Congregazione di carità di Rovereto, Rovereto, 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15 ( 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15 )

Congregazione di carità di Rovereto, Rovereto, 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15

Congregazione di carità di Rovereto, Rovereto

ente

1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15

Dal 1504 al 1783 sorsero a Rovereto diverse confraternite, passate con le soppressioni di Giuseppe II sotto l'amministrazione del Magistrato civico di Rovereto nel periodo dal 1784 al 1811, quando si formò la Congregazione di carità con il compito di amministrare i patrimoni di enti, fondazioni o legati preesistenti, come prescritto dal decreto di Eugenio Napoleone viceré d'Italia del 15 febbraio 1811 n. 49 (1).
La Congregazione di carità di Rovereto fu istituita sotto il regime napoleonico in conformità alla sovrana patente del 21 dicembre 1807 con il decreto 15 febbraio 1811 del Governo Italico. Iniziò a operare dal primo maggio 1811 sulla base di uno statuto modello approvato dal Ministero dell'Interno del Governo Italico con propria personalità giuridica e con piena autonomia (2), fino allo scadere dell'anno 1835.
Dal primo gennaio 1836 entrò in vigore il nuovo statuto del 31 dicembre 1835, approvato dalle competenti imperiali regie autorità politiche, per il quale la Congregazione di carità risulta costituita come Corporazione Amministrativa autonoma, subordinata al Magistrato di Rovereto quale autorità a essa preposta.
La congregazione si basò sullo statuto del 1835 fino al 1869, quando fu approvato un altro statuto del 3 febbraio 1869, che ottenne la sua pratica provvisoria esecuzione con il decreto dell'eccelsa imperiale regia sezione di Luogotenenza in Trento, 30 aprile 1869 numero 2967. Questo statuto fu abrogato da quello approvato dall'imperiale regia Luogotenenza del Tirolo d'accordo con la Giunta Provinciale Tirolese in data 15 marzo 1903 numero 6719 (3). Negli statuti del 1869 e del 1903 la Congregazione di carità conserva il suo carattere di istituto autonomo, dipendente dal Magistrato civico solo per gli affari più importanti di amministrazione e con diritto di ricorso alle autorità superiori. La Congregazione di carità in forza del regio decreto 22 aprile 1923 numero 982 (4), che estese alle nuove province annesse al Regno d'Italia la legislazione sulle istituzioni pubbliche di beneficenza è disciplinata dalle leggi 17 luglio 1890 numero 697, modificata con regio decreto 30 dicembre 1923 numero 2841, e 18 luglio 1904 numero 390, modificata con regio decreto 4 febbraio 1923 numero 214, sulle istituzioni pubbliche di beneficenza e dai relativi regolamenti.

A livello generale la Congregazione di carità provvedeva agli interessi dei poveri, assumendone la rappresentanza legale, davanti all'autorità amministrativa e giudiziaria. Gestiva i beni che le erano affidati per erogarne le rendite secondo le norme stabilite dalla legge, dagli statuti dalle tavole di fondazione dalla volontà degli oblatori. Promuoveva inoltre i provvedimenti amministrativi e giudiziari di assistenza e di tutela degli orfani e minorenni abbandonati, dei ciechi e dei sordo-muti poveri, assumendone provvisoriamente la cura nei casi di urgenza.

