di assistenza all'infanzia di Trento, creato dall'O.N.A.I.R. nel 1921 (22) con l'intento di accogliere alla nascita e ad allevare fino al secondo o terzo anno di età i figli di madri nubili e di ignoti.
La scuola per istitutrici, unica in Italia, inizialmente si articolò sulle sezioni di Trento e Rovereto, poi, a partire dall'anno scolastico 1950/51, l'attività fu concentrata sulla scuola di Trento (via Don Rizzi). Col consolidamento dell'istituzione si diede ad essa una figura più precisa, trasformandola in Scuola - Convitto, dove le allieve potevano acquisire una solida preparazione professionale grazie ai tirocinii con i bambini in genere e con i bambini di scuola materna e di scuola elementare in particolare (23).
Dapprima l'istituto si articolò sulla scuola triennale per istitutrici (24) (in seguito Corso per le attività educative e assistenziali), poi anche in scuola per le attività domestico - sociali e scuola per l'abbigliamento, l'arredamento e l'arte applicata.
Nel maggio del 1964 la Scuola fu trasferita nella nuova sede di via del Torrione, progettata su precise indicazioni della Direzione Scuole e istituti speciali e dotata finalmente di opportuni ambienti di tirocinio per le allieve quali la scuola materna a più sezioni, il doposcuola per bambini di scuola elementare e di scuola media, lo "speciale" per ospitare giorno e notte bambini e allieve, il guardaroba, i laboratori di cucito, di economia domestica, ecc..
Con l'anno scolastico 1968/69 la Scuola venne trasformata in Istituto professionale femminile.
Intanto, anche sul versante della didattica erano stati fatti notevoli progressi, affinando e rendendo più moderni i programmi, migliorando, selezionando e arricchendo il corpo docente. L'adeguamento della struttura e dei programmi della scuola a quelli delle scuole statali rese possibile, alla fine dell'anno scolastico 1969/70, il raggiungimento dell'obiettivo del riconoscimento legale - previa superamento di esami di qualifica effettuati da commissioni nominate dal Provveditore agli Studi - dei titoli di studio rilasciati dall'Istituto: quello di "istitutrice", con in più l'innesto della nuova qualifica di "assistente all'infanzia" (corso per le attività educative assistenziali), e quello di "sarta" (corso per l'abbigliamento, l'arredamento e l'arte applicata). Inutile dire che ciò comportava, per le allieve diplomate presso la Scuola per istitutrici, la prospettiva di nuove possibilità di impiego, anche nella scuola materna statale.
In seguito venne abbandonato qualsiasi legame con la qualifica per istitutrici e la scuola si trasformò in scuola per assistenti per l'infanzia.
Con legge 30 aprile 1976, n. 338 (Disciplina delle professioni sanitarie ausiliarie infermieristiche e di igiene sociale, nonché dell'arte ausiliaria di puericultrice), si stabiliva che: "Il possesso del diploma di Stato di assistente all'infanzia costituisce titolo di preferenza per l'assegnazione a posti di servizio presso asili - nido ed ogni altra istituzione di assistenza all'infanzia sana, nonché a posti di servizio di assistenza alle attività ludiche negli ospedali infantili, nelle cliniche o reparti pediatrici, ospedalieri, con l'esclusione di ogni prestazione di carattere infermieristico".
Nel 1977 veniva approvata la L.P. 21 marzo 1977, n. 13, sull'ordinamento delle scuole d'infanzia in provincia di Trento, a seguito della quale con l'anno scolastico 1977/78 le attività sono state trasferite alla Provincia autonoma di Trento.

