Chiesa di San Michele arcangelo, San Michele all’Adige, 1145 settembre 29 - 1987 gennaio 24 ( 1145 settembre 29 - 1987 gennaio 24 )

Chiesa di San Michele arcangelo, San Michele all'Adige, 1145 settembre 29 - 1987 gennaio 24

Chiesa di San Michele arcangelo

ente

1145 settembre 29 - 1987 gennaio 24

Il vescovo di Trento Altemanno consacrò la chiesa di San Michele arcangelo il 29 settembre 1145, in occasione della fondazione del monastero agostiniano al quale era incorporata (1). Nel 1177 il monastero venne posto sotto la protezione papale mediante una bolla che stabiliva che "le possessioni e tutti gli altri beni che la chiesa giustamente e canonicamente ora possiede o coll'aiuto di Dio potrà in avvenire acquistare, per concessione di pontefici, per donazione di re o di principi o per offerte di fedeli o in altre giuste maniere, rimangano intatti a voi e ai vostri successori" (2). Fino al 1807, anno della soppressione del monastero, la storia della chiesa di San Michele fu strettamente legata a quella della Prepositura, in quanto parte integrante del suo patrimonio.
La chiesa e il monastero furono resi ricchi prima dal vescovo Altemanno con un annuo assegno di cinque marche e con la concessione di beni in località Traversara, presso Zambana, della decima della chiesa di Faedo e del monte di Favogna. Seguirono donazioni del conte Ulrico di Appiano, di un certo signor Erardo che consegnò alla chiesa ogni suo possedimento che aveva intorno ad essa, e molti altri lasciti alla chiesa e all'altare di San Michele (3).
Nel secolo XIII la chiesa, a causa di un incendio, venne ridotta ai muri perimetrali e il monastero fu costretto a vendere boschi e prati per sostenere le spese della sua ricostruzione (4).
L'attuale edificio è frutto della ricostruzione attuata dal preposito Antonio Quetta (1663-1687), essendo ormai l'antica chiesa troppo piccola e danneggiata da altri incendi. L'opera fu progettata dagli architetti Giovanni Borghetti e Stefano Panizza e fu completata nel 1683, anno della riconsacrazione della chiesa. La nuova chiesa, posta nel centro del complesso abbaziale, fu provvista di cinque altari di marmo e di una ricca dotazione di opere e oggetti liturgici (5). Nel 1688 fu ampliata con il grande coro e le facciate e nel 1698 venne nuovamente consacrata dal vescovo Giovanni Michele Spaur (6).
La chiesa fu devastata dalle truppe francesi che passarono a San Michele nel 1796 e la spogliarono di molti dei preziosi arredi di cui era dotata.
L'autorità ecclesiastica esercitava il suo controllo sui beni e sugli arredi sacri della chiesa soprattutto durante le visite vescovili: nel 1579 i visitatori ordinarono di compilare un inventario dei beni mobili del monastero e della chiesa, che era molto ricca di arredi (7).
Non possedendo un patrimonio e dei redditi separati da quelli della Prepositura, la chiesa non aveva dei sindaci deputati alla sua amministrazione (8). Rientrava tra i compiti del preposito quello di mantenere in buono stato la chiesa, così come il monastero e i suoi possedimenti.
Sull'urbario della Prepositura conservato nell'archivio storico della parrocchia di San Michele e compilato nel 1775, tra i beni di fondazione, risulta anche "una chiesa prepositurale e parrochiale" attigua al "collegio prepositurale" che serviva da abitazione del preposito e dei canonici (9).
In seguito alla soppressione della Prepositura la chiesa divenne di proprietà del governo bavarese, che le assegnò una dotazione annua per sopperire ai bisogni ordinari per il culto. La dotazione fu confermata anche dal Prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige e, durante il dominio austriaco, subentrò nella proprietà il Fondo di religione. Con decreto del 16 aprile 1818 della Cancelleria aulica venne concessa una dotazione permanente, erogabile in rate trimestrali dall'Ufficio del censo di Lavis (10).
Con decreto del 12 aprile 1824 il Capitanato circolare di Trento, preso atto dell'estrema povertà della chiesa espositurale di Sorni, ordinava alla chiesa parrocchiale di San Michele di contribuire annualmente, per quanto fosse possibile, al suo mantenimento (11).
Oltre alla dotazione annua, la chiesa di San Michele non possedeva capitali o beni immobili, se non quelli derivanti dalle fondazioni missarie istituite posteriormente alla soppressione della Prepositura (12). Al parroco, che ne era il diretto amministratore e veniva coadiuvato da sindaci o fabbiriceri, erano riservati i diritti di usufrutto e di servitù per lo svolgimento delle funzioni sacre.
La sentenza della Suprema Corte amministrativa austriaca del 25 novembre 1891 confermò l'obbligo del Fondo di religione di sopperire a tutte le spese ordinarie della chiesa e all'integro mantenimento dell'edificio (13).
Il governo italiano, succeduto alla monarchia austroungarica nella proprietà della chiesa, mantenne l'obbligo di fornire i fondi necessari alla celebrazione dei sacri uffici nella chiesa di San Michele (14). Il parroco di San Michele era tenuto a presentare annualmente alla Prefettura di Trento i conti amministrativi (15) della chiesa per la necessaria liquidazione (16).
L'edificio subì notevoli danni durante la seconda guerra mondiale e il Genio civile, come organo competente per conto dello stato, si prese in carico i lavori di restauro del tetto e delle vetrate (17).
In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa parrocchiale di San Michele arcangelo è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia si San Michele arcangelo di San Michele all'Adige.
Con decreto del Ministero dell'Interno dell'8 settembre 1988 vennero concesse in proprietà alla parrocchia di San Michele arcangelo anche la chiesa parrocchiale e le sue pertinenze (campanile, sagrato, sacrestia e connessi diritti di servitù). Il 9 gennaio 1989 la chiesa venne consegnata al parroco don Tarcisio Pederiva, legale rappresentante della parrocchia.

