Parrocchia di Santa Maria Assunta, Tassullo, [1101] - ( [1101] - )

Parrocchia di Santa Maria Assunta, Tassullo, [1101] -

Parrocchia di Santa Maria Assunta

ente

[1101] -

La parrocchia di Tassullo, formata dalle cosiddette Quattro Ville (1) e dalle cure d'anime di Tuenno e Nanno, sorge nel cuore della Val di Non sulla sponda destra del fiume Noce, fra il territorio di Cles e il torrente Tresenga. Negli atti visitali del 1751 (2) i confini della parrocchia sono infatti così descritti: "A mattina col Nucio (3) da due parti, il ponte Rostel (4) e ponte Alto, a mezzodì da due parti il Trisinca, cioè dalla parte di Nanno a metà del ponte (5) e parimenti dalla parte di Tuenno, a sera con le montagne spettanti alla pieve di Den, Flavon, Malè e Campiglio, a settentrione il Ri, nominato alla Tina o alli Cesi o boschi verso Cles, ossia Ribos, come da termini colle croci e a Talau di fuori al campo di Bonifacio Pauli, detto a Praiol, essendovi un sasso colla croce sopra".
Si tramanda che la prima e più antica chiesa di Tassullo sia quella di S. Vigilio (6), tuttora esistente e recentemente restaurata, ma risalente addirittura all'epoca della predicazione del santo martire che ne avrebbe disposto la costruzione in onore dei martiri anauniensi di cui si conservavano le reliquie riposte nell'altare maggiore; solo successivamente la chiesa fu dedicata a s. Vigilio dopo il martirio per conservarne imperitura memoria.
Secondo don Negri la chiesa di S. Maria in Tassullo fu invece eretta quale parrocchia circa l'anno 800 (7): infatti le chiese parrocchiali dedicate a s. Maria Assunta furono fondate in Trentino per impulso specialmente dei Carolingi dall'anno 770 al 900 (8). In realtà la prima e più antica notizia relativa alla pieve di Tassullo risale al 1101 ed è inclusa nell'atto di riconsacrazione degli altari della chiesa di data 11 febbraio 1518 (9). Vi si ricorda un'antica cedula da cui si ricava l'elenco delle reliquie riposte negli altari in occasione della loro precedente consacrazione. Un'ulteriore notizia riguardo alla pieve di Tassullo risulta da un'antica memoria registrata dal parroco di Torra don Tomasi (1750-1783): "Io sottoscritto faccio fede e testifico che nelle mie mani pervenne una scrittura vergata da Antonio pievano di Revò, allora notaio, nell'anno 1128 ai 19 di giugno, nella quale si legge che un certo Bartolameo Bocagino di Siigno intervenne come arbitro a decidere una vertenza tra la comunità delle ville di Nanno e Portolo della pieve di Tassullo e la comunità di tutta la pieve di Cles, eccetto la villa di Meclo e dove si legge che egli era della pieve di S. Eusebio de Turio (...)" (10). Dalla registrazione si deduce non solo il nome del più antico pievano di Revò, primo della diocesi, ma indirettamente anche l'esistenza di un pievano, anonimo, attivo a Tassullo in quanto sede pievana. Interessante può anche apparire la funzione civile di notaio esercitata dal pievano di Revò, autorità religiosa. Il primo pievano di Tassullo di cui sia perventuto il nome è Warimberto, ricordato nel 1231 come arciprete (11): tale titolo induce a credere che egli ricoprisse una qualche carica importante nella diocesi o nelle Valli di Non e di Sole, oppure che la pieve di Tassullo fosse una specie di collegiata, governata da canonici regolari. Il titolo di arciprete veniva conferito infatti al vicario o decano foraneo della valle che era succeduto al vicedomino nelle competenze spirituali, tuttavia don Negri propende a credere che la parrocchia di Tassullo fosse governata dai canonici regolari di S. Spirito al Palù, di cui Warimberto era preposito (12). Per E. Curzel tale ipotesi non è pienamente sostenibile, in quanto fondata su un titolo (archiprebyter) associato a Warimberto per una sola volta (13).