La Congregazione di carità provvedeva al conseguimento dei suoi scopi:
1. Con le rendite del Fondo Poveri, nato dalla precedente Confraternita della carità, passato quindi al Magistrato Civico e, dal 1811, alla Congregazione di carità, diventando parte di questa ultima come "Sezione elemosine". Aveva lo scopo di soccorrere agli urgenti bisogni dei poveri cittadini, fornendo loro anche i necessari medicinali e accordando sussidi in natura. Se gli orfanotrofi non avessero potuto, il Fondo Poveri avrebbe provveduto al mantenimento degli orfani di poveri cittadini e dei figli illegittimi poveri appartenenti al Comune di Rovereto. Oltre le rendite depurate dei legati Fedrigotti e Pizzini, e due terze parti di quelle dei legati Pergola e Saibanti ed a una metà di quelle del Legato Gaspare Frizzi, aveva un patrimonio gravata di questi oneri: il primo disposto con il testamento 9 novembre 1898 da Giuseppina de Cillà da pagare ogni anno al parroco pro tempore della parrocchia di san Marco evangelista in Rovereto le rendite della Fondazione de Cillà. Il secondo disposto con testamento 30 aprile 1880 di Santo Michelini di far celebrare una messa tutte le domeniche e feste dell'anno ai Toldi e in Saltaria, pagando un'elemosina che non potrà mai esser maggiore delle rendite del capitale fondazionale.

2. Con le somme assegnate de enti pubblici e con le rendite dei beni donati o lasciati in modo generico ai poveri quando non fosse stabilito l'uso o l'istituto di beneficenza a favore del quale fosse diretta l'elargizione o quando la persona incaricata di determinarli non potesse o volesse accettare o disimpegnare l'incarico.

3. La Congregazione di carità provvede poi al conseguimento del fine di ciascuna delle opere pie poste alla sua dipendenza, con i redditi derivanti dal patrimonio di ciascuna, il cui ammontare era determinato nei rispettivi inventari. Si rimarca che le sostanze destinate a speciali fonazioni, o a particolari istituti di beneficenza pubblica, sarebbero rimasti in perpetuo di proprietà delle fondazioni e degli istituti e non avrebbero mai potuto essere erogati per altri scopi, se non a quelli destinati dai fondatori e benefattori. Il Fondo Poveri avrebbe ricevuto i beni destinati in modo generico a favore della Congregazione di carità per disposizioni testamentarie, donazione inter vivos, disposizione di legge o per qualsiasi altro titolo.

