Provincia di Trento, Trento, 1923-1948 ( 1923 agosto 13 - 1948 dicembre 20 )

Provincia di Trento, Trento, 1923-1948

Provincia di Trento

Trento (Provincia)

ente

P. I.V.A.

1923 agosto 13 - 1948 dicembre 20

A conclusione della I guerra mondiale, in seguito alla sconfitta dell'Austria, il territorio dell'attuale Regione Trentino-Alto Adige viene annesso all'Italia. Il generale Guglielmo Pecori Giraldi, comandante della I armata, viene nominato il 3 novembre 1918 governatore di Trento; la nomina solenne, con specificazione del territorio di competenza "governatore del Trentino, con sede a Trento, per il Trentino, l'Ampezzano e l'Alto Adige sino alla linea dell'armistizio", avviene il 19 novembre successivo. Il governatore di Trento assolve le funzioni sia militari che civili.

Al governatorato militare succede nel luglio 1919 un periodo di governatorato civile. Con il decreto legislativo luogotenenziale 4 luglio 1919, n. 1081 (1) viene istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un "Ufficio centrale per le nuove provincie del Regno", incaricato di amministrare "i territori oltre l'antico confine". Tali territori erano costituiti dalla Venezia Tridentina (2), dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia. Al nuovo ufficio viene preposto il senatore Francesco Salata. L'onorevole Luigi Credaro viene nominato commissario generale civile per la Venezia Tridentina, a lui è affidata temporaneamente la vigilanza e l'alta direzione dei servizi civili, governativi e locali. L'ufficio ha sede a Trento (3).

Successivamente all'approvazione, con R.D. 6 ottobre 1919 n. 1804 (4) convertito nella L. 26 settembre 1920 n. 1322 (5), del trattato di St. Germain di data 10 settembre 1919, viene sancita la cessazione dello stato di guerra con effetto dal 4 maggio 1920, data della pubblicazione del R.D. 15 aprile 1920 n. 497 (6), e in un secondo tempo la pubblicazione dello statuto costituzionale del regno nei territori annessi (7). A partire da questo momento ha inizio l'opera di sistemazione amministrativa e di assimilazione del diritto nelle nuove province che occuperà il legislatore per tutto il decennio successivo alla fine della guerra.
Per effetto del R.D.L. 31 agosto 1921 n. 1269 (8), il commissario generale civile della Venezia Tridentina così come la Giunta provinciale straordinaria, nominata per decreto reale nel novembre successivo con a capo il senatore Enrico Conci (9), continuano ad esercitare le funzioni che per la legislazione del passato regime erano affidate rispettivamente ai luogotenenti ed alle diete e giunte provinciali. Una commissione consultiva centrale con due sezioni regionali, le commissioni consultive regionali per la Venezia Tridentina e per la Venezia Giulia, riceve l'incarico da parte del governo "di studiare e proporre i provvedimenti di carattere generale, ritenuti necessari per l'assetto defintivo di ogni ramo dell'amministrazione delle nuove province ed in particolare per le circoscrizioni amministrative e per i limiti e le modalità delle autonomie regionali, provinciali e comunali, ivi compreso l'esercizio dei poteri legislativi spettanti alle diete regionali" (10). Le autorità centrali fanno in un primo tempo buon viso alla particolare situazione delle nuove province, esprimendosi in più occasioni favorevolmente nei confronti della conservazione e del rispetto delle tradizioni locali e dell'impronta autonomistica e di decentramento amministrativo degli enti locali data a suo tempo dal governo austriaco. Ma i nuovi orientamenti politici di stampo fascista e nazionalista che portano al potere Mussolini muovono la politica in direzione esattamente contraria. A partire dall'ottobre 1922 una serie di provvedimenti legislativi fanno della Venezia Tridentina una provincia unica, con capoluogo Trento, senza più autonomia né decentramento e con il R.D. 11 gennaio 1923, n. 9 (11) viene estesa senza ulteriori indugi alle nuove province la legge comunale e provinciale del 1915, insieme al regolamento del 1911 (12). Vengono così a cadere anche gli statuti delle città di Bolzano, Rovereto e Trento. Le leggi nazionali e i decreti emanati d'ora in avanti avranno efficacia anche sulle nuove province (13).

Il 5 ottobre 1922 i fascisti occupano la sede della Giunta provinciale, costringendo Luigi Credaro, commissario generale civile per la Venezia Tridentina, a lasciare Trento. Qualche giorno più tardi si procede per decreto alla soppressione nelle Terre Redente dei commissariati generali civili e all'affidamento dell'esercizio dell'autorità politica ai prefetti del Regno. Viene inoltre soppresso l'Ufficio centrale per le nuove province presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Dopo un breve periodo di reggenza del Commissariato generale civile di Trento da parte del sostituto Damiano Catalasso, Giuseppe Guadagnini viene nominato il 3 novembre 1922 primo prefetto della Venezia Tridentina, carica che durerà fino al dicembre 1926.

La Provincia di Trento, con capoluogo Trento, viene istituita con R.D. 21 gennaio 1923 n. 93 (14) e comprende i circondari di Rovereto, Riva, Trento, Tione, Borgo, Cles, Cavalese, Merano, Bressanone, Bolzano. I comuni dell'Ampezzano vengono aggregati alla provincia di Belluno. Con il R.D. 22 marzo 1923, n. 674 (15) viene prorogato di tre mesi il termine per le elezioni generali amministrative per i consigli provinciali. A questa seguiranno ulteriori proroghe, che non permetteranno l'applicazione delle norme appena entrate in vigore riguardanti lo svolgimento delle elezioni dei rappresentanti del consiglio provinciale nella nuova Provincia di Trento fino alla riforma del 1928 (16), che di fatto le sopprime. Dal 1923 al 1929 infatti, la Provincia di Trento è retta da amministrazioni straordinarie e precisamente da una "Commissione reale incaricata della straordinaria amministrazione della Provincia di Trento" tra il 1923 e il 1927 e da "Commissari per la straordinaria amministrazione della Provincia di Trento" dal 1927 al 1929, organi straordinari di nomina prefettizia.
Il 10 agosto 1923 Enrico Conci invia al prefetto Guadagnini la lettera di dimissioni da presidente della Giunta provinciale straordinaria e con lui i rappresentanti del Partito popolare in seno ad essa (17). I primi provvedimenti dell'organo straordinario per l'amministrazione della Provincia portano la firma del vice prefetto Michele Chiaromonte, nominato dal prefetto Guadagnini il 13 agosto 1923 commissario prefettizio per l'amministrazione provinciale di Trento (18), finché, con decreto reale 10 settembre 1923, la Giunta provinciale straordinaria viene sciolta (art. 1) e vengono nominati a membri della Commissione straordinaria incaricata della provvisoria amministrazione della Provincia di Trento (art. 2): Giuseppe Stefenelli, Camillo Rossotto, Prospero Gianferrari e Giuseppe Prinnegg. A presiederla viene chiamato il viceprefetto Michele Chiaromonte (19).

