Assorti nel paesaggio. Pittori nordici sul Garda tra '800 e '900

Il Mag di Riva del Garda propone un viaggio a 360 gradi nel paesaggio gardesano 

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Assorti nel paesaggio è un viaggio a 360 gradi nel paesaggio gardesano dipinto da artisti nordici tra '800 e '900 grazie al quale immergersi nelle atmosfere di un tempo ormai lontano, riscoprire un paesaggio perduto e riannodare i fili con un'epoca nella quale la città rimaneva ai margini e a dominare incontrastata era la natura. Assorti: così si dovevano sentire i pittori mentre dipingevano il Garda circondati da un paesaggio unico nel suo genere, alpino e mediterraneo, con una natura ancora incontaminata, mentre la città di Riva del Garda cresceva letnamente sullo sfondo.

Le vedute cittadine di Carl Frederik Sørensen, Heinrich Adam e Carl Gustav Rodde, che ritraggono Riva dal punto d'osservazione della Ponale, descrivono la suggestione di un paesaggio montano che si schiude come uno scrigno prezioso sul Lago di Garda, una meraviglia della natura e uno spettacolo incantevole, così lo descriveva Goethe nel suo Viaggio in Italia. Segni di una modernità ormai alle porte le barche a vela e i  battelli a vapore che si muovevano sul lago e la città di Riva, protagonista a quell'epoca di un eccezionale sviluppo urbano legato al turismo, un progresso che non intaccava ancora la totalità della visione della natura, suggerita e evocata secondo l'ideale romantico, piuttosto che descritta e documentata.

La presenza dell'uomo diventa ancora più marginale nelle opere di Edward Theodore Compton e Albert Hertel, che descrivono il paesaggio del Garda più vergine, dalle scogliere vicino Limone al Lago di Loppio. La visione campestre del paesaggio incontaminato dei primi dipinti si proietta qui verso una direzione più estrema, in cui la natura è colta nella sua essenza più pura, libera e selvaggia. La città, e con essa il frastuono del progresso, sono assenti, lontani, quasi impercettibili, come nella Veduta del Garda da Arco di Joseph Hoffmann, dove il paesaggio naturale con i suoi prati aridi, i ruderi di campagna e il lago sullo sfondo non sembra minimamente alterato dall'intravedersi delle prime case della città. Anche le vedute urbane di Torbole, Malcesine, Gargnano, che proseguono l'esposizione, si allineano paradossalmente a questo indirizzo: sono sì vedute di interni cittadini, dove la presenza della natura è limitata agli sfondi, ma sono opere nelle quali è ancora rappresentato un paesaggio gardesano semplice e genuino, dove a animare le strade sono lavandaie, pescatori e popolari e dove il turismo dei centri alla moda del Garda è ancora lontano.

L'illusione di un paesaggio naturale puro inizia a vacillare quando il progresso irrompe con forza nella natura e la trasforma. Emblema di questa nuova fase sono le opere di Michael Zeno Diemer, Imbarcazioni sul Lago di Garda, dove all'immagine del lago pacifico e tranquillo si sostituisce quella della sua acqua increspata su cui corrono vele multicolori. Queste stesse imbarcazioni ritornano nelle vedute del porto di Riva, con la città ormai protagonista assoluta della tela a creare uno spazio sempre più claustrofobico in cui la natura è percepita non più guardandosi attorno ma solo alzando gli occhi.

Annalisa Bonetti - curatrice

03/07/2015

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