Chailly, Luciano, Ferrara, 1920 gennaio 19 - Milano, 2002 dicembre 24 ( 1920 gennaio 19 - 2002 dicembre 24 )

Chailly, Luciano, Ferrara, 1920 gennaio 19 - Milano, 2002 dicembre 24

Chailly, Luciano

persona

1920 gennaio 19 - 2002 dicembre 24

Luciano Chailly nacque a Ferrara il 19 gennaio 1920. All'età di 14 anni compose la sua prima opera "Lucia" dedicata ai genitori, Clementina Ravegnani e Vittorio Chailly, che decisero di fargli studiare composizione col Maestro Carlo Righini. Quando la famiglia si trasferì a Palazzo Scacerni, in Via Palestro, di proprietà dei Ravegnani, Chailly visse fianco a fianco con il nonno Adriano e lo zio poeta e scrittore Giuseppe Ravegnani, nel cui studio si alternavano scrittori come Ardengo Soffici, Riccardo Bacchelli, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Leonida Repaci, Orio Vergani e artisti del calibro di Carlo Carrà e Filippo De Pisis. A Ferrara nel 1941 Chailly conseguì il diploma di violino e nel 1943, a Bologna, si laureò in lettere con una tesi sulla musica e poesia dei trovadori. Dopo la guerra si trasferì a Milano per studiare composizione al Conservatorio dove si diplomò come allievo di Renzo Bossi e per seguire il corso di direzione d'orchestra del Maestro Antonino Votto. Nel 1946 Chailly conobbe Giorgio Federico Ghedini, Marcello Abbado, Gino Negri, Giulio Confalonieri e molti altri compositori e critici musicali milanesi; risale a questa data la sua prima entrata al Teatro alla Scala, dove ebbe modo di assistere, tra i pochi, alle prove del Maestro Arturo Toscanini. In questi anni fondò e diresse anche un'orchestra da camera del Circolo musicale giovanile.
Nel 1948 Chailly partì per Salisburgo per seguire al Mozarteum un corso di perfezionamento tenuto da Paul Hindemith. Nel 1951 vinse il concorso nazionale come Maestro assistente musicale alla RAI e scelse la sede di Milano: iniziò così, nella sala degli affreschi dell'Umanitaria, una storica società filantropica milanese, un lavoro di "musicista militante" che lo avrebbero portato a conoscere i più grandi direttori d'orchestra, compositori e interpreti dell'epoca, tra cui una Maria Callas esordiente. Sempre in RAI, al Centro di fonologia, ebbe modo di collaborare con Luciano Berio e Bruno Maderna. Chailly compose negli anni anche molti commenti musicali per documentari e sceneggiati. Nel 1954 iniziò un importante sodalizio con lo scrittore bellunese Dino Buzzati, che per lui scrisse quattro libretti d'opera e curò numerosi allestimenti scenografici. In questi stessi anni nacquero anche due opere tratte da racconti di Anton Checov: "Una domanda di matrimonio", con libretto di Claudio Fino e Saverio Vertone e "Il canto del cigno" con libretto dello stesso Chailly. Con Renato Prinzhofer, librettista, scrittore e traduttore di Conrad, amico degli anni giovanili, scrisse "La riva delle Sirti" tratto da Julien Gracq.
Intanto, col regista Giacomo Vaccari, Chailly compose le musiche per lo sceneggiato televisivo "L'idiota" tratto da Dostoevskij e il connubio con Vaccari proseguì con le musiche per "Mastro Don Gesualdo", un secondo sceneggiato tratto da Verga, prima di essere definitivamente interrotto per la tragica scomparsa del giovane regista, perito di lì a poco in un incidente automobilistico. Nel 1961 Chailly fu nominato direttore dei programmi musicali RAI del secondo canale e si trasferì a Roma con la famiglia. Dal regista Gian Vittorio Baldi ebbe la proposta di scrivere le musiche del suo film "Luciano", poi titolato "Madre ignota" e iniziò a collaborare con la società "Corona cinematografica" per la quale scrisse commenti musicali per vari documentari. Lo scrittore Riccardo Bacchelli, che aveva presentato l'opera "La riva delle Sirti" al suo debutto a Montecarlo, chiese a Chailly di musicare "Voce dell'acqua", una cantata per soprano e coro. Anche in omaggio a Roma, il compositore ferrarese scrisse "Missa Papae Pauli", in onore del nuovo pontefice Paolo VI. In questi stessi anni andarono in scena: "Vassiliev", atto unico tratto da Anton Checov con libretto di Chailly e "Markheim", tratto da un racconto di Robert Louis Stevenson con adattamento di Renato Prinzhofer, che fu eseguito a Spoleto con la regia di Giancarlo Menotti, direttore del Festival.