Il regio decreto legge 2 gennaio 1927, n. 1 (20) "Riordinamento delle circoscrizioni provinciali" istituisce fra le altre la Provincia di Bolzano, comprendente i comuni dei circondari di Bolzano, Bressanone e Merano, con un conseguente notevole ridimensionamento del territorio di competenza della Provincia di Trento, alla quale rimangono però i comuni della Bassa Atesina. Questo provvedimento darà il via ad un lungo iter per la divisione del patrimonio fra le due province, che si risolverà definitivamente solo nel 1934. In seguito, con lo scorporo dei comuni di Casotto e Pedemonte aggregati alla provincia di Vicenza e del Comune di Valvestino aggregato a quella di Brescia la circoscrizione viene ulteriormente ridimensionata (21). I consigli provinciali nelle province interessate dal provvedimento vengono sciolti. Stessa sorte tocca alla Commissione straordinaria per l'amministrazione della Provincia di Trento e il 18 gennaio 1927 il prefetto Vaccari emana il decreto per la nomina di Giuseppe Stefenelli a commissario straordinario per l'amministrazione provinciale di Trento (22).

Per effetto della "Riforma dell'amministrazione provinciale", decreto legge 27 dicembre 1928, n. 2962, vengono introdotte le cariche del preside e vicepreside nominati con decreto reale in sostituzione del presidente elettivo della Provincia e della deputazione provinciale. Un rettorato, anch'esso nominato con decreto reale, prende il posto del consiglio provinciale. Impostazione che verrà mantenuta nel nuovo testo unico della legge comunale e provinciale, R.D. 3 marzo 1934, n. 383 (23).
In data 5 maggio 1929 si insedia a Trento la nuova rappresentanza provinciale (24): Emilio Bortolotti (preside); Mario de Pilati (vicepreside); Camillo de Stanchina, Giuseppe Bresavola de Massa, Luigi Benvenuti, Angelo Valdagni, Giovanni Morandini, Emilio Vettori (rettori ordinari); Augusto Garbari, Aldo Zippel (rettori supplenti).
A dicembre 1930 muore il preside Bortolotti, il suo vice, l'avvocato Mario de Pilati viene nominato preside della Provincia nei primi mesi del 1931. Nel 1933 il preside Mario de Pilati si dimette dall'incarico e con decreto del 26 ottobre 1933 del prefetto della provincia di Trento Silvio Piva viene nominato commissario per la temporanea gestione dell'amministrazione provinciale il vice prefetto Antonio Pusateri (25). Gli succede Romano Endrici, nominato preside dell'amministrazione provinciale di Trento a decorrere dal 25 luglio 1934 (26), reggerà da solo le funzioni dell'amministrazione provinciale fino a quando verrà chiamato a presiedere il nuovo Rettorato provinciale l'11 dicembre 1934. Lo stesso Endrici sarà riconfermato alla carica di preside nel 1938 per altri 4 anni, fino al dicembre 1942. L'ultima seduta del Rettorato provinciale si svolge il 16 giugno 1943, presieduta dal nuovo preside, il conte Luigi Pompeati, in carica dal dicembre 1942 (27). Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il 10 settembre 1943 vengono istituite dagli occupanti tedeschi due zone di operazioni: la Zona di operazioni del Litorale Adriatico (Gorizia, Trieste, Istria, Fiume, Quarnaro e Lubiana) e la Zona di operazioni delle Prealpi (Alpenvorland), comprendente le province di Trento, Bolzano e Belluno, la cui amministrazione viene affidata da Hitler al commissario supremo, "Gauleiter" del Tirolo a Innsbruck, Franz Hofer.
Secondo le disposizioni di Hitler, infatti, nelle zone di operazioni le autorità militari dovevano essere affiancate da consiglieri civili, i "commissari supremi" direttamente dipendenti da lui, che di fatto esercitavano un potere assoluto sia nella vita politica, che nella gestione amministrativa (28). Il prefetto Foschi viene trasferito a Belluno; il liberale Adolfo de Bertolini viene nominato commissario prefetto di Trento il 17 settembre 1943 (29). Hofer sceglie Bolzano come sede del suo governo. Scrive Corsini: "...come si legge testualmente in atti ufficiali del governo tedesco e del Commissario supremo Hofer "la sovranità era stata sospesa" con una formula di diritto internazionale anomala, che apriva la via alla istituzione di un'amministrazione civile, accanto all'occupazione militare. Non soggetta alla sovranità della R.S.I. [Repubblica sociale italiana], non annessa al Reich, non zona di sola occupazione militare, l'Alpenvorland fu un Ente pubblico territoriale di natura e caratteri singolari che non trovano la loro giustificazione sul solo piano militare, ma che vanno correlati con origini politiche ..." (30). Fra le prime misure adottate da Hofer figura la ridefinizione dei confini interni: i paesi di Egna, Salorno, Trodena, Anterivo, San Felice, Lauregno, Proves vengono attribuiti nuovamente alla provincia di Bolzano, come pure Cortina d'Ampezzo, Livinallongo e il colle di Santa Lucia. La stampa e l'informazione sono controllate dai tedeschi, viene sospesa la sovranità della R.S.I. e vietata la fondazione del Partito fascista repubblicano nell'Alpenvorland. Il conte Luigi Pompeati continua a svolgere le funzioni di preside della Provincia di Trento "su conforme designazione dell'Eccellenza il Prefetto" fino al 28 aprile 1945, assumendo in via d'urgenza, dove necessario, anche "i poteri del Rettorato provinciale", sospeso nel frattempo dalle sue funzioni (31). A causa delle incursioni aeree degli alleati ed i bombardamenti, la sede dell'amministrazione provinciale viene trasferita nel palazzo ex Banca del Trentino-Alto Adige, in piazza Vittoria, a partire dall'ottobre 1944.

