Rossi, Giovanni, Sacco di Asiago, 1886 - Padova, 1967 ( 1886 luglio 1 - 1967 gennaio 7 )

Rossi, Giovanni, Sacco di Asiago, 1886 - Padova, 1967

Rossi, Giovanni

persona

1886 luglio 1 - 1967 gennaio 7

Figlio di Bortolo e Filomena Stefani, Giovanni Rossi nacque a Sasso di Asiago (VI) il 1° luglio 1886. Ottenuto il diploma di maestro elementare, nel 1902 fece ingresso nel seminario maggiore di Padova dove completò gli studi teologici nel 1912, anno in cui venne ordinato sacerdote. Nel frattempo fu soldato di leva nel 14° reggimento fanteria nel 1907 - 1908.
Trascorse i tre anni successivi nel seminario di Thiene, in cui divenne vicedirettore; subito dopo la dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria - Ungheria venne richiamato alle armi e destinato, col grado di sergente, alla V Compagnia di Sanità (1). Prestò servizio nell'ospedale da campo n. 44 a Fondo di Zoldo, nel settore dolomitico di Col di Lana, dal 2 giugno 1915 al maggio 1916. L' 11 maggio di quell'anno ottenne la nomina a cappellano militare del 1° reggimento Granatieri di Sardegna, reparto che seguì negli aspri combattimenti sul monte Cengio (24 maggio ? 4 giugno 1916), sul monte S. Michele del Carso (9 - 12 agosto 1916) e in varie località del fronte del Carso, meritandosi nel maggio 1917 la medaglia d'argento al valor militare.
Durante la ritirata seguita alla rotta di Caporetto, don Giovanni Rossi cadde prigioniero delle truppe austro - ungariche (31 ottobre 1917) e venne quindi trasferito al campo di prigionia di Nagymegyer, in Ungheria, dove trascorse un anno prima di ottenere la liberazione e poter rientrare in Italia. Il 27 gennaio 1919 fu assegnato all'ospedale di tappa di Padova col compito di assistere i detenuti nelle carceri militari e ricoverati all'Ospedale di S. Giustina.
Fu cappellano a Peraga di Vigonza, a Camposampiero, a Asiago e infine (ottobre 1925) a Roncajette, alle porte di Padova, con l'incarico di economo spirituale. Il 28 settembre 1927 ottenne la nomina a parroco della stessa località. Si dedicò alla realizzazione di una serie di opere parrocchiali, tra cui: una scuola di lavoro femminile, il restauro della canonica, gli inginocchiatoi per i banchi della chiesa, l'ampliamento dell'asilo infantile e la ricostruzione della passerella sul fiume Bacchiglione che congiungeva la gente che viveva su rive opposte.
Nel 1942 tentò di rioccupare il posto di cappellano militare in servizi territoriali, ma senza successo, vista l'età. Morì a Padova, il 7 gennaio 1967.

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Fino al 1902 visse a Sasso di Asiago (VI); studiò dal 1902 al 1912 presso il seminario di maggiore di Padova, dove venne ordinato sacerdote. Fino al 1915 fu al seminario di Thiene. Richiamato alle armi in occasione dello scoppio della guerra, prestò servizio come soldato nell'ospedale n. 44 a Fondo di Zoldo. Divenuto cappellano militare si trovò, con il suo reggimento, presso il monte Cengio (Asiago) e nella zona Carso (monte S. Michele, Vallone di Doberdò, Nad Logem, Welick, Kribak, Oppacchiasella, Quota 241 e 219 sopra Lauriano, di fronte all'Hermada e il Querceto) tra il maggio e l' ottobre del 1917. Catturato dall'esercito austro - ungarico, dopo la rotta di Caporetto, imprigionato per un anno nel campo di prigionia di Nagymegyer in Ungheria. Dal gennaio 1919 fu a Padova presso l'ospedale di tappa. Paaò brevi periodi a Peraga di Vigonza, Camposanpiero e Asiago. Dal settembre 1927 fu parroco a Roncajette. Morì presso la casa di cura Villa Maria di Padova nel 1967.