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Istruzione

Assistenza/beneficenza

1) Pubblicato nella G.U. 22 novembre 1924.
2) Per concessione della Presidenza del Consiglio dei ministri, l'Opera poté ottenere un locale arredato al terzo piano del Palazzo Viminale, dove stabilì, oltre alla propria sede centrale, anche l'Ufficio del Segretariato generale.
3) Nel '34, in seguito all'estensione della delega anche alle scuole rurali e ai corsi serali per adulti della Venezia Giulia, verrà istituita a Trento presso il locale ufficio esecutivo una Direzione generale per le scuole rurali e corsi per adulti, con a capo il dott. Molina.
4) Nel 1963 le scuole dell'O.A.I. tornarono all'Opera e a Trieste venne istituito un nuovo Ufficio (Direzione) provinciale.
5) In G.U. n. 144 del 24 giugno 1952.
6) Tredici in seguito alla modifica dello Statuto deliberata dal Consiglio centrale dell'ente nella seduta del 29 aprile 1969 e approvata con Decreto del Presidente della Repubblica del 27 settembre 1970, n. 1428 (in G. U. n. 89, 9 aprile 1971).
7) Art. 30 del Regolamento dell'ordinamento interno dell'Opera: "fino a quando le esigenze dell'opera di riorganizzazione e di incremento dell'Opera richiederanno che la direzione generale mantenga la propria sede in Trento, una sezione staccata della direzione generale medesima, denominata ufficio centrale, continuerà a funzionare in Roma per tutte le operazioni che devono svolgersi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, presso le altre amministrazioni centrali dello Stato, e presso altri enti per affari inerenti agli interessi dell'Opera".
8) Già nel 1958 era stata sentita l'esigenza di dare un nuovo ordinamento alla Direzione generale, per consentire una più organica trattazione degli affari e snellire l'attività delle Direzioni regionali, con la creazione dell'Ufficio "Divisione speciale" per la trattazione delle pratiche riguardanti la Scuola professionale per istitutrici e istituzioni annesse, il Centro studi di economia domestica di Trento, le Scuole serali e festive di economia domestica e in generale ogni attività relativa alla cultura popolare e femminile, le Scuole sussidiate, la Sezione degli studi agazziani, la preparazione delle maestre, le scuole materne esemplari extraregionali (in seguito entrate a far parte dell'ambito di competenza della Direzione delle scuole extraregionali, che operò fino alla soppressione delle stesse, in ottemperanza alle disposizioni impartite dagli organi di vigilanza e di controllo in quanto situate fuori dei confini territoriali assegnati, fino dalla sua costituzione, all'Opera).
9) In G.U. n. 7 del 9 gennaio 1961.
10) In G.U. n. 201 del 10 agosto 1971.
11) In G.U. n. 233 del 27 agosto 1977.
12) In G.U. n. 87 del 2 aprile 1975.
13) In B.U. n. 40 del 20 settembre 1976.
14) In B.U. n. 15 del 28 marzo 1977.
15) In G.U. n. 227 del 22 agosto 1977.
16) Nel frattempo, per effetto della riforma Gentile (D.M. 31 dicembre 1923), gli asili infantili erano stati trasformati in scuole materne del grado preparatorio.
17) Solo per il 1943 l'Opera gestì anche una scuola materna a Lubiana.
18) Rosa Agazzi (1866 - 1951), fondatrice del metodo pedagogico e didattico che prese il suo nome e che fu adottato da tutte le scuole materne gestite dall'Opera.
19) Le entrate e le spese delle gestioni delegate non figuravano nei bilanci propri dell'Opera, formando esse oggetto di anticipazioni e corresponsione di fondi da parte del Ministero della pubblica istruzione, al quale si presentavano speciali contabilità, sottoposte al controllo della Corte dei Conti. I rapporti amministrativi col Ministero si svolgevano attraverso il Segretariato generale dell'O.N.A.I.R., ma la direzione didattica, la tenuta delle contabilità e la responsabilità delle gestioni erano affidate all'Ufficio regionale di Trento (dal '34 alla Direzione generale per le scuole rurali e corsi per adulti).
20) Trovava sistemazione nel palazzo ex "Monte di Pietà", in Piazza Fiera.
21) La scuola, alla quale erano annessi anche un Corso di economia domestica e un Corso di lavori femminili, in seguito ai bombardamenti del 1943 che ne distrussero la sede originaria di Palazzo Consolati, fu trasferita a Costa di Vigalzano in alcuni locali dell'ospedale psichiatrico di Pergine; terminata la guerra trovò anch'essa sistemazione a Trento nel palazzo "ex Monte di Pietà", in Piazza Fiera.
22) Istituito dall'O.N.A.I.R. nel 1921, successivamente divenuto provinciale pur continuando ad essere gestito dall'Opera (per delega) fino al '48, anno in cui l'amministrazione provinciale revocava la delega per proprie necessità amministrative; ciò portava alla cessione alla Provincia anche della Scuola professionale di puericultura, strettamente legata all'Istituto provinciale per via delle attività sperimentali di tirocinio delle allieve.
23) Sempre con l'anno scolastico 1950/51, venne istituita a Rovereto una Scuola di preparazione tecnica della donna alla futura missione di direttrice della casa e di educatrice dei bambini.
24) Affiancato, fino all'anno scolastico 1970/71, da un corso accelerato riservato ad allieve di 18 anni di età in possesso di particolari titoli e requisiti.

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La scheda è stata redatta nel 2011 nell'ambito dell'inserimento dei dati dell'inventario dell' Opera nazionale assistenza infanzia regioni di confine (ONAIRC) curato da Fabio Margoni nel 1997, utilizzando i dati presenti nel medesimo inventario e apportando le modifiche necessarie a garantire la coerenza rispetto alle regole di descrizione contenute nel manuale "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento, 2006.

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Archivio dell'Opera nazionale di assistenza all'infanzia delle regioni di confine
- Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia, nn. vari.
- Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, nn. vari.
- Bollettino ufficiale della Regione Trentino - Alto Adige, nn. vari.
- Quaderni pubblicati dall'Opera, nn. vari.

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Denominazione Estremi cronologici
Documentazione dell'archivio dell'Opera Nazionale Assistenza Italia Redenta (ONAIR)
Opera Nazionale Assistenza Infanzia Regioni Confine - ONAIRC
Denominazione Estremi cronologici
Asilo infantile di Imer