Concluso il periodo dell'occupazione tedesca, le "Norme transitorie per l'amministrazione dei comuni e delle provincie" del regio decreto legge 4 aprile 1944, n. 111 (32) vengono applicate in Trentino il 17 luglio 1945. In attesa di poter indire le elezioni amministrative, il decreto prefettizio n. 2462, a firma di Giuseppe Ottolini, nomina i componenti della Deputazione provinciale di Trento, che si riunisce per la prima volta il 23 agosto 1945, presieduta da Pietro Romani. Partecipano alla seduta: Carlo Lutterotti, Livio Nardelli, Silvio Bianchi, Giacomo Parolari, Cirillo Zadra, Luigi Balista, Francesco Sassudelli (membri effettivi); Ugo Sartori, Cesare Chesani (membri supplenti) (33). Pietro Romani era stato designato a presiedere provvisoriamente la Provincia già dal 7 maggio 1945, per ordine del CLN, Comitato provinciale di Trento che, nella sua veste di "rappresentante legittimo del Governo italiano", all'indomani della ritirata delle truppe tedesche e delle dimissioni del commissario prefetto de Bertolini, aveva assunto i poteri politico-amministrativi della Provincia (34).
Il 26 febbraio 1948 viene promulgata la legge costituzionale n. 5 "Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige": "Il Trentino-Alto Adige, comprendente il territorio delle province di Trento e Bolzano, è costituito in Regione autonoma, fornita di personalità giuridica, entro l'unità politica della Repubblica italiana, una e indivisibile sulla base dei principi della Costituzione e secondo il presente Statuto" (35). Le prime elezioni regionali si svolgono il 28 novembre 1948 e il 13 dicembre successivo si riunisce per la prima volta il Consiglio regionale. La Deputazione provinciale che aveva retto la Provincia di Trento sulla base delle norme transitorie introdotte dal regio decreto 4 aprile 1944, n. 111, cessa la sua attività col 20 dicembre 1948, per essere sostituita dal Consiglio provinciale appena eletto (36). Il 20 dicembre Giuseppe Balista viene eletto presidente della Giunta provinciale di Trento. L'elezione degli assessori effettivi (Giuglielmo Banal, Giovanni Battista Girardi, Zita Lorenzi, Luigi Menapace) e di quelli supplenti (Giulio Angelini, Orlando Castelli) nonché dell'assessore sostituto (Italo Tranquillini) avviene nel corso della seduta del Consiglio provinciale del 5 gennaio 1949 (37).

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Provincia

ente pubblico territoriale

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Nel periodo di transizione dalla legislazione austriaca a quella italiana, successivamente alla conclusione del primo conflitto mondiale, la Provincia di Trento viene retta da organi straordinari ed in un primo tempo conserva l'organizzazione prevista dalla legislazione austriaca, che le garantiva una piena ed integrale autonomia di funzioni e la poneva su un piano costituzionalmente superiore a quello delle altre province del Regno (38).
Il R.D. 19 novembre 1921 n. 1746, che costituisce una Giunta provinciale straordinaria in Trento, stabilisce infatti all'art. 4 che "Alla Giunta provinciale straordinaria spetta l'esercizio delle funzioni amministrative demandate dal regolamento provinciale 26 febbraio 1861 B.L.I. n. 20 e da altre leggi vigenti alla Dieta provinciale e alla Giunta provinciale"(39). Ciò significava che le deliberazioni e i provvedimenti della Giunta erano sottratti al controllo dell'amministrazione locale dello Stato e sottostavano a quello dell'amministrazione centrale solo per l'approvazione del bilancio e di alcuni provvedimenti in materia tributaria e di mutui. La provincia fungeva inoltre da organo di controllo e sorveglianza sulle amministrazioni comunali ed era competente a legiferare nei casi previsti dalla legislazione austriaca per le diete provinciali.

Il R.D. 11 gennaio 1923, n. 9 estende alle nuove provincie la legge e il regolamento comunale e provinciale ed il R.D. 21 gennaio 1923, n. 93, istituisce la Provincia di Trento. Viene in questo modo a completarsi l'annessione della provincia di Trento allo Stato italiano. Le norme fondamentali estese alla nuova provincia e che regolano la vita amministrativa locale sono il testo unico della legge comunale e provinciale 4 febbraio 1915, n. 148 e il regolamento comunale e provinciale, approvato con regio decreto 12 febbraio 1911, n. 197, per l'esecuzione della legge comunale e provinciale del 1908, con alcune modifiche introdotte a queste disposizioni nel periodo successivo, fino al 1922.
La Provincia di Trento continua tuttavia ad essere retta anche per il periodo dal 1923 al 1929 da amministrazioni straordinarie. Questo perché era allo studio una radicale riforma degli organi di governo dell'ente provincia ed il governo del Re non considerava opportuno promuovere l'elezione delle vecchie rappresentanze previste dalla legge comunale e provinciale del 1915 nelle nuove province. Tale riforma dell'amministrazione comunale e provinciale si concretizza con l'approvazione della legge 27 dicembre 1928, n. 2692. Con questa il regime sopprime il principio della rappresentanza popolare dei consigli provinciali per imporre figure di propria nomina ai vertici delle istituzioni periferiche. Il preside della provincia esercita le funzioni che la legge comunale e provinciale attribuisce al presidente della deputazione provinciale ed alla deputazione provinciale. Il rettorato esercita le funzioni che la legge comunale e provinciale attribuisce al consiglio provinciale. Questa impostazione verrà mantenuta nel testo unico della legge comunale e provinciale del 3 marzo 1934, n. 383.
Le funzioni principali che l'amministrazione provinciale di Trento è chiamata ad assumersi nel corso dei primi venti anni di ordinamento italiano, per dirla con le parole di un suo presidente, Pietro Romani, sono di due specie: "A - Funzioni direttamente proprie relative a bisogni e servizi d'interesse regionale; B - funzioni delegate, che sarebbero proprie dello Stato, che però questo, non soltanto per scopi di decentramento ma anche e soprattutto a sgravio del proprio bilancio, affida alla competenza e passa a carico della Provincia. Rientrano nella prima specie, fra le principali, le seguenti funzioni:
1 - servizio di sistemazione e manutenzione delle strade provinciali;
2 - assistenza agli infermi di mente;
3 - assistenza agli infanti illegittimi;
4 - assistenza dei ciechi, dei sordomuti poveri rieducabili e degli encefalitici;
5 - amministrazione delle sedi e delle aziende agrarie per la scuola agraria;
6 - l'obbligo di contribuire alle spese di funzionamento dell'Ispettorato provinciale d'agricoltura;
7 - servizio profilattico contro le malattie infettive e, in relazione a ciò, mantenimento del Laboratorio provinciale di igiene e profilassi;
8 - contributo alla spesa di funzionamento del Consorzio provinciale antitubercolare e della Federazione provinciale dell'Opera nazionale maternità e infanzia;
9 - somministrazione delle caserme per il Corpo provinciale e per le stazioni comunali dei Vigili del fuoco.
Appartengono poi alla seconda specie comprendente servizi propriamente statali attribuiti alle competenze a carico della Provincia, le seguenti mansioni:
1 - il servizio di accasermamento dei corpi armati di polizia ed in modo particolare dei reali carabinieri [...];
2 - somministrazione dei locali per gli uffici e per l'alloggio del Prefetto [...];
3 - somministrazione dei locali per la sede e l'archivio degli uffici di leva;
4 - somministrazione e arredamento dei locali per la sede del Provveditorato agli studi come pure di quelli per l'Archivio di Stato;
5 - nel campo dell'istruzione media, l'Amministrazione provinciale deve provvedere coi propri fondi a tutte le spese non comprese in quelle per il personale insegnante degli istituti tecnici e licei scientifici [...];
6 - sono altresì a carico della Provincia le spese per il servizio ispettivo del medico provinciale e del veterinario provinciale [...]." (40).
Le riforme istituzionali varate negli anni del fascismo non cambiano sostanzialmente il quadro delle funzioni che il testo unico del 1915 assegna alle amministrazioni delle province, le nuove norme colpiranno infatti soprattutto le cariche elettive. Nel corso degli anni '20 e '30 alcune nuove funzioni in materia di servizi e spese obbligatorie sono introdotte per effetto della riforma della legge comunale e provinciale del 30 dicembre 1923, n. 2839 (41), altre in seguito all'istituzione di nuovi enti fascisti o per la riforma di regolamenti e norme in materia di sanità e assistenza, antincendio, archivi, uffici di leva e corpi di polizia.
La gestione delle attribuzioni esercitate a favore dello Stato comportano alle amministrazioni provinciali numerose spese obbligatorie, mentre risulta difficile trovare la copertura finanziaria per esercitare al meglio le competenze demandate agli istituti ed i servizi locali. Questo accade in particolare in provincia di Trento, dove la nuova amministrazione si trova ad ereditare dal passato regime un numero di istituti ed uffici che non aveva pari nelle altre province del Regno, con un apparato di funzionari di molto superiore alle esigenze dei servizi che il nuovo regime le imponeva.