Scarse risultano le notizie intorno alla parrocchia per il sec. XIV, segnato dalle lotte tra principi vescovi e conti del Tirolo, dalle guerre tra i dinasti della Valle di Non e dalle epidemie di peste del 1260, 1348 e 1399. Continua appare invece la serie dei pievani a partire dal secolo successivo, per altro travagliato dalla guerra dei contadini (1407) che portò alla distruzione dei castelli di Altaguarda, Tuenno e Mechel.
Si deve al pievano Isidoro da Milano un accurato inventario di tutte le decime spettanti alla chiesa di Tassullo e al Capitolo di Trento compilato nel 1427, aggiornato nel 1437, successivamente trascritto in un urbario del 1520 commissionato dal pievano Giacomo Bannisio e portato a termine sotto Stefano Rosino nel 1528 (cfr. 9.1.1). Tra i pievani successivi si segnalano per prestigio e per azione apostolica Corrado Hinderbach (1472), fratello gemello del principe vescovo Giovanni, Giovanni Vogler (1472-1491) zelante difensore dei diritti decimali della chiesa, Simone de Tono (1491-1504) promotore del restauro e dell'affrescatura della chiesa di S. Vigilio.
Dopo il Concilio di Trento i pievani iniziarono a risiedere stabilmente presso le pievi e ad assumerne direttamente il governo, prima delegato a vicepievani. All'epoca del pievano di Tassullo Giacomo Bannisio (1514-1519) fu consacrato l'altare di S. Giovanni Battista nella chiesa di S. Biagio in Nanno (30 ottobre 1516), tre altari nella chiesa parrocchiale (cfr. 1.1.15), la cappella dei SS. Stefano ed Antonio nella chiesa di S. Paolo in Pavillo e l'altare della chiesa di Sanzenone (11 febbraio 1518). Nonostante la recente consacrazione degli altari, nel 1520 si intraprese la fabbrica della chiesa parrocchiale, al cui concorso di spesa si opposero le ville di Tuenno e Nanno con Portolo, le quali si ritenevano esonerate in quanto già gravate dalle spese di mantenimento dei curati locali. La controversia giudiziaria, dibattuta con esito insoddisfacente nei tribunali di Trento e Venezia (cfr. 9.1.1), si concluse con una transazione stipulata formalmente in Campo Tassullo il 29 dicembre 1521 per la quale le vicinie di Nanno e Tuenno si impegnarono ciascuna in perpetuum al pagamento della quarta parte delle spese necessarie al restauro della chiesa parrocchiale.
Alla nuova fabbrica della chiesa dovette contribuire in maniera incisiva il pievano Giovanni Tomaso dei baroni di Sporo (1533?-1554), nipote del principe vescovo Cristoforo Madruzzo e vescovo egli stesso di Bressanone nel 1574. Benchè essa non fosse stata ancora portata a termine, mancando la volta ed il tetto ("tantumodo testudo et copertura ei deficiat") (14), i visitatori vi celebrarono la messa in occasione della prima visita pastorale promossa da Bernardo Clesio. Negli atti visitali di quell'anno (15) si legge che la pieve era retta da un vicepievano e da un assistente, mentre nelle singole ville dipendenti spiritualmente dalla parrocchia operavano dei cappellani. L'organizzazione della pieve comprendeva oltre la chiesa parrocchiale di S. Maria, il "domini Bernardini beneficium" costituito dalle cappelle di S. Vigilio in Tassullo e di S. Spirito al Palù, quindi le chiese di S. Orsola, S. Emerenziana e S. Nicolò in Tuenno, la chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano in Agro, la chiesa di S. Paolo in Pavillo, la chiesa di S. Lucia in Campo Tassullo, la chiesa di S. Antonio in Rallo e la chiesa di S. Giorgio, la chiesa di S. Maria in Sanzenone, la chiesa di S. Biagio in Nanno e la chiesa di S. Tomaso in Portolo: dalla memoria risulta evidente come l'assetto della pieve di Tassullo sia rimasto a tutt'oggi quasi invariato.
