Mario Ceola nacque a Pergine il 31 maggio 1894 da Emilio e Ela Avancini. Frequentò la Scuola reale superiore ed inferiore di Rovereto e successivamente il primo anno del Politecnico di Vienna (1913 - 1914). Con lo scoppio della Prima guerra mondiale fu costretto a tornare in Trentino, dove fu occupato per un breve periodo nei lavori di fortificazione attorno alla città di Trento. Nel dicembre 1914 entrò in Italia, a Torino, dove si iscrisse al secondo corso del Politecnico. Venne a contatto con il movimento interventista e collaborò con gli intellettuali raccolti attorno alla rivista "Ora Presente". Si arruolò volontario nel 6° reggimento artiglieria da fortezza il 29 maggio 1915, con il nome di Angelo Neri. Fu aggregato al 6° gruppo plotone allievi ufficiali, con il quale prese parte alle operazioni militari in batteria d'assedio nel settore delle Giudicarie (Cima Rive) tra il giugno e il settembre 1915. Terminato il corso per allievi ufficiali, fu nominato sottotenente il 15 aprile 1916 e contemporaneamente assegnato alla batteria di Porta Manazzo dove rimase dal gennaio al maggio. Dopo un breve periodo di malattia (ottobre 1916 - maggio 1917) ed un breve periodo di servizio a Cima Marsa in Giudicarie, nel luglio del 1917 fu trasferito alla 46a squadriglia aeroplani come osservatore d'aeroplano. Partecipò a numerose missioni con partenza dalle basi di Castenedolo, di Brescia, di Lonato, di S. Pietro e di Villaverla sopra i cieli trentini. Promosso tenente e decorato con due croci al merito di guerra, Ceola rimase in servizio nell'aviazione militare fino al 24 maggio 1919.
Rientrato a Rovereto, svolse l'attività di geometra per la quale aveva ottenuto il diploma di agrimensore - geometra dalla Regia Scuola di agrimensura di Mantova.
Il 30 agosto 1920 a Verona si sposò con Emma Tonini, dalla quale ebbe due figlie Annamaria (1921) e Renata (1928).
Il suo principale interesse fu la memoria del primo conflitto mondiale e si occupò fin da subito del progetto del cimitero di Castel Dante; nel 1922 fu tra i fondatori del Comitato Ossario, di cui assunse la carica di segretario. Poco dopo fu assunto come direttore del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, carica che mantenne, salvo un periodo di servizio in Africa Orientale (settembre 1935 - maggio 1936), fino al settembre 1939, quando fu richiamato alle armi. La direzione del Museo fu allora affidata a Giovanni Malfer.
In questo periodo scrisse e pubblicò la maggior parte delle sue opere a stampa: "Diserzioni" (1928), "L'Ideale" (1932), "Setteant'anni di irredentismo perginese" (1932), "Dalle trincee alle nubi" (1932, ma pubblicato solo nel 1997), "La rivolta di Cattaro" (1935) e "Pasubio eroico" (1939); rimasero inoltre inediti numerosi dattiloscritti relativi alle sue ricerche storiche.
Come capitano prese parte ai combattimenti sul fronte occidentale nel 4° reggimento artiglieria contraerea dal giugno all'ottobre 1940, poi sul fronte greco - albanese sino al 1942, anno in cui fu assegnato al Comando di difesa territoriale di Mantova. Il 5 settembre 1943 fu trasferito a Bolzano e tre giorni dopo cadde prigioniero dei tedeschi; fu internato in Germania in diversi campi di concentramento (Stablack, Deblin Irena, Tschenstockov, Wietzendorf, Mezen e probabilmente altri) dove rimase fino all'agosto del 1945, quando rientrò in patria con un treno ospedale. Ricoverato a Merano, fu dimesso il 15 agosto 1946.
Rientrato a Rovereto non riuscì a riottenere la dirigenza del Museo e per questo avviò una lunga vertenza giudiziaria con l'allora reggenza. Partecipò e rimase attivo nell'ambito dell'associazionismo combattentista roveretano, intervenendo sporadicamente in occasioni di commemorazioni o su importanti questioni cittadine (come la polemica sulla nuova sede della Campana dei Caduti). Fu candidato tra le file del Movimento Sociale Italiano nelle elezioni del 1964, ma non fu eletto. Morì a Rovereto (TN) il 19 ottobre 1969.
Distintivi e medaglie
1918 Croce al merito di guerra
1919 medaglia d'argento al valor militare
1933 autorizzato a fregiarsi della medaglia di benemerenza per i valorosi della Prima guerra mondiale
1941 distintivo di guerra e distintivo del regio governo d'Albania
Ricevette altri encomi per azioni militari.
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