Curazia della Madonna di Loreto, Piazzola di Rabbi (Rabbi), 1784 giugno 19 - 1919 agosto 1 ( 1784 giugno 19 - 1919 agosto 1 )

Curazia della Madonna di Loreto, Piazzola di Rabbi (Rabbi), 1784 giugno 19 - 1919 agosto 1

Curazia della Madonna di Loreto

ente

1784 giugno 19 - 1919 agosto 1

La cura d'anime di Piazzola è formata dalle frazioni di Crespion, Piazzola e Somrabbi che si staccarono dall'antica curazia di S. Bernardo di Rabbi nella pieve di Malè. In un documento, presente in questo archivio, redatto in occasione della domanda presentata dai rappresentanti della frazione di Mattarci di essere aggregati alla cura di Piazzola si legge che "come confine tra le due cure fu sempre considerato il rivo Lago Corvo che scende dal passo di Rabbi e sbocca nel Rabbies descrivendo una linea quasi retta da Nord a Sud. In forza di questa divisione il territorio posto a mattina del rivo Lago Corvo appartiene alla parrocchia di S. Bernardo, quello posto a sera forma la parrocchia di Piazzola" (1).
La dipendenza dalla cura di S. Bernardo fu sentita come un vincolo dalla popolazione di queste frazioni che ritenevano carente l'assistenza spirituale offerta da quel curato. Egli infatti a causa dell'asperità del terreno e dell'altitudine dei luoghi non riusciva a raggiungere in tempi convenienti le suddette frazioni, soprattutto nei mesi invernali, senza contare che l'accresciuto numero di abitanti aveva prodotto la necessità di un sacerdote stabile.
Il Ciccolini riproduce il regesto di un documento del 1748 in cui il parroco di Malè fissa le condizioni ai consorti di Crespion, Piazzola e Somrabbi per la concessione di un sacerdote stabile per la celebrazione quotidiana della s. messa e l'amministrazione dei Sacramenti (2). I rappresentanti delle frazioni dovevano, tra le altre cose, impegnarsi a fornire al sacerdote uno stipendio e assicurare al parroco di Malè il diritto di presentazione all'Ordinariato di Trento. In questo documento si parla di una cappella, probabilmente privata, che sorgeva nella frazione di Piazzola. Sempre il Ciccolini segnala che questa cappella ottenne il 28 settembre 1748 la facoltà di celebrare la prima messa quotidiana ma non quella di amministrare i Sacramenti, raccogliere l'elemosina e scavare delle tombe senza il permesso del parroco di Malè e indica che fu benedetta l'8 novembre dello stesso anno (3).
Simone Albano Zambaiti, vicario generale di Trento, concede, il 4 maggio 1776, alla chiesa di Piazzola la facoltà di erezione del tabernacolo a condizione però che non vengano pregiudicati i diritti della chiesa parrocchiale di Malè e quella curaziale di S. Bernardo e che gli uomini dei "colomelli" provvedano a fornire l'olio per l'illuminazione del S.mo Sacramento (4).
Finalmente, dopo tante richieste e suppliche, il 19 giugno 1784 la chiesa di Piazzola fu eretta a curazia dal vicario generale di Trento Zambaiti (5). Tutte le ragioni e le prerogative che prima appartenevano al curato della chiesa di S. Bernardo passano così al nuovo curato al quale spettano anche le rendite. Inoltre si dettano le seguenti condizioni:
"1. Che il popolo di detti tre quartieri ogni anno nel giorno di S. Bernardo sia obbligato portarsi processionalmente alla detta chiesa ed ivi intervenire debba alla messa solenne da celebrarsi.
2. Che in qualunque obito, o funerale il medemo popolo caso intendesse invitare altri sacerdoti oltre al proprio curato e parrocho debba sempre preferire avanti tutti li altri il curato di S. Bernardo.
3. Che in qualunque luogo e tempo la precedenza sia sempre dovuta al medemo curato di S. Bernardo.
4. Finalmente che s'intenda sempre ed in perpetuo riservata a sua altezza reverendissima il Vescovo pro tempore l'elezione o sia nomina del curato della chiesa di Plazzola" (6).
Le famiglie di Piazzola, Somrabbi e Crespion si impegnarono a pagare il salario del curato.
Il curato di Piazzola fu riconosciuto indipendente dal parroco di Malè "ad personam" con dispaccio del Ministero per il culto e l'istruzione di Vienna del 28 ottobre 1894 n. 23496 e il Tribunale Amministrativo, con decisione del 20 febbraio 1896 n. 1080, riconobbe l'indipendenza della stazione di cura d'anime (7). Il curato infatti celebrava la messa 'pro populo', era autorizzato a tenere senza delega i registri dei battezzati, dei matrimoni e dei morti ed esercitava i diritti spirituali indipendentemente da ogni altro curatore d'anime.

