Date di esistenza
1910 maggio 14-1997 settembre 25
Storia
Nato a Rovereto (Tn) nel 1910 quando il Trentino era parte dell'Impero austro-ungarico, all'età di cinque anni, alla vigilia del conflitto italo-austriaco, viene mandato con la famiglia in esilio in Austria, a Weng bei Altheim, nei pressi del campo profughi trentini di Braunau. Dopo il rientro, avvenuto nel 1919, risiede a Rovereto, dove frequenta le scuole, fino al diploma di computista commerciale conseguito alla Scuola media commerciale pareggiata di Rovereto.
Nel 1931 parte per il servizio di leva, svolto ad Imperia, presso il comando della divisione "Cosseria" comandata dallo storico e scrittore militare gen. Rodolfo Corselli. Assegnato ai servizi speciali dell'Ufficio di stato maggiore in qualità di disegnatore-dattilografo, collabora col periodico "L'amico del soldato".
Tornato a Rovereto, inizia la sua collaborazione con pubblicazioni locali, come "Il Bollettino del Museo storico italiano della guerra", e scrive cronache giornalistiche per il quotidiano "Il Brennero" e la rivista "La Ghirba" di Torino.
Nel 1934 viene chiamato ad assumere le funzioni di segretario presso il comitato cittadino dell'Opera nazionale balilla (ONB), carica da cui si dimette per protesta contro l'ingiustizia della mancata concessione di una borsa di studio ad un meritevole ragazzo roveretano, perché figlio di un fotografo ambulante. Sempre nel 1934, scrive un pezzo teatrale, "Il duce dei Mille", mentre sulla rivista "La Ghirba" di Torino inizia la pubblicazione a puntate de "Il diario di Damiano Chiesa"; è inoltre autore di alcune pagine inserite nel IV volume dell'"Antologia dei giovani poeti e scrittori italiani". Inizia quest'anno anche la sua collaborazione con "Il corriere dei piccoli" di Milano.
Un suo racconto, "Cupidama", è pubblicato a Rovereto nel 1936 e nello stesso anno viene pubblicato a Milano per Editoriale Moderna "Il diario di Damiano Chiesa".
Nel giugno del 1936 si imbarca volontario a Napoli con la divisione Cosseria con destinazione Massaua in Etiopia; in questo periodo continua a scrivere articoli per il "Trentino" e tiene un diario d'Etiopia, dove annota le vicende principali della sua permanenza in Africa Orientale. Sua è l'iniziativa della prima Mostra fotografica e di arte africana organizzata in Africa, a Mai Cannetà, nella regione del Tambien.
In seguito si unisce alla divisione "Laghi" con cui raggiunge, nel 1937, il capoluogo e sede del governo di Galla e Sidama, Gimma.
Congedato nel 1937, rimane a Gimma come civile e dipendente dell'allora Ministero dell'Africa italiana - Ufficio studi, per il quale lavora in qualità di responsabile dell'Ufficio stampa del Galla e Sidama, fondando e dirigendo il "Bollettino di Gimma", bisettimanale a stampa che conclude le sue pubblicazioni nel 1939. Cura inoltre il giornale - radio di Gimma, diffuso in italiano e poi tradotto in galla ed amarico, diffuso a mezzo altoparlante e comprendente notizie e informazioni locali, di agricoltura e di artigianato.
Prima e durante il servizio presso l'Ufficio studi, è attivo collaboratore del Touring Club italiano, contribuendo alla compilazione della "Guida dell'Africa Orientale italiana", edita nel 1938.
Lo scioglimento del "Bollettino di Gimma" porta successivamente al sorgere del settimanale "La Pattuglia", di formato e natura diversa e al cui primo numero collabora anche Curzio Malaparte.
Lavora nel frattempo anche alle "Novelle dal clima duro" e a "L'eroe di Daro Taclè", opere rimaste per il momento inedite a causa delle vicissitudini belliche.
A fine 1939 lascia il Galla e Sidama in licenza matrimoniale, rientrando in Italia per sposare Vera Campanino di S. Giovanni dei Zoppi e per partecipare a Napoli alla commemorazione del primo caduto in Africa Orientale, Mario Morgantini.