Dopo la caduta del regime fascista, fin dal 1944 furono emanate norme provvisorie per l'amministrazione dei comuni e delle province, che abrogavano le disposizioni precedenti, confermando le competenze previste dal testo unico del 1915. Il regio decreto-legge 4 aprile 1944, n. 111, che introduce "Norme transitorie per l'amministrazione dei Comuni e delle Provincie", stabilisce all'art. 6 che "Spetta alla Deputazione provinciale di deliberare su tutte le materie per le quali nel testo unico 4 febbraio 1915, n. 148, modificato con R.D. 30 dicembre 1923, n. 2839, era stabilita la competenza della Deputazione e del Consiglio provinciale, salvo le disposizioni delle leggi speciali in vigore". "La composizione, la convocazione e il funzionamento della Giunta comunale e della Deputazione provinciale sono regolate dalle disposizioni del testo unico 4 febbraio 1915, n. 148, modificato con R.D. 30 dicembre 1923, n. 2839.." (art. 8).
La Provincia di Trento però, insieme a quelle di Bolzano e Belluno si trova soggetta, per il periodo dal settembre 1943 fino all'aprile del 1945, ad un regime di sovranità particolare, la "Zona d'operazione delle Prealpi" [Operationszone Alpenvorland]. Il governo del Reich tedesco, che aveva occupato militarmente la zona, dispone una riorganizzazione sotto controllo tedesco dell'amministrazione civile di questi territori. Un commissario supremo, Franz Hofer, è posto ai vertici della gerarchia amministrativa della Zona d'operazione delle Prealpi: "egli rivestiva in pratica la carica di un comandante militare dotato di poteri legislativi ed esecutivi, e in quanto tale era a capo dell'amministrazione civile" (42) e dipendeva direttamente da Hitler. All'amministrazione provinciale, rappresentata dal solo preside della Provincia di Trento nella persona del conte Luigi Pompeati (43), rimangono in pratica solamente la gestione del patrimonio, la gestione delle strade provinciali e l'assistenza.
Caduto il governo del Reich e liberata la città di Trento e la provincia dalle truppe tedesche, in un primo tempo, il 4 maggio 1945, il Comitato di liberazione nazionale di Trento diventa "organo direttivo, sulla piena e riconosciuta legalità delle sue funzioni", e, assumendosi tutti i poteri politico-amministrativi della Provincia nella veste di rappresentante legittimo del Governo italiano, designa a capo dell'amministrazione provinciale Pietro Romani (44). Quindi il governo della provincia passa nelle mani di una deputazione e di un presidente di nomina prefettizia il 17 luglio dello stesso anno, in applicazione delle citate norme transitorie dettate dal regio decreto legge n. 111 del 4 aprile 1944.

La nuova fisionomia istituzionale della Provincia di Trento si delinea in seguito all'entrata in vigore della Costituzione il 1° gennaio 1948, che prevede principi di decentramento e di autonomia locale (artt. 5 e 128), con un termine di tre anni per l'adeguamento delle leggi della Repubblica alle esigenze delle autonomie locali, e della legge costituzionale n. 5 del 26 febbraio 1948 "Statuto di autonomia della Regione Trentino-Alto Adige".

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Amministrazione

Il R.D. 11 gennaio 1923, n. 9 estende alle nuove provincie la legge comunale e provinciale in vigore nelle altre province del Regno, il testo unico approvato con regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148. In base a questa legge l'amministrazione di ogni provincia è composta da un consiglio provinciale, su base elettiva, e da una deputazione provinciale, cui si aggiunge il presidente con la riforma della legge comunale e provinciale del 1923. La deputazione ed il presidente vengono eletti a maggioranza assoluta di voti dal consiglio provinciale e durano in carica quattro anni. Il consiglio ha competenze di ordine amministrativo generale, la giunta di ordine esecutivo e il presidente di rappresentanza e sorveglianza.

Come già accennato, la Provincia di Trento viene retta da organi straordinari fino all'entrata in vigore della legge di riforma dell'amministrazione comunale e provinciale del 1928 (L. 27 dicembre 1928, n. 2962), che istituisce i rettorati provinciali. In base alla nuova legge l'amministrazione di ogni provincia è composta di un preside e di un rettorato provinciale, costituito dal preside e dai rettori. Il preside, il vicepreside e i rettori sono nominati con decreto reale su proposta del ministro dell'interno e durano in carica quattro anni. Il preside della provincia esercita le funzioni che la legge comunale e provinciale attribuisce al presidente della deputazione provinciale ed alla deputazione provinciale. Il rettorato esercita le funzioni che la legge comunale e provinciale attribuisce al consiglio provinciale.

