"La 'Juventus', Associazione di studenti medi, venne costituita a Canazei nel 1919 in occasione della settimana religiosa sociale dell'Associazione Universitaria Cattolica Trentina (A.U.C.T.), per iniziativa del vescovo Celestino Endrici e di Augusto Degasperi. (1) Soci fondatori furono Giovanni Toller, Giuseppe Margoni e Giulio De Carli." (2)
Nel marzo 1919 venne redatto lo statuto dell'associazione e il 21 novembre 1919 il commissariato generale civile per la Venezia Tridentina con S. R. E. n. 10142/III/2 "non vieta la costituzione della società Juventus" (3). L'inaugurazione avvenne a Trento e il Circolo "Contardo Ferrini" di Milano donò la bandiera, benedetta dal vescovo Celestino Endrici nella chiesa di S. Francesco Saverio. Il vessillo era in seta bianca attraversata da una zona tricolore e fregiata dall'aquila trentina in rosso. Madrina dell'evento fu la signorina Anna de Bellesini, presidentessa della locale Associazione femminile, padrino l'on. Enrico Conci e primo presidente lo studente Giovanni Toller. (4) Dopo un anno dalla costituzione dell'associazione mons. Endrici propose una figura di assistente ecclesiastico come moderatore. La scelta di don Oreste Rauzi avvenne, previa discussione su una terna di nomi, con votazione a scrutinio segreto da parte dei soci.
Secondo la testimonianza dell'ex juventino Paolo Piccoli (5) lo statuto approvato nel 1922 definiva la "Juventus" come una "società apolitica", inoltre, "Nel mondo studentesco locale, la 'Juventus' assunse ben presto un ruolo fondamentale per l'educazione della gioventù, soprattutto quando, di lì a pochi anni, il fascismo, diventato ormai regime nel 1926 riuscì ad eliminare o a ridurre al silenzio ogni organizzazione politica o gruppo sociale di opposizione...Ci si trovava per giocare assieme, per incontrare gli amici con i quali scambiare qualche opinione sulle vicende scolastiche o su altri problemi. Si discuteva ovviamente anche della situazione politica, spesso in maniera allusiva ed ironica...Malgrado le notevoli difficoltà finanziarie, la 'Juventus' continuò a mantenere un'attività molto vivace e operosa, attirando nelle sue fila anche giovani di altro orientamento ideologico...Il fenomeno...viene spiegato molto bene da mons. Alfonso Cesconi: ...La 'Juventus', come l'Associazione Universitaria Cattolica Trentina, nell'ambiente giovanile trentino non aderente alle organizzazioni del regime svolsero un'opera di preparazione religioso culturale di grande importanza, offrendo occasioni di dibattito su idee non conformiste e di formazione del carattere."
La "Juventus" collaborò con altri gruppi cattolici della diocesi come gruppi parrocchiali e dell'Azione Cattolica nelle iniziative come la filodrammatica, i concerti e il coro. Solo a partire dal 1931 gli iscritti all'associazione "Juventus" presero anche la tessera dell'Azione Cattolica, pur conservando la propria, onde evitare che il regime fascista la sciogliesse.
A partire dal 1926 tra le attività dell'associazione si incominciarono ad organizzare i primi campeggi dei ragazzi in montagna con don Vittorio Pisoni (detto Don zio). Oltre alla formazione religiosa con gli assistenti ecclesiastici l'associazione "Juventus" promosse anche la formazione culturale attraverso conferenze, gruppi di studio, discussioni e letture su argomenti che si rifacevano alla dottrina sociale cristiana. Rifiutandosi di iscriversi al Gruppo universitario fascista (GUF) l'A.U.C.T., e conseguentemente anche la "Juventus", subivano l'esclusione da una serie di opportunità offerte alla gioventù fascista e un'isolamento morale e materiale nella scuola dove la "Juventus" era additata come "il fungo giallo e nero sorto dal fetido letamaio clericale". (6)
"Nel 1938 la "Juventus" cessò di avere vita autonoma, forse perché in sede di Azione Cattolica la tendenza era di non dare spazio ad un gruppo che...finiva suo malgrado per ritagliarsi in uno spazio elitario." (7) Lo spirito della "Juventus" continuò a vivere nei soci che, con grandi sacrifici familiari, proseguirono gli studi universitari, sparsi in varie sedi, e che si riunivano durante le vacanze per i convegni annuali d'Epifania e di Pasqua e, in estate, per tre giorni di studio a Susà di Pergine discutendo soprattutto sul problema della giustizia sociale. Va ricordato che i soci della "Juventus" si impegnarono nel supporto spirituale ai compagni e amici sotto le armi, "cercando di tenerli vicini alla loro terra, alla loro Associazione e, a nostra volta, di farci sentire vicini, usando un linguaggio quasi cifrato per sfuggire ai controlli e ai sospetti della censura" fascista (8). Nel ricordo di Dario Vettorazzo per l'amico Bruno Gentilini (9) condannato dal tribunale tedesco di Bolzano e grazie al quale, dopo i fatti del giugno 1944, poté sfuggire tempestivamente all'arresto si coglie lo spirito di solidarietà, amicizia, servizio e sacrificio dei ragazzi della "Juventus".