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Per un breve periodo fu vicedirettore del seminario di Thiene; fu poi richiamato in servizio allo scoppio della guerra, prima come soldato presso l'ospedale da campo, poi, dopo sue richieste, come cappellano del 1° reggimento granatieri. Fu cappellano militare dal 1916 al 1919.
La principale funzione del cappellano militare era quella apostolica; doveva rispettare e osservare le leggi ecclesiastiche e militari, sostenere moralmente la truppa, incitarla alla disciplina e al dovere militare, celebrare gli atti di culto e amministrare i santi sacramenti. Aveva inoltre il compito di celebrare i servizi diurni, l'assistenza religiosa e il conforto morale ai soldati, nonché celebrare le messe al campo e i sacramenti.
Era compito del cappellano soccorrere i feriti e confortarli, identificare i caduti, dei quali doveva raccogliere e trasmettere tutti gli oggetti personali trovati sul campo e cercare di dare a tutti una degna sepoltura.
Il cappellano militare aveva inoltre il compito di salvaguardare lo spirito ecclesiastico di tutti i religiosi chiamati alle armi. Doveva tener aggiornato l'ufficio del vescovo castrense sul numero dei sacerdoti e chierici presenti nelle unità, inviare rapporti sulla loro condotta, curare che i preti si tenessero in contatto con il vescovo della diocesi di provenienza.
Mezzo di collegamento tra le famiglie dei soldati e l'Ufficio notizie, i cappellani militari trasmettevano notizie sui caduti, feriti e dispersi.
Doveva indossare il bracciale internazionale della croce rossa, le stellette, una croce rossa a sinistra sul petto e un crocefisso appeso ad cordone grigio - verde attorno al collo.
Esonerato dal servizio militare, otterrà incarichi come cappellano, come economo spirituale e in seguito come parroco, presso alcune località dell'altopiano di Asiago (2).

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Guerra

Chiesa

Ecclesiastico

Padre: Rossi Bortolo
Madre: Stefani Filomena
fratelli e sorelle: Angela, Pietro, Mansueto, Giacomo, Caterina.

Alla vigilia della Prima guerra mondiale, la figura del cappellano militare non esisteva: tutti coloro che avevano i requisiti dovevano svolgere il servizio militare e arruolarsi in caso di mobilitazione. Solo alcuni chierici potevano essere utilizzati come ecclesiastici nel settore sanitario, negli ospedali da campo o ospedali militari; gli altri venivano arruolati come soldati.
Con la circolare del 12 aprile 1915 emanata dal capo di Stato Maggiore dell'esercito, Luigi Cadorna, fu stabilito che ogni reggimento (fanteria, granatieri, bersaglieri, artiglieria da campagna) e ogni battaglione (alpini e guardia di finanza) avesse un cappellano militare. Un cappellano militare spettava anche agli ospedali, ospedali da campo, treni sanitari, ecc..
Per divenire cappellano militare era necessario presentare domanda, molto ambita sia per il grado di tenente che per il trattamento economico.
Per mantenere i rapporti tra cappellani e chierici mobilitati, la Santa Sede istituì la Curia Castrense, con a capo il vescovo da campo Angelo Bortolomasi, coadiuvato da Michele Cerrati, Carlo Maritano e Rodolfo Ragnini.
L'istituzione del vescovo da campo fu riconosciuta dal governo italiano con il Regio decreto del 27 giugno 1915 (3).

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(1) Precedentemente, per sei mesi, era già stato chiamato alle armi durante la guerra libica del 1912; cfr. Borrella G., Borgato D., Marcato R., "Chiedo Notizie o di vita o di morte", p. 26.
(2) Crf. Borrella G., Borgato D., Marcato R., "Chiedo Notizie o di vita o di morte", pp. 34 - 41.
(3) Le informazioni sono state tratte da: cfr. Borrella G., Borgato D., Marcato R., "Chiedo Notizie o di vita o di morte", pp. 32 - 34.

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Denominazione Estremi cronologici
Fondo Giovanni Rossi