Causa ( Unita' archivistica , 1465 maggio 15 )

4.

Causa

1465 maggio 15 , Pieve di Ledro, casa del fu Giovanni Pizoli di Pieve

Giacomo fu Giovanni Barufaldi di Bezzecca sindaco e procuratore della comunità di Bezzecca da una parte, contro Bartolomeo notaio dei Masotti sindaco e procuratore della comunità di Tiarno di Sotto, per la causa vertente fra le dette comunità, per un tratto di territorio sul monte Croyna alle Coste. E in particolare per motivo di un certo numero di sequestri eseguiti dai saltari di Bezzecca nei confronti di quelli di Tiarno. Per i quali sequestri il sindaco di Bezzecca dichiara di aver ricevuto da alcuni di Tiarno, e massime da Bartolomeo notaio dei Masoti libbre 4 e soldi 10 di denari di buone monete, per la condanno a loro inflitta dal sottoscritto vicario.
Per porre fine alla causa furono citati a comparire in tribunale dal messo del tribunale stesso per i sequestri fatti dai saltari di Bezzecca (Giacomo Bertino, Antonio Bonsella, Negrello Casoni) sotto la casa del comune di Bezzeca, il 6 dicembre 1464, Bartolomeo Masotti sindaco di Tiarno, e gli fu presentata una cassa di noce contenente 7 libbre di lino, che per commissione di Giacomo notaio da Locca, vicario di Ledro, nelle cause civili soltanto, il cursore del tribunale proclamò tre volte detta cassa e lino. Fatto ciò fu data licenza a quelli di Bezzecca di vendere tutto al miglior offerente, per tre libbre di denari trentini.
Il giorno 24 maggio 1465 a istanza del detto Giacomo Barufaldi viene mandato dal vicario il cursore del tribunale a fare sequestri a quelli di Tiarno. Bertolino Masoti procuratore della comunità di Tiarno protesta contro il vicario affermando che non ha autorità di far fare sequestri.
Il giorno 1 aprile 1465, Donato Calzoni cursore del tribunale riferì al notaio Giacomo di aver pignorato un carro a Angelo di Smoneto, con due ruote ferrate e due non ferrate. Lo stesso giorno ad istanza di Giacomo Barufaldi per mandato del giudice fu proclamato per la prima volta detto carro. Il 5 aprile successivo detto carro fu proclamato una seconda volta ad alta voce, e il 29 aprile una terza e ultima volta, e valutato 6 libbre di moneta trentina. Furono dati 10 giorni di tempo per poter liberare il sequestro. Lo stesso giorno si presenta al vicario, Bartolomeo notaio dei Masoti procuratore del comune di Tiarno, protesta contro il sequestro del carro e contro il suo incanto. Il 6 maggio 1465 il messo del tribunale, dietro istanza di Giacomo Barufaldi, sequestra due ruote ferrate nuove a Pietro Carneri di Tiarno, e furono "proclamate".
Il detto vicario o giudice, visto il processo, uditi i proclami fatti e le relazioni del cursore, presenti Martino notaio Pellegrini di Pieve e Banapascio fu Giacomo Alberti di Pré, concesse a Bartolomeo notaio Masoti di poter riscattare il detto pegno entro 10 giorni. Bartolomeo procuratore di Bezzecca contraddice e protesta contro tale concessione.

Testimoni: Giovanni fu Agostino di Tiarno di Sopra, Bartolomeo fu Pietro Malfatti della valle Lagarina, Giovanni fu Alberto di Bezzecca, dimorante a Terlago.

Notaio: Giacomo fu Bellino di Locca notaio pubblico (SN)

Originale,  atto notarile; 

Documento singolo; pergamena, mm. 365 x 195-210, sul dorso: N. 25. Cassella N. 20. Istrumento di pegni fatto ad istanza di quelli di Bezzecche, alli Tiarni in Croyna dell'anno 1465.