 Espandi il testo

Piazzola di Rabbi (Rabbi, TN)

 Espandi il testo

ente della chiesa cattolica

Si intende per curazia un luogo o territorio con chiesa propria che, pur rimanendo dentro i confini di una parrocchia, è sottratto alla giurisdizione del parroco ed è affidato a un curato. Il curato è quindi un sacerdote che esercita la cura d'anime con poteri quasi parrocchiali.
Nel territorio del Tirolo esistevano delle curazie dette indipendenti i cui curati venivano destinati e autorizzati dal Vescovo diocesano. Essi erano autorizzati a esercitare la cura d'anime indipendenti da ogni altro sacerdote; dovevano celebrare la messa 'pro populo', erano autorizzati a compilare senza mandato d'altri i libri dei battesimi, dei matrimoni e dei morti, a rilasciare certificati e intraprendere pubblicazioni matrimoniali, a celebrare matrimoni e funerali senza delega proprio come il preposto di una parrocchia a sè sussistente (8).
La parrocchia è una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell'ambito di una Chiesa particolare. La cura pastorale è affidata ad un parroco sotto l'autorità del Vescovo diocesano, cui unicamente spetta il diritto di erigere, sopprimere o modificare le parrocchie. La parrocchia eretta legittimamente gode di personalità giuridica. Come regola generale essa è territoriale, in quanto comprende tutti i fedeli di un determinato territorio (cann. 515 e 518) (9).
Il parroco, in quanto pastore della parrocchia affidatagli, esercita la cura pastorale di quella comunità, per la quale compie le funzioni di insegnare, santificare e governare, anche con la collaborazione di altri presbiteri o diaconi e con l'apporto dei fedeli laici. Il parroco non può essere una persona giuridica, ma il Vescovo diocesano può affidare una parrocchia ad un istituto religioso clericale o ad una società clericale di vita apostolica, anche erigendola presso la chiesa dell'istituto o della società, a condizione comunque che un solo sacerdote sia il parroco della parrocchia (cann. 519 e 520) (10).
In quanto titolare della cura d'anime, al parroco spetta il dovere di conferire il battesimo, celebrare l'Eucarestia, ascoltare le confessioni con facoltà di assolvere i peccati, portare il viatico ai malati, amministrare l'unzione agli infermi, effettuare le pubblicazioni matrimoniali e quelle relative alle ordinazioni diaconali e presbiterali, assistere ai matrimoni, celebrare i funerali.
Egli deve inoltre adoperarsi per incrementare le pie associazioni di fede, di pietà e di carità e, in quanto amministratore dei beni della chiesa, avere cura dei beni temporali parrocchiali, siano essi corporali, cioè i beni mobili e immobili, o non corporali, cioè i diritti, le azioni e le servitù.
Il parroco deve avere cura, oltre che delle anime e dei beni, anche dell'archivio parrocchiale.
Nell'archivio egli conserva tutti quei "documenti che costituiscono gli atti più importanti per la società religiosa e civile, quali sarebbero lo stato delle anime, gli atti di nascita, di cresima, di matrimonio, di morte, la raccolta delle encicliche e bolle pontificie, delle pastorali e decreti vescovili, i titoli delle rendite della chiesa, dei benefici, i documenti delle pie fondazioni, legati, ecc." (11)

 Espandi il testo

Chiesa

Decanato Val di Sole
Diocesi di Trento

 Espandi il testo

(1) Cfr. APPR, 7.2.1, cc. 42-46
(2) CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della val di Sole, vol. II: La pieve di Malè, Trento, 1939, p. 409.
(3) Ivi, p. 410.
(4) Cfr. APPR, 1.1.1, cc. 7-8
(5) Cfr. APPR, 1.1.1, cc. 9-10
(6) Cfr. ivi e APPR, 7.2.2, cc. 9-15
(7) Cfr. APPR, 3.1.2, cc. 61-62
(8) BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio del clero curato, Trento, 1888, pp. 501-503.
(9) Codice di diritto canonico, Roma, 1983.
(10) Ibidem.
(11) BAZZANELLA, cit., p. 17.

 Espandi il testo

La scheda è stata redatta nell'ambito della revisione effettuata nel 2009, utilizzando i dati presenti nella scheda Parrocchia di Piazzola di Rabbi (compilata in base al tracciato descrittivo del programma "Sesamo"), e apportando le modifiche necessarie a garantire la coerenza rispetto alle norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento, 2006.

 Espandi il testo

Codice di diritto canonico (1983)

Codice di diritto canonico (1983)

Denominazione Estremi cronologici
Comune di Rabbi
Denominazione Estremi cronologici
Codice di diritto canonico (1983) 1983 gennaio 25
Codice di diritto canonico (1983) 1983 gennaio 25
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia della Madonna di Loreto in Piazzola di Rabbi
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia della Madonna di Loreto