Nel 1934 viene approvato il testo unico della legge comunale e provinciale (R.D. 3 marzo 1934). Ogni provincia ha un preside, coadiuvato da un vicepreside, e un rettorato, un segretario e un ufficio provinciale. Preside e vicepreside sono nominati con decreto reale, i rettori con decreto del ministro dell'interno. Le adunanze del rettorato sono ordinarie (aprile e settembre) e straordinarie (convocate quando il preside o il prefetto lo ritengono necessario). Le deliberazioni del preside sono adottate con l'assistenza del segretario provinciale. Il preside convoca e presiede il rettorato e provvede all'esecuzione delle deliberazioni da esso adottate. Il preside adotta le deliberazioni che altrimenti spetterebbero al rettorato quando l'urgenza sia tale da non permetterne la convocazione e sia dovuta a causa nuova e posteriore all'ultima adunanza.

Le norme transitorie per l'amministrazione dei comuni e delle province (R.D.L. 4 aprile 1944, n. 111), applicate a conclusione della guerra e del periodo di occupazione tedesca, stabiliscono che l'amministrazione della provincia sia composta da un presidente e da una deputazione provinciale di nomina prefettizia, in attesa di poter indire le elezioni amministrative. Alla deputazione provinciale spetta di deliberare su tutte le materie per le quali nel testo unico del 1915, modificato con il R.D. 30 dicembre 1923 n. 2839, era stabilita la competenza della deputazione e del consiglio provinciale.

Il 26 febbraio 1948 viene promulgata la legge costituzionale n. 5 "Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige". "Il Trentino-Alto Adige, comprendente il territorio delle provincie di Trento e Bolzano, è costituito in Regione autonoma, fornita di personalità giuridica, entro l'unità politica della Repubblica italiana, una e indivisibile sulla base dei principi della Costituzione e secondo il presente Statuto. La Regione Trentino-Alto Adige ha per capoluogo la città di Trento..."(art. 1). Sono organi della Provincia: il consiglio provinciale, la giunta provinciale e il suo presidente. Ciascun consiglio provinciale è composto dei membri del consiglio regionale eletti nella rispettiva provincia; dura in carica quattro anni ed elegge nel suo seno il presidente, il vice-presidente ed i segretari.

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In base al testo unico della legge comunale e provinciale del 1915, il Regno si divide in province, circondari, mandamenti e comuni. In ogni provincia vi sono un prefetto, un vice prefetto, un consiglio di prefettura, con funzioni consultive e amministrative, ed una giunta amministrativa, con funzioni anche giurisdizionali. Il prefetto, che dipende dal ministro dell'interno, rappresenta il potere esecutivo in tutta la provincia e presiede la giunta provinciale amministrativa. Esercita il controllo sui consigli e le deputazioni provinciali, che devono trasmettergli i processi verbali delle deliberazioni entro otto giorni dalla loro data. Il prefetto ne esamina la regolarità nella forma, controlla se rientrano nelle attribuzioni del consiglio e della deputazione, se sono conformi alla legge. Sono sottoposte all'approvazione della giunta provinciale amministrativa le deliberazioni che riguardano significative transazioni di carattere soprattutto immobiliare ed i regolamenti. In ogni circondario vi è un sottoprefetto, che esegue gli ordini del prefetto. Le sottoprefetture saranno soppresse con il regio decreto legge di data 2 gennaio 1927 n. 1, che istituisce nuove province nel Regno, tra le quali quella di Bolzano.

Il nuovo testo unico della legge comunale e provinciale approvato nel 1934 raccoglie in sé tutti i provvedimenti normativi riformati o formulati ex novo, che vanno a completare il disegno politico accentratore e autoritario del regime, teso ad eliminare ogni spazio di libertà decisionale; viene troncata così ogni speranza di vedere recepite in Trentino le istanze del mantenimento delle ampie autonomie amministrative comunali e provinciali, che pure erano contenute nel testo della legge di annessione. Il prefetto è la più alta autorità dello Stato nella provincia. Egli è il rappresentante diretto del potere esecutivo. Al prefetto fa capo tutta la vita della provincia, che da lui riceve impulso, coordinazione e direttive. Il prefetto provvede ad assicurare, in conformità alle generali direttive del governo, unità di indirizzo politico nello svolgimento dei diversi servizi di spettanza dello Stato e degli enti locali, coordinando l'azione di tutti gli uffici pubblici e vigilandone i servizi (art 19). Il prefetto presiede il consiglio di prefettura e la giunta provinciale amministrativa. L'art. 149 della legge stabilisce quali deliberazioni del rettorato sono sottoposte all'approvazione della giunta provinciale amministrativa. Le deliberazioni del preside e del rettorato non sottoposte all'approvazione della giunta provinciale amministrativa devono essere trasmesse per il visto di esecutività al prefetto.

Nel periodo che vede le province di Trento, Bolzano e Belluno soggette al governo del Reich tedesco come Zona di operazioni delle Prealpi, ai vertici della gerarchia amministrativa nella zona occupata militarmente dall'esercito tedesco si colloca il commissario supremo, Franz Hofer, nominato da Hitler e posto direttamente alle sue dipendenze il 10 settembre 1943. In conformità con la struttura amministrativa italiana, nelle tre province vengono insediati appositi prefetti, che rispondono direttamente al Commissario supremo.

Con la fine della guerra e la liberazione da nazismo e fascismo, modificata la forma istituzionale dello Stato in seguito al referendum del 2 giugno 1946, la Costituzione della Repubblica italiana entrata in vigore con il 1° gennaio 1948 sancisce la creazione di un nuovo ente territoriale, la Regione, con propri poteri legislativo ed esecutivo. La Regione Trentino-Alto Adige viene ad avere un proprio Statuto speciale di autonomia. I suoi organi sono un consiglio regionale elettivo della durata di 4 anni, con a capo un presidente, con potere legislativo e una giunta regionale, composta dal presidente e dagli assessori effettivi e supplenti, con potere esecutivo. A Trento risiede un organo coordinatore, un commissario del governo (al posto del prefetto), al quale devono essere sottoposte per il visto le leggi regionali e provinciali.