Alla Congregazione di carità appartengono le istituzioni di beneficenza e assistenza, delle quali ha la direzione e amministrazione, mantenendo però separati patrimonio e gestione:
1. L'Ospedale civile risalente al 1713 come Ospedale di Loreto, fondato dalla Confraternita dei santi Rocco e Sebastiano, passò al Magistrato civico nel 1784 e nel 1811 alla Congregazione di carità. Aveva lo scopo di erogare le rendite nell'accogliere in modo gratuito in cura e mantenimento i poveri infermi appartenenti al Comune di Rovereto, che non potevano beneficiare di cure al loro domicilio. L'ospedale doveva poi provvedere all'assistenza e cura di ogni altro malato povero senza domicilio a Rovereto. Il patrimonio era gravato dall'onere di far celebrare ogni anno tre messe nella chiesa della Madonna di Loreto pagando per ognuna un contributo in denaro. All'ospedale apparteneva il Legato Ripa, fondato da don Simone Ripa con proprio testamento del 21 ottobre 1732 e codicillo del 7 gennaio 1738, che dispone l'erogazione di una somma annuale da pagarsi come dote a una zitella povera che passava matrimonio, preferendo le discendenti della famiglia del testatore e in mancanza di queste una povera appartenente al Comune di Rovereto. Non aveva uno statuto proprio.
2. L'orfanotrofio maschile fu fondato dalla Congregazione di carità il 21 aprile 1840, dopo aver ottenuto l'approvazione del Capitanato Circolare di Rovereto del 26 marzo 1840 numero 3481/316. Aveva lo scopo di fornire a ragazzi poveri della città, rimasti orfani di uno o di entrambi i genitori alloggio e mantenimento e una educazione che potesse assicurare loro un impiego. Il patrimonio dell'orfanotrofio era gravato degli oneri vitalizi disposti da Domenico Tosetti con il testamento del 30 dicembre 1902.
3. L'orfanotrofio femminile ebbe origine dalla disposizione testamentaria del 13 settembre 1749 di don Andrea Vannetti e fu istituito in seguito alla capitanale sanzione 7 luglio 1819 numero 5826/299 dalla congregazione di carità il primo settembre 1820. Aveva nei confronti delle ragazze i medesimi scopi e intenti che perseguiva l'orfanotrofio maschile per i ragazzi.
4. Legato Giuseppe conte Bossi Fedrigotti. Fondato con la convenzione giudiziale del 27 marzo 1838, in forza della quale le rendite del patrimonio dovettero essere capitalizzate fino al 31 dicembre 1912. Aveva lo scopo di erogare tutte le rendite nette a favore del Fondo Poveri di Rovereto. Era amministrato dalla Congregazione di carità.
5. Legato baroni Pizzini. Fondato da Giovanni Giulio barone Pizzini con il documento primo settembre 1759 aveva lo scopo di erogare le rendite nette a favore del Fondo Poveri di Rovereto. Il patrimonio era gravato da alcuni oneri annui a favore della chiesa di san Marco evangelista di Rovereto per celebrare una messa, al parroco pro tempore di Isera per celebrazioni di messe, alla famiglia dei baroni Pizzini di Rovereto per l'adempimento di legati diversi di culto.
6. Donazione Saibanti. Fondata da don Giovanni nobile Saibanti di Verona con documento 8 giugno 1589 Aveva lo scopo di erogare due terze parti delle rendite nette a favore dei poveri di Rovereto e l'altra terza parte a favore dei poveri di Volano. Il patrimonio era gravato di oneri a favore della Fabbriceria della chiesa di san Marco evangelista di Rovereto per la celebrazione di una messa e per l'acquisto di cera.
7. Legato Pergola. Fondato da don Andrea Michele Pergola, cooperatore della chiesa di san Marco in Rovereto con testamento 30 gennaio 1747. Aveva per scopo di erogare due terze parti delle rendite fondiarie nette a favore dei poveri di Rovereto e una terza parte alla chiesa di san Marco evangelista in Rovereto per spese di culto. Il patrimonio era gravato da corresponsioni per il Fondo Poveri di Rovereto, per la Fabbriceria della chiesa di san Marco evangelista in Rovereto per celebrare delle, per la Fabbriceria della chiesa di santa Maria del Monte Carmelo per la celebrazione di messe. Un importo ogni sei anni alla Fabbriceria della chiesa di san Marco per la compera di un breviario.
8. Legato Frizzi. Fondato da Clemente Frizzi con testamento del 10 luglio 1869. Aveva per scopo di erogare metà delle rendite nette a favore dei poveri di Rovereto e l'altra metà in elemosine per a celebrazione di messe nella chiesa di san Marco in Rovereto. Il patrimonio era gravato dall' onere di una prestazione annua perpetua a favore della chiesa di san Marco, un altro importo a favore del convento dei frati francescani di san Rocco per l'acquisto di candele.
9. Legato Savioli. Fondato da Anna Caterina Savioli di Rovereto con testamento 10 marzo 1719. Aveva lo scopo di erogare le sue rendite in tante doti con un importo fissato, da conferirsi a quelle zitelle povere di Rovereto che passano a matrimonio, capitalizzando eventuali avanzi annui per costituire ulteriori doti di eguale importo.
10. Beneficio Cazzonelli. Fondato da Benvenuto Cazzonelli con testamento 20 maggio 1640. Aveva lo scopo di erogare tutte le rendite nette nella celebrazione di messe nella chiesa di san Marco in Rovereto. L'amministrazione fu affidata alla Congregazione di carità in data 10 luglio 1826.
