Società degli alpinisti tridentini, Arco, Riva del Garda, Rovereto, Trento, 1872 settembre 2 - ( 1872 settembre 2 - )

Società degli alpinisti tridentini, Arco, Riva del Garda, Rovereto, Trento, 1872 settembre 2 -

Società alpina del Trentino

Società degli alpinisti tridentini

SAT

ente

1872 settembre 2 -

Per la storia della Società alpinisti tridentini - SAT si è già scritto molto. Sarà, per tanto, dato riassunto delle tappe principali partendo dall'anno della sua fondazione, individuato nell'anno 1872.
La storia della Società degli alpinisti Tridentini - SAT risale all'anno 1872 quando, il 2 settembre, Prospero Marchetti e l'amico Nepomuceno Bolognini concretizzarono l'idea di fondare insieme ad altri ventisette amici alpinisti un club, divenuto dopo la sottoscrizione del primo verbale della seduta tenutasi presso una sala dello Stabilimento di Campiglio, "Club Alpino del Sarca". Già in questa prima seduta, e sotto il motto "Excelsior", si decise che il club dovesse allargare la propria attività anche oltre i confini dei territori bagnati dal fiume Sarca, optando così per il nome di: "Società Alpina del Trentino" con sede in Arco.
Il 9 febbraio 1873 venne nominato, sempre presso la sede di Arco, il primo direttivo presieduto dal dottor Prospero Marchetti e dal dottor Nepomuceno Bolognini, quale vicepresidente.
I dissapori con il governo centrale austriaco non si fecero attendere e il sodalizio, da poco nato, venne sospettato di attivismo politico filoitaliano. Già nel 1876 venne sequestrato l'Annuario e la società costretta a sciogliersi. L'inattività della società durò per poco: nell'aprile del 1877, Andrea Zaniboni, Vincenzo de Lutti e Pietro Berti predisposero un nuovo statuto ufficializzato nel corso della seduta indetta l'8 luglio presso la sede di Riva del Garda e attraverso la nomina di un nuovo direttivo della "Società degli alpinisti tridentini". Questa volta venne nominato presidente Vincenzo de Lutti e scelto Castel Tesino come successivo luogo di adunanza estiva del sodalizio.
Dopo questa prima fase di assestamento societario e negli anni che precedono il primo conflitto bellico, la SAT si attivò per promuovere iniziative al fine di diffondere la conoscenza dell'ambiente montano e delle montagne, dell'alpinismo in generale e della tutela del territorio alpino. Da subito fu importante e incessante il lavoro per l'edificazione di piccoli rifugi e bivacchi, la conoscenza della sfera alpina anche attraverso la fotografia di settore, l'istruzione di guide alpine preparate, l'approfondimenti e le ricerche scientifiche in svariati settori affini all'ampia sfera dell'alpinismo e dell'ambiente montano.
Nacque a tal fine la Sezione universitaria della società (SUSAT) con l'intento di diffondere anche nel mondo degli studenti la promozione della società stessa, le tematiche di interesse e il "pionerismo" giovanile con l'apertura di nuovi sentieri e vie di accesso alle vette e ai rifugi.
Le continue ingerenze governative si protrassero fino allo scoppio della Prima guerra mondiale quando le attività del sodalizio vennero completamente interrotte; nel 1917 le autorità austriache dissolsero ufficialmente la Società.
Al finire del primo conflitto mondiale, il completo danneggiamento e la distruzione del patrimonio della SAT furono motore di un'intensa attività associativa così che la SAT, nel 1919 e sotto la guida del presidente Larcher coadiuvato dal segretario Riccardo Bonfanti e dal cassiere Giovanni Calderari, riprese convintamente il suo impegno unitamente al sostegno dei soci sostenitori reduci dal fronte di guerra.
Il 29 febbraio del 1920 segna una tappa fondamentale per la SAT perché, in tale data, gli aventi diritto votarono all'unanimità l'adesione della Società degli Alpinisti Tridentini al Club Alpino Italiano, sotto la dicitura statutaria di "sezione autonoma" e apponendo nello stemma, sotto la stella del CAI, il motto originario e ormai storico "Excelsior".
Negli anni difficili della ricostruzione, la SAT scelse di seguire una rigorosa tenuta dei bilanci, che vennero interamente destinati alla riedificazione dei rifugi alpini danneggiati. Per questo scopo la SAT dovette recuperare non solo le relazioni con i soci già iscritti ma soprattutto trovarne di nuovi, affinché la montagna divenisse ambiente più familiare e più popolare.
Venne fondata in questi anni, precisamente il 7 gennaio 1921, la Sezione Operaia Società Alpinisti Tridentini (SOSAT) con lo scopo di avvicinare molte più persone al mondo della montagna, dando l'avvio all' "alpinismo sociale in Italia" (2).
Non più una montagna per soli alpinisti esperti ma anche per semplici escursionisti con l'intento di creare momenti di socialità per tutti.
Anche attraverso la SOSAT l'organizzazione centrale ricevette uno slancio positivo, non solo attraverso il potenziamento della base sociale, ma per l'organizzazione di eventi dedicati e per la gestione e il mantenimento e la manutenzione dei rifugi di appartenenza.