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(1) G.U. 7 luglio 1919, n. 160
(2) Sull'uso di questa denominazione, cfr. MENESTRINA F., "Trentino, Venezia Tridentina, Provincia di Trento negli atti ufficiali 1918-1923", in "Studi Trentini" rivista trimestrale della Società per gli Studi Trentini, Trento, anno IV, 1923, pp. 47-53 e, dello stesso autore, la recensione a "Giuseppe Guadagnini - Un anno nella Venezia Tridentina", in "Studi Trentini", Trento, anno V, 1924, pp. 94-95
(3) La nomina di Luigi Credaro a commissario straordinario avviene per regio decreto 20 luglio 1919, in G.U. 21 luglio 1919, n. 173; le attribuzioni dell'amministrazione nelle Venezie Giulia e Tridentina sono dettate dal R.D. 24 luglio 1919, n. 1251, in G.U. 28 luglio 1919, n. 179
(4) G.U. 7 ottobre 1919, n. 238
(5) G.U. 1 ottobre 1920, n. 232
(6) G.U. 4 maggio 1920, n. 105
(7) Per effetto del R.D. 26 ottobre 1920, n. 1513, in G.U. 5 novembre 1920, n. 261
(8) Decreto relativo alla sistemazione amministrativa delle nuove province, in G.U. 26 settembre 1921, n. 226
(9) R.D. 19 novembre 1921, n. 1746, in G.U. 14 dicembre 1921, n. 292
(10) Le commissioni consultive per la sistemazione amministrativa dei territori annessi al Regno sono istituite con R.D. 8 settembre 1921, n. 1319, in G.U. 8 ottobre 1921, n. 235. Con decreto presidenziale del 23 novembre 1921 vengono nominati i membri della Commissione consultiva centrale, mentre i membri della Commissione consultiva regionale per la Venezia Tridentina sono nominati dal decreto presidenziale del 15 novembre 1921. Ampio e dettagliato resoconto sulla formazione e sull'attività delle commissioni consultive, corredato da appendice documentaria, si può leggere nel contributo di U.CORSINI, "I liberali trentini nelle Commissioni consultive per l'assetto istituzionale della Venezia Tridentina", in: A. LEONARDI (a cura di), "Il Trentino nel secondo dopoguerra. Problemi economici e sociali", Collana di monografie della Società di studi Trentini di Scienze Storiche, Trento 1987
(11) G.U. 13 gennaio 1923, n. 10
(12) R.D. 4 febbraio 1915, n. 148, in G.U. 8 marzo 1915, n. 59 e R.D. 12 febbraio 1911, n. 297, in G.U. 21 aprile 1911, n. 94
(13) Per effetto del R.D. 7 gennaio 1923, n. 26, in G.U. 20 gennaio 1923, n. 16
(14) G.U. 30 gennaio 1923, n. 24
(15) G.U. 7 aprile 1923, n. 82
(16) legge 27 dicembre 1928, n. 2962, in G.U. 7 gennaio 1929, n. 5
(17) Cfr. BENVENUTI S. e MASCAGNI A., "Enrico Conci: la politica come dovere" in: "Archivio Trentino", Trento, anno 1999 - n. 2, pp. 111-146
(18) APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.1.1, p.1. La lettura del documento risulta difficile a causa degli inchiostri dilavati, la data del 13 agosto, ancorché incerta, risulta tuttavia la più accreditata.
(19) APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.1.1, p. 80
(20) G.U. 11 gennaio 1927, n. 7
(21) Per effetto delle rispettive leggi: legge 2 luglio 1929, n. 1111, in G.U. 11 uglio 1929, n. 160 e R.D.L. 15 marzo 1934, n. 586, in G.U. 19 aprile 1934, n. 92
(22) APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.1.8, c. 146v
(23) G.U. 17 marzo 1934, n. 65
(24) Nominata con decreto reale 25 aprile 1929, in: APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.1.13, c. 79
(25) APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.2.17, p. 382
(26) APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.2.19, c. 162r
(27) In mancanza di fonti certe la data della nomina di Pompeati a Preside alla fine del 1942 risulta incerta
(28) Cfr. BARATTER L., "Le Dolomiti del terzo Reich", Milano, Mursia, 2005
(29) Ordinanza n. 3 del Commissario supremo della Zona di operazioni delle Prealpi, in: Bollettino ufficiale n. 1, Bolzano, 27 settembre 1943
(30) CORSINI U., "La politica tedesca nell'Alpenvorland e l'atteggiamento delle popolazioni nelle tre province di Bolzano - Trento - Belluno", in: "Fascismo, antifascismo e resistenza. Seminario di studi storici", Trento, dicembre 1975-aprile 1976, Comitato provinciale per il 30. anniversario della Resistenza e della Liberazione, Trento, 1978
(31) Non si sono rinvenuti documenti che facciano riferimento al ruolo ed all'incarico del Preside Pompeati per il periodo dell'Alpenvorland. Egli continua a deliberare per le materie che competono al preside della Provincia, assumendo anche i poteri del rettorato e conformandosi alle disposizioni sia del Commissario supremo che del Prefetto: cfr. in APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.2.29, p. 230
(32) G.U., serie speciale 22 aprile 1944, n. 21
(33) APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.3.36, pp. 193-223
(34) Come si può leggere nelle pagine di "Liberazione nazionale", organo del Comitato provinciale di Liberazione nazionale di Trento, del 4 e 9 maggio 1945, anno 1, nn. 1 e 2.
(35) G.U. 13 marzo 1948, n. 62
(36) Dal contenuto della lettera del 3 dicembre 1948, indirizzata dal Prefetto di Trento al Presidente della Deputazione Luigi Balista, letta da quest'ultimo nell'ultima seduta della Deputazione provinciale del 17 dicembre 1948, in: APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.3.38, pp. 148-195, p. 185
(37) Cfr. "Il Consiglio della Provincia autonoma di Trento. 1948-2003. Gli organi", I volume, Servizio Organi collegiali della Provincia autonoma di Trento, gennaio 2004, p. 24

(38) Cfr. FERRETTI S., "L'amministrazione provinciale e i suoi istituti", Trento 1942
(39) Patente imperiale 26 febbraio 1861, n. 20 di approvazione del Regolamento provinciale per la Contea principesca del Tirolo, B. L. I. 1861, n. 20, pubblicata in: Estratto dal Bollettino delle leggi dell'Impero, annata 1861, per la Contea principesca del Tirolo e Vorarlberg, puntata II, n. 12, Allegato II, a)
(40) Come si legge nella relazione introduttiva del Presidente della Deputazione provinciale fatta in occasione della prima seduta della stessa il 23 agosto 1945, in: APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.3.36, pp. 193-196
(41) G.U. 8 gennaio 1924, n. 6
(42) Cfr. LUN M., "Le strutture amministrative e militari", pp. 91-100 in: DI MICHELE A. E TAIANI R. (a cura di), "La Zona d'operazione delle Prealpi nella seconda guerra mondiale", Fondazione Museo storico del Trentino, Trento 2009
(43) L'ultima seduta del Rettorato risale al 16 giugno 1943 (in APTn, Archivio degli organi di governo della Provincia di Trento, 1.3.36, pp. 135-192). Non si sono trovate disposizioni riguardo ad un suo scioglimento, di fatto il Rettorato non si riunisce più dopo questa data, pur non essendo decaduto il suo mandato quadriennale.