11. Legato Pandini. Fu fondato dal dottor Domenico Pandini con il testamento 24 gennaio 1781. Ha per scopo di rogare tutte le sue rendite per la celebrazione di messe nella cappella dell'Ospedale civico. L'amministrazione fu affidata al Magistrato civico nel 1792 e quindi alla Congregazione di carità.
12. Beneficio Passerini Antonio. Fondato da questa persona con testamento 16 marzo 1722. Aveva per scopo di erogare tutte le rendite nella celebrazione dimesse in suffragio dell'anima del testatore. L'elemosina era pagata alla fabbriceria della chiesa di san Marco a Rovereto. L'amministrazione fu affidata alla Congregazione di carità il 9 settembre 1813. Non aveva statuto proprio.
13. Beneficio Passerini Giovanni Battista. Fondato da lui con il testamento del 5 dicembre 1687. Aveva lo scopo di erogare tute le rendite nette in messe da celebrarsi nella chiesa di san Marco a Rovereto, in suffragio dell'anima del testatore. L'amministrazione fu affidata alla Congregazione di carità il 9 settembre 1813. Il patrimonio era gravato di una prestazione annua in denaro alla chiesa di san Marco quale sovvenzione per il cappellano che avrebbe celebrato le messe del beneficio. Non aveva uno statuto proprio.
14. Cappellania Piamarta. Fondata dagli eredi fidecommisari del Francesco barone Piamarta con rogito 23 dicembre 1784. Le rendite devono essere impiegate per la celebrazione di messe nella chiesa parrocchiale di san Marco evangelista in Rovereto.
15. Fondazione Probizer. Costituita dai coniugi Francesco de Probizer e Maria Masotti con donazioni dell'11 ottobre 1875 e del 3 marzo 1893. Aveva lo scopo di capitalizzare le rendite per preparare un fondo per aprire nell'Asilo "Antonio Rosmini" una scuola parallela alle prime due classi popolari a favore di bambini che frequentavano questo asilo, amministrato dalla Congregazione di carità in forza delle deliberazione del consiglio congregazionale del 25 febbraio 1883 numero 376.
16. Il ricovero cittadino trasse origine dalla donazione dell'11 aprile 1821 di Giovanni Battista Sannicolò, fu aperto nel castello di Rovereto il 12 febbraio 1833 e consegnato in amministrazione alla Congregazione di Carità in forza del decreto capitanale 30 giugno 1833 numero 5918/930. Aveva lo scopo di accogliere e mantenere salvo eventuali rimborsi, cittadini onesti e poveri di ambo i sessi divenuti incapaci procurarsi il proprio sostentamento.
17. La Cura Marina ebbe origine da una festa di beneficenza del 5 agosto 1870 e si sviluppò grazie alla carità cittadina. Aveva lo scopo di erogare le rendite nell'inviare ai bagni di mare bambini della città poveri e bisognosi di cura marina.
18. La Cura Alpina sorse nel 1892 grazie a offerte spontanee ed elargizioni di cittadine ed enti. Aveva lo scopo di provvedere alla cura alpina di bambini di entrambi i sessi di Rovereto, poveri e bisognosi di cure viste le loro condizioni di salute. Era amministrata dalla Congregazione di carità in base al regolamento approvato con il decreto municipale 25 novembre 1920 numero 22847/4.
19. Il Ristorante Popolare fu fondato con il nome di "Cucina economica" il 27 gennaio 1890 per iniziativa del roveretano Carlo Margoni e con decreto 24 novembre 1903 numero 8421 del civico magistrato fu dichiarato istituzione cittadina dipendente e amministrata dalla Congregazione di carità. Aveva lo scopo di fornire un cibo sano, sostanzioso e a buon mercato al ceto operaio e alla parte meno abbiente della popolazione e di rendere possibile la concessione di sussidi in vitto ai poveri sovvenzionati dalla Congregazione di carità.
La Congregazione di carità e a suo nome il Fondo Poveri, esplicava inoltre la sua azione con le rendite di questi lasciti:
1. Legato Cillà fondato con il testamento 9 novembre 1898 di Giuseppina de Cillà a favore dei poveri della parrocchia di san Marco di Rovereto. La ripartizione dei sussidi era fatta dall'arciprete pro tempore di san Marco. Era amministrata dalla Congregazione di carità in virtù del documento di fondazione 27 dicembre 1901.
2. Legato Gaetano Canestrini. Fondato con atto inter vivos 18 febbraio 1908 da Gaetano Canestrini di Rovereto a favore di una vedova con non meno di due o tre figli tutti sotto i 14 anni, che abbia il diritto d'incolato a Rovereto.
3. Legato Francesco Wanger. Fondato con il testamento del 17 dicembre 1756 da Francesco Antonio Wanger. Aveva per scopo di rogare ogni anno l'importo per una dote a una povera ragazza aprente del testatore che passi a matrimonio. In mancanza di questa parente la doto doveva essere pagata a due persone povere cittadine di Rovereto per il medesimo scopo.
4. Legato Merighi Elisabetta. Fondato con il testamento del 10 luglio 1754 di Elisabetta Merighi nata de Antonini. Aveva per scopo di destinare ogni anno un importo per il conferimento di una dote a una ragazza povera che passa a matrimonio, preferendo le discendenti delle famiglie de Antonini, Fontana e Stefenella, parenti della testatrice. Quando fossero mancate aspiranti di tali famiglie, l'importo avrebbe dovuto essere pagato a una povera cittadina di Rovereto.
Alla Congregazione di carità spettava inoltre l'amministrazione limitata nei termini disposti dai relativi statuti del patrimonio degli asili infantili "Antonio Rosmini", "Clementino Vannetti" e di Sacco che erano enti autonomi con un proprio consiglio di amministrazione.

