Cunevo si trova nella Valle di Non, sulla sponda destra del Noce sull'altopiano cosiddetto del "Contà". Il "Contà" o "Contado" di Flavon, che comprendeva anche i paesi di Flavon e Terres, fu culla della potente famiglia Flavon che nei secoli XI-XIII deteneva il feudo.
I Flavon, famiglia nota ancora nel 1004 all'epoca dell'imperatore Enrico II, furono tra i primi nobili a ricoprire la prestigiosa carica di "avvocati del principato", esercitando per conto del principe vescovo il potere temporale-amministrativo civile e militare. Nell'arco di poco più di tre secoli riuscirono a possedere beni vasti e importanti, soprattutto nelle valli del Noce e nelle Giudicarie.
Il Contado di Flavon passò alla fine del XIII secolo alla nobile famiglia Coredo di Castel Valer, quindi agli Spaur che lo tennero fino alla soppressione dei giudizi patrimoniali.
In seguito all'incorporazione del Dipartimento dell'Alto Adige nella Provincia del Tirolo e all'istituzione dei Giudizi distrettuali, le cessate giurisdizioni patrimoniali di Spor e Belfort furono incorporate al Giudizio distrettuale di Mezzolombardo, mentre l'antico Contado di Flavon con i comuni di Flavon, Terres e Cunevo vennero aggregati al neoistituito Giudizio distrettuale di Cles.
Dal punto di vista ecclesiastico gli abitanti di Cunevo dipendevano anticamente dalla parrocchia di Flavon, nella quale si recavano per assistere alle sacre funzioni e per ricevere i sacramenti.
Con un decreto emesso in occasione della visita pastorale del 1708, in seguito alle proteste del parroco di Flavon veniva autorizzata la celebrazione della prima messa nella chiesa di San Lorenzo di Cunevo, per garantire in loco la possibilità di frequentare i divini uffici agli ammalati e agli anziani e senza pregiudicare le ragioni parrocchiali, fermo restando l'obbligo di frequentare la parrocchiale per coloro che avevano la possibilità di recarsi a Flavon.
Nel decreto vescovile ("decreta personalia") emanato in occasione della visita pastorale del 1742 si trova una breve descrizione delle condizioni religiose della pieve di Flavon, dove gli unici sacerdoti presenti erano il parroco e un confessore. Per favorire la frequenza ai Sacramenti il vescovo esortava i vicini delle varie comunità ad eleggere un proprio primissario che ascoltasse le confessioni dei fedeli e che celebrasse la messa prima di buon mattino.
Nella visita effettuata alla parrocchia di Flavon nel 1751 il vescovo si rammaricava del fatto che i sacerdoti si impegnavano poco nella dottrina cristiana e che, allo stesso tempo, gli uomini di Cunevo si dimostravano negligenti nel frequentarla e quindi invitava il parroco a prendere i necessari provvedimenti.
Nella relazione presentata ai visitatori nel 1766 il parroco di Flavon riferiva che nella cura d'anime era coadiuvato da don Carlo Dallatorre e che "nel tempo che le strade sono cattive a Cunevo e a Terres faccio celebrare da qualche sacerdote e faccio somministrare i sacramenti una volta agli infermi" (1).
Al pari dei vicini paesi di Termon e Terres, già elevati a curazia rispettivamente nel 1723 e nel 1806, anche Cunevo si attivò per la concessione di una stazione di cura d'anime mediante la nomina di un sacerdote stabile. Dal 1647 le tre messe settimanali erano celebrate nella chiesa di Cunevo dal sacerdote investito del beneficio Job (2).
Già nel 1805 l'autorità governativa sollecitava l'erezione di una cappellania in Cunevo proprio utilizzando la dotazione del beneficio Job. Forti di questi argomenti i rappresentanti della popolazione di Cunevo fecero formale richiesta affinchè il beneficio fosse incorporato alla erigenda cappellania, proponendo nel contempo i capitoli da sottoscrivere con il sacerdote. Dopo aver concordato con il parroco di Flavon le condizioni alle quali doveva attenersi il primissario nell'assumere il nuovo incarico di cura d'anime, il 12 marzo 1806 i rappresentanti della comunità rivolsero nuovamente istanza all'autorità ecclesiastica per la definitiva approvazione.
Trascorse oltre un anno, e il 1 luglio 1807 venne formalmente istituita la primmissaria curata di Cunevo, alla quale venne incorporato il beneficio Job (3).
Il primissario curato, che doveva coadiuvare il parroco di Flavon nella cura delle anime degli abitanti della villa di Cunevo, aveva l'obbligo di celebrare le tre messe settimanali previste dal fondatore, di celebrare la prima messa sia nei giorni feriali che in quelli festivi, di insegnare a leggere e scrivere alla gioventù di Cunevo, spiegare il catechismo la domenica, udire le confessioni e recitare il Rosario. Non essendo le rendite beneficiali sufficienti per il mantenimento del primissario e maestro, il comune di Cunevo venne obbligato a fornire la casa con l'orto e la legna per il riscaldamento, a contribuire con l'importo di 60 fiorini in denaro, ripartiti tra tutti gli abitanti del paese.
Il diritto di presentazione spettava al più anziano della famiglia Job e al comune di Cunevo.
Il primo primissario curato di Cunevo fu don Francesco Antonio Dolzani, nominato il 28 gennaio 1808, che rimase a Cunevo fino alla sua morte, avvenuta il 22 gennaio 1833.
Nella relazione presentata in occasione della visita pastorale del 1838, il parroco di Flavon don Luigi Pinamonti auspicava che, a causa della distanza dalla chiesa parrocchiale e dell'aumento della popolazione, sarebbe stato necessario erigere una regolare stazione di cura d'anime (4).