(44) "Liberazione nazionale", organo del Comitato provinciale di Liberazione nazionale di Trento, del 4 maggio 1945, anno 1, n. 1

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La scheda è stata realizzata seguendo le regole di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento, Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i beni librari e archivistici, dicembre 2006.

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Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148, "che approva il nuovo testo unico della legge comunale e provinciale".

Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9 "con cui si estendono alle nuove provincie la legge ed il regolamento comunale e provinciale"

Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, "Riforma della legge comunale e provinciale"

Regio decreto legge 2 gennaio 1927, n. 1 [N. 50 di pubblicazione], riordinamento delle circoscrizioni provinciali.

Regio decreto 5 luglio 1934, n. 1346, modificazioni al regio decreto 15 marzo 1928, n. 794, recante norme circa la separazione patrimoniale ed il reparto delle attività e passività fra le provincie di Trento e Bolzano.

Decreto luogotenenziale 4 luglio 1919, n. 1081, col quale è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un ufficio centrale per le nuove Provincie del Regno

Regio decreto 24 luglio 1919, n. 1251, relativo alle attribuzioni dell'Amministrazione civile nella Venezia Giulia e nella Venezia Tridentina

Regio decreto 12 febbraio 1911, n. 297, "che approva il regolamento per la esecuzione della legge comunale e provinciale".

Regio decreto 6 ottobre 1919, n. 1804, che approva il trattato concluso fra l'Italia e l'Austria sottoscritto a San Germano.

Legge 26 settembre 1920, n. 1322, "Approvazione del trattato di pace concluso fra l'Italia e l'Austria a San Germano e annessione al regno dei territori attribuiti all'Italia"

Regio decreto 26 ottobre 1920, n. 1513, "Pubblicazione dello statuto costituzionale del regno nei territori annessi"

Regio decreto 23 aprile 1929, n. 551, "Fissazione della data di cessazione delle amministrazioni straordinarie e dell'attuazione del nuovo ordinamento dell'amministrazione provinciale in 17 provincie"

Regio decreto legge 4 aprile 1944, n. 111, "Norme transitorie per l'amministrazione dei comuni e delle provincie"

Regio decreto 7 ottobre 1921, n. 1393 "contenente norme per l'elettorato amministrativo nei Comuni dei territori annessi al Regno"

Regio decreto 22 luglio 1920, n. 1233, "Disposizioni per l'amministrazione civile nella Venezia Giulia e nella Venezia Tridentina".

Regio decreto 20 marzo 1921, n. 330, che determina le circoscrizioni dei collegi elettorali nelle nuove provincie.

Regio decreto 8 settembre 1921, n. 1319, relativo all'istituzione di commissioni consultive per la sistemazione amministrativa dei territori annessi al regno.

Regio decreto 16 ottobre 1921, n. 1469, contenente le disposizioni per la composizione delle commissioni consultive regionali per le nuove provincie.

Regio decreto 19 novembre 1921, n. 1746, che costituisce in Trento una giunta provinciale straordinaria.

Regio decreto legge 17 ottobre 1922, n. 1353, concernente la sistemazione politica ed amministrativa delle nuove provincie.

Legge 3 dicembre 1922, n. 1061, concernente la delegazione di pieni poteri al governo del Re per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica amministrazione.

Regio decreto 7 gennaio 1923, n. 27, che estende ai territorii annessi la legge 3 dicembre 1922, n. 1601, concernente la delegazione di pieni poteri al governo del Re.

Regio decreto-legge 31 agosto 1921, n. 1269, relativo alla sistemazione amministrativa delle nuove provincie.

Regio decreto 7 gennaio 1923, n. 26, che abroga l'art. 6 del regio decreto-legge 31 agosto 1921, n. 1269, concernente la sistemazione amministrativa nelle nuove provincie.

Regio decreto 21 gennaio 1923, n. 93, che istituisce la provincia di Trento, con capoluogo Trento.

Regio decreto 22 marzo 1923, n. 674, che proroga il termine di cui all'art. 25 del regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9 concernente la estensione ai territori annessi della legge comunale e provinciale.

Regio decreto 15 luglio 1923, n. 1750, relativo alla proroga di tre mesi del termine stabilito dal regio decreto 22 marzo 1922, n. 674, per le elezioni amministrative nelle nuove provincie.

Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2074, che dà facoltà al governo del Re di conferire ai commissari e alle commissioni straordinarie per l'amministrazione dei comuni e provincie i poteri dei rispettivi consigli.

Regio decreto 21 ottobre 1923, n. 2362, di ulteriore proroga per la ricostituzione dei consigli comunali e provinciali nelle nuove provincie.

Regio decreto 27 aprile 1924, n. 627, di rinvio delle elezioni generali amministrative.

Regio decreto legge 6 maggio 1926, n. 1110 - [N. 1402 di pubblicazione], "Esecuzione dell'accordo tra l'Italia e l'Austria, firmato a Roma il 23 febbraio 1925, per regolare amichevolmente la sistemazione degli interessi inerenti ai territori dell'ex-Contea principesca del Tirolo.

Regio decreto 15 marzo 1928, n. 1262, relativo alla separazione del patrimonio e riparto delle attività tra le provincie di Trento e Bolzano.

Legge 27 dicembre 1928, n. 2962, "Riforma dell'amministrazione provinciale"

Legge 2 luglio 1929, n. 1111, "Aggregazione alla provincia di Vicenza dei comuni di Casotto e Pedemonte".

Regio decreto 13 novembre 1930, n. 1553, "Sistemazione dei rapporti patrimoniali e finanziari fra le provincie di Vicenza e di Trento"

Regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, "Approvazione del testo unico della legge comunale e provinciale"

Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 5, "Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige"

Regio decreto legge 15 marzo 1934, n. 586, distacco del Comune di Valvestino dalla Provincia di Trento e sua aggregazione a quella di Brescia

Decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 1948, n. 1414 - Norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, in materia di disposizioni circa le prime adunanze del Consiglio regionale e del Consiglio provinciale.

Regio decreto 10 settembre 1923 di scioglimento della Giunta provinciale straordinaria di Trento e di nomina della Commissione straordinaria incaricata della provvisoria amministrazione della Provincia.

