Il paese di Nosellari si trova sul limitare dell'ampio pianoro prativo che si affaccia sulla vallata dell'Astico. Geograficamente fa parte dell'altipiano di Lavarone, ma la sua storia e la sua vita sono legate a quelle della comunità di Folgaria. La località, nata dalla naturale espansione di vari antichi masi, deve il suo nome alla ricchezza di noccioli (in dialetto trentino 'noselari') che un tempo caratterizzavano quella zona, certamente abitata già dal 1400. Prima del XVII secolo però il paese non esisteva come tale, ma c'erano solo singoli gruppi di case denominati ciascuno con nome proprio: Maso a Prato, Maso Graser, Oberbizer, ecc.
Spiritualmente e civilmente Nosellari dipese sempre da Folgaria (1) di cui era una semplice frazione. Nei bisogni spirituali la popolazione, che non aveva un proprio sacerdote e un proprio luogo di culto, si rivolgeva al parroco di Folgaria, ma nei casi urgenti ricorreva all'opera del curato di Lavarone (2), sicuramente più raggiungibile per le distanze.
L'origine della chiesa di Nosellari si fa risalire ad un antico capitello cinquecentesco appartenente alla famiglia a Prato che nel corso degli anni fu adattato a cappella con facoltà di celebrare la messa, officiata per la prima volta nel 1615. Il 30 aprile 1668 Giovanni a Prato cedette la cappella alla vicinia di Nosellari che si assunse l'onere di mantenerla e provvederla del necessario per il culto (3). La chiesa quindi c'era, aveva le sue rendite e vi si poteva celebrare la messa. Gli abitanti della frazione, che nel frattempo si era ingrandita, inoltrarono allora alle autorità competenti la richiesta di avere un proprio sacerdote che provvedesse almeno ai bisogni più urgenti delle anime. L'11 maggio 1668 arrivò il consenso dalla Curia di Trento, alle condizioni però dettate dal parroco di Folgaria. La cura d'anime di Nosellari nasceva infatti con un ministero ridotto: il nuovo pastore, totalmente dipendente dal pievano di Folgaria, non avrebbe avuto altro titolo che quello di semplice sacerdote, con facoltà di celebrare la messa, insegnare la dottrina cristiana, confessare e amministrare la Comunione; non era permesso conservare l'Eucarestia poiché si vietava l'erezione del Tabernacolo; non c'era il Battistero e non si poteva tenere l'Olio Santo; i morti si dovevano seppellire a Folgaria e solo in casi estremi si potevano inumare nel cimitero di Nosellari (4); non era permessa la celebrazione di matrimoni. Il sacerdote di Nosellari era tenuto ad intervenire in particolari occasioni e funzioni alla parrocchiale e gli uomini della Vicinia dovevano corrispondere al parroco di Folgaria "decime, quarte, regalie, honorarii et mercedi ad esso dovute quocumque titulo, ancorché il reverendo sacerdote dei medemi vicini supplisca a diverse funzioni le quali eserciterà solo come cappellano in tutto dipendente dal medemo signor pievano e a di lui nome operante" (5).
I vicini avevano il diritto di eleggere il sacerdote che si erano impegnati a mantenere a proprie spese. Il 29 settembre 1669 essi stipularono il contratto con il loro primo cappellano, don Giacomo di Carlo d'Asiago (6). In sette punti vennero determinati e sottoscritti i relativi oneri e diritti: il sacerdote si impegnava a rispettare quanto già definito nei capitoli stilati dal pievano nel 1688 e garantiva la cura spirituale di quella popolazione; i vicini di Nosellari gli garantivano una conveniente abitazione, uno stipendio annuo in denaro di 63 ducati corrisposti in tre rate, burro, formaggio, legna da fuoco, vino per la messa e le ostie. Per corrispondere quanto dovuto e nei tempi stabiliti la Vicinia nominò quattro 'scossori' responsabili in proprio verso il curato. Entrambe le parti erano libere di sciogliere il contratto, che al tempo aveva durata di nove anni, qualora si fossero presentati per il sacerdote 'miglior occasio e beneficio', mentre ai vicini era data la possibilità di licenziarlo se non avesse onorato il suo ufficio.
Con il passare degli anni il peso che gravava sulla popolazione per il mantenimento del sacerdote divenne meno sopportabile anche per il fatto che gli abitanti di Nosellari ritenevano che il sacerdote non fosse particolarmente impegnato dato che il parroco vietava la concessione del Fonte battesimale, non concedeva l'Olio santo, non permetteva l'erezione del Tabernacolo e neanche la possibilità di seppellire i morti nel proprio cimitero. Essi rivolsero perciò una supplica al vescovo di Trento e il 6 maggio 1700 gran parte delle loro richieste furono accolte, eccetto la possibilità di erigere il Tabernacolo (7). Al sacerdote di Nosellari fu data licenza di battezzare, di amministrare l'Estrema Unzione e seppellire i morti nel cimitero, con l'obbligo però di invitare il parroco di Folgaria ai funerali dei capifamiglia. Il pievano non accolse però queste concessioni e rifiutò di consegnare al curato l'acqua battesimale e l'Olio Santo per cui gli uomini di Nosellari si rivolsero nuovamente all'autorità vescovile lamentando di essere "sforzati di portar le creature a battezzare alla parochiale di Lavarone per non pericolarle nella longa e disastrosa strada di Folgaria e nostra pieve, come anco ad importunare l'istesso signor pievano di Lavarone a dar l'estrema onzione a poveri moribondi, cosa strana, ch'il nostro signor capellano curato, da noi mantenuto con nostri sudori debba starsene otioso col dover ricorrere a suffragio straniero per causa del nostro signor pievano" (8). Il pievano rimase sulle sue posizioni tanto che la Curia nel settembre 1701 concesse al curato la facoltà di prelevare l'acqua e l'Olio dalla Cattedrale di Trento (9). Dopo reiterate richieste però anche il pievano dovette piegarsi.