Qualche anno dopo, in occasione della nomina di don Antonio Lorenzi a primissario, furono stipulati gli accordi con il Comune in merito ai reciproci diritti e doveri e al compenso per il curato: il sacerdote doveva celebrare ogni giorno la messa a maggior comodità del popolo e amministrare i Sacramenti; tenere ogni domenica l'istruzione cristiana per i fanciulli; recitare il Santo Rosario tutte le domeniche e feste e poi dai Santi fino a Pasqua ogni sera; visitare, assistere e confortare gli infermi; celebrare ogni settimana dell'anno nella chiesa curaziale tre messe previste dal documento di erezione del beneficio Job; celebrare o far celebrare otto messe a favore della famiglia Iosi nella chiesa parrocchiale di Denno; celebrare nella chiesa curata due messe a beneficio di Cristoforo Zanon e un'altra messa a beneficio di Gianbattista Cova; tenere la scuola ai fanciulli e alle fanciulle. Le condizioni imposte dalla rappresentanza comunale prevedevano che il curato ricevesse dal Comune l'importo di 200 fiorini, che abitasse nella casa curaziale e avesse l'usufrutto dell'annesso orto. Per la celebrazione delle messe riceveva dal comune un'elemosina stabilita dall'Ordinariato e per le lezioni scolastiche un onorario stabilito per legge. Il Comune inoltre forniva la legna gratuitamente (5).
Il 12 luglio 1842, in seguito alla richiesta del capo comune di Cunevo e con il permesso del parroco di Flavon, venne concesso nella chiesa di San Lorenzo il fonte battesimale, alla condizione di ricevere l'acqua benedetta il Sabato Santo nella chiesa parrocchiale di Flavon, alla quale funzione doveva intervenire anche il primissario curato. In seguito a tale concessione il primissario curato doveva tenere un registro di tutti i battesimi amministrati, presentandone un esemplare ogni trimestre al parroco di Flavon per l'inserimento degli stessi sul registro dei nati e battezzati di tutta la parrocchia; al parroco di Flavon spettava il diritto di rilasciare fedi o attestati battesimali, come pure tutti gli altri diritti parrocchiali (6).
Sempre nel 1842 gli amministratori comunali avanzarono la richiesta all'autorità ecclesiastica di poter avere un tabernacolo per la conservazione del Santissimo Sacramento. Il 31 dicembre 1842 l'Ordinariato dichiarava al Capitanato circolare di Trento di essere disposto ad accordare tale facoltà, solo dopo aver appurato che la chiesa fosse in grado di mantenere l'illuminazione del Santissimo Sacramento. Passarono due anni prima di poter raccogliere il capitale attivo necessario e di poter ricevere l'assenso definitivo del parroco di Flavon, che pose la condizione che durante la Pasqua la popolazione di Cunevo dovesse comunque recarsi nella chiesa parrocchiale a ricevere l'Eucarestia. La concessione venne ratificata dal vescovo di Trento il 10 agosto 1845. Il 1° aprile 1847 venne posto nel Sepolcro il Santissimo Sacramento (7).
In seguito alla costruzione della nuova chiesa dedicata al Santissimo Redentore, l'Ordinariato vescovile di Trento ribadiva la dipendenza dal parroco di Flavon e i suoi diritti per le celebrazioni delle funzioni solenni e, per mantenere la memoria delle devozione al titolare della vecchia chiesa, stabiliva l'obbligo del parroco di recarsi ogni anno a Cunevo nel giorno di San Lorenzo a celebrare la santa messa e i vespri (8).
Nella riunione della rappresentanza comunale di Cunevo del 2 marzo 1913, emerse la proposta di far cessare l'obbligo di prendere parte ad alcune funzioni religiose di Flavon e venne deliberato all'unanimità di fare il possibile affinché queste funzioni fossero celebrate nella chiesa del paese.
Lentamente la curazia si stava sottraendo ad ogni vincolo di dipendenza dalla matrice: già nel 1901 il curato locale aveva ricevuto la concessione di celebrare i funerali con l'obbligo di tenere il registro dei morti mentre dal 1914 la delega avuta dal parroco di Flavon di benedire i matrimoni, con l'onere della tenuta del relativo registro (9).
Nel 1938 sorsero delle divergenze tra il curato di Cunevo e il nuovo parroco di Flavon don Enrico Bertagnolli, che intendeva ripristinare le antiche consuetudini di dipendenza della curazia dalla parrocchia. La vertenza venne deferita alla Curia che nel 1939 decise in favore del curato.
Ancora nel 1959 la Curia cercava di accertarsi presso il curato se esistevano le condizioni canoniche per la separazione di Cunevo dalla matrice; ricevuta conferma dal curato che già da almeno 40 anni la comunità di Cunevo non partecipava alle sacre funzioni nella chiesa di Flavon, con decreto del 17 dicembre 1959 avente effetto dall'1 febbraio 1960, la curazia di Cunevo venne elevata a parrocchia.
ELENCO DEI CURATI
1808-1833 Francesco Antonio Dolzani
1833 Francesco Dallatorre (provvisore)
1833-1835 Giovanni Cattani
1836-1841 Giacomo Filippo Belfanti
1841 Francesco Dallatorre
1841-1878 Antonio Lorenzi
1878-1887 Giovanni Battista Dolzani
1887-1907 Domenico Battisti
1907-1909 Quinto Concini
1910-1958 Giuseppe Endrizzi
Espandi il testo
Comprimi il testo