Denominazione Estremi cronologici
Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148, "che approva il nuovo testo unico della legge comunale e provinciale". 1915 febbraio 4
Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9 "con cui si estendono alle nuove provincie la legge ed il regolamento comunale e provinciale" 1923 gennaio 11
Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, "Riforma della legge comunale e provinciale" 1923 dicembre 30
Regio decreto legge 2 gennaio 1927, n. 1 [N. 50 di pubblicazione], riordinamento delle circoscrizioni provinciali. 1927 gennaio 2
Regio decreto 5 luglio 1934, n. 1346, modificazioni al regio decreto 15 marzo 1928, n. 794, recante norme circa la separazione patrimoniale ed il reparto delle attività e passività fra le provincie di Trento e Bolzano. 1934 luglio 5
Decreto luogotenenziale 4 luglio 1919, n. 1081, col quale è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un ufficio centrale per le nuove Provincie del Regno 1919 luglio 4
Regio decreto 24 luglio 1919, n. 1251, relativo alle attribuzioni dell'Amministrazione civile nella Venezia Giulia e nella Venezia Tridentina 1919 luglio 24
Regio decreto 12 febbraio 1911, n. 297, "che approva il regolamento per la esecuzione della legge comunale e provinciale". 1911 febbraio 12
Regio decreto 6 ottobre 1919, n. 1804, che approva il trattato concluso fra l'Italia e l'Austria sottoscritto a San Germano. 1919 ottobre 6
Legge 26 settembre 1920, n. 1322, "Approvazione del trattato di pace concluso fra l'Italia e l'Austria a San Germano e annessione al regno dei territori attribuiti all'Italia" 1920 settembre 26
Regio decreto 26 ottobre 1920, n. 1513, "Pubblicazione dello statuto costituzionale del regno nei territori annessi" 1920 ottobre 26
Regio decreto 23 aprile 1929, n. 551, "Fissazione della data di cessazione delle amministrazioni straordinarie e dell'attuazione del nuovo ordinamento dell'amministrazione provinciale in 17 provincie" 1929 aprile 23
Regio decreto legge 4 aprile 1944, n. 111, "Norme transitorie per l'amministrazione dei comuni e delle provincie" 1944 aprile 4
Regio decreto 7 ottobre 1921, n. 1393 "contenente norme per l'elettorato amministrativo nei Comuni dei territori annessi al Regno" 1921 ottobre 7
Regio decreto 22 luglio 1920, n. 1233, "Disposizioni per l'amministrazione civile nella Venezia Giulia e nella Venezia Tridentina". 1920 luglio 22
Regio decreto 20 marzo 1921, n. 330, che determina le circoscrizioni dei collegi elettorali nelle nuove provincie. 1921 marzo 20
Regio decreto 8 settembre 1921, n. 1319, relativo all'istituzione di commissioni consultive per la sistemazione amministrativa dei territori annessi al regno. 1921 settembre 8
Regio decreto 16 ottobre 1921, n. 1469, contenente le disposizioni per la composizione delle commissioni consultive regionali per le nuove provincie. 1921 ottobre 16
Regio decreto 19 novembre 1921, n. 1746, che costituisce in Trento una giunta provinciale straordinaria. 1921 novembre 19
Regio decreto legge 17 ottobre 1922, n. 1353, concernente la sistemazione politica ed amministrativa delle nuove provincie. 1922 ottobre 17
Legge 3 dicembre 1922, n. 1061, concernente la delegazione di pieni poteri al governo del Re per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica amministrazione. 1922 dicembre 3
Regio decreto 7 gennaio 1923, n. 27, che estende ai territorii annessi la legge 3 dicembre 1922, n. 1601, concernente la delegazione di pieni poteri al governo del Re. 1923 gennaio 7
Regio decreto-legge 31 agosto 1921, n. 1269, relativo alla sistemazione amministrativa delle nuove provincie. 1921 agosto 31
Regio decreto 7 gennaio 1923, n. 26, che abroga l'art. 6 del regio decreto-legge 31 agosto 1921, n. 1269, concernente la sistemazione amministrativa nelle nuove provincie. 1923 gennaio 7
Regio decreto 21 gennaio 1923, n. 93, che istituisce la provincia di Trento, con capoluogo Trento. 1923 gennaio 21
Regio decreto 22 marzo 1923, n. 674, che proroga il termine di cui all'art. 25 del regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9 concernente la estensione ai territori annessi della legge comunale e provinciale. 1923 marzo 22
Regio decreto 15 luglio 1923, n. 1750, relativo alla proroga di tre mesi del termine stabilito dal regio decreto 22 marzo 1922, n. 674, per le elezioni amministrative nelle nuove provincie. 1923 luglio 15
Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2074, che dà facoltà al governo del Re di conferire ai commissari e alle commissioni straordinarie per l'amministrazione dei comuni e provincie i poteri dei rispettivi consigli. 1923 settembre 24
Regio decreto 21 ottobre 1923, n. 2362, di ulteriore proroga per la ricostituzione dei consigli comunali e provinciali nelle nuove provincie. 1923 ottobre 21
Regio decreto 27 aprile 1924, n. 627, di rinvio delle elezioni generali amministrative. 1924 aprile 27
Regio decreto legge 6 maggio 1926, n. 1110 - [N. 1402 di pubblicazione], "Esecuzione dell'accordo tra l'Italia e l'Austria, firmato a Roma il 23 febbraio 1925, per regolare amichevolmente la sistemazione degli interessi inerenti ai territori dell'ex-Contea principesca del Tirolo. 1926 maggio 6
Regio decreto 15 marzo 1928, n. 1262, relativo alla separazione del patrimonio e riparto delle attività tra le provincie di Trento e Bolzano. 1928 marzo 15
Legge 27 dicembre 1928, n. 2962, "Riforma dell'amministrazione provinciale" 1928 dicembre 27
Legge 2 luglio 1929, n. 1111, "Aggregazione alla provincia di Vicenza dei comuni di Casotto e Pedemonte". 1929 luglio 2
Regio decreto 13 novembre 1930, n. 1553, "Sistemazione dei rapporti patrimoniali e finanziari fra le provincie di Vicenza e di Trento" 1930 novembre 13
Regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, "Approvazione del testo unico della legge comunale e provinciale" 1934 marzo 3
Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 5, "Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige" 1948 febbraio 26
Regio decreto legge 15 marzo 1934, n. 586, distacco del Comune di Valvestino dalla Provincia di Trento e sua aggregazione a quella di Brescia 1934 marzo 15
Decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 1948, n. 1414 - Norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, in materia di disposizioni circa le prime adunanze del Consiglio regionale e del Consiglio provinciale. 1948 dicembre 12
Regio decreto 10 settembre 1923 di scioglimento della Giunta provinciale straordinaria di Trento e di nomina della Commissione straordinaria incaricata della provvisoria amministrazione della Provincia. 1923 settembre 10
Denominazione Estremi cronologici
Organi di governo della Provincia di Trento