Nella primavera del 1708 la parrocchia di Folgaria fu oggetto di visita pastorale e, in seguito ai relativi decreti, nel 1709 venne data facoltà di erigere nella chiesa di Nosellari il Tabernacolo e custodirvi il SS. Sacramento (10).
Un secolo dopo il curato don Giovanni Gremes, senza richiederne il permesso, cominciò a tenere in chiesa tutte le funzioni della Settimana Santa, funzioni che erano solite farsi nella parrocchiale, e nell'aprile 1806 la Vicinia decise di muovere i passi necessari per la separazione dalla matrice. Il richiamo delle autorità fu severo e rimarcò la dipendenza verso Folgaria. Nel 1812 però il vescovo riconobbe al curato di Nosellari il diritto di celebrare le funzioni della Settimana Santa, con eccezione di quelle del Sabato Santo, di fare le pubblicazioni matrimoniali e di assistere ai matrimoni previa delegazione del pievano (11).
Con il passare del tempo la dipendenza dalla parrocchia fu ristretta a poche celebrazioni e funzioni; nel 1939 si cominciò a promuovere la richiesta di erezione della curazia a parrocchia. Fu necessario raccogliere il fondo necessario per l'erigenda parrocchia, per la cui formazione tutte le famiglie concorsero con le loro offerte. Il 17 febbraio 1942 i capifamiglia di Nosellari, Buse e Pradisopra rinunciarono al diritto della Vicinia di presentare i futuri parroci di Nosellari, mantenendo però gli oneri di patronato. Con decreto del 16 luglio 1942 il vescovo di Trento elevò la cura di Nosellari a parrocchia indipendente (12). La solenne celebrazione si tenne il 15 agosto e il primo parroco, don Mario Moschen, la ricordò e la descrisse in dettaglio nella sua "Cronaca" concludendo che "l'impressione che la festa del 15 agosto lasciò nel cuore di tutti rimarrà senza dubbio indelebile" (13).
La parrocchia fu civilmente riconosciuta il primo agosto 1959. Essa rientra nel decanato di Folgaria e confina con le parrocchie di Lavarone Chiesa, Carbonare (14) e Lastebasse (15).
La parrocchia di Nosellari comprende anche le località Buse e Prà di Sopra (16) con le rispettive cappelle dedicate a S. Vigilio e alla Sacra Famiglia.
Dal 1969 anche la località Dazio, che rientrava nella parrocchia di Lavarone, fu aggregata a Nosellari, a cui era più vicina.
Con D. M. del 30 dicembre 1986, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987, l'ente Parrocchia di Nosellari è stata dichiarata persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 399).
ELENCO DEI CURATI E PARROCI DI NOSELLARI (17)
1669 Giacomo di Carlo d'Asiago
1675 Giuseppe Giacotto
1698 Giovanni Weis
1701 Giovanni Domenico Piccinini
1703 Tommaso Volani
1704 Bartolomeo Rizzi
1709 Andrea Pedrazzi
1714 Cristano Zorrer
1715 Andrea de Bellotti
1716 Giovanni Andrea Pergher
1721 Giovanni Dalprà
1734 Floriano Giongo
1743 Pietro Minati
1744 Cristano Sannicolò
1760 Rocco Piccinini
1770 Pietro Sartori
1771 Giovanni Gottardi
1774 Giacomo Zorrer
1775 Baldassare Bosanelli
1776 Ferdinando Baiti
1779 Andrea Prezzi
1781 Martino Catturani
1803 Giovanni Gremes
1811 Cristano Gabardi
1814 Giovanni Battista Oberbizer
1818 Gian Pietro Ciola
1830 Michele Oberbizer
1839 Domenico Tonolli
1842 Francesco Valduga
1843 Giovanni Battista Torbol
1844 Bartolomeo Bazzanella
1851 Simone Colpi
1852 Andrea Cramer
1855 Francesco Marzari
1861 Vigilio Bertoldi
1877 Floriano Ricci
1884 Francesco Grisenti
1885 Giuseppe Fruet
1899 Eugenio Pizzini
1902 Giacobbe Loss
1906 Antonio Girardi
1911 Gedeone Pegolotti
1914 Giacinto Carbonari
1935 Giacomo Zeni
1939 Mario Moschen - primo parroco -
1946 Vittorio Bertoldi
1957 Enrico Motter
1962 Pio Casari
1971 Federico Sartori
1979 (provvedeva il parroco di Lavarone Cappella)
1980 idem
1981 Paolo Giuseppe Gius
1990 Antonio Sebastiani
1995 Alfredo Pederiva
2004 Enrico Pret
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