Ne è dimostrazione la nascita anche della coralità satina, attraverso un repertorio di canzoni e melodie legate alla tradizione alpina.
La storia prosegue dunque improntata ad un forte attivismo e ad un grande impegno sociale e finanziario fino a quando gli equilibri faticosamente costruiti furono messi nuovamente in discussione quando il CAI venne inquadrato dal regime fascista nel Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI).
A partire dal 1927 le scelte di un governo nazionale sempre più centralizzatore tarparono le ali all'aquila del sodalizio e tutte le nomine delle cariche direttive passarono dalle assemblee dei soci al controllo del Partito Nazionale Fascista.
Nella SAT, questo passaggio venne ufficializzato nel 1928 quando venne nominato a commissario straordinario Giovanni Calderari spodestando il presidente in carica, Giovanni Pedrotti.
L'alpinismo, dunque, non più come momento sociale ed educativo ma come mera espressione della forza fisica e manifestazione prettamente sportiva. I giovani susatini interruppero la loro attività dapprima passando sotto il SUCAI (Sezione universitaria del CAI) per poi sciogliersi lasciando il posto alle varie organizzazioni giovanili fasciste.
Nonostante le difficoltà e la privazione di autonomia nelle azioni e nelle scelte tra il 1925 e il 1940 la SAT provvide alla costruzione e alla risistemazione di undici rifugi, anche posti a bassa quota, e di piste da sci quando ormai questa disciplina era entrata a far parte delle attività istituzionali.
Numeri sono i rifugi costruiti, ricostruiti e ampliati dalla SAT nei gruppi montuosi del Trentino, il primo fra tutti la Casina di Bedole in Val di Genova inaugurato nel 1874 e ricostruito nel 1888 come Capanna Bolognini. Numerosi sono anche i sentieri che la SAT ha inaugurato e che, ad oggi, custodisce: sentieri di fondovalle che portano ai rifugi, sentieri che collegano rifugio a rifugio, sentieri attrezzati e sentieri attrezzati di vetta.
Le vicende della seconda guerra mondiale coinvolsero profondamente anche la SAT. Dal 1943 anche il Trentino conobbe la resistenza partigiana, i rastrellamenti nazisti, la distruzione per rappresaglia di baite e rifugi. Si ricorda l'eccidio di malga Zonta e il sacrifico del socio Adamello Collini nel campo di concentramento di Melk. I valori autentici sui quali di basava l'alpinismo presero forza anche in un momento così buio della storia satina e nazionale.
Nell'immediato dopoguerra venne ricostruita la SOSAT; la SAT si risolleva non solo con la collaborazione dei soci e delle sezioni territoriali ma anche attraverso alcune illustri personalità quali per esempio: l'ingegnere Giovanni Strobele per lo studio di fattibilità del sentiero delle Bocchette, Mario Smadelli che, con la sua lunga esperienza alla Banca d'Italia, ridona vigore all'intero settore amministrativo, Carlo Colò già caporedattore al "Brennero" contribuisce alla pubblicazione del Bollettino, Giovanni Tambosi come nuovo presidente del sodalizio susseguito da Giuseppe Stefanelli.
Dalla fine del secondo conflitto mondiale la montagna conobbe un duplice destino; l'uno dettato dall'abbandono delle terre difficili da coltivare e mantenere, l'altro fatto da un crescente turismo di massa che portò le Alpi ad essere meta di vacanze per molte famiglie.
La SAT in questo nuovo ordine sociale si spese non solo per una cultura diffusa della montagna ma, al contempo, per preservare e presidiare il territorio montano, promuovendo un concetto di montagna come risorsa sostenibile.
La SAT degli anni sessanta e settanta è agli onori della cronaca per le grandi spedizioni extranazionali, per la creazione di scuole di roccia e momenti di solidarietà attraverso aiuti concreti per la popolazione colpita dall'alluvione del 1966. Proprio in questi anni la Società conobbe un acceso dibattito inserito in un'ampia e incessante opera di "industrializzazione" della montagna a partire dell'industria idroelettrica passando per la creazione di imponenti impianti a fune sulle pendici delle montagne.
In definitiva una montagna che non poteva essere solo "esercizio d'ardimento in parete" (3) ma che doveva essere conosciuta, e quindi difesa, nella sua interezza e nelle sue molteplici sfaccettature attraverso lo studio, la conoscenza e la ricerca.
L'impegno profuso dalla SAT, fino ad arrivare ai giorni nostri, si rifà ai principi sopra elencati attraverso l'organizzazione di convegni, di eventi, di collaborazioni sinergiche con le varie realtà del territorio regionale, nazionale e extranazionale sempre con un occhio attento all'evoluzione e ai cambiamenti sociali, economici, ambientali che si ripercuotono immancabilmente sul delicato e multiforme assetto dell'ambiente alpino e montano in generale.