Nel semestre di permanenza in Italia tiene a Rovereto, all'Istituto di cultura, una conferenza sul tema "Acrobazie di stampa in Africa" e, nel febbraio del 1939, si iscrive all'albo dei giornalisti.
Richiamato alle armi nel 1940, parte per il fronte nel Galla e Sidama inquadrato nella divisione del gen. Di Pralormo. Nei primi mesi del 1941 tiene un altro diario d'Etiopia, interrotto alcuni giorni prima della cattura da parte degli inglesi nella regione dell'Omo Bottego.
L'esperienza della prigionia segna profondamente il destino di Mario Gazzini, che, già allora interessato all'Africa, ne fu definitivamente conquistato.
Prigioniero di guerra dal 12 giugno 1941 al 21 gennaio 1947, conosce i lavori forzati nei campi provvisori d'Etiopia. Trascorre qualche mese in Somalia e poi in Kenya, dove subisce gli avvenimenti del 1943 e i giorni connessi all'assunzione del governo da parte di Badoglio. Dopo varie peripezie, nel 1944 arriva nel campo per prigionieri di guerra di Pietermaritzburg, in Sud Africa, dove conosce il ferrarese Mario Vacchi, amico e futuro collaboratore nei restanti anni di prigionia; insieme rifondano il settimanale "La pattuglia repubblicana", che si aggiunge alle altre pubblicazioni"a muro" del campo. Nel 1945, con il numero di matricola 59296 e insieme a Mario Vacchi, approda nel campo di Zonderwater, nel Transvaal, non lontano dalla capitale Pretoria.
Durante la permanenza nel campo, tra le varie attività, continua a produrre lavori scritti, tra cui i testi per "Il canto del prigioniero" e "Amor di sogno", pezzi musicati dal prigioniero Alberto Scoppetta.
Scrive insieme a Mario Vacchi l'opera teatrale "Cuori e croci", che sarà però edita solo nel 1950 e soprattutto, sempre insieme a Mario Vacchi, compone la sua opera principale, "Italiani nel Sud", ultimata a fine 1946 e composta di più di mille pagine, ma pubblicata in Italia, dopo varie revisioni e riscritture solo nel 1987, dalla casa editrice Bonacci col titolo "Zonderwater. I prigionieri in Sudafrica (1941-1947)".
Finalmente, quasi a un biennio dalla fine della guerra, l'ultimo convoglio di prigionieri di guerra proveniente dal Sudafrica, e con lui Mario Gazzini, arriva a Napoli: è la nave "Chitral" ed è il 21 gennaio 1947.
Collocato in congedo illimitato nel marzo 1947, si stabilisce a Roma con la moglie, riprendendo l'attività giornalistica e la collaborazione a riviste e quotidiani.
Viene riassunto dal non ancora disciolto Ministero dell'Africa italiana all'Ufficio studi presso l'archivio storico, assumendo la reggenza dell'archivio fin dopo l'avvenuto passaggio al Ministero degli affari esteri.
Sempre nel 1947 inizia la collaborazione alla rivista "Affrica" e alla "Gazzetta dei piccoli".
Nel 1948 accetta la nomina di Commissario centrale del Corpo nazionale giovani esploratori italiani (CNGEI), diventando anche direttore della rivista scout "Sii preparato!".
Gazzini fa parte dell'Associazione regionale "Famiglia trentina" a Roma, per la quale scrive articoli e prepara servizi giornalistici.
Ancora nel 1948, per l'Enciclopedia italiana Treccani, cura la voce "prigionieri di guerra" e "scoutismo".
Contemporaneamente all'intensa attività di ricerca svolta per l'Ufficio studi, collabora alla "Voce dell'Africa", notiziario dell'Istituto italo-africano, alla "Gazzetta dei piccoli" e a "Montagne e uomini", sempre sul tema Africa.
Dal 1950 diventa direttore del bisettimanale di cultura e varietà "Il medaglione" e della rivista"Boy scout".
Nel maggio del 1952 nasce la figlia Tiziana, che seguirà le orme del padre, diventando giornalista e scrittrice.
