Curazia di San Lazzaro, Pedersano, 1709 agosto 17-1919 maggio 10 ( 1709 agosto 17-1919 maggio 10 )

Curazia di San Lazzaro, Pedersano, 1709 agosto 17-1919 maggio 10

Curazia di San Lazzaro

ente

1709 agosto 17-1919 maggio 10

Pedersano (o anche Pederzano), piccolo borgo della Val Lagarina, poggia su un ameno pendio coltivato a vigneto, sulla sponda destra del fiume Adige; fece parte del Comun Comunale fino al 1818, mentre con regio decreto del 10 gennaio 1929, Pedersano fu aggregato al Comune di Villa Lagarina di cui è frazione a tutt'oggi (1).
Seppur si faccia risalire la sua costruzione a tempi più remoti, l'esistenza di una cappella a Pedersano è documentata a partire dal 1537; essa viene ricordata negli atti della prima visita pastorale, nei quali si specifica però che la cappella di Pedersano, come pure quelle di Castellano e Nomi, dipendenti dalla pieve di Villa Lagarina, non furono visitate in quanto, sulla base delle relazioni stilate, risultavano in ordine e provviste del necessario (2).
Al tempo della seconda visita pastorale svoltasi a Pedersano nel 1581, la cappella di San Lazzaro custodiva tre altari: quello maggiore dedicato a San Lazzaro, il secondo altare intitolato a Santa Maria Maddalena, consacrato ma senza pala, il terzo dedicato a San Lorenzo, anch'esso consacrato e privo di pala (3). Un secolo più tardi, in base agli atti della visita pastorale del 1683, la cappella era dotata sempre di tre altari con le medesime intitolazioni (4).
Con decreto del 17 agosto 1709, Costantino Caldonazzi, canonico della Cattedrale di Trento, vicario generale per il principe vescovo Giovanni Michele Spaur, concesse agli uomini della comunità di Pedersano che ne avevano fatto richiesta, l'erezione della cappella di San Lazzaro di Pedersano, filiale della pieve di Villa Lagarina, a curazia, approvandone i capitoli e confermando la nomina di don Domenico Grandi a curato (5).
Secondo l'accordo sottoscritto in data 29 luglio 1709 da Carlo Ferdinando Lodron, canonico della Cattedrale di Trento e arciprete di Villa Lagarina, dai rappresentanti della comunità di Pedersano, e da don Domenico Grandi, cappellano di Pedersano, i capitoli per la suddetta erezione prescrivevano che: alla comunità spettasse la nomina del curato che doveva però essere persona idonea e gradita all'arciprete di Villa Lagarina a cui rimaneva il compito di immetterlo in possesso o rimuoverlo; il curato dovesse obbedire all'arciprete di Villa Lagarina; la comunità, ancor prima dell'erezione della curazia, fosse obbligata a costruire un tabernacolo e dotarsi di pisside per riporvi il Santissimo e a istituire un capitale sufficiente a sostenere la spesa destinata all'illuminazione continua del Santissimo Sacramento; al curato spettasse il compito di insegnare la dottrina cristiana ogni domenica e ogni altra festa di precetto, di assistere alle messe e alle processioni presso la chiesa matrice nelle solennità del Corpus Domini, dell'Assunzione e del sabato santo e di consegnare all'arciprete ogni anno nel tempo di Pasqua una relazione sullo stato delle anime; all'arciprete di Villa Lagarina spettasse invece celebrare la messa cantata a Pedersano nelle solennità di San Lazzaro e di Santa Maria Maddalena. La comunità di Pedersano concordò di assegnare all'arciprete un capitale di 100 talleri come indennizzo per la concessione all'erezione della curazia (6).
Non essendoci nei suddetti capitoli alcun accenno all'amministrazione del sacramento del matrimonio nella nuova curazia di Pedersano, il 21 settembre 1709 il curato don Domenico Grandi presentò richiesta all'arciprete di Villa Lagarina Carlo Ferdinando Lodron, affinchè concedesse espressamente tale licenza, accordata dal conte Lodron il 2 ottobre 1709 e confermata dal principe vescovo Giovanni Michele Spaur, con decreto del 6 dicembre 1709 (7).
Le prime registrazioni dei matrimoni celebrati nella curazia di Pedersano iniziano infatti nel 1710 (8), mentre per quelle relative ai nati e battezzati bisognerà attendere il 1844 (9), quando fu concesso il fonte battesimale. Successivamente all'erezione, fiorirono presso la curazia alcune confraternite: nel 1709 fu istituita la confraternita della Dottrina Cristiana (10), nel 1712 quella del Santissimo Sacramento (11), nel 1729 quella del Santissimo Rosario (12).
La chiesa di Pedersano venne consacrata il 17 maggio 1729 dal principe vescovo Domenico Antonio Wolkenstein (13).
Da quanto evidenziato negli atti visitali del 1750, la chiesa curata di Pedersano, dedicata a San Lazzaro, situata in luogo "eminente" e circondata dal suo cimitero, era dotata di tabernacolo, si rilevava invece la mancanza del battistero, a conferma di quanto sopra accennato. La chiesa possedeva 5 altari di marmo, di cui 3 erano altari privilegiati (14): l'altare maggiore, presso cui era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, l'altare dedicato a San Lorenzo, presso cui era eretta la confraternita della Dottrina Cristiana, e l'altare della Beata Vergine del Rosario, presso cui era eretta l'omonima confraternita; vi erano poi l'altare della Madonna della Consolazione e l'altare del Crocefisso (15).
Con decreto del 10 ottobre 1843, il vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer concesse di erigere nella curazia di Pedersano il fonte battesimale; autorizzò quindi il curato di Pedersano a battezzare, a tenere i registri dei nati e a rilasciare le fedi di nascita. Fino a quel momento infatti, i nati di Pedersano erano stati battezzati e registrati presso la chiesa parrocchiale di Villa Lagarina (16).
Aggregate alla curazia di San Lazzaro, che nel 1896 venne riconosciuta indipendente (17), risultavano le chiese di San Sisinio e di San Martino in località Trasiel, presso Cei.
Patrono della chiesa di Pedersano fu il Comune che riservò a sè il diritto di nomina del proprio curato fino al 1919, quando i capifamiglia di Pedersano decisero unanimemente di rinunciarvi per trasferirlo all'Ordinariato di Trento, in occasione dell'elevazione della curazia di San Lazzaro a parrocchia.