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La prima sede sociale dell'associazione che promosse la successiva creazione della Società alpina del Trentino, fu ad Arco, quando si costituirono il Club delle Alpi trentine (aprile 1872) e il Club alpino del Sarca (luglio 1872).
La sede della Società alpina del Trentino, al momento della sua istituzione, fu decretata per statuto anch'essa ad Arco (2 settembre 1872). Successivamente, con la nuova denominazione di Società delle Alpi tridentine e il nuovo statuto del 1877 la sede fu spostata a Riva, dove rimase fino al 1880, quando l'ente definì il nome in Società degli alpinisti tridentini e pose la sede alternata ogni due anni tra Trento e Rovereto. Lo statuto del 1920 modificò la durata della dislocazione della sede che si sarebbe alternata ogni sei anni tra Rovereto e Trento, la sede era in via S. Pietro n. 14.
Con lo statuto del 1923 la sede venne definitivamente spostata a Trento. Dagli anni Trenta la SAT si stabilì al primo piano di via Roma n. 31, in una sede affittata dai fratelli Libera e composta da otto vani, una terrazza, i servizi e due vetrine laterali all'ingresso a piano terra. Per diminuire le alte spese d'affitto la SAT decise di rinunciare a una parte dei locali e cercò di rescindere il contratto. Solo nel maggio 1944 la sede fu spostata presso il palazzo Saracini Cresseri, situato in via Roma 109, divenuto proprietà della famiglia Pedrotti ad inizio Ottocento,. Il contratto d'affitto con la famiglia Pedrotti prevedeva anche l'utilizzo di un locale al primo piano ad uso cucina, che la SAT dovette sgomberare nel maggio 1945, perché affittato al Comitato di liberazione nazionale.
Da allora la sede è rimasta invariata e fu acquistata dalla SAT nel 1954.
La sede sociale e legale della società è a Trento in via Manci n. 57 (1).

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La Società degli alpinisti tridentini è un'associazione di promozione sociale, munita di personalità giuridica di diritto privato. È una libera associazione di persone che operano nella Provincia Autonoma di Trento.

