Non c'è futuro senza perdono

Konferenz

Dentro le parole

Non c'è futuro senza perdono: esperienze sperienze di riconciliazione iconciliazione
Primo appuntamento del ciclo "Dentro le parole", letture ad alta voce.
Incontro dedicato alla Riconciliazione, perché ci sembra che non si possa pensare ad alcun futuro se non c’è la volontà di confessare i propri errori e di perdonare per poter poi ricostruire. Per concludere la serata verrà offerto un piccolo rinfresco.
Indicazioni bibliografiche e modalità di partecipazione sono disponibili sul sito

Se guardiamo alle situazioni conflittuali che persistono nel mondo (Palestina/Israele, Ruanda, America Latina, Irlanda ecc.) forse sorge il dubbio che parlare di riconciliazione sia un puro esercizio di retorica, un’utopia per sognatori. Invece pensare e realizzare la riconciliazione è qualcosa di estremamente concreto. Per entrare nel significato che una parola può assumere nei diversi contesti iniziamo dalle definizioni dateci da alcuni dizionari presi a caso.
Etimologicamente la parola riconciliazione deriva dal latino concilium, adunanza, pertanto riconciliarsi significa sedere nuovamente nel concilio. Il dizionario Devoto-Oli alla voce riconciliarsi riporta la seguente definizione: ristabilire un rapporto normale, temporaneamente deteriorato, nell’ambito affettivo, giuridico o anche politico. Per lo Zingarelli, riconciliarsi vuol dire riappacificarsi, ossia fare pace di nuovo. Nel significato originario di adunanza si sottolinea l’aspetto di riunione dove si trattano di questioni di comune interesse; nelle definizioni odierne si sottolinea, invece, che sia un “processo ricorsivo”, qualcosa che si fa più volte (di nuovo). Già questa semplice analisi si scontra con l’idea comune, e comoda, di riconciliazione come di un evento, qualcosa che accade una volta e che sistema tutto o di soluzione preconfezionata valida in qualsiasi contesto. Spesso non si considera né il carattere sociale, il comune interesse che chiama a una partecipazione attiva di tutte le parti coinvolte (adunanza), né il carattere processuale, di un percorso che dura nel tempo e che si ridefinisce di volta in volta (di nuovo).
Dal punto di vista politico-sociale la riconciliazione avviene per porre fine a situazioni drammatiche e conflittuali fra popoli, o all’interno di uno stesso popolo. La riconciliazione è un processo lento, faticoso, doloroso ma indispensabile: dà voce alle vittime, al loro dolore; a chi ha sbagliato offre la possibilità di confessare le proprie colpe, assumendosene la responsabilità. In pratica crea le condizioni per poter chiedere e offrire il perdono. Quali sono queste condizioni?
L’essere consapevoli che esistono vari ordini di verità che non si escludono a vicenda: esiste la verità dei fatti, la verità sociale, la verità dell’esperienza e la verità personale. Il processo di riconciliazione permette di affrontare tutti questi aspetti con la prospettiva di puntare su quel “barlume” di umanità che è possibile intravedere anche nel peggior criminale anziché farsi accecare dalla sua cattiveria o dal desiderio di vendetta o di vittoria. Permette di pensare ad un cambiamento possibile purché tutti si sentano ugualmente coinvolti. In tal senso non ci sono “spettatori” anche chi non ha preso parte materialmente a episodi di violenza o di sopraffazioni è comunque testimone. Vi sono state varie esperienze di riconciliazione, alcune più riuscite di altre.
Guardare con occhio critico ma con apertura mentale a queste esperienze è utile per capire quali sono gli elementi che portano ad un esito positivo e quali invece sono da ripensare o evitare. Un modo per non dare per scontato nulla, per calare nei diversi contesti reali il processo di riconciliazione.

Dal punto di vista religioso la riconciliazione è un concetto estremamente ampio e sfaccettato. Basti pensare, tra i molti, a tre orientamenti religiosi: cristiano, islamico e induista, a come si differenzino i concetti di colpa-peccato, pentimento-espiazione-penitenza, perdono e riconciliazione. Si potrebbe obiettare che il punto di vista religioso è personale, che inserisce poco il sociale, almeno nelle società occidentali che tendono a dividere nettamente tra religione e sociale.
In realtà pervade e compenetra il sociale in ogni società, perché la realizzazione della riconciliazione, o meno, è dovuta anche ai valori spirituali su cui poggiano le motivazioni e le azioni di chi è coinvolto nel processo. Guardare anche a questo aspetto significa considerare un aspetto essenziale dell’essere umano.
Infine la riconciliazione è qualcosa che riguarda noi quotidianamente, nei nostri rapporti personali. Nei piccoli gesti che si fanno per affrontare le normali difficoltà che si incontrano in una relazione, sia essa di tipo familiare, di amicizia o di lavoro. Perché la riconciliazione si sostanzia di dialogo, di ascolto, di condivisione , di fiducia e di speranza non solo nelle grandi occasioni della storia ma nella vita di tutti i giorni e riguarda non solo i grandi protagonisti ma ogni singola persona.
Abbiamo indicato alcuni grandi ambiti in cui la riconciliazione può concretizzarsi, ma è chiaro che riguarda ogni aspetto della vita. Sono semplici riflessioni per stimolare in chi ci legge un’ulteriore riflessione personale, interiore affinchè la riconciliazione possa essere intesa come “processo di trasformazione non violenta dei conflitti”, come propone Raimon Panikkar. A tal fine proponiamo di seguito delle domande, (tra le infinite che possono nascere), alcune molto spontanee, altre più provocatorie, a cui vi chiediamo di rispondere spassionatamente, magari prima di leggere qualche libro consigliato, e poi nuovamente dopo la lettura.
Che cosa significa per voi riconciliazione?
Chi o che cosa si riconcilia? Riconciliarsi su cosa e con chi?
Qual è il contesto della riconciliazione?
Sono perdono e riconciliazione la stessa cosa?
Cosa significa perdonare? Significa forse dimenticare?
Si può riconciliarsi senza perdonare?
Il perdono è una nozione universale?
Che ruolo hanno la confessione e la verità nella riconciliazione?
La riconciliazione si realizza solo con la confessione e il perdono?
Che ruolo hanno il confronto e il dialogo in un processo di riconciliazione?
La testimonianza delle vittime e dei loro familiari che importanza riveste?
Le emozioni sono importanti? Vanno riconosciute, espresse?
Vale la pena di riconciliarsi?
È sempre possibile riconciliarsi?
Quali sono le condizioni perché avvenga una riconciliazione?
Quali conseguenze possono emergere da un processo di riconciliazione?
Quali invece se questo processo non avviene?
Le domande possono essere infinite, ognuna poi rinvia ad altre in una continua ricerca delle proprie risposte, in un viaggio interiore di consapevolezza che nulla è dato per scontato, per poi condividerle con gli altri.


Organisation: Centro Missionario Diocesano - Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani

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