Nel 1968 Chailly rientrò a Milano per la nomina a direttore artistico al Teatro alla Scala, con votazione unanime del Consiglio di amministrazione scaligero. L'esperienza scaligera fu per il compositore tanto affascinante quanto complessa e difficile. Furono anni di tensione, in cui propose al pubblico e conobbe da vicino i migliori artisti dell'epoca: Igor Stravinskij, Igor Moisseiev, Rudolph Nureyev, Georges Pretre, John Barbirolli, Josef Svoboda, Zoltan Pesko, Renata Scotto, Carla Fracci, Beppe Menegatti, Nicolaj Ghiaurov, Wolfgang Sawallisch, Riccardo Muti, Luciano Pavarotti, Shirley Verret e Montserrat Caballé, Zubin Mehta, Nathan Milstein, Leonard Bernstein, Mirella Freni e molti altri ancora. Nonostante fosse completamente assorbito dai numerosi impegni al teatro, accettò di entrare al Conservatorio di Milano come insegnante di composizione. Nel 1971 Chailly, su richiesta di Remigio Paone, sovrintendente dei "Pomeriggi Musicali" milanesi, scrisse dopo tre anni di silenzio compositivo "L'appello", atto unico per baritono, nastro magnetico e piccola orchestra, che il figlio Riccardo diresse, eseguito dai Solisti Veneti di Claudio Scimone. Con il trasferimento della famiglia in Viale Bianca Maria, Chailly ritrovò la vena compositiva: nacquero così "Sogno (ma forse no)", atto unico tratto da Luigi Pirandello con libretto di Prinzhofer, "Tre episodi per fanfara e orchestra", dedicato al compianto Dino Buzzati e tre liriche dedicate ai figli: "Tre liriche latine", su testo di Catullo, per tenore ed arpa (per Cecilia), "Liriche della resistenza vietnamita" (per Floriana) e "Contrappunti a quattro dimensioni" (per Riccardo). Sempre su proposta e libretto di Renato Prinzhofer, scrisse l'atto unico "Il libro dei reclami", tratto dall'amato Checov.
Nel 1972 lasciò la direzione artistica del Teatro alla Scala, a seguito delle gravose mansioni politico-organizzative che si rivelarono superiori a quelle artistiche alle quali era stato designato, per assumere un incarico di consulenza al Teatro Regio di Torino e l'anno successivo la direzione artistica all'Angelicum di Milano, dove programmò una ricca stagione di concerti. E' in questo contesto che si susseguirono le esecuzioni di Giorgio Gaslini, Franco Donatoni, Flavio Testi, Riccardo Malipiero, Aldo Clementi, Roman Vlad, Bruno Bettinelli. Tra il 1975 e il 1976 Chailly fu chiamato a dirigere l'Arena di Verona, esperienza di prestigio internazionale, che gli impose di rinunciare ad altre proposte professionali: quella di Mario Vianello, sovrintendente del Teatro la Fenice di Venezia, alla direzione artistica del teatro e del regista Valerio Zurlini che lo invitò a comporre le musiche di "Il deserto dei tartari" che in quel periodo stava entrando in lavorazione.
Allo scadere dei due anni di impegno all'Arena di Verona, l'allora sovrintendente del Teatro alla Scala Paolo Grassi propose a Chaillly di rientrare in teatro come direttore generale in triumvirato con lui e Francesco Siciliani, anziano consulente artistico.
Il sovrintendente Franco Ragazzi e il segretario generale Alessandro Levriero del Teatro Comunale dell'Opera di Genova si rivolsero a Chailly nel maggio 1983 per risolvere una situazione di tensione artistica e di difficoltà con le maestranze. Egli accettò, ma si trovò a dover risolvere i problemi concreti e nello stesso tempo a completare la stagione operistica dell'anno seguente e il programma di Musicanovecento. Presentò invano le sue dimissioni che vennero respinte dal Consiglio di amministrazione e seguì fino alla fine la sua programmazione.
Nominato commissario alla Direzione generale della sezione lirica della Società italiana degli autori ed editori (SIAE), Chailly partì per Tokyo, invitato a rappresentare l'Italia al Congresso internazionale della Confederazione internazionale delle società d'autore e compositori (CISAC) per uno scambio di conoscenze sulla protezione dei diritti d'autore.
Tra il 1986 e il 1987 Chailly fu docente di storia e tecnica della musica contemporanea alla Scuola di paleografia e filologia musicale di Cremona e di Pavia e nel 1997 fu nominato membro della Commissione musica del Dipartimento dello spettacolo del Ministero per i beni e le attività culturali. I suoi ultimi lavoro furono "L'aumento", atto unico tratto da un racconto di Dino Buzzati e "Te Deum" per coro misto e orchestra.
Luciano Chailly si spegne a Milano il 24 dicembre 2002 (1).

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Ferrara, Milano, Roma, Pieve di Ledro (TN)

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Docente

Musicista

Figlio di Clementina Ravegnani e Vittorio Chailly è fratello di Silvana e Giancarlo. Sposa Anna Maria Motta. È padre del celebre direttore d'orchestra Riccardo Chailly, dell'arpista compositrice e scrittrice Cecilia Chailly e della giornalista e regista Floriana Chailly. È zio del pianista, compositore e direttore d'orchestra Michele Fedrigotti.

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(1) La biografia qui esposta è tratta dalle pagine dedicate al compositore disponibili sul sito https://www.cultura.trentino.it/Luciano-Chailly.

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Denominazione Estremi cronologici
Luciano Chailly