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La Società degli alpinisti tridentini nacque come un'associazione di persone che si proponeva lo studio, la visita e l'illustrazione delle montagne tridentine e della provincia di Trento.
Per raggiungere questi scopi la Società organizzava periodiche escursioni alpinistiche in montagna, esplorazioni di una particolare regione alpina e intraprendeva attività finalizzate al raggiungimento degli scopi statutari come: la costruzione di rifugi alpini e osservatori meteorologici e la sistemazione di strade e sentieri, compresi l'allestimento e la manutenzione dei segnali e dei segnavia. Si prefiggeva inoltre di migliorare l'ordinamento delle guide alpine, di pubblicare i resoconti delle escursioni, di studiare escursioni e relazioni presentate dai soci e di rendere noti itinerari, anche attraverso la pubblicazione di un annuario e di un bollettino per l'illustrazione scientifica, storica e archeologica; inoltre si provvedeva all'acquisto di testi a tematica alpina e si svolgevano ricerche scientifiche sulle montagne, sulla flora, sulla fauna, sulla mineralogia, sui rimboschimenti e sui fossili. Le pubblicazioni riguardavano carte topografiche, itinerari, informazioni sui rifugi, sui luoghi panoramici e sulle usanze dei luoghi trentini.
A tal fine la società poteva istituire più sezioni all'interno del Trentino o associare quelle già esistenti e si associava ad altre società.
Nel 1920 la SAT si associò al CAI, del quale divenne una sezione autonoma, conservando il nome e accoppiando nello stemma alla stella del Club alpino italiano il motto "Excelsior" della società trentina. Anche grazie a questa unione, la SAT poté contare su un apporto economico e finanziario per la riattivazione dei rifugi e dei sentieri distrutti durante la guerra.
Nel corso del tempo, dal 1932 e a seguito delle modifiche statutarie del 1947, per ottemperare agli scopi societari, furono istituite diverse commissioni, tra le quali:
- il Comitato finanziario, istituito per vagliare le disponibilità finanziarie da utilizzare per le costruzioni e ristrutturazioni dei rifugi;
- il Comitato per la redazione del bollettino;
- la Commissione dei rifugi della SAT, impiegata dal 1931 per coordinare le attività nel campo della costruzione dei rifugi e dei lavori alpini;
- il Comitato scientifico, impegnato soprattutto nel settore delle indagini speleologiche del territorio regionale e limitrofo, con un fitto scambio di relazioni anche con gruppi speleologici di fuori regione;
- il Comitato tecnico per le guide e i portatori, per regolamentarne l'attività e la formazione;
- la Commissione sentieri.
Attualmente (2020) le commissioni presenti nella SAT sono le seguenti:
- Commissione alpinismo giovanile;
- Commissione storico - culturale e biblioteca;
- Comitato redazione Bollettino;
- Commissione elettorale;
- Commissione escursionismo;
- Commissione comunicazione;
- Commissione medica;
- Commissione amministrativo - legale;
- Commissione rifugi;
- Commissione scuole di alpinismo;
- Commissione sentieri;
- Commissione speleologica;
- Commissione tutela ambiente montano;
- Commissione scuola e formazione;
- Commissione speleologica;
- Commissione glaciologica.