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San Michele all'Adige (TN)

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ente della chiesa cattolica

Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

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Chiesa

Diocesi di Trento
Decanato di Cembra; decanato di Lavis (dal 1901); decanato di Mezzolombardo (dal 1968)

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(1) Cfr. WEBER S., La Prepositura Agostiniana di San Michele all'Adige, Trento, 1978, p. 28.
(2) Ibidem, p. 39.
(3) Ibidem, p. 31.
(4) Cfr. PELLEGRINI G., La chiesa di San Michele all'Adige/Die Kirche von San Michele all'Adige, 2008, p. 6.
(5) Cfr. WEBER S., op. cit., p. 98.
(6) Cfr. ADT, Atti visitali, 67, c. 13.
(7) Cfr. WEBER S., op. cit., pp. 77-79.
(8) Cfr. ADT, Atti visitali, 67, cc. 13-15.
(9) Cfr. Documentazione dell'archivio della Prepositura Agostiniana di San Michele in San Michele all'Adige, Urbari, reg. 1, c. 1.
(10) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Michele arcangelo in San Michele all'Adige, Carteggio e atti repertoriati, fasc. 2.
(11) Ibidem, fasc. 9.
(12) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Michele arcangelo in San Michele all'Adige, Carteggio e atti, fasc. 2.
(13) Ibidem.
(14) Cfr. Chiesa di San Michele arcangelo in San Michele all'Adige, Carteggio e atti, fasc. 3.
(15) L'anno amministrativo iniziava l'1 luglio e terminava il 30 giugno.
(16) Cfr. Chiesa di San Michele arcangelo in San Michele all'Adige, Carteggio e atti, fasc. 3.
(17) Ibidem, fasc. 4.

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La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

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ADT, Atti visitali
ADT, Libro B

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Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici nonché delle fondazioni ecclesiastiche nella diocesi di Trento, 1865

Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Denominazione Estremi cronologici
Comune di San Michele all'Adige
Denominazione Estremi cronologici
Chiesa di San Michele arcangelo in San Michele all'Adige
Denominazione Estremi cronologici
Prepositura Agostiniana di San Michele all'Adige
Parrocchia di San Michele arcangelo