In seguito alla soppressione del Ministero dell'Africa italiana, avvenuta nel 1953, chiede ed ottiene di andare in pensione. Da questo momento la sua attività di giornalista ed esperto africanista si intensifica, facendo ricerche per conto dell'"Associazione africanisti italiani" e per l'"Istituto italo-africano".
Contemporaneamente continua a lavorare alla sua opera "Zonderwater", presentandone una copia al concorso per la "Fondazione G. Civinini" nel 1953; fa richiesta ad alcune case editrici di pubblicare il volume, ma senza esito.
Dal 1955 al 1972 diventa collaboratore per il "Comitato per la documentazione dell'Opera dell'Italia in Africa" scrivendo le tabelle cronologiche in appendice ai volumi della serie "L'Italia in Africa"; inoltre viene incaricato dal Ministero di curare le voci "Lavoro italiano in Africa" e "L'opera dei prigionieri di guerra italiani in Africa". In qualità di esperto, diventa gerente e consegnatario del settore Archivio storico e fondi archivistici del cessato Ministero dell'Africa italiana, fondi poi acquisiti dal Ministero degli affari esteri.
Dal 1957 è reggente della segreteria generale dell'"Unione stampa periodica italiana (USPI)".
Nel 1961 diventa direttore della rivista "Scoutismo" mentre dal 1964 in poi è incaricato dalla RAI, Direzione dei servizi giornalistici e programmi per l'estero, di curare il servizi radiofonici Italia ¿ Africa trasmessi ad onde corde e in varie lingue.
Nel frattempo lavora al volume "Provvedimenti per l'Africa. Consiglio superiore coloniale.1923-1939" a cura del Comitato per la documentazione dell'Opera dell'Italia in Africa.
Nel 1971 viene pubblicato il volume "Gli archivi storici del soppresso Ministero dell'Africa italiana e del Ministero degli affari esteri dalle origini al 1922", a cura dello storico per l'Africa Carlo Giglio e di cui Gazzini cura la parte relativa alle fonti.
Dal 1975 in poi collabora stabilmente alla cura dell"Inventario dell'archivio storico del soppresso Ministero dell'Africa italiana", edito in più volumi nel corso degli anni.
In questi anni lavora inoltre agli inventari del Consiglio di tutela Nazioni Unite 1946-1950), dell'archivio Eritrea (1880- 1945)" e della II direzione Africa Orientale.
Nel 1977 collabora alla stesura del volume "Etiopia-Mar Rosso. Documenti 1890-1891" della collana "Italia in Africa", curata dal Comitato e nel 1984 compila il repertorio del fondo "Comitato della documentazione delle attività italiane in Africa".
Sempre cercando una casa editrice che pubblichi il suo "Zonderwater", revisiona più volte il libro, fino a che, nel 1987 la casa editrice Bonacci di Roma pubblica la sua opera, che riscuote successo e merita parecchie recensioni.
"Zonderwater sarà anche ispirazione per il film-documentario "Captivi italici in Sud Africa" del regista italo-sudafricano Stefano Moni, che chiama Gazzini come consulente storico. Il film è pronto nel 1989 e sarà proiettato a Rovereto nel 1991, con la presenza di Gazzini stesso.
Nel 1989 partecipa al Convegno "Fonti e problemi dell'Africa coloniale italiana" a cura del Ministero per i beni culturali e ambientali e dell'Università degli studi di Messina, i cui atti saranno pubblicati nel 1996; tra gli interventi figura quello di Gazzini intitolato "I prigionieri italiani in Africa. Appunti sulla questione del lavoro".
Continua a collaborare con la RAI fino al 1997, anno della sua morte a Roma.
Luoghi
Nato a Rovereto (Tn), morto a Roma.
Nel 1916, nel corso della prima guerra mondiale, è profugo insieme alla famiglia a Weng, in Austria, dove deve rimanere fino al 1918. Rientrato a Rovereto, vi rimane fino al 1935, ad eccezione del periodo passato ad Imperia per il servizio di leva.
Nel 1936 parte volontario per l'Africa Orientale, in Eritrea, ad Addis Abeba; dal 1937 al 1939 risiede nel Galla e Sidama, uno dei governi in cui era diviso il territorio dell'Africa Orientale Italiana.