Nel 1565 fu nominato pievano di Tassullo Marino Brattia (1565-1586), designato per la prima volta con l'appellativo di parroco in quanto, in conformità alle disposizioni del Concilio di Trento, pose stabilmente la propria residenza in paese ed attese personalmente alla cura spirituale della comunità. E' inoltre da osservarsi che d'ora innanzi, con rare eccezioni, i parroci di Tassullo furono quasi tutti nativi della parrocchia e ciò contribuì alla loro stabile permanenza in loco. All'epoca di don Brattia fu concesso alla villa di Tuenno e poi di Nanno (cfr. 1.1.26) il diritto di erigere il fonte battesimale e di benedire l'acqua lustrale, mentre si impose alla parrocchiale, in occasione della sacra visita del 1579, l'obbligo di introdurre i registri dei nati e dei matrimoni, di pubblicare almeno quattro volte all'anno i decreti del Concilio di Trento con speciale riguardo a quelli attinenti al matrimonio, di approntare l'inventario di tutte le chiese e di assistere alle rese di conto annuali. L'obbligo della tenuta dei registri dei nati e dei matrimoni fu esteso anche alle ville di Nanno e di Tuenno (16) dotate ciascuna di un curato stabile.
Col principio del sec. XVII le notizie relative alla pieve risultano assai copiose e testimoniano la presenza numerosa del clero presso curazie e chiese soggette alla pieve, l'incremento delle confraternite e dei legati pii ed una regolare tenuta dei registri anagrafici, contabili ed amministrativi. Inaugura la serie dei parroci di Tassullo del sec. XVII la figura di don Pietro Gezzi da Tuenno (1591-1623), contemporanea al primo registro pervenuto dei nati e battezzati iniziante il 30 marzo 1601 (cfr. 2.1.1). Secondo F. Negri (17) il registro manca di alcuni fascicoli iniziali, come parrebbe dedursi dalla sottoscrizione al primo battesimo "... minister fuit presbiter Mattheus [Ioris] ut supra": in effetti sopra non compare nessun'altra registrazione, trattandosi della prima della serie. A don Gezzi, che si rese assai benemerito per molte istituzioni e fondazioni pie, succedettero don Giovanni Giacomo Calavino della nobile famiglia dei Calepini di Trento (1623-1637) e quindi don Gaspare Gezzi da Tuenno (1638-1655) nipote del suddetto Pietro, il quale, nella sua qualità di protonotario apostolico ed economo del principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo, si fregiò del titolo di arciprete. Da allora la chiesa parrocchiale fu detta "arcipretale", benchè non sia pervenuto un decreto particolare di conferimento di tale titolo onorifico che rimase tuttavia in uso fino alla sua abolizione da parte del governo bavarese. Nel 1649 la parrocchia di Tassullo ricevette la visita pastorale in occasione della quale si prescrisse di demolire l'antica chiesa di S. Giovanni, fondata dalla Confraternita dei Battuti o Disciplini (18) e situata nel recinto del cimitero adiacente alla chiesa parrocchiale.