"Giuseppe Mattei, ex presidente della Juventus e poi - alla guida dei metalmeccanici della CISL...di molte battaglie sindacali a cavallo fra gli anni '60 e '70" scrive della sua esperienza nell'associazione giovanile cattolica Juventus: "Sono stato alla Juventus dai primi anni della scuola media e la ho lasciata nei primi anni del dopoguerra, quando ormai si chiamava Gioventù studentesca. Già molto è stato scritto su questa singolare associazione, che durante il fascismo ha tenuto aperto uno spazio di attività, di formazione, di autogestione democratica per gli studenti trentini; sul ruolo che vi hanno giocato preti antifascisti come don Zio (Pisoni), mons. Rauzi, don Onorio (Spada)...E' stato in quei mesi che tirando fuori libri e riviste, alcuni dei dirigenti e soci dell'associazione hanno potuto conoscere pezzi di quella storia politica e sociale...che ci era stata nascosta ed affrontare la 'questione sociale'...erano tomi del Toniolo, era una serie di volumetti del Brucculeri (S.J.) (sul sindacato, sul salario, sulla sicurezza sociale)." (10)
Nel primo dopoguerra, prosegue Giuseppe Mattei, era nata "Gioventù Studentesca" come associazione degli studenti medi cattolici italiani e la Juventus divenne la sezione di Trento di G.S. con due gruppi, maschile e femminile, e molte attività in comune. Inoltre Mattei ricorda "interminabili discussioni sullo statuto della organizzazione ed in particolare sul ruolo che doveva averci il sacerdote. Discussione che finì con la riaffermazione della responsabilità dei laici nella direzione dell'organizzazione e della esclusione di diritto di 'veto' da parte del rappresentante della Gerarchia. Due questioni, che spesso ci vedevano in forte 'dialettica' con la 'Curia', non certo con don Onorio che, giustamente ci lasciava fare..." (11)
Durante gli anni Cinquanta e Sessanta la G.S. "Juventus" oltre alle attività di supporto scolastico, pedagogico e religioso organizzò durante l'estate, attraverso l'aiuto di ex juventini anziani, campeggi al mare e in montagna a val S. Nicolò (val di Fassa) e promosse anche un gruppo sportivo, soprattutto impegnato in gare sciistiche. Le figure religiose come don Onorio Spada, reduce dal fronte russo, don Bruno Vielmetti e in seguito don Giovanni Passerini furono tutti assistenti ecclesiastici della "Juventus", ma soprattutto educatori in grado di suscitare nei ragazzi impegno, responsabilità e amicizia. Racconta Domenico Mongera (custode e testimone attivo dello spirito della G.S. "Juventus" nel mondo giovanile studentesco trentino) a Giancarlo Sevignani in un colloquio a due (di ex studenti juventini) in risposta alla domanda "La 'Juventus': reliquia o persistenza?" nel 1989 nel libro pubblicato in occasione del 70° anno di fondazione della "Juventus": "Guarda che la 'Juventus' c'è ancora, e gli anni sono settanta! Oggi le cose sono cambiate, non esiste più una sede, ma gli incontri di giovani ci sono ancora, in pubblico e in privato". (12)
Dalla fine degli anni Quaranta l'associazione G.S. "Juventus" si è sempre ritrovata in campeggio in una baita in val S. Nicolò - Pozza di Fassa (val di Fassa). Lì ha costruito nel 1964, insieme all'ASUC di Pozza di Fassa e Meida, una cappella, a forma di tenda, dedicata ai caduti della montagna, e in seguito, un sacello con i nomi dei caduti in montagna soci dell'associazione. Campeggi e incontri tra soci vecchi e giovani si sono succeduti negli anni; ma soprattutto in occasione di anniversari di fondazione dell'associazione G.S. "Juventus" e per presentare pubblicazioni di libri da essa curati. E infine nel 1997 per iniziativa di Domenico Mongera la G.S. "Juventus" viene affiancata dalla "Fondazione Natalina Mongera - Juventus", una fondazione con personalità giuridica privata, creata per garantire "l'ospitalità a studenti trentini in condizioni di disagio" e per aiutare l'associazione ed occuparsi della manutenzione del sacello ai caduti juventini in montagna in val S. Nicolò - Pozza di Fassa (val di Fassa).
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