Rientrato in Italia, sposa la baronessa Vera Campanino e nel 1940 risiedono insieme a Follonica (Gr); ben presto viene richiamato alle armi per combattere sui fronti d'Etiopia, dove, nel 1941, viene catturato dagli inglesi.
Da questo momento inizia la sua vicenda di prigioniero di guerra, che si protrae fino al febbraio 1947: dal 1941 al 1944 è prigioniero nei campi in Etiopia e poi in Kenya; nel 1944 arriva in Sudafrica, nel campo di Pietermaritzburg e da lì approda ad uno dei campi di concentramento per prigionieri di guerra più grandi allestiti durante la seconda guerra mondiale.
Rientrato a Roma nel 1947, vi risiede fino alla sua morte.
Funzioni, occupazioni, attività
Giornalista, scrittore, corrispondente per la radio televisione italiana; archivista, esperto africanista.
Contesto generale
L'Italia di fine secolo si trovava di fronte alle altre potenze coloniali ed imperialistiche, in particolare l'Inghilterra, la Francia e la Germania, desiderose di procurarsi materie prime, estendere i loro commerci e sfruttare le grandi miniere di oro e diamanti.
L'Italia, rimasta per lo più fino ad allora estranea alle conquiste, ricevette particolari sollecitazioni dal governo Crispi a condurre le operazioni coloniali in modo più energico, operazioni che portarono l'Italia alla fondazione della Colonia Eritrea nel 1890 e in seguito all'annessione della Libia nel 1912.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale e le realtà che ne erano emerse, l'illusione colonialista italiana di veder fiorire un'"altra Italia" al di là dell'Atlantico era definitivamente tramontata.
Infatti sarà solo dopo l'instaurazione del fascismo e di Mussolini, che il colonialismo e l'imperialismo in Italia ritorneranno in auge, non solo in consonanza con l'ideologia del nuovo regime, ma come strumento di dominio oltre che come mezzo per allentare, anche attraverso l'emigrazione verso le colonie, la conflittualità sociale e l'opposizione politica.
La politica coloniale di Mussolini si concretizzò nel 1935, quando decise di dichiarare guerra all'impero d'Etiopia, confinante con le colonie d'Eritrea e Somalia. Il 9 maggio del 1936, lo stesso Mussolini dichiarò che i territori dell'impero etiopico erano sotto la sovranità del re d'Italia, che diveniva così imperatore.
È in questo contesto che Mario Gazzini venne mandato, da civile, nel territorio del Galla e Sidama, nell'ambito generale di una missione civilizzatrice dell'Italia, finalizzata alla liberazione di un popolo dalla schiavitù e dall'arretratezza culturale, in sintonia con la propaganda fascista.
Ma nel corso della seconda guerra mondiale tutte le colonie italiane andarono perdute. Nel 1941 l'imperatore Hailè Selassiè ripristinò il suo potere in Etiopia e la Gran Bretagna occupò tutti i territori di quella che era stata l'Africa orientale italiana.
Durante le campagne condotte in Africa settentrionale e orientale nel 1940-1941, le forze alleate catturarono un numero sempre crescenti di combattenti italiani, tra cui lo stesso Mario Gazzini, che fu preso nel 1941 in Etiopia e mandato in campi provvisori di prigionia ¿ istituiti in fretta e furia nelle retrovie, dove le condizioni di vita erano assai precarie.
Per gli alleati era dunque necessario trasferire altrove i prigionieri di guerra. Fra le nazioni alleate destinate ad accogliere in appositi campi di prigionia i soldati italiani, figurava l'Unione Sudafricana.
La firma dell'armistizio dell'8 settembre, e ancora di più il capovolgimento di schieramento della dichiarazione di guerra alla Germania, trovò i prigionieri di guerra italiani impreparati e provocò lacerazioni e divisioni.
Già nel 1943 cominciò comunque il rimpatrio dei prigionieri, gli invalidi, gli anziani e pochi altri; dopo vari trasferimenti nei campi di prigionia africani, Mario Gazzini arrivò in Sud Africa nel 1945, nel campo di Zonderwater, e vi rimase fino al 1947, anno in cui rientrò finalmente in Italia.