Trasferitosi ormai quasi stabilmente a Roma al seguito del principe vescovo, don Gaspare Gezzi consegnò la parrocchia con bolla pontificia nelle mani del nipote don Gaspare Cova senior (1655-1704), a cui si devono numerose opere di restauro e di decoro della chiesa. Nel 1701 la parrocchia di Tassullo venne incorporata al Capitolo della Cattedrale di Trento come parrocchia vicaria del medesimo, al fine di placare le discordie sorte dopo la morte del principe vescovo Giuseppe Vittore degli Alberti per l'assunzione della sua eredità di mobili lasciata per testamento ai poveri di Trento e a cui il Capitolo non intendeva rinunciare. Il vescovo Giovanni Michele Spaur indennizzò così il Capitolo con la cessione della parrocchia di Tassullo che avrebbe dovuto corrispondergli 200 scudi all'anno; benchè spettasse al preposito del Capitolo assumerne il governo, la popolazione locale designò pievano don Gaspare Cova iunior (1703-1712), la cui nomina pare non sia mai stata confermata. La parrocchia s'impoverì notevolmente a causa del canone capitolare, soprattutto all'epoca di don Nicolò Antonio Massimilano Tolotti da Nanno (1712-1719), il quale fu costretto a gravarsi di debiti che non potè poi saldare. Con la nomina a vicario parrocchiale di Giuseppe Antonio Maffei (1722-1725), già economo del Capitolo, il Capitolo della Cattedrale fece un'ultima prova per verificare la convenienza dell'incorporazione della parrocchia di Tassullo, ma dovette ben presto convincersi che le entrate del beneficio parrocchiale erano a stento sufficienti per un decoroso appannaggio del parroco, per cui, terminata l'esperienza triennale, la parrocchia venne rimessa nelle condizioni in cui si trovava prima del 1701. Tra i nuovi parroci, di notevole rilievo fu la figura di don Cristoforo Cristani da Rallo (1738-1755), il quale nel 1739 commissionò al notaio Nicolò Antonio Pilati di Tassullo la compilazione di un urbario dei beni mobili ed immobili della chiesa parrocchiale, delle chiese e delle confraternite soggette, portata a termine il 29 luglio 1742 (cfr. 9.1.3). A conferma dello zelo amministrativo di don Cristani si aggiunge l'urbario delle messe legatarie, di tutte le fondazioni e benefici della parrocchia fino ad allora esistenti (cfr. 10.1.2) e l'elenco descrittivo dei beni spettanti al beneficio parrocchiale (cfr. 3.1.1). Al parroco don Pietro Antonio Ravina da Revò (1755-1765) si deve invece il primo registro delle rese di conto della chiesa (cfr. 4.1.1) in cui le entrate risultano suddivise in base ai luoghi di riscossione (Quattro Ville, Nanno e Romeno). Si distinsero poi tra il 1765 e il 1779 don Giuseppe de Schrattemberg, parroco di Tassullo ed il fratello don Vincenzo, cappellano, destinato a succedergli in cura d'anime. Don Giuseppe provvide a lavori di restauro della chiesa, alla costruzione del presbiterio, all'acquisto dell'organo e all'ampliamento della sacrestia: oberato di debiti, fuggì dalla sua parrocchia per riparare in Valtellina. I suoi obblighi furono assolti dal fratello Vincenzo, nominato parroco nel 1780 (1780-1810), il quale dovette tra l'altro fronteggiare le pressanti richieste dei vicini di Tuenno affinchè la parrocchia concorresse al mantenimento del curato locale, stipendiato dal Comune a cui sarebbe dovuto spettare pertanto anche il diritto di nomina. La controversia, portata innanzi all'assessore delle valli di Non e di Sole Leopoldo Torresani de Lanzfeld di Cles, fu risolta con una capitolata di data 2 gennaio 1790, la quale riconosceva alla vicinia di Tuenno il diritto di nomina del curato locale da farsi sotto la presidenza del parroco di Tassullo, tenuto all'esborso di una contribuzione salariale pari a 30 ragnesi. Terminate le invasioni conseguenti ai governi provvisori napoleonici ed austriaci, don Vincenzo de Schrattemberg si adoperò nell'organizzazione delle scuole popolari, già attive a Nanno, Tuenno, Rallo e Pavillo. Alla costituzione del fondo per il mantenimento del maestro di Tassullo, Campo Tassullo e Sanzenone concorsero i vicini delle tre ville con offerte spontanee, le chiese di Tassullo e di Sanzenone e la cosiddetta Fondazione della carità perpetua (19), da allora denominata Primissaria scolastica di Tassullo, il cui patimonio fu incrementato da lasciti successivi e dalla sostanza del beneficio Concini. La scuola fu attivata nell'autunno 1802 in un locale della canonica.
