Chiesa di Sant’Eliseo, Tesero, [1130] - 1986 ( [1130] - 1986 )

Chiesa di Sant'Eliseo, Tesero, [1130] - 1986

Chiesa di Sant'Eliseo

ente

[1130] - 1986

La chiesa parrocchiale di Tesero si erge su di uno slargo in pendenza sopra la strada per la val di Fiemme. Essa è titolata a S. Eliseo profeta, unico caso nel territorio trentino.
La prima costruzione della chiesa risale probabilmente al 1130 e qualche anno dopo, tra il 1136 e il 1142 essa venne consacrata (1). Del primitivo edificio non rimane quasi nulla poiché la chiesa attuale è il frutto di una ricostruzione avvenuta nel 1450; l'8 maggio 1458 il vicario generale del vescovo di Trento, Albertino, la consacrò insieme all'altare (2). In occasione della visita pastorale compiuta nel 1538 (3) i sindaci riferirono che la "capella ... omnia satis bene esse disposita". Dagli atti relativi alla visita compiuta il 18 aprile 1580 (4) si rileva la presenza al suo interno di sei altari: l'altare maggiore, dedicato al titolare, gli altari laterali dedicati alla Beata V. M. e a S. Sebastiano, tutti consacrati, e altri tre altari dedicati a S. Dorotea, S. Valentino e S. M. Maddalena. In quell'occasione i visitatori raccomandarono la stagnazione del vaso battesimale affinchè l'acqua "non si guasti e corrumpa" e richiesero la provvista di alcune suppellettili e paramenti sacri, ritenuti questi ultimi "pauca ... trita et dessunta". Una simile richiesta fu rinnovata anche nel 1612 (5) insieme anche all'invito di ingrandire la sacrestia. Un importante intervento sull'edificio avvenne verso la fine del XVII secolo, con la ricostruzione dell'abside e della sacrestia, intervento che vide la rimozione dell'altare maggiore che fu riconsacrato nel 1698 (6). L'attuale altare maggiore, di marmo bianco venato di rosso, fu eretto nel 1732; nel 1804 fu sopraelevato il campanile. Verso la fine del secolo XIX si pensò di costruire una nuova chiesa, essendo la vecchia ormai insufficiante per la popolazione e a tal fine si costituì un comitato. Il comune di Tesero, patrono della chiesa, attraverso i suoi rappresentanti diede incarico al neo costituito comitato di assumere progetti e preventivi di spesa. Fu incaricato l'architetto Emilio Paor, ma le autorità competenti respinsero il progetto ritenendolo sovradimensionato alle reali esigenze della popolazione. Il progetto di una nuova chiesa rimase nel cassetto per molti anni, malgrado le lamentele del parroco don Vittorio Merler che nel questionario per la visita del 1911 definiva la sua chiesa "insufficiente per la numerosa popolazione di Tesero; è indecente, tutta in cattivo stato" e si auspicava che la necessità di un nuovo edificio venisse anche rilevata nel decreto vescovile (7). Nel paese si formarono così due schieramenti: i contrari opponevano principalmente la questione economica e ritenevano sufficiente un prolungamento della vecchia chiesa; i favorevoli appoggiavano il parroco nell'idea di una nuova fabbrica. Le elezioni comunali del 1912 videro la nuova rappresentanza impegnata nella raccolta dei fondi necessari alla nuova costruzione, ma gli eventi bellici che seguirono impegnarono nel prestito di guerra tutto il fondo disponibile. Nell'immediato dopoguerra il nuovo parroco, don Giovanni Battista Dellantonio, riprese il progetto dell'architetto Paor, rivisitato nella prospettiva di un ampliamento della vecchia chiesa. Nell'aprile del 1921 la rappresentanza comunale assegnò un importante contributo per l'esecuzione dei lavori e deliberò di mettere a disposizione del Comitato per tre anni il ricavato netto risultante dall'amministrazione dei benefici pii. Si cominciò quindi a mettere in moto tutto il sistema necessario al reperimento dei materiali e ai contatti con le maestranze al fine di partire con i lavori già nella primavera del 1923. Purtroppo il progetto, che doveva essere approvato dall'Ufficio belle arti di Trento, fu respinto a causa di alcune divergenze sorte tra l'architetto Paor e il soprintendente dottor Giuseppe Gerola, il quale aveva esplicitamente invitato il parroco a rivolgersi ad altro progettista. L'architetto Giovanni Tiella assunse il nuovo incarico e il suo progetto, approvato a Trento, ottenne nel luglio del 1923 anche l'adesione della giunta comunale; ottenuti i permessi relativi i lavori di ingrandimento della chiesa parrocchiale presero finalmente il via e si conclusero nella primavera del 1925. Nel questionario per la visita pastorale compiuta nel settembre 1926, il parroco affermò che "tutto fu fatto a opera del Comune e tutto senza far sentire che lo faceva come elemosina, ma con la persuasione del dovere" (8). Negli anni a seguire le energie si concentrarono su alcuni lavori di decorazione interna.
La chiesa possiede cinque altari: il maggiore, dedicato a S. Eliseo, e i laterali dedicati alla Madonna del Rosario, a S. Giuseppe, al S. Crocifisso e al S. Cuore di Gesù; nel campanile vi sono cinque campane consacrate nel 1922.
Il 29 giugno 1947 la chiesa di S. Eliseo ottenne il titolo onorifico di arcipretale e i suoi parroci quello di arcipreti.
Il santo patrono si festeggia il 14 giugno.
In applicazione alla legge n. 222 del 20 maggio 1985 e ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 l'ente fu estinto e il suo patrimonio confluì nell'ente "Parrocchia di S. Eliseo di Tesero".