L'esperienza vissuta da Gazzini durante tutto il periodo trascorso in Africa lo segnò profondamente, tanto che gran parte della sua vita futura lo portarono a diventare un esperto africanista, conoscitore della storia, delle società, delle abitudini e dell'arte, non solo del Sud Africa, ma di tutta l'Africa.
Gazzini si inserì a vario titolo, come giornalista, come archivista, come esperto, nel dibattito post-coloniale che attraversò un po' tutta l'Europa nel periodo del dopo guerra e che è ben esemplificato dalla sua continua collaborazione con varie istituzioni, tra cui l'Istituto Italo-Africano, con varie associazioni e con articoli per riviste.
Relazioni
Relazione di tipo familiare:
Vera Campanino di S. Giovanni dei Zoppi, 1940 febbraio 3-1990 ottobre 31.
Vera Campanino di S. Giovanni dei Zoppi nacque a Torre del Greco il 7 dicembre 1916; il 3 febbraio 1940 sposò a Follonica Mario Gazzini. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio di infermiera volontaria della Croce rossa italiana e fu partigiana nel 1943-1944 nella IIIa Brigata d'assalto G. Garibaldi. Nella prima tornata elettorale postbellica in Toscana si candidò nel partito socialista e dal 1951 al 1983 fu vice presidente dell'Associazione regionale "Famiglia Trentina" in Roma.
Il 4 maggio 1952 nacque a Roma la figlia Tiziana.
Vera Campanino morì il 31 ottobre 1990.
Relazione di tipo associativo:
Ministero degli affari esteri, già Ministero dell'Africa italiana, 1937-[1979].
Mario Gazzini fu dipendente dell'Ministero dell'Africa italiana fin dal 1937 come reggente dell'Ufficio studi e propaganda del Governo del Galla e Sidama in Etiopia e come reggente della Sezione Galla e Sidama dell'Istituto italiano per l'Africa.
Ritornato dalla prigionia nel 1947, prese servizio presso l'Ufficio studi del Ministero dell'Africa italiana e fu assegnato all'Ufficio II (storico), di cui ricostituì l'archivio.
Fu collocato a riposo nel 1955 per il servizio prestato nei ruoli del soppresso Ministero dell'Africa italiana.
Fu successivamente redattore e collaboratore per il Comitato per la documentazione dell'Opera dell'Italia in Africa (dal 1955 al 1972), che dopo la soppressione del Ministero dell'Africa italiana dipese dal Ministero degli affari esteri. Per il Comitato si occupò della tenuta dell'archivio, del coordinamento delle ricerche archivistiche e della redazione di inventari e volumi. Dal 1972 e presumibilmente fino al 1979 fu collaboratore esperto, con il compito di assistere le persone interne al Comitato nelle ricerche, ma non si occupò più della direzione dell'archivio.
Relazione di tipo associativo:
"Istituto italo-africano", 1947-1995
Mario Gazzini iniziò la collaborazione con l'Istituto italo-africano fin dal 1947, scrivendo articoli per la rivista "Affrica", organo dell'Istituto.
L'Istituto italo-africano fu eletto a ente morale nel 1908 col nome di "Istituto coloniale italiano"; durante il regime fascista fu strumento di propaganda coloniale con il nome di "Istituto coloniale fascista" (1928-1937) e poi "Istituto fascista dell'Africa italiana" (1937-1947). A guerra conclusa, nel 1947 fu denominato "Istituto italiano per l'Africa". In seguito alla soppressione del Ministero dell'Africa italiana nel 1953, l'Istituto venne ristrutturato, elevato a ente di diritto pubblico nel 1956 e sottoposto alla vigilanza del Ministero degli affari esteri.
Nel 1971, in seguito all'adozione del nuovo statuto (approvato nel 1987), l'Istituto cambiò nome e divenne "Istituto italo-africano", col compito di promuovere lo sviluppo dei rapporti di cooperazione, solidarietà e amicizia italo-africana, e al contempo, studi e ricerche sull'Africa.
In qualità di archivista ed esperto africanista, Gazzini collaborò con l'Istituto, scrivendo articoli e facendo ricerche; dal 1972 al 1980 fu inoltre direttore del notiziario dell'Istituto, "La voce dell'Africa".