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Le indicazioni sulla struttura amministrativa della società ci pervengono direttamente dagli statuti. Dal 1872, anno di istituzione della Società alpina del Trentino, si susseguirono numerosi statuti e regolamenti, che in alcuni casi modificarono notevolmente l'assetto istituzionale dell'ente.
Il primo statuto redatto a Madonna di Campiglio nel 1872 affidava la Direzione sociale della società a nove direttori, che eleggevano al loro interno un presidente e un vicepresidente. L'Ufficio della direzione, con sede in Arco, era costituito dal segretario e dal cassiere. I soci, tra i quali venivano accettate anche le donne, si riunivano in due ritrovi annuali; un'adunanza avveniva ad Arco in primavera, dove si fissava il luogo del successivo ritrovo per l'estate.
La Direzione aveva tra gli scopi quello di presentare i preventivi alla prima adunanza, indire i ritrovi ordinari e straordinari, organizzare e promuovere le escursioni alpine, stringere rapporti con altri club e società alpine.
La Presidenza provvedeva all'amministrazione della società, fornendo tutte le disposizioni atte a rispettare lo statuto e le deliberazioni sociali.
I soci, membri attivi della società, dovevano fare richiesta di accettazione alla Direzione che poteva accogliere o rigettare la domanda. Ogni socio pagava al cassiere una quota annuale, divise in due rate, una a gennaio e una a giugno. I soci iscritti, in regola con le quote, partecipavano alle adunanze ordinarie e straordinarie (richieste da almeno dieci soci).
Nel 1877 la società modificò la sua denominazione divenendo Società degli alpinisti tridentini con sede in Riva; modificò la composizione della Direzione sociale composta di un Presidente, di un Vicepresidente, otto Direttori, un cassiere e un segretario.
Il regolamento del 1880 che seguiva la nuova stesura dello statuto dell'anno precedente, prevedeva che il Presidente presiedesse le adunanze generali, raccogliesse le votazioni, pubblicasse i risultati e chiudesse infine le sedute. La Direzione sociale si rinnovava ogni due anni e la sede si alternava fra Trento e Rovereto. Le adunanze generali rimanevano regolate come in precedenza.
Nel regolamento venivano indicati i vari compiti.
Il Segretario teneva il protocollo degli esibiti, il repertorio e il libro dei protocolli delle sessioni generali e della Direzione; inoltre conservava un elenco dei lavori e delle memorie presentate dai soci, l'elenco dei libri e oggetti spettanti alla società, un libro delle guide di montagna e il libro per la posta.
Il cassiere effettuava le riscossioni e teneva in evidenza lo stato di cassa, eseguiva i pagamenti ordinati dalla presidenza e teneva il libro maestro dei soci.
La direzione, i cui membri erano eletti a scrutinio segreto tra i soci, abilitavano e istruivano le guide alpine, istituivano gli osservatori meteorologici curandone la custodia e l'ordine.
Nel 1917 la SAT insieme ad altre associazioni trentine fu sciolta dalle autorità austriache e riprese le riunioni con l'11 febbraio 1919. Le modifiche più rilevanti avvennero nel Dopoguerra, con lo statuto del 1920 che istituì la Società degli alpinisti tridentini, sezione autonoma del CAI, con sede alternata ogni sei anni tra Trento e Rovereto. La Direzione sociale, nominata dai soci ordinari e perpetui, riuniti in assemblea, era costituita di un presidente e diciassette direttori, tra i quali venivano scelti un vicepresidente, un segretario e un cassiere. Anche lo statuto del 1923 non comportava profonde modifiche, tranne l'alternanza della sede che diveniva biennale.
Il 1° agosto 1929, in seguito al nuovo inquadramento del CAI in seno al CONI, fu approvata la nuova Direzione della SAT, ratificata dal CAI e dall'Ente sportivo provinciale.
La modifica più rilevante nella struttura amministrativa della società fu quella determinata con lo statuto approvato nell'assemblea dei soci del 13 aprile 1947.
La SAT era da allora costituita da un'organizzazione centrale e dalle sezioni presenti sul suolo provinciale che raccoglievano tutti i soci.
I soci potevano essere onorari, quando nominati dall'assemblea della SAT su proposta del Consiglio direttivo per le alte benemerenze sociali o alpinistiche; alla memoria, cioè i soci che appartenevano alla SAT prima della morte; i soci perpetui, soci o enti che versavano alla SAT una quota e ricevevano solo le pubblicazioni sociali; i soci ordinari che erano coloro che avevano fatto richiesta di iscrizione alla società ed avevano almeno 18 anni; infine i soci aggregati, membri di famiglia di soci ordinari o soci ordinari di un'altra sezione del CAI, che non avevano diritto di voto nelle assemblee.
Altro organismo della SAT era rappresentato dalle Sezioni, che in seguito all'approvazione del Consiglio direttivo, riuniva almeno 50 soci di una determinata area geografica e ne amministrava i proventi, i rifugi, i lasciti e i doni. Nelle assemblee dei soci delle sezioni, convocate una volta all'anno entro il mese di marzo venivano nominati i delegati per l'assemblea generale ordinaria della SAT, si discutevano le relazioni e i bilanci e si deliberava sulle proposte presentate dalla presidenza. All'interno delle sezioni veniva inoltre eletta un Direzione che l'amministrava e la dirigeva. I presidenti e vicepresidenti eletti nelle sezioni partecipavano come delegati all'assemblea generale ordinaria che si teneva a Trento generalmente entro il mese di aprile di ogni anno e nelle quali si discutevano le relazioni della Presidenza, si votavano le cariche sociali, si deliberavano le proposte presentate precedentemente al Consiglio direttivo. Durante l'assemblea ordinaria si provvedeva anche all'elezione dei delegati per le assemblee del CAI.