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ente di assistenza e beneficenza

Il decreto vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49 riconduceva sotto un nuovo ente, la congregazione di carità, le amministrazioni di tutti i luoghi di assistenza precedenti (5). Dal 1811 la Congregazione di carità amministrò i beni delle cessate confraternite della carità e dei santi Rocco e Sebastiano e quanto le stesse gestivano. Per esempio la Confraternita della carità gestiva le facoltà della chiesa di san Giuseppe artigiano (sede della stessa), dell'amministrazione della carità, delle eredità Frizzi, Pergola, Vannetti, Sbardellati, Baroni, Pedroni, del legato Pizzini e della cappellania Piamarta (6). La Confraternita dei santi Rocco e Sebastiano gestiva invece anche l'Ospedale di Loreto, fondato nel 1713, dal quale sarebbe derivato l'Ospedale civico di Rovereto nel 1889.
In base allo statuto del 1903 la congregazione si qualificava come "una pubblica istituzione autonoma diretta unicamente alla beneficenza" con lo scopo di sussidiare tutti i poveri del Comune di Rovereto (Capitolo I, art.. 1 e 2). Alla data del 1903 appartenevano alla Congregazione della carità il Fondo poveri, l'Ospedale civico, la Cassa di Risparmio, il Monte dei Pegni, l'Orfanotrofio maschile, l'Orfanotrofio femminile, molti legati con scopi di beneficenza: di Clemente Frizzi, della famiglia Pizzini, di Caterina Anna Savioli, di Domenico Pandini, di don Andrea Pergola, di don Giovanni Saibanti, degli Ospizi marini, di Francesco e Maria de Probizer, il legato Giuseppe conte Fedrigotti (art. 3). La Congregazione amministrava inoltre la sostanza dell'Asilo Infantile "Antonio Rosmini" di Rovereto e i legati di Giovanni Battista Passerini, Benvenuto Cazzonelli, Francesco barone Piomarta (art. 3). Le sostanze delle singole fondazioni avrebbero mantenuto il riferimento originario e non potevano essere utilizzate per scopi diversi da quelli prescritti (art. 5).

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Assistenza/beneficenza

Il decreto vicereale 15 febbraio 1811, n. 49 stabiliva che la Congregazione di carità "sarà composta da probi e distinti cittadini del comune, scelti fra i proprietari, i commercianti e gli uomini di legge più distinti. Il numero di questi sarà non più di sei, né meno di quattro, e saranno nominati dal podestà o sindaco" (titolo II, art. 7). In base allo statuto del 1903 la struttura della Congregazione di carità di Rovereto prevedeva un Consiglio congregazionale (art. 10) formato da un presidente, un membro del magistrato, i due parroci pro tempore delle chiese di san Marco evangelista e di santa Maria del Carmine, i due medici dei poveri, cinque consiglieri di Rovereto. Nell'ufficio di amministrazione dell'ente erano impiegati un "Amministratore-Cassiere", un "Aggiunto-Controllore", un "Diurnista assistente", un "servo" (art. 31).