ELENCO DEI CURATI:

1709-1736: Domenico Grandi da Pedersano
1736-1762: Domenico Grandi
1762-1765: Paolo Tommazzolli
1765-1778: Domenico Grandi
1778-1814: Carlo Antonio Zambotti
1815-1819: Luigi Gaggia
1819-1834: Giovanni Depretis
1835-1853: Andrea Dusini
1853-1886: Domenico Bolego
1886-1915: Annibale Zanolli
1915-1927: Angelo Zorrer

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ente della chiesa cattolica

Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto

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Con il termine curazia si indica un ambito territoriale all'interno del più ampio contesto pievano o parrocchiale, che ha una propria cappella o chiesa, nel quale un sacerdote, o curato, esercita la cura d'anime, pur mantenendo un rapporto di dipendenza dalla pieve o chiesa matrice. Nate per rispondere alle esigenze dei fedeli, spesso dislocati in centri abitati troppo lontani dalla sede pievana, cappelle e curazie furono progressivamente fondate in prossimità di diversi insediamenti, specialmente laddove le pievi avevano dimensioni considerevoli, dando vita a vere e proprie realtà pastorali. Curazie o chiese filiali non potevano però detenere la pienezza dei diritti sacramentali e di "cura animarum", quali il fonte battesimale, il Santissimo Sacramento, il cimitero, e il sacerdote titolare del beneficio principale.
Da un inziale diritto da parte della chiesa filiale all'officiatura domenicale o alla celebrazione episodica delle messe, si giunse in una successiva fase all'ottenimento, a scapito dell'autorità pievana, di un numero maggiore di diritti, quali il diritto di sepoltura o di impartire le confessioni, fino alla concessione ad avere un proprio "presbyter" che agiva in maniera autonoma dal punto di vista dell'amministrazione sacramentale. In altri termini, con l'acquisizione di tali diritti, le chiese curate o filiali compirono passi importanti verso un processo di autonomia e separazione dalla chiesa matrice, che non poteva però dirsi completamente raggiunto, in quanto rimanevano soggette a una serie di obblighi e legami economici e pastorali rispetto alla sede pievana (18).
Tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento in Trentino molte curazie furono elevate a parrocchia, anche per motivi di natura politica, che riguardarono gli ampliamenti dei confini diocesani. La configurazione del territorio della diocesi, con le sue piccole comunità rurali e montane, aveva determinato un moltiplicarsi e frammentarsi di stazioni pastorali, di dimensioni e profili giuridici diversi, delle quali molte erano minori, come le curazie, che rimanevano subordinate da vincoli più o meno accentuati alla parrocchia principale. Al contrario, nel corso dell'Ottocento i vescovi trentini non furono molto propensi ad aumentare il numero di parrocchie, pena una "debolezza strutturale e un isolamento dei rispettivi pastori" e il rischio di un sempre crescente numero di sacerdoti da dover assicurare. Lo stesso governo austriaco disincentivò tali "promozioni" per ragioni di natura economica (19). Un'inversione di rotta si ebbe invece con l'episcopato di Celestino Endrici (1904-1940), durante il quale ci furono più di cento chiese elevate a parrocchia.
Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottenne l'elevazione a parrocchia. Il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

