Confraternita del Santissimo Rosario, Cogolo (Peio), [1614 gennaio 4] - [1894] ( [1614 gennaio 4] - [1894] )

Confraternita del Santissimo Rosario, Cogolo (Peio), [1614 gennaio 4] - [1894]

Confraternita del Santissimo Rosario

ente

[1614 gennaio 4] - [1894]

Le confraternite del Rosario, fiorirono quando i domenicani iniziarono a promuovere il culto del rosario. Un'ulteriore diffusione di queste fratellanze si ebbe sotto la spinta dei gesuiti, a partire dal 1563. Questa devozione mariana ricevette grande promozione dopo il 1671, quando Pio V associò la vittoria di Lepanto contro i turchi, all'intercessione della Vergine: intercessione incoraggiata dalle preghiere e dalle meditazioni sul Rosario (1).

La confraternita del SS. Rosario di Cogolo

A Cogolo, la confraternita del Santissimo Rosario, ubicata nella chiesa del paese, è attestata per la prima volta in una pergamena datata 4 gennaio 1614 (2). Questa prima menzione è coerente, per cronologia, alla situazione di località vicine: infatti, abbiamo a Peio una confraternita del Rosario a partire dal 1617 (3), mentre a Celledizzo è attestata dal 1695 (4). Abbiamo altre attestazioni dell'esistenza del sodalizio nel corso del Seicento (5); l'ultima attestazione presente nell'archivio comunale è del 20 gennaio 1668 (6). La confraternita risulta attiva anche nel XVIII e nel XIX secolo (7). Nel 1894, su istanza di don Pacifico Rosati, curato di Cogolo, la confraternita venne rieretta dal curato di Ossana (8).

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associazione della chiesa cattolica

Associazione della Chiesa cattolica, dedita a pratiche pie, composta prevalentemente da laici, sottoposta alla supervisione del clero, per quanto riguarda la sfera più propriamente religiosa e di direzione spirituale.

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La confraternita è un'aggregazione di devoti, coniugati e non, uomini e donne (ma soprattutto uomini), eretta canonicamente, cioè riconosciuta e regolamentata ufficialmente dalle autorità ecclesiastiche, per compiere insieme opere di pietà e di carità. Questa forma di associazione, inizialmente riservata ai chierici, diventa, a partire dal XII secolo, in un'epoca di decollo urbano e di crescita demografica, economica e civile dell'Occidente, diffusa tra i laici: con il nome di "confraternita", ma più spesso con quello di "compagnia" e "scuola", prolifera inizialmente nelle città (grazie alla predicazione degli ordini mendicanti, particolarmente attivi nella promozione), per poi diffondersi anche nei contesti rurali e periferici. Ogni confraternita era dotata di uno statuto che definiva scopi ed obblighi associativi, di matricole con gli elenchi degli associati, di un luogo dove radunarsi (generalmente una cappella o un oratorio all'interno o nei pressi di una chiesa), di un patrimonio economico più o meno cospicuo, accresciuto negli anni grazie a donazioni e lasciti dei confratelli.
I membri delle confraternite non pronunciavano voti e non vivevano in comune, anche se erano tenuti a partecipare ai momenti di vita devozionale, consistenti in preghiere comuni, processioni e celebrazioni religiose. Attività di mutua assistenza, soccorso ai confratelli malati e indigenti, suffragio per i morti: queste le finalità più sentite dalle confraternite religioso-devozionali, così che necessità di carattere materiale e necessità di carattere spirituale sembrano coesistere e costituire le spinte più forti all'associazionismo. Altre attività cultuali-devozionali erano la celebrazione di messe nel giorno dei patroni e in altri giorni dell'anno, l'arredo, l'illuminazione ed il mantenimento dell'altare o della cappella, la partecipazione alle processioni e a pellegrinaggi.
L'universo confraternale era estremamente vario nei fini e nelle espressioni: nel corso del medioevo è un paesaggio in continua evoluzione, a seguito dei mutamenti nella società civile e religiosa.
Vi furono infatti confraternite di mestiere, nazionali, assistenziali e caritative, di devozione e penitenza. Nei vari periodi storici si ebbero diversi tipi di confraternite: se nel Trecento erano assai diffuse le confraternite dedite al canto di laude in volgare, invece, nel corso del Cinquecento, godettero di enorme fortuna i sodalizi dedicati al Rosario e al Santissimo Sacramento (destinati a garantire il decoro per il culto dell'Eucaristia), così come quelli intitolati alla dottrina cristiana (destinate a garantire una capillare istruzione catechistica), funzionali anche ad una politica di rafforzamento dell'unità confessionale e di controllo della devozione laicale.
Le confraternite spesso non avevano o non mantenevano nel tempo una denominazione univoca: nei documenti vengono citate spesso in modi assai diversi e articolati. Si tenga poi presente che alcune confraternite, nel corso della loro storia, cambiarono scopo, magari privilegiando l'aspetto caritativo su quello devozionale.
In seguito al Concilio di Trento e alle sue direttive in materia di disciplinamento religioso, la Chiesa sentì la necessità di esercitare maggiormente su di esse una capillare azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi e cercando di condizionarne le forme statutarie. L'autorità ecclesiastica rivolse particolare attenzione all'amministrazione dei redditi, generalmente affidata ad un massaro che, ogni anno, rendeva conto del suo operato.
Nelle confraternite fondate nel XVII secolo aumentò l'importanza del clero: sacerdoti, regolari o secolari, furono promotori assieme ai laici di nuove confraternite.
Con il periodo napoleonico si ebbe la soppressione di tutte le confraternite religiose, escluse però quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino.