L'organizzazione centrale (OC) era costituita, oltre che dalle Assemblee generali dei delegati anche dal Consiglio direttivo, dalla Giunta esecutiva, dal Collegio dei Sindaci e dal Comitato dei probiviri.
Il Consiglio direttivo era composto di 17 membri dei quali undici venivano eletti dall'Assemblea generale dei delegati, tre dalla Sezione di Trento e tre dalla Sezione di Rovereto. I membri a sua volta sceglievano fra di loro un Presidente, due Vicepresidenti e un Segretario. I membri del Consiglio direttivo duravano in carica due anni e provvedevano all'amministrazione del patrimonio della SAT.
La Giunta esecutiva, formata dal Presidente, dal Segretario e da tre Consiglieri residenti a Trento, era nominata dal Consiglio direttivo che ne determinava anche le competenze.
Il Collegio dei Sindaci era nominato dall'Assemblea generale della SAT ed era formato da tre Sindaci effettivi e da due supplenti; aveva come compito quello di esaminare i bilanci preventivi e consuntivi e relazionarne all'Assemblea dei delegati, controllare l'amministrazione della SAT, controllare la cassa e i libri contabili e in caso di irregolarità convocare le assemblee straordinarie.
Infine il Comitato dei Probiviri, costituito di tre membri effettivi e due supplenti nominati dall'Assemblea generale dei Delegati, duravano in carica due anni. I Probiviri si occupavano di tutte le controversie che sarebbero sorte fra socio e socio, fra socio e Società o Sezione e fra impiegati e SAT per i rapporti sociali. In caso di mancata conciliazione, il Comitato dei Probiviri avrebbe deliberato un compromesso inappellabile.
Il Consiglio direttivo e la Direzione delle Sezioni potevano promuovere la costituzione di Commissioni o gruppi tecnici per lo svolgimento di attività attinenti agli scopi sociali, con un proprio regolamento.
Ogni anno il Consiglio direttivo convocava un Congresso provinciale per cementare i vincoli di solidarietà e far conoscere le direttive e il programma annuale della Società.
Nello statuto successivo (1955) furono apportate modifiche alla composizione del Consiglio direttivo, i cui membri venivano eletti in toto dall'Assemblea dei Delegati e duravano in carica due anni.
Gli statuti e regolamenti della Società posteriori sono datati 1970 (con modifiche nel 1977), 1988, 1994, 2012 e l'ultimo del 2019.
Lo statuto del 1970 disponeva tra l'altro che tra gli organi della Sede centrale della SAT fosse presente anche un Collegio dei revisori dei conti, che i membri del Consiglio direttivo durassero in carica tre anni e non avessero funzione di rappresentanza delle sezioni di appartenenza. I compiti assegnati al Consiglio erano: amministrare la SAT per il conseguimento dei propri scopi, curare la tenuta del 'libro inventario', predisporre il progetto di bilancio da presentare per approvazione all'Assemblea dei delegati, determinare le funzioni della Giunta esecutiva e dirigere e amministrare la sede centrale. Il Presidente della SAT aveva la rappresentanza giuridica della Società, presiedeva il Consiglio direttivo, curava l'attuazione delle delibere del Consiglio e dell'Assemblea dei delegati, sorvegliava le Commissioni e i gruppi tecnici. La Giunta esecutiva aveva come membri di diritto il Presidente e il Segretario e le sue competenze erano determinate dal Consiglio direttivo. Lievi modifiche vennero apportate allo statuto del 1977.
Con il tempo le finalità della società si intensificarono e si rivolsero alla tutela degli interessi dell'alpinismo anche mediante la collaborazione con enti pubblici o privati che si occupavano delle medesime tematiche, la promozione morale e l'istruzione tecnica dell'alpinismo, dello sci - alpinismo e della speleologia e l'organizzazione di escursioni e ascensioni collettive, di scuole, corsi e conferenze. Anche la prevenzione degli infortuni, in collaborazione con il Corpo del soccorso alpino SAT - IV Delegazione del Corpo nazionale del CAI venne assunta come finalità. Inoltre la SAT si proponeva come finalità l'assunzione di iniziative a tutela dell'ambiente montano e la protezione della natura, la cura della biblioteca, della pubblicazione del Bollettino sociale, dell'efficienza del museo e dell'archivio storico. Nel 1988 lo statuto elencava la composizione dell'Organizzazione centrale del sodalizio (OC SAT), articolata in: Assemblea generale dei delegati, Presidente centrale, Consiglio centrale, Giunta esecutiva, Collegio dei revisori dei conti, Collegio dei probiviri.
Lo statuto del 1994 decreta all'art. 4 che la sede sociale e legale della società, con l'archivio storico e la biblioteca è a Trento in via Manci n. 57.

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La SAT ha avuto stretti rapporti con il CAI, perché associata dal 1919. La SAT pur avendo un'autonomi gestionale era legata al CAI dal punto di vista finanziario per il settore rifugi.
Aveva relazioni gestionali con le sezioni territoriali e con le sezioni storiche della SOSAT e della SUSAT e con varie associazioni, commissioni e società alpinistiche nazionali e internazionali.

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(1) Via Manci è l'attuale toponimo che via Roma assunse nel secondo Dopoguerra.
(2) Cfr. E. FOX, "La SOSAT", in "La SAT cento anni. 1872 - 1972", Calliano (Trento), 1973, pag. 143.
(3) Cfr. F. DE BATTAGLIA, "SAT 1945, e oltre" in "Bollettino della SAT", anno LXXV n.3 - 2012, III Trimestre, pag. 21.

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Fondo della Società degli alpinisti tridentini, segn. 1.1.

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Denominazione Estremi cronologici
Società degli alpinisti tridentini - SAT
Denominazione Estremi cronologici
Sezione universitaria della società degli alpinisti tridentini
Sezione operaia Società degli alpinisti tridentini
Coro della SAT