Presso la parrocchiale, nella piazza antistante, si trova la chiesetta cimiteriale di S. Rocco (9) costruita nel 1528 forse per voto dopo la pestilenza che nel 1515 imperversò nella valle. La cappella, titolata inizialmente ai Ss. Rocco e Sebastiano (10), fu consacrata il 25 ottobre 1538 (11). La facciata è interamente affrescata e protetta da un'ampia tettoia di legno costruita recentemente a protezione degli affreschi. L'allegoria centrale rappresenta una importante testimonianza dell'arte popolare trentina e racconta la profanazione del riposo festivo(12). All'interno sono conservati altri affreschi del XVI secolo e un altare ligneo del 1600, riconsacrato il 31 luglio 1749 in onore dei Ss. Rocco e Alessio(13). Con il passare dei secoli la chiesetta andò in disuso e nel questionario per la visita pastorale del 1911 il parroco dovette rilevare che "la cappella è usata come ripostiglio di attrezzi di chiesa e di cimitero" (14). In occasione dei lavori di ingrandimento della parrocchiale, l'Ufficio belle arti di Trento stabilì di restaurarla, ma si dovette aspettare fino al 1942 per vederla restaurata, ripulita e liberata da oggetti e umidità. Il 17 luglio di quell'anno fu possibile celebrare la messa, come viene fatto ogni anno nella festa del titolare (16 agosto).

 Espandi il testo

ente della chiesa cattolica

Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati.
Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni.
Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(15). I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto.
Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie.
L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

 Espandi il testo

Religione

(1) Cfr. BONELLI p. B., "Monumenta ecclesiae tridentinae", Trento, 1765.
(2) Cfr: "Archivio della chiesa di S. Eliseo di Tesero", "Repertori", reg. 1, c. 23.
(3) Cfr."Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1, p. 164.
(4) Ibidem, "Atti visitali", 4, c. 435.
(5) I decreti visitali si trovano in: "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tesero", "Carteggio e atti", f. 2.
(6) Cfr: "Archivio della chiesa di S. Eliseo di Tesero", "Repertori", reg. 1, c. 23.
(7) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tesero", "Carteggio e atti", f. 2.
(8) Ibidem.
(9) Il culto di S. Rocco è stato popolarissimo in Europa per molti secoli; il santo veniva invocato contro la peste e per la sua fama di guaritore. Nell'iconografia egli è solitamente raffigurato con la veste da pellegrino, il cappello a larghe falde, il cane che gli porta il pane e il segno sulla gamba della peste da lui contratta.
(10) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 1, p. 164.
(11) Cfr: "Archivio della chiesa di S. Eliseo di Tesero", "Repertori", reg. 1, c. 25 (n.1).
(12) Il ciclo è conosciuto come "i peccati della domenica".
(13) Cfr. "Archivio della chiesa di S. Eliseo di Tesero", "Atti repertoriati", n. 71 (segnatura antica N. 104).
(14) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tesero", "Carteggio e atti", f. 2.
(15) Cfr. "Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche della diocesi di Trento", 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.

 Espandi il testo

La scheda è stata redatta nel 2007 dalla Cooperativa Koinè in base al tracciato descrittivo del programma "Sesamo". La revisione effettuata nel 2014 ha comportato le modifiche necessarie a garantire la coerenza rispetto alle norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento, 2006.

 Espandi il testo

Denominazione Estremi cronologici
Comune di Tesero
Denominazione Estremi cronologici
Chiesa di Sant'Eliseo in Tesero