Con decreto imperiale del 6 marzo 1803 si insediò in Trentino il governo austriaco, il quale prescrisse nuovi registri per la tenuta delle matricole: dal 1804 si riscontra pertanto una doppia accurata registrazione dei nati, dei matrimoni e dei morti, rispettivamente con valore religioso e civile. Le due serie finirono poi con l'accorparsi ed invalse nuovamente l'uso della registrazione unica.
L'organizzazione generale delle scuole elementari nella parrocchia di Tassullo fu portata a termine da don Giambattista Magnani da Segno (1811-1836), parroco ed ispettore scolastico distrettuale. Dai verbali delle visite scolastiche si deduce l'esistenza di scuole promiscue a Tassullo (per gli alunni di Tassullo e Campo Tassullo), a Sanzenone (per gli alunni di Sanzenone e Pavillo) (20), a Rallo e due classi maschili e femminili sia a Nanno, sia a Tuenno; le scuole erano in genere ubicate in fabbricati presi in affitto presso privati.
A don Magnani succedette don Giambattista Tolameotti da Samoclevo (1833-1857), il quale, come testimonia la copiosa documentazione giudiziaria, ebbe a sostenere numerosi contrasti con la popolazione locale. Tra i tanti si ricorda il processo del 1857 per concorso di spesa alla realizzazione del lastricato della parrocchiale, conclusosi con la condanna al carcere e a sanzione pecuniaria del sindaco, accusato di frode e falsa testimonianza (cfr.atti carteggio pastorale). Nello stesso anno 1857, dopo l'ondata di colera che colpì anche la parrocchia di Tassullo, succedette al Tolameotti, dimissionario volontario ed ormai prossimo alla fine dei suoi giorni, don Matteo Widmann da Coredo (1857-1893). Su suo incarico vennero rifatti i sedili della parrocchiale e realizzate opere di restauro anche presso le chiese soggette in vista della visita pastorale del 1865. I padri visitatori disposero l'abbandono e quindi la demolizione della chiesa di S. Spirito, ormai fatiscente: la pala del suo altare fu trasferita presso la parrocchiale e quindi ceduta alla chiesa di S. Paolo in Pavillo. Nel 1872 don Widmann benedì la prima pietra dell'erigenda chiesa di Rallo e nel 1888 il nuovo ponte di S. Giustina. Restauri ed ampliamenti furono realizzati anche nella chiesa di Pavillo, alla quale fu concesso nel 1888 il SS. Sacramento. Dopo don Luigi Borghesi da Mechel (1893-1922), cui si deve l'ultimo riordino sistematico delle testimonianze storiche conservate presso l'archivio parrocchiale, segue un'ampia lacuna documentaria fino agli anni '60 del sec. XX. Nel corso di questi decenni si registrano per altro l'erezione a parrocchia delle curazie di Tuenno (1920) e di Nanno (1943) e così pure delle primissarie semplici di Rallo (1943) e di Pavillo (1957).

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ente della chiesa cattolica

Chiesa

(1) In realtà le ville sono propriamente cinque se alle frazioni di Rallo, Pavillo, Campo Tassullo e Sanzenone si aggiunge anche il centro di Tassullo, da cui la parrocchia ha preso il nome.
(2) Cfr. 12.1.1.
(3) Si tratta del fiume Noce.
(4) Detto ponte si trova sopra il Noce fra Portolo e Taio.