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In base al decreto vicereale 15 febbraio 1811, n. 49 "il consigliere di stato, ispettore generale del IV circondario, avrà, sotto gli ordini e le istruzioni del ministero dell'interno, la vigilanza diretta su tutti gli stabilimenti, redditi e lasciti di pubblica beneficenza esistenti nei comuni del dipartimento dell'Alto Adige, e corrisponderà a tale effetto tanto colle prefetture e viceprefetture, quanto colle congregazioni di carità" (titolo I, art. 5). Nello statuto del 1903 si ricorda che: "Nella amministrazione delle sostanze degli Istituti, e delle speciali fondazioni la Congregazione di carità deve attenersi alle norme risultanti dagli atti relativi, e alle leggi vigenti, ed è quindi soggetta alle Autorità da queste leggi stabilite" (art. 7). Si specifica inoltre. "il Civico Magistrato di Rovereto, esercita quale Autorità politica di prima istanza, in confronto della Congregazione di Carità il diritto dello Stato di sorveglianza e di tutela conformemente alle disposizioni e decisioni delle Superiori Autorità politiche nei casi previsti dalla legge" (art. 8). Nell'ordinaria amministrazione la Congregazione di carità "non è vincolata alla approvazione del Civico Comune" (art. 9), ma non avrebbe potuto "diminuire le sostanze da lei amministrate, né trasformarle oppure aggravarle di passività, come del pari non potrà accettare eredità, sussidi, doni, o legati vincolati a condizioni onerose per gli Istituti pii, senza averne prima ottenuta l'adesione del preposto Magistrato civico, ed eventualmente l'approvazione delle preposte autorità competenti" (art. 9).

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(1) "Bollettino delle Leggi del Regno d'Italia. Parte prima. Dal 1.° gennaio al 30 giugno 1811. N.° 1 al N.° 16", Reale Stamperia, Milano s.d. [ma 1811], pp. 137-152.
(2) La data si riferisce al primo verbale delle sedute della Congregazione di carità di Rovereto, redatto il primo maggio 1811.
(3) Statuto della Congregazione di carità di Rovereto, Rovereto, Roveretana, 1903.
(4) "Gazzetta ufficile del Regno d'Italia. Parte prima", Roma, n. 114, 16 maggio 1923.
(5) "Bollettino delle Leggi del Regno d'Italia. Parte prima. Dal 1° gennaio al 30 giugno 1811. N.° 1 al N.° 16", Reale Stamperia, Milano s.d. [ma 1811], pp. 137-152.
(6) segn. precedente 5.5.35, c. 175r.

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La scheda è stata compilata secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006

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- "Bollettino delle Leggi del Regno d'Italia. Parte prima. Dal 1° gennaio al 30 giugno 1811. N.° 1 al N.° 16", Reale Stamperia, Milano s.d. [ma 1811].
- "Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia. Parte prima", Roma, n. 114, 16 maggio 1923.
- Statuto della Congregazione di carità di Rovereto, Rovereto, Roveretana, 1903.
- Verbale delle sedute della Congregazione di carità di Rovereto, 1 maggio 1811.
- Conchiusi della Congregazione di carità dal 1 Gennaio 1886 fino incl. 31 dicembre 1891, verbale di data Rovereto, 6 agosto 1887.

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Denominazione Estremi cronologici
Congregazione di carità di Rovereto
Congregazione di carità di Rovereto
Denominazione Estremi cronologici
Ospedale di Loreto, Rovereto
Congregazione di carità di Rovereto
Monte di pietà, Rovereto
Casa di ricovero e lavoro di Rovereto, Rovereto, 1821 - sec. XX
Ospedale civile di Rovereto
Associazione Scuola Materna Clementino Vannetti ONLUS