Nel 1995, l'"Istituto italo-africano" viene unito all' "Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente" con la creazione del nuovo "Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente".
Relazione di tipo associativo:
Corpo nazionale giovani esploratori italiani (C.N.G.E.I.), 1948-1962
Mario Gazzini fu iscritto fin dal 1924 alla sezione roveretana del Corpo nazionale giovani esploratori italiani (Boy scout d'Italia).
Durante il regime fascista, il corpo venne soppresso e fu reintegrato dopo la guerra.
Nel 1948, Mario Gazzini fu eletto Commissario generale ai Torchi (cioè alla stampa e pubblicazioni) del Corpo nazionale giovani esploratori italiani e nel 1949 ricevette la qualifica di "Senior d'Italia".
Nello stesso anno venne nominato direttore responsabile delle riviste "Boy scout" e "Sii preparato"; nel 1961 ebbe la direzione anche della rivista "Scoutismo".
Relazione di tipo associativo:
Unione stampa periodici italiani (U.S.P.I.), 1953-[1997].
L' Unione stampa periodici italiani nacque nel 1953 per iniziativa di un gruppo di direttori, editori e collaboratori di riviste con lo scopo di contribuire alla diffusione della cultura, dell'arte e del progresso scientifico, sociale ed economico mediante la libera circolazione delle idee e delle informazioni, promuovendo a tal fine lo sviluppo della stampa periodica ed assicurando la difesa dei suoi interessi morali e materiali attraverso agevolazioni e riconoscimenti. Era finalità dell'Unione anche la creazione di un legame professionale di solidarietà per coloro che lavoravano nella stampa periodica.
Fin dalla sua istituzione Mario Gazzini fu iscritto all'Unione, della quale fu sia segretario, dal 1953 al 1956, sia segretario generale, dal 1957 al 1962. Pubblicò "L'U.S.P.I. nel 1957-1959" per il III congresso dell'associazione ed ottenne nel 1973 il diploma di benemerenza. Fu presumibilmente iscritto fin alla sua morte.
Relazione di tipo associativo:
Radiotelevisione italiana (RAI), 1964-1997.
Dal 1964, Mario Gazzini si occupò dei servizi giornalistici Italia-Africa per la RAI-TV, offrendo sia testi per trasmissioni quotidiane a onde corte, sia notizie e commenti riguardanti l'Africa. Il rapporto di collaborazione tra Gazzini e la sede RAI proseguì con l'invio delle brevi per le trasmissioni fino al 1997.
Altre relazioni di tipo associativo:
- "Associazione africanisti italiani", [1952-1997]
Associazione che aveva sede presso l'"Istituto di storia e istituzioni dei paesi afro-asiatici dell'università di Pavia", di cui Gazzini era socio e con cui collaborò per la compilazione dell'"Inventario dei manoscritti e testi stampati relativi all'Africa anteriori al 1815 esistenti in Italia", opera edita nel 1971 sotto la direzione dello studioso Carlo Giglio, che fu per anni protagonista degli studi di africanistica in Italia.
- "Zonderwater block. Associazione ex POW reduci dai campi di concentramento in Sud Africa", 1965-1997.
Associazione attiva in Italia, con sede a Milano, e in Sudafrica, con cui Gazzini collaborava sia con articoli e pubblicazioni per la rivista dell'Associazione "Tra i reticolati (TIR)", sia partecipando attivamente a manifestazioni e ricorrenze.
Vicepresidente dell'Associazione in Sudafrica fu Duilio De Franceschi, il quale creò a Zonderwater, nel 1990, il Museo di Zonderwater, a cui Gazzini regalò, tra l'altro, i manoscritti originali delle sue opere "Cuori e croci" e "Zonderwater".
Norme e convenzioni
- ISAAR (CPF) ¿ International Standard Archival Authority Record For Corporate Bodies, Persons and Families, Second Edition, Canberra, Australia, 27-30 October 2003.
Data di redazione, revisione o cancellazione
La presente scheda è stata redatta nel dicembre 2006.
Note sulla compilazione dei record
Le compilatrici della scheda sono Isabella Bolognesi e Sabina Tovazzi.
Espandi il testo
Comprimi il testo