La chiesa di San Giuseppe è situata nella frazione di Coltura. Non si hanno notizie certe circa l'epoca della sua erezione, ma la prima attestazione appare negli atti della visita pastorale del 1727, dove viene ricordata provvista di un altare con ara portatile (1). La chiesa non fu mai consacrata. Essa aveva un suo patrimonio in capitali e in beni, sia stabili (7 terreni, sia prativi che arativi) che mobili, tra cui figurano un reliquiario, un calice con patena d'argento, una lampada d'ottone (2) e una Via Crucis, con le stazioni dipinte su tela, che fu benedetta nel 1818 (3). Le entrate della chiesa, amministrate dai sindaci, erano rappresentate da capitali, affitti dei fondi ed elemosine, mentre le uscite riguardavano l'onorario al curato di Ragoli per la celebrazione delle messe, al sacrestano e al sindaco.
Presso la chiesa di San Giuseppe di Coltura furono fondati alcuni legati: quello di Giuseppe Fedrizzi Agnol, che con testamento del 1840, vi lasciò due fondi, il cui ricavato era destinato alla celebrazione di una messa annua perpetua, quelli di Federico Fedrizzi Agnol (con testamento del 1837 e codicillo del 1839), di Giovanni Fedrizzi Betus (1850), di Francesco Fedrizzi e di Giovanni Aldrighetti Molegat (1838) (4). L'onere missario a carico della chiesa di San Giuseppe consisteva in 3 messe e mezzo all'anno, la cui celebrazione fu soddisfatta fino al 1978 (5).
I diversi lasciti di beni immobili fatti alla chiesa di San Giuseppe, sui quali gravava l'obbligo della celebrazione di messe perpetue, andarono a costituire il Legato di San Giuseppe di Coltura. Infatti, con decreto del 22 novembre 1855, l'Ordinariato approvò la proposta di amministrare tali beni separatamente da quelli della chiesa di San Giuseppe e di far celebrare ogni anno nella detta chiesa un numero di messe in base alle risorse disponibili.
Nel 1935 la chiesa fu distrutta da un incendio. Il 24 agosto 1945 il vescovo Carlo de Ferrari concesse alla chiesetta di San Giuseppe, riedificata dopo l'incendio, il riconoscimento canonico di "oratorio pubblico" (6).
Patrono della chiesa fu il Comune di Ragoli, al quale non spettavano però le spese per la sua manutenzione, che rimanevano a carico della chiesa stessa.
Come per tutte le chiese della diocesi di Trento, anche per la chiesa di San Giuseppe la situazione giuridica venne modificata a seguito della Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" e del relativo decreto di attuazione D.P.R. 13 febbraio 1987, n. 33, "Approvazione del regolamento di esecuzione della legge 20 maggio 1985, n. 222, recante disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi". Con il decreto del ministero 30 dicembre 1986, entrato in vigore il 24 gennaio 1987, l'ente chiesa di San Giuseppe venne soppresso e i suoi beni assegnati all'ente parrocchia di San Faustino con sede a Ragoli
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