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Chiesa

Diocesi di Trento
Decanato di Villa Lagarina

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(1) Il Comun Comunale fu un ente ammnistrativo che operò sul territorio lagarino della Destra Adige, dai primi secoli dopo il 1000 e fino al 1818, quando il suo territorio fu diviso tra i paesi che lo componevano, quelli compresi tra Cimone (a nord) e Isera (a sud). Per approfondimenti si rimanda R. ADAMI, M. A. SPAGNOLLI (a cura di), Jus regulandi bona comunia: materiali per la storia del Comun Comunale lagarino, Trento: Provincia autonoma di Trento, 1991
(2) G. CRISTOFORETTI, La visita pastorale del cardinale Bernardo Clesio (1537-1538), Bologna, 1996, pp. 192-193
(3) ADT, Atti visitali 6, cc. 511-512
(4) ADT, Atti visitali 27, cc. 67-68
(5) APP, Ufficio parrocchiale di San Lazzaro, Carteggio e atti, A 16.2
(6) Ibidem
(7) Ibidem
(8) APP, Ufficio parrocchiale di San Lazzaro, Registri dei matrimoni, A 2
(9) Il primo registro dei nati e battezzati di Pedersano inizia nel 1844. Nell'archivio parrocchiale di Pedersano si conserva però un registro contenente un elenco di tutti i nati di Pedersano, battezzati a Villa Lagarina dal 1560 al 1843, compilato da don Giacomo Antonio Giordani, cooperatore a Villa Lagarina, presumibilmente agli inizi del Novecento. Si rimanda a APP, Ufficio parrocchiale di San Lazzaro, Registri dei nati e battezzati, A 1.1
(10) APP, Ufficio parrocchiale di San Lazzaro, Carteggio e atti, A 16.3
(11) Si rimanda al fondo della Confraternita del Santissimo Sacramento, H 1, H 2
(12) Si rimanda al fondo della Confraternita del Santissimo Rosario, I 1, I 2
(13) ADT, Atti visitali 57, cc. 81
(14) Altare privilegiato è quello sul quale il celebrante guadagna l'indulgenza plenaria in favore delle anime del Purgatorio
(15) ADT, Atti visitali 57, cc. 57-58, 81
(16) APP, Ufficio parrocchiale di San Lazzaro, Carteggio e atti, A 16.13
(17) APP, Beneficio parrocchiale di San Lazzaro, Carteggio e atti, C 1.1
(18) Per approfondimenti di rimanda a C. NUBOLA, Conoscere per governare. La diocesi di Trento nella visita pastorale di Ludovico Madruzzo (1579-1581), Bologna, Il Mulino, 1993; E. CURZEL, Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo, Bologna, EDB, 1999; J. BOSCHI, Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), [Trento]: Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici, Nuove arti grafiche, 2011
(19) Si veda il saggio di S. VARESCHI, Organizzazione pastorale, clero, comunità religiose, in Storia del Trentino. Volume V. L'età contemporanea 1803 - 1918, a cura di M. Garbari, A. Leonardi, Bologna 2003, pp. 319-333

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Archivio Diocesano Tridentino
Archivio parrocchiale di Pedersano

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Denominazione Estremi cronologici
Comune di Villa Lagarina
Denominazione Estremi cronologici
Ufficio parrocchiale di San Lazzaro in Pedersano
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia di San Lazzaro