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Chiesa

Nella documentazione presente compaiono i sindaci della confraternita, generalmente in numero di due e che agiscono a nome della medesima. Spesso vengono affiancati dal curato di Cogolo e Celledizzo, mentre in un solo caso viene menzionato anche il rettore (9).

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La confraternita del Santissimo Rosario di Cogolo era in relazione con altre associazioni laicali, come la "scola" dei Disciplini, con le quali si unì, venendo a condividerne gli amministratori.
Era inoltre in relazione con la chiesa parrocchiale di Cogolo: molto spesso, infatti, il curato affiancava i sindaci nella stipula dei contratti e, probabilmente, si faceva carico della direzione spirituale del sodalizio.

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1) Cfr. Anne WINSTON-ALLEN, "Stories of the rose : the making of the rosary in the Middle Ages", Pennsylvania state university press 1997. Inoltre Christopher F. BLACK, "Le confraternite italiane del Cinquecento", Milano 1992, p. 49.
2) Cfr. la pergamena n. 166-2.
3) Cfr. "Inventario dell'archivio storico della Parrocchia di Peio : 1409-1953", a cura della cooperativa Koinè, Trento, 2004.
4) Cfr. "Inventario dell'archivio storico della Parrocchia di Celledizzo : 1544-1953", a cura della cooperativa Koinè, Trento, 2004.
5) Cfr. il fascicolo n. 166.
6) Cfr. la pergamena n. 166-9.
7) Presso l'archivio parrocchiale di Cogolo, abbiamo infatti un registro degli iscritti che dal 1699 arriva al 1856. Cfr. "Inventario dell'archivio storico della Parrocchia di Cogolo : 1335-1953", a cura della cooperativa Koinè, Trento, 2004, p. 57.
8) Cfr. "Inventario dell'archivio storico della Parrocchia di Cogolo : 1335-1953", a cura della cooperativa Koinè, Trento, 2004, p. 30.
9) Cfr. la pergamena n. 166-3.

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La scheda è stata redatta nel 2007, in base al tracciato descrittivo del programma "Sesamo 2000". La revisione effettuata nel 2009 ha comportato le modifiche necessarie a garantire un livello minimo di coerenza rispetto alle regole di descrizione contenute nel manuale "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento, 2006.

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Denominazione Estremi cronologici
Comune di Peio
Denominazione Estremi cronologici
Appendice: regesti delle pergamene del comune di Cogolo