(5) Si tratta del ponte per Terres.
(6) Per un inquadramento storico-artistico della chiesa di S. Vigilio si veda anche la scheda del sottofondo "Chiese soggette" del presente inventario. L'antichità della chiesa di S. Vigilio è dimostrata da F. NEGRI, "Memorie storiche della parrocchia e dei parroci di Tassullo", Trento 1910, pp. 3-12 sulla base di interessanti elementi di tipo archeologico; secondo E. CURZEL, "Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede)", Bologna 1999, p. 190: "tali ipotesi sono più che altro congetture, spesso sorrette da improbabili analogie".
(7) F. NEGRI, "Memorie storiche della parrocchia e dei parroci di Tassullo", cit., p. 14.
(8) Si veda anche B. AGOSTINI, "Appunti per la storia dell'antica pieve di Lomaso", Trento 1977, p.124: "Le più antiche pievi rurali (...) figurano dedicate al ciclo santorale romano: Pietro, Lorenzo, Stefano, mentre quelle più tardive, riferibili alla ristrutturazione carolingia, risultano dedicate alla Vergine".
(9) Il contenuto della pergamena è regestato a 1.1.15 del presente inventario.
(10) La testimonianza di don Tomasi è riportata e discussa da F. NEGRI, "Memorie storiche della parrocchia e dei parroci di Tassullo", cit. p. 24.
(11) E. CURZEL, "Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede)", cit., p. 190.
(12) F. NEGRI, "Memorie storiche della parrocchia e dei parroci di Tassullo", cit., pp. 27-30.
(13) E. CURZEL, "Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede)", cit., pp. 190-191.
(14) G. CRISTOFORETTI, La visita pastorale del cardinale Bernardo Clesio alla diocesi di Trento (1537-1538), Bologna 1989, p. 265.
(15) Ibidem, pp. 265-267.
(16) La serie dei registri dei nati e battezzati inizia in Nanno nel 1583, in Tassullo nel 1601 (cfr. 2.1.1), in Tuenno nel 1608 (cfr. A. CASETTI, "Guida storico-archivistica del Trentino", Trento 1961, pp. 496 ; 758; 982).
(17) F. NEGRI, "Memorie storiche della parrocchia e dei parroci di Tassullo", cit., p. 117.
(18) La Confraternita dei Disciplini fu fondata presso la chiesa di Tassullo intorno alla metà del sec. XIV allo scopo di placare con opere di penitenza la divina giustizia sfociata nella peste e di promuovere interventi di misericordia a favore degli ammalati. La Confraternita si conservò fino al sec. XVI (F. NEGRI, "Memorie storiche della parrocchia e dei parroci di Tassullo", cit., p. 44).
(19) Il legato della carità perpetua fu fondato in Campo Tassullo ab immemorabile da una pia donna di Tassullo di cui si ignora il nome e consisteva nella distribuzione di elemosine in pane, vino e granaglie la vigilia di Natale di ogni anno a discrezione di certi contribuenti obbligati all'onere per disposizione legataria della defunta (F. NEGRI, "Memorie storiche della parrocchia e dei parroci di Tassullo", cit., pp. 221; 264. Si veda anche la scheda del sottofondo "Benefici e legati" del presente inventario).
(20) A seguito di un decreto del R. Ordinariato, appoggiato dall'autorità civile, la scuola promiscua per Sanzenone e Pavillo fu trasferita nel 1848 a Pavillo.

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La scheda è stata redatta nel 2001, a cura di Giuliana Campestrin, in base al tracciato descrittivo del programma "Sesamo". La revisione effettuata nel 2009 ha comportato le modifiche necessarie a garantire la coerenza rispetto alle regole di descrizione contenute nel manuale "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento, 2006.

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Denominazione Estremi cronologici
Comune di Ville d'Anaunia
Denominazione Estremi cronologici
Parrocchia di